Un mio pensiero nel giorno dedicato a Dante, il sommo poeta dell'amore angelicato e autore della Comedia, il lungo viaggio dagli inferi al paradiso, raccontato in terzine.
Quello che mi aveva più colpito dell'Inferno è il contrappasso dantesco: quello che hai fatto di male in vita, ti si rifletterà contro dopo morto, in una pena eterna.
Chi si è lasciato andare alla lussuria verrà preso da un vento che non ha fine che non lo lascerà mai fermo.
Gli ignavi, rimarranno ignavi e ignoti anche dopo morti.
Mi aveva colpito anche la delicatezza con cui Dante raccontava alcune anime "particolari", come Paolo e Francesca, anime dannate perché peccatrici, ma lasciate una accanto all'altra.
Facciamo un gioco: che pena dovranno scontare alcuni dei nostri noti contemporanei?
I produttori di armi, a cui Presadiretta ha dedicato la scorsa puntata, saranno condannati a rinascere in curdistan, in Yemen o in Somalia.
I sovranisti, quelli del "prima gli italiani", basta con l'invasione degli immigrati, nasceranno in un sperduto paese della Nigeria. O del Senegal, scegliete voi.
I senatori toscani sponsor del rinascimento arabo saranno costretti a rinascere donna in quel paese dove i diritti umani e civili sono fermi a ben prima del rinascimento.
E poi, sbizzarriamoci, i ruffiani adulatori di corte, costretti a leccare il retro dei francobolli come Fantozzi col dottor Riccardelli.
I fautori del liberismo, del lavoro senza regole, avranno una pena come fattorini a cottimo.
I negazionisti del covid, costretti a rimanere tutta la vita in mezzo ad una folla di sputazzatori infetti.
E qui mi fermo per non esagerare troppo. Oggi è il giorno dedicato a Dante, ma ogni giorno è buono per leggere Dante e non solo l'Inferno (anche se lì si fanno gli incontri più interessanti).
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Mi raccomando, siate umani