26 settembre 2021

Cronache di una settimana difficile

Riassunto di una settimana di notizie poco rassicuranti:

- torneremo a lavorare in presenza per far ripartire l'economia dei bar e dei ristoranti attorno ai luoghi di lavoro (lo ha detto Brunetta, mica io).

- Draghi è l'uomo della necessità, non se ne può fare a meno mentre possiamo fare a meno di Parlamento (che vota una fiducia dopo l'altra ma non è un vulnus) e dei partiti

- trattare con la mafia non è reato (non sono le BR d'altronde), abbasso il forcaioli viva i garantisti (coi potenti). Basta una pillola blu e ci si dimentica tutti, dalle stragi di stato, alla sovranità limitata di un paese diktat di poteri altri dal parlamento.

- sta arrivando il boom, preparatevi: certo, sarà una crescita del PIL nelle mani di pochi senza lavoro stabile (il 90% dei nuovi contratti è precario dice Bankitalia). Nel nuovo patto per l'Italia probabilmente ci saranno solo gli imprenditori plaudenti e Draghi. Il salario minimo può aspettare.

- i voti per il referendum sulla cannabis legale raccolti tramite SPID (che non è come un click sui tweet di Salvini o Renzi) fa paura alle élite: ogni volta che in questo paese si rafforza qualche forma di partecipazione, diventa subito un problema da risolvere e neutralizzare. 

Marco Revelli oggi parla di nuova restaurazione, come ai tempi del Congresso di Vienna. Catastrofista? Il solito gufo?

Si attende un autunno abbastanza problematico per il governo su lavoro, ambiente, la spesa sul PNRR (sperando che si riesca a tenere le mafie fuori).

PS: oggi cercavo di prenotare per mio padre un intervento ambulatoriale. Niente da fare, primi posti disponibili a marzo 2022.

Altrimenti, ci diceva lo specialista che lo ha visitato (in una struttura privata convenzionata), potete fare l'intervento da privati, pagando. E le liste di attesa si accorciano.

E' questa la normalità a cui tutti auspicano?

Fanno bene i ragazzi a protestare per strada: questo è il paese che stiamo consegnando loro.

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