19 maggio 2020

Quo vadis, baby? Di Grazia Verasani




Seduta su uno sgabello di un bar di via Goito tengo tra le mani il quarto gin lemon della serata; la barista – una trentenne con lineamenti marcati e un caschetto di capelli rosso incendio – sta servendo un uomo con i bicipiti gonfi da sollevatore di pesi. Ho la vista appannata dall'alcool e non riesco a fare una panoramica completa del locale né di chi lo occupa; vedo in modo sfocato riproduzioni di quadri impressionisti appese alle pareti e un uomo con la fronte bassa e gli occhi incavati che abbozza un sorriso nella mia direzione. Mi stringo nelle spalle e volto la schiena al ralenti; cerco di tende i muscoli del braccio ma ogni gesto pesa tonnellate, ho lo stomacato contratto per la nausea.

Si beve per dimenticare, ma si beve anche per riempire un vuoto, un vuoto che una persona che era vicina a te ha lasciato. Andandosene via per sempre lasciandosi dietro tanti perché..
Quo vadis, baby? è stato il primo romanzo noi di Grazia Verasani e il primo della serie con protagonista Giorgia Cantini: ci troviamo a Bologna nei primi anni di questo millennio, in uno dei tanti bar la incontriamo, alle prese con una delle sue sbronze.
La causa, questa volta, un pacco di lettere che sua sorella sorella Ada, gli aveva scritto.
Ada, la sorella, così diversa da lei, maggiore di età eppure così debole: era andata a Roma per seguire il suo sogno, il teatro. In quelle lettere invece traspare solo l'amarezza per non riuscire a trovare posto in quel mondo, pieno di raccomandati e di gente che farebbe di tutto per un provino.
A Roma Ada aveva un ragazzo Giulio.
A Roma, una sera di sedici anni fa, Ada si era uccisa, impiccandosi ad una trave del soffitto.

Una morte che è diventata per Grazia Cantini, investigatrice prossima ai quarant'anni, come un fascicolo di un caso che non si può risolvere.
Un dolore che rimane dentro, di cui non si può parlare, per cui non si può versare nemmeno una lacrima. Un vuoto che era seguito a quello della madre, morta anche lei qualche anno prima.
Un incidente, o forse no.
Queste cose Giorgia ce le racconterà man mano nel corso della storia.

Una casa dove vive sola, qualche serata con degli amici, qualche musicista come lo era lei un tempo, nessuna storia importante e un'agenzia investigativa tirata su dall'ex maresciallo Cantini, anche lui alle prese coi suoi demoni, scacciati via da una bottiglia.

E poi le indagini sui casi che le arrivano in agenzia:

I casi di cui mi occupo sono per lo più storie di corna: la maggior parte dei miei clienti sono donne e il novantanove per cento sa già di averle, le corna, ma se lo deve sentir dire in modo chiaro e inequivocabile.
Poi ci sono quelli che negano l'evidenza davanti agli avvocati. E quelli che dubitano anche con la verità spiaccicata davanti agli occhi.

Il marito geloso della moglie e dei suoi tanti amici. La moglie gelosa del marito che vuole le prove per il divorzio.
Il ragazzo prossimo al matrimonio che vuole togliersi ogni dubbio sulla futura sposa, conosciuta in chat.
Il quarantenne belloccio che vuole ritrovare l'amore della sua vita, di cui ha perso le tracce anni fa..

Ma il fascicolo più importante, più pesante, rimane quello di Ada: cresciute assieme, lei con la passione per la politica, per l'impegno sociale, la sorella con la passione della recitazione, dei film.
Ada è sparita dalla faccia dei Cantini, il padre ha cancellato le prove della sua esistenza dopo la morte, lo stesso con la madre.
Ma Ada è sempre presente e quella che emerge dalle lettera sembra addirittura una persona sconosciuta: chi è questo A. con cui tradiva il fidanzato storico Giulio?
Era un tipo manesco?
L'aveva messa incinta?
La sta aiutando nel suo tentativo di entrare nel mondo del teatro?
A parte la passione per quel film di Bertolucci, Ultimo tango a Parigi, nient'altro.

Cosa faceva Ada a Roma? A cosa pensava? Si è veramente suicidata, qualcuno l'ha spinta?
Come della madre, anche quella di Ada è una presenza invisibile, di cui gli amici di Giorgia sono a conoscenza, sapendo anche del suo rifiuto a confidarsi.
Ci abbiamo messo un po', io e mia sorella, a capire che i morti non ritornano, e poi un altro po' a capire quanto siano presenti, a volte più dei vivi.

Siamo due “superstiti che bevono per dimenticare”, dice ad un certo punto Giorgia si sé e del padre.
Dimenticare il senso di colpa, l'ego, il dolore, l'assenza.
Quel pianto che non può sfogarsi, che rimane dentro, che uno non ci si può permettere, “o che non si possono indurre senza che venga giù anche una persona, tutta quanta”.
Forse quell'indagine potrà aiutarla ad affrontarlo questo dolore: ma sarà l'indagine più dolorosa per Giorgia.
Perché dovrà affrontare proprio questo suo dolore, dovrà rivivere i suoi giorni accanto alla sorella, dovrà affrontare i segreti della propria famiglia.
Fino alla rivelazione finale.
Il problema, Ada, è che tu non smetterai mai di mancarmi.Ma il bello, sai, perché alla fine una cosa bella c'è, è che il tuo odore non si discute, e se metto il naso dove sei passata io mi oriento un po'..

Il 25 giugno uscirà il terzo volume della serie con Giorgia Cantini, Di tutti e di nessuno” che ha ripubblicato questo romanzo, originariamente uscito per Mondadori.

La scheda del libro sul sito di Feltrinelli (non ho trovato un riferimento sul sito di Fandango Editore, per l'edizione uscita nel 2004).

Il blog dell'autrice
I link per ordinare il libro (per l'edizione Feltrinelli) su Ibs e Amazon

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