09 luglio 2020

Dacci oggi la polemica quotidiana (inventata)

Si può parlare come un fascista.
Ci si può vestire come un fascista.
Si possono perfino omaggiare i fascisti.

Ma guai se poi chiami fascisti questi personaggi e, come ha scritto Alessandro Robecchi sul F.Q. (riferendosi ad esponenti del partito della Meloni), spieghi che si devono cacciare come fatto durante la guerra di Liberazione.
Fa bene Gad Lerner (su questo giornale) a chiedere alla sora Meloni di dissociarsi una volta per tutte dalla retorica fascista dei suoi eletti e dei suoi militanti, ma dubito che succederà: quella retorica, un po’ grottesca e molto ignorante, risibile e feroce, è l’acqua in cui nuota Fratelli d’Italia, gli slogan fascisti e i vestiti da gerarchi sono il plancton di cui si nutre, e non si è mai visto un pesce svuotarsi l’acquario da solo. Bisognerebbe aiutarlo come l’altra volta, settantantacinque anni fa.

Se lo fai, parte subito la polemica (basata sul nulla), in cui tutto il fronte che parte dall'estrema destra alle brigate voltaire (in minuscolo) dei nostri liberali, se la prende col Fatto Quotidiano e lo scrittore milanese.


Addirittura si parla di istigazione all'odio: non di chi indossa la divisa delle SS, perché quello è folklore. 
No, siamo noi antifascisti il problema.

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