06 luglio 2020

L'assassino ci vede benissimo, di Christian Frascella




La lunga notte di Contrera

Sono sdraiato accanto a Erica, e tra pochi mesi diventerò padre per la seconda volta. La guardo dormire alla debole luce che saetta dalle tapparelle. È bella anche nella semioscurità.

I capelli come un sole rosso attorno al viso sereno e appagato. Individuo le sue lentiggini. Dice che la piccola la prendevano in giro ..

Si apre con questa immagine placida e romantica il terzo romanzo di Christian Frascella della serie con Contrera. Ma non preoccupatevi, è solo la quiete (mattutina, al risveglio) prima della tempesta. La tempesta che si abbatterà sul nostro investigatore privato nelle successive 24 ore: “la lunga notte di Contrera”, forse un omaggio alla calda notte dell'ispettore Tibbs, dopo l'omaggio della copertina al taxista nevrotico di Martin Scorsese.

Bentornato Contrera, l'investigatore privato capace di distruggere quanto di bello ha attorno e di ficcarsi nei guai senza nemmeno rendersene conto.

Un matrimonio fallito alle spalle, una figlia di cui si è perso la crescita, cacciato via dalla polizia (per una partita di droga con cui scappare in Cosa Rica), un'onta per la polizia e per il padre, la cui ombra grava ancora sulla sua vita. Perché il padre era un riferimento per la gente del quartiere, che di lui si fidava.

Un baratro. Una voragine dentro la quale mi sono lasciato scivolare. Ho rubato cinque chili di coca dal magazzino della Narcotici, per rivenderla. Ma mi hanno beccato e cacciato dalla polizia. E mio padre si è suicidato. Sta tutta qua la mia vita..

Una vita di fallimenti, forse anche per una forma di autolesionismo, o forse per l'incapacità di essere sinceri con sé stessi e gli altri.

In fondo dentro di noi c'è un po' di Contrera. Ma almeno noi non giriamo il quartiere Barriera di Torino con una giacca militare e un paio di vecchi anfibi. Non riceviamo i nostri clienti nella lavanderia di Mohamed, in cui ricevere clienti come Abdellah, che nel suo paese sarebbe un infermiere, in Italia deve consolarsi di scaricare cassette di frutta a Porta Vittoria.

Abdellah a cui un concessionario senza scrupoli (ma con molte pezze d'appoggio anche nelle forze dell'ordine) ha venduto un bidone. Contrera dovrebbe aiutarlo a riprendersi i soldi.
E' questo il primo incarico di Contrera, altri ne arriveranno, altri soldi, anche sporchi, passeranno di mano.

Ma prima di infilarsi dritto dentro la “lunga notte” farà in tempo a rovinare per sempre i rapporti col cognato, con la figlia Valentina e con la fidanzata Erica.
Rischiando anche di essere impallinato da un anziano pensionato, uno di quelli per se si vede un ladro meglio sparare, non si sa mai...

Perché c'è una strana e brutta aria nel quartiere (e anche nel paese): in tanti stanno soffiando sul fuoco dell'intolleranza razziale per sfogare la propria rabbia.

E ancora una volta il nostro Contrera si trova in mezzo di questo scontro (e più avanti nella storia si troverà proprio nel centro del mirino): in mezzo a gente come l'amico Sergione, che sta mettendo in piedi una ronda di cittadini che vogliono farsi giustizia da sé contro gli spacciatori

.. hai visto com’è ridotto il quartiere? Droga e musi neri a tutti gli angoli, si son presi le nostre case, i nostri garage, i nostri negozi, la nostra libertà di portare a pisciare il cane la sera senza che ci succeda niente.

E gente come Eddie, l'amico nigeriano coi dread, che non è uno spacciatore, non fa parte della mafia nigeriana, ma ha il problema di avere la pelle di quel colore scuro.
Ma la calda notte è solo all'inizio: cosa può succedere di peggio, dopo aver rotto con la moglie, con la figlia, col cognato (col rischio concreto di non poter rivedere la sorella e i nipoti)?
Rimanere coinvolto in un omicidio: quello del kebabaro Basim, ucciso assieme ad un signore italiano col Borsalino a cui quei kebab piccanti piacevano proprio.
Eccola, la notte calda di Contrera: mentre una nebbia grigia avvolge la città rendendo tutto più inquietante, mentre la miccia dello scontro etnico tra immigrati e brava gente si consuma in modo fatale, il nostro investigatore deve portare avanti la sua indagine per salvare l'amico Eddie che, per una serie di circostante, è l'assassino più probabile.

Perché Contrera è anche questo: quel tipo di detective che prende tante botte ma che alla fine riesce a sbrogliare la matassa anche grazie al suo intuito. Arrivando a capire il chi e il perché di questo assassino, un assassino che ci vede benissimo.

Penso che l'assassino tirando le somme, sia un privilegiato: è l'unico a conoscersi fino in fondo, l'unico a sapere fin dove è capace di arrivare un essere umano. Noi tutti siamo a metà di un tunnel buio, lui invece ci vede benissimo.

Un po' Marlowe e un po' Coliandro (l'ispettore polizia di Carlo Lucarelli) Contrera si muove nel quartiere Barriera di Torino, ex quartiere operaio dove le tute blu sono state sostituite da pensionati, da commercianti che cercano una via di fuga, da immigrati di tutte le nazionalità, da spacciatori nigeriani (che stanno prendendo il posto dei vecchi ndranghetisti).

Una Babele di lingue e di popoli, con tanti suoni e tanti odori diversi, come in tante altre periferie d'Italia, coi suoi problemi di degrado, di abbandono, di insofferenza e di tensioni che crescono.

Il romanzo non è andato troppo distante dalla realtà, da quel mondo dove vivono persone che maturano le loro “fissazioni sballate” (farsi giustizia da soli, con le armi, con la violenza) nel vuoto della loro esistenza.
Oppure persone che cercano la loro vendetta proprio per dare un senso alla loro solitudine ...

Tutto questo è lo sfondo dell'indagine più difficile in cui Contrera sia mai stato tirato dentro, ad un passo da una sparatoria, tra vetrine spaccate, colpi di fucile e bombe dimostrative che di dimostrativo hanno poco.

Un mondo vero, che il nostro investigatore attraversa e a cui sopravvive con la sua dote di sarcasmo a volte veramente fuori luogo, ma che è anche la sua arma.

La scheda del libro sul sito di Einaudi
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