06 agosto 2021

Tanto c'è il green pass

Mentre in Europa si pensa alla terza dose di vaccino, nella parte povera del mondo mancano le dosi: l'esperienza e l'analisi dei dati ci ha insegnato che quando il virus può circolare, come in India nella scorsa ondata, si sviluppano le varianti, come la Delta oggi preminente in Italia. Cosa facciamo se la prossima variante dovesse essere meno sensibile ai vaccini?

L'Europa e l'Italia hanno detto no alla proposta sui brevetti e non vogliono concedere nulla sui vaccini all'altra parte del mondo.

Ma l'Italia merita (o demerita) qualche appunto in più: il ritorno del ponte sullo stretto, il pnrr poco green e con dentro molto cemento, l'archiviazione dello smartworking, i pochi investimenti sul trasporto e sulla sanità locale.

Ci si è concentrati sul greenpass, il lasciapassare che regolerà spostamenti (fuori dalle regioni), l'accesso ai luoghi chiusi, alla scuola e chissà, magari anche al lavoro.

Lavoro dove mancano gli ispettori per controllare il rispetto delle regole, ma poco importa, non possiamo bloccare lo sviluppo e mettere lacci alle imprese per qualche morto (gli ultimi casi, l'operaia stritolata da un macchinario e ieri l'operaio morto in autostrada schiacciato in un cantiere).

A tutto questo aggiungiamo anche il capitolo della spesa militare: anni d'oro questi, altro che pandemia, quest'anno due miliardi saranno destinati al nuovo progetto del caccia Tempest, quando ancora non è stato completato il progetto per il caccia F35.

E nemmeno possono essere usati per spegnere gli incendi.

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