In fondo quello che è successo l'altra notte al consiglio europeo, importa a nessuno.
L'accordo per i 750 miliardi del recovery fund, di cui alcuni a fondo perduto viene visto come un successo incredibile da parte dei tifosi del governo Conte e come un'operazione di indebitamento (e solo di facciata) da parte dei giornali di destra (da Libero a Repubblica).
Capiremo se sarà una operazione storica (visto anche l'atteggiamento di Merkel e del governo tedesco, che ha abbandonato l'austerità) quando arriveranno i soldi, quando avremo un piano concreto e una squadra che prenderà una decisione su come spenderli.
Al momento siamo solo alle buone intenzioni: piano green, scuola, ricerca (della sanità ce ne siamo già dimenticati)...
Rimane il tifo, rimane l'incoerenza di fondo di tutte le frasi sentite nei giorni passati.
Il tifo per i paesi frugali che poi tanto frugali nel welfare non lo sono, da parte dei liberisti nostrani che si lamentano sempre dei soldi dati alle persone in difficoltà (la guerra al reddito di cittadinanza).
La bufala dei sovranisti olandesi, o danesi, che non vogliono pagare le pensioni generose agli italiani. A meno che si riferiscano alle pensioni d'oro o ai vitalizi.
L'età media delle pensioni (e il valore medio delle pensioni) in Italia è, dopo le riforme fatte, in linea con gli altri paesi europei.
I sovranisti olandesi non vogliono pagare l'abbassamento delle tasse che oggi i politici italiani chiedono? Beh, che si mettano d'accordo tra sovranisti (è Salvini che vuole la flat tax).
Ora la palla passa a noi: che dobbiamo capire se vogliamo salvaguardare questo modello basato sul basso costo del lavoro, sul cemento, sulle auto, sull'intasamento dei centri urbani, sia per i turisti che per i pendolari che devono muoversi e non stare a casa a fare i lazzaroni, sulla tutela delle nostre opere d'arte che hanno bisogno di una influencer per fare cassa (come se l'arte fosse solo questo, biglietti staccati, incassi e non un patrimonio da tramandare di generazione in generazione).
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