17 luglio 2020

Come la pioggia sul cellofan di Grazia Verasani


 
Due settimane fa

Sia messo agli atti che non mi ubriacavo in modo così esagerato da tempo e che avevo un’ottima ragione per farlo. Non molte ore prima Luca Bruni aveva radunato le sue poche cose mentre io non c’ero e se n’era andato senza lasciare un biglietto, solo la sua copia delle chiavi di casa sul tavolo. Mai stato tipo da scrivere biglietti, del resto, e poi non c'erano spiegazioni da dare..

Sapendo dell'uscita di questo nuovo romanzo, il mese scorso mi sono riletto il primo romanzo di Grazia Verasani con protagonista l'investigatrice bolognese Giorgia Cantini, Quo Vadis, baby?
Sono passato così, in un balzo solo di più di dieci anni, dal principio alla fine (per il momento): in questi anni Giorgia non ha ancora fatto del tutto i conti con la morte della sorella Ada (suicidatasi senza un biglietto a Roma, dove inseguiva il suo sogno di fare l'attrice); il padre non è più una presenza burbera nell'agenzia; Lucio, il suo assistente, è stato sostituito da Genzianella, una florida ragazzotta di campagna cresciuta in una famiglia di donne (che ha volte la sorprende per la sua ingenuità).
E in quanto all'amore, la relazione col capo della Mobile Bruni è finita nel modo più difficile da digerire: mollata da un giorno all'altro, dopo che il poliziotto ha deciso di tornare dalla ex moglie, dopo un riavvicinamento nato dall'incidente del figlio.

Per questo (e per le altre ferite sul suo corpo), la troviamo ubriaca in un bar, nel tentativo di distrarsi dalla verità, dalla fine di quella relazione che sembrava funzionare bene, perché libera da tante paure che possono bloccare un rapporto.
Non rimane che il bere e il tempo, come dice quella massima: “niente può immunizzarci da un amore finito tranne il tempo che passa (il più è sapere quanto ci mette)”.

Ma prima che il tempo faccia il suo corso, in soccorso arriva un nuovo lavoro, direttamente da Mel, il suo amico amante dei vinili d'epoca: si tratta di un caso di stalking dove, diversamente dalla maggioranza dei casi, la vittima è un uomo, Furio Salvadei, cantante ancora famoso, ma ormai sul viale del tramonto, qualche buon disco tanti anni fa e, oggi, una ex compagna e due figli alle spalle .
Una donna lo perseguita, presentandosi ovunque vada: è una sua fan, conosciuta nel camerino per caso, un malore alla fine di un concerto.
Furio le chiede di aiutarla per mettere fine a questa storia: capire chi sia questa donna e cosa voglia, prima che la cosa possa precipitare.
Si chiama Adele Fossan ed è di Mestre, ma a parte questo e una foto che la ritrae chiusa nel suo cappotto scuro, non c'è altro, nemmeno è iscritta sui social.
Non so quando il centro di Bologna si è trasformato in un grande bar-ristorante, ma così mi appare da tempo: buono per tutte le tasche, per gli studenti come per i liberi professionisti.

Un cantante che ha barattato il suo talento musicale per il successo, che ora gli ha girato le spalle.
Gettando a mare il rapporto con la ex compagna e col fratello, Rocco, più grande di lui, che di professione fa il fotografo. Una donna misteriosa che Giorgia incontra un giorno, per un caso fortuito: ma c'è un piccolo problema, questa donna questa volta è bruna e non è bionda.

Sembra di rivedere la stessa scena dove James Stewart incontra Kim Novak, per le strade di San Francisco, credendo di rivedere Madeleine, che lui credeva morta …
Il richiamo a Hitchcock e al suo capolavoro “La donna che visse due volte” (tratto dal romanzo francese D'entre les morts scritto nel 1954 da Pierre Boileau e Thomas Narcejac) è presente più volte in questa storia.
Giorgia, che come lo Scottie del film porta ancora addosso le ferite per la fine della sua storia d'amore, inizia a chiedersi chi sia questa persona che ha davanti: è la stessa persona che perseguita Furio oppure è un'altra persona.
Adele Fossan e Miriam Florio sono la stessa persona? Sono due persone diverse?
E' solo un caso aver incontrato due donne che si somigliano nell'arco di pochi giorni?
Ed è ancora un caso che, sempre all'agenzia di Giorgia Cantini, arrivi un nuovo incarico, una signora âgée che non si fida della futura nuora. Che guarda caso si chiama proprio Adele Fossan da Mestre....

Cosa è vero e cosa è falso in questa storia, come i prigionieri nella caverna di Platone, l'investigatrice è costretta ad interpretare le ombre di questa storia di ossessioni, di amori non corrisposti, di ambizioni non raggiunte e di rimpianti.

Rimpianti e dolori che fanno piangere, che ci fanno comprendere quanto siamo fragili, anche se ci nascondiamo dentro le nostre vite, dentro la nostra realtà virtuale.
Ma le lacrime, quelle sono reali, e se si mescolano le une con gli altri sono indistinguibili: “questo ce l'ha insegnato il replicante di un vecchio cult movie..”

Termina ancora con una citazione dal film di Hitchcock, “non avresti dovuto essere romantica”: così dice Scottie alla sua Madeleine. Così si sente la nostra Giorgia: fragile ma non pentita, nemmeno delle sue lacrime.

La scheda del libro sul sito di Marsilio
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