Certe storie cominciano dove altre finiscono, neanche il tempo di tirare le somme da una parte che i numeri cominciano a incolonnarsi da un’altra. E sono tutti numeri scalognati. Per esempio. Mi sono messo in testa che mio cognato tradisce mia sorella Paola.
Ma che bravo che è
Christian Frascella, capace di inventarsi un personaggio che ha tutte
le carte in regola per essere definito un vigliacco, una persona
meschina, una di quelle che se le conosci le eviti. Ma che ha anche
dei guizzi di ingegno, intuizioni fuori dal comune che gli consentono
di sbrigliare i casi in cui si trova invischiato. Non è un eroe
questo Contrera, certo: ex poliziotto (cacciato per corruzione), ex
marito (cacciato per i troppi tradimenti), ex padre. Uno che ha
tradito la fiducia di tutte le persone che hanno avuto la sfortuna di
incrociarlo, cominciando dal padre, poliziotto onesto, uno conosciuto
da tutti nel quartiere di Barriera a Torino, fino alla ex compagna Erica. A proposito, anche
questo è un quartiere ex come Contrera, ex operai, ex italiani
immigrati dal sud, ora quartiere dove convivono, non sempre
pacificamente, tante etnie, tanti colori diversi.
In questo nuovo romano lo incontriamo in piedi, nel salotto di casa della sorella Paola, dopo aver risolto un duplice omicidio e aver rischiato anche la pelle ("L’assassino ci vede benissimo"). Ma non c'è tempo di godersi la gloria, il cognato, Ermanno, lo sta per cacciare di casa (dove viene ospitato malvolentieri dal cognato), mettendosi contro la moglie e i figli, i nipoti che adorano questo zio Contrera così diverso.
Ma anche con la ex moglie le cose non vanno benissimo, specie dopo che questa ha scoperto di aspettare un figlio da lui. E la figlia, Valentina, che ha abbandonato da piccola con la madre, glielo rinfaccia a muso duro, una mattina nel suo ufficio, ovvero la lavanderia di Mohamed, dove Contrera incontra i suoi potenziali clienti di investigatore con tanto di regolare (al momento) licenza.
– Hai fatto il cazzo che hai voluto negli ultimi anni e con me hai chiuso. Ma adesso ti tocca un’altra secchiata di responsabilità, e ti devi comportare da uomo.
Comportarsi
da uomo. Molti ne sono capaci, come lo era il padre, un esempio per
tutti, in polizia, in famiglia, nel quartiere. Come a modo suo lo è
il marito della sorella, Ermanno, che lo odia tanto, forse per
invidia dell’amore sconfinato che provano per lui i suoi figli, che
amano più lo zio che il padre.
Ma Contrera non è pronto ad
essere uomo, a prendersi le sue responsabilità, sapendo che questo
vuol dire vivere in modo precario tutti i giorni…
Ma non c’è
nemmeno tempo per crogiolarsi in tutte queste elucubrazioni: a
Barriera, nel suo quartiere, quello in cui dopo il caso del duplice
omicidio risolto è quasi diventato un eroe, è sparita una bambina.
Glielo dice lo stesso Mohamed,
Esclama: – Contrera! – picchiando su tutte le consonanti del mio cognome. – Che t’è successo? – chiedo. – È scomparsa una bambina.
La
bambina si chiama Vicky, Vittoria, è della stessa scuola di Giada,
la nipote: nonostante sia passato poco dalla notizia, il piazzale
dell’istituto è già pieno di persone venute ad assistere allo
spettacolo. La polizia, l’arrivo dei giornalisti, le facce
preoccupate di chi deve gestire questo caso, come il tenente Baseggi,
come i docenti nella scuola. E le facce preoccupate dei genitori e
dei bambini, spaventati da tutto questo anche senza sapere cosa sta
succedendo.
A modo suo anche Contrera entra, anche fisicamente,
nel caso della scomparsa, per rendersi utile, per mettere da parte
tutta l’insofferenza per le tensioni in casa della sorella.
Ma
quella bambina scomparsa diventa un suo caso dopo la promessa che si
trova a fare, anche impulsivamente, di fronte alla piccola Giada,
piccola ma abbastanza grande per comprendere che sta succedendo
qualcosa di brutto a Vicky, una bambina di soli sei anni.
– Se non la trovano loro, la trovo io. Ed è un impegno che prendo con lei e con me stesso e con gli altri genitori
Questa
indagine personale, diventa poi un incarico ufficiale quando Marzia,
la madre della bambina, lo assolda come investigatore privato, per
ritrovare la figlia. Da dove partire nel quartiere? Dalle voci che si
raccolgono attorno alla scuola per esempio: una madre non sempre
presente e un padre, anzi, un padrigno, che ogni tanto alzava le
mani, con qualche problema.
E poi altre voci da Sergione,
il padrone del bar dove ogni tanto bazzica Contrera: Sergione è
l’emblema del maschio suprematista bianco, per cui tutti i problemi
della vita (e della delinquenza nel suo quartiere) sono a causa degli
immigrati e della mano libera che viene loro concessa.
Tutto questo perché Sergione è il peggior razzista di Barriera, e ancora non riesco a capire perché siamo amici,..Ma anche Sergione ha una sua pista, due pedofili attenzionati dalla polizia, che vivono nel quartiere. Ha avuto quelle informazioni dalle sue conoscenze nelle forze dell’ordine, quelle che dovrebbero poi garantire la sicurezza del cittadino, non favorire la giustizia fai da te dei bravi italiani..
Annuisce. – Ho letto su un sito che scompaiono otto milioni di bambini ogni anno –. Conta con la mano. – Ventiduemila al giorno. Novecento ogni ora
C’è una bambina da trovare (una di quelle novecento ogni ora), c’è una promessa da mantenere con la nipote, la promessa fatta alla madre, Marzia, che l’ha pure assunto. E poi c’è anche la richiesta di aiuto dell’amico Baseggi, che assieme alla polizia locale, sta indagando con tutte le pressioni che ci si può aspettare. Dalla famiglia, dalla stampa, dai superiori.
Così ancora una volta, Contrera deve infilarsi in quella zona buia e pericolosa che è il mondo del crimine, muovendosi in quel quartiere che si appresta alle feste natalizie con la Suzuki della sorella. Un quartiere che è come un mostro affamato, che man mano sta divorando le zone limitrofe
Non posso farci niente. E poi nessuno vuole il mio aiuto. Barriera è una cloaca, un essere mutante che fagocita persone, palazzi, strade, ed estende il suo perimetro anno dopo anno, incontrollabile.
In questa cloaca si muovono predatori in cerca di prede giovani, troppo giovani per comprendere quanto sia duro e cattivo il mondo. Pedofili che si muovono protetti dalla loro rete, dalle loro relazioni, anche dal loro potere economico, per corrompere bambini innocenti da abusare per soddisfare i loro desideri perversi. “L’innocenza è la preda preferita di ogni forma di male” si ritrova a pensare Contrera di fronte a queste persone, scoprendo come ci siano diverse categorie del male, un girone di cui anche lui fa parte. C’è chi spaccia droga, chi fa le estorsioni, chi uccide, chi corrompe e chi si fa corrompere. E poi ci sono uomini che pensano che coi loro soldi possono permettersi tutto
E il tenente aggiunge: – Com’è che in questa città uno solleva un tombino per cercare una cosa e finisce dentro un’altra maledetta fogna?
Ci sono passaggi in questa storia ai limiti del grottesco, come l’incontro faccia a faccia col capo della locale della ndrangheta a Torino dentro una piscina privata, cercando di non annegare. Ma ci sono anche momenti in cui tutto il passato, i ricordi, le persone, tornano galla.
– Ma lei, Scianna, non penserà mica che uccidere sia una questione sulla quale tutti gli assassini riflettono puntigliosamente prima di agire. – No, ma… – Il piú delle volte l’omicidio è roba da principianti.
Sarà un’indagine che porterà Contrera a fare i conti con la sua giovinezza, con le delusioni al padre, col ricordo del suo miglior amico che poi ha perduto, con l’anima oscura della città. E con questo assassino principiante che pensava che il crimine fosse la facile soluzione ai suoi problemi.
Ma non è questo che ci insegna la vita. Che invece prima o poi, ci chiede di assumerci delle responsabilità. Magari anche di diventare degli eroi, eroi per un giorno, come capita a Contrera, l’investigatore che non sa stare con le mani in mano, che non fa che che inciampare nei cadaveri di Barriera. Ma che non può salvare tutti.
La scheda sul sito di Einaudi
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