Seduta su uno sgabello di un bar di via Goito tengo tra le mani il quarto gin lemon della serata; la barista – una trentenne con lineamenti marcati e un caschetto di capelli rosso incendio – sta servendo un uomo con i bicipiti gonfi da sollevatore di pesi. Ho la vista appannata dall'alcool e non riesco a fare una panoramica completa del locale né di chi lo occupa; vedo in modo sfocato riproduzioni di quadri impressionisti appese alle pareti e un uomo con la fronte bassa e gli occhi incavati che abbozza un sorriso nella mia direzione. Mi stringo nelle spalle e volto la schiena al ralenti; cerco di tende i muscoli del braccio ma ogni gesto pesa tonnellate, ho lo stomacato contratto per la nausea.
Si beve per dimenticare, ma si beve
anche per riempire un vuoto, un vuoto che una persona che era vicina
a te ha lasciato. Andandosene via per sempre lasciandosi dietro tanti
perché..
Quo vadis, baby? è stato il
primo romanzo noi di Grazia Verasani e il primo della serie con
protagonista Giorgia Cantini: ci troviamo a Bologna nei primi anni di
questo millennio, in uno dei tanti bar la incontriamo, alle prese con
una delle sue sbronze.
La causa, questa volta, un pacco di
lettere che sua sorella sorella Ada, gli aveva scritto.
Ada, la sorella, così diversa da lei,
maggiore di età eppure così debole: era andata a Roma per seguire
il suo sogno, il teatro. In quelle lettere invece traspare solo
l'amarezza per non riuscire a trovare posto in quel mondo, pieno di
raccomandati e di gente che farebbe di tutto per un provino.
A Roma Ada aveva un ragazzo Giulio.
A Roma, una sera di sedici anni fa, Ada
si era uccisa, impiccandosi ad una trave del soffitto.
Una morte che è diventata per Grazia
Cantini, investigatrice prossima ai quarant'anni, come un fascicolo
di un caso che non si può risolvere.
Un dolore che rimane dentro, di cui non
si può parlare, per cui non si può versare nemmeno una lacrima. Un
vuoto che era seguito a quello della madre, morta anche lei qualche
anno prima.
Un incidente, o forse no.
Queste cose Giorgia ce le racconterà
man mano nel corso della storia.
Una casa dove vive sola, qualche serata
con degli amici, qualche musicista come lo era lei un tempo, nessuna
storia importante e un'agenzia investigativa tirata su dall'ex
maresciallo Cantini, anche lui alle prese coi suoi demoni, scacciati
via da una bottiglia.
E poi le indagini sui casi che le
arrivano in agenzia:
I casi di cui mi occupo sono per lo più
storie di corna: la maggior parte dei miei clienti sono donne e il
novantanove per cento sa già di averle, le corna, ma se lo deve
sentir dire in modo chiaro e inequivocabile.
Poi ci sono quelli che negano
l'evidenza davanti agli avvocati. E quelli che dubitano anche con la
verità spiaccicata davanti agli occhi.
Il marito geloso della moglie e dei
suoi tanti amici. La moglie gelosa del marito che vuole le prove per
il divorzio.
Il ragazzo prossimo al matrimonio che
vuole togliersi ogni dubbio sulla futura sposa, conosciuta in chat.
Il quarantenne belloccio che vuole
ritrovare l'amore della sua vita, di cui ha perso le tracce anni fa..
Ma il fascicolo più importante, più
pesante, rimane quello di Ada: cresciute assieme, lei con la passione
per la politica, per l'impegno sociale, la sorella con la passione
della recitazione, dei film.
Ada è sparita dalla faccia dei
Cantini, il padre ha cancellato le prove della sua esistenza dopo la
morte, lo stesso con la madre.
Ma Ada è sempre presente e quella che
emerge dalle lettera sembra addirittura una persona sconosciuta: chi
è questo A. con cui tradiva il fidanzato storico Giulio?
Era un tipo manesco?
L'aveva messa incinta?
La sta aiutando nel suo tentativo di
entrare nel mondo del teatro?
A parte la passione per quel film di
Bertolucci, Ultimo tango a Parigi, nient'altro.
Cosa faceva Ada a Roma? A cosa pensava?
Si è veramente suicidata, qualcuno l'ha spinta?
Come della madre, anche quella di Ada è
una presenza invisibile, di cui gli amici di Giorgia sono a
conoscenza, sapendo anche del suo rifiuto a confidarsi.
Ci abbiamo messo un po', io e mia sorella, a capire che i morti non ritornano, e poi un altro po' a capire quanto siano presenti, a volte più dei vivi.
Siamo
due “superstiti che bevono per dimenticare”, dice
ad un certo punto Giorgia si sé e del padre.
Dimenticare il
senso di colpa, l'ego, il dolore, l'assenza.
Quel pianto che non
può sfogarsi, che rimane dentro, che uno non ci si può permettere,
“o che non si possono indurre senza che venga giù anche una
persona, tutta quanta”.
Forse
quell'indagine potrà aiutarla ad affrontarlo questo dolore: ma sarà
l'indagine più dolorosa per Giorgia.
Perché dovrà
affrontare proprio questo suo dolore, dovrà rivivere i suoi giorni
accanto alla sorella, dovrà affrontare i segreti della propria
famiglia.
Fino alla
rivelazione finale.
Il problema, Ada, è che tu non smetterai mai di mancarmi.Ma il bello, sai, perché alla fine una cosa bella c'è, è che il tuo odore non si discute, e se metto il naso dove sei passata io mi oriento un po'..
Il 25 giugno uscirà il terzo volume della serie con Giorgia
Cantini, “Di
tutti e di nessuno” che ha ripubblicato questo romanzo,
originariamente uscito per Mondadori.
La scheda del libro
sul sito di Feltrinelli
(non ho trovato un riferimento sul sito di Fandango Editore, per
l'edizione uscita nel 2004).
Il blog
dell'autrice
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