La
corsa al vaccino di Chiara De Luca
Come avverà l'acquisto del vaccino del
coronavirus? Sono sei le aziende che stanno facendo sperimentazione
sugli uomini, tra questa anche una di Oxford che sta sperimentando un
suo vaccino con un'azienda italiana.
Lo stato che scopre il vaccino avrà la
priorità?
Il dirigente dell'Aifa si augurà di
no, grazie al ruolo dell'Unione Europea: come dialogheranno Usa e
Cina e i vari stati europei?
La corsa alla produzione del vaccino e
chi lo troverà potrebbe concorrere ad un nuovo equilibrio politico:
il covid-19 è simile agli altri virus di tipo “corona” come il
Sars, su cui era state fatte ricerche per trovare un vaccino nel
2003.
LA giornalista di Report ha
intervistato un ricercatore di Pittsburgh, il prof Gambotto, che
aveva fatto degli studi sulle scimmie: ha tenuto da parte le
fialette, dal 2003, quando era stata individuata già la proteina
spike.
Gli studi di Pittsburgh scomparve
immediatamente e così terminò la sperimentazione: forse, se si
fosse continuato, oggi saremmo già avanti con la ricerca.
Ma il WHO nel 2005, quando l'epidemia
di Sars fu dichiarata finita, ci ammonì del fatto che altri virus
come questa sarebbero tornati: aveva invitato a continuare gli studi,
ma le istituzioni pubbliche e private, passata la paura, hanno
bloccato investimenti e ricerche.
Altri studi sul Sars erano stati fatti
in Texas, a cui aveva lavorato una ricercatrice italiana: Sars e
Covid-19 sono simili ma, anche qui, fondi prosciugati e studi
interrotti.
Peccato, oggi saremmo un bel passo
avanti: l'industria farmaceutica del resto non ha considerato la Sars
un business interessante.
LE case farmaceutiche puntano su altri
prodotti (i vaccini vendono per solo il 3% dei prodotti):
preferiscono lavorare su farmaci per malattie croniche, quelle per
cui i pazienti sono costretti a prendere lo stesso medicinale per
anni.
Le aziende che lavorano sulla ricerca
dei vaccini, spesso, hanno solo costi e non ricavi e arrivano a fine
ricerca senza più soldi per portare il loro prodotto alla
produzione.
La partita del vaccino la stanno
giocando società come Johnson & Johnson e la Jensen University,
che lavora assieme ad una società di Pomezia IRBM: il direttore ha
raccontato che stanno già lavorando alla produzione, senza aspettare
i risultati, su pressione del governo inglese.
Ma anche il governo italiano ha
intenzione di investire in questo vaccino, vantando poi un diritto di
prelazione: verrà distribuito prima alla popolazione inglese e poi
italiana.
Ma il vaccino dovrà essere sicuro e
dovremo aspettare ancora tempo.
Il ministero della Salute non è però
in contatto con la IRBM, servirebbe un maggior coordinamento tra i
ministeri e tra i gabinetti dei paesi europei, per evitare storie di
accaparramento.
Noi italiani non abbiamo investito in
ricerca e, come racconterà il servizio su l'OMS, abbiamo trasformato
questo ente in un sistema privato.
LA
disorganizzazione mondiale della sanità di Giulio Valesini e
Cataldo Ciccolella
Se gli USA sono il
primo finanziatore dell'Oms, il secondo è un privato che ha voce in
capitolo su dove deve lavorare questa organizzazione che, da qualche
anno, è in crisi di identità.
Trump ha accusato
l'OMS di gravi errori sull'epidemia per il coronavirus, di essere
condizionata dai rapporti con la Cina: l'attuale direttore generale,
Tedros, è un etiope, molto legato al partito comunista cinese che
proprio in Africa sta facendo grandi investimenti.
Il servizio comincia con l'incontro
del 28 gennaio, quando il
direttore dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros
Adhanom Ghebreyesus era seduto
a fianco del presidente Cinese Ping a Pechino: il tema dell'incontro
era la gestione del coronavirus e Tedros elogia apertamente la
gestione del governo cinese nonostante la sua organizzazione non
avesse ancora fatto una ispezione in Cina.
“Fianco a fianco
avete intrapreso serie misure di salute pubblica”, sono le parole
di Tedros, che elogia il governo e la sua squadra per l'impegno messo
nella lotta al virus.
L'OMS farà la sua
prima missione sul campo solo 18 giorni dopo, a febbraio, quando il
cataclisma era già avvenuto.
La Cina ci ha
detto tutta la verità sul Covid 19: il giornalista lo ha chiesto a
Nicoletta Dentico, dell'Health Innovation and Practice: “c'è uno
stato che ha detto la verità sul Covid? Io dubito” la risposta.
Tedros, come tutti
i direttori generali dell'OMS è un personaggio politico: per la sua
elezione ha avuto l'appoggio dei paesi africani e proprio in Africa
la Cina ha deciso di investire un fiume di denaro, nella strategia
della nuova “via della seta”.
Tedros è il primo
direttore africano dell'Oms: in Etiopia, il suo paese, dove si è
occupato della salute pubblica ma in governi che hanno soffocato
l'opposizione.
Il suo partito, il
partito della liberazione TPLF, è stato accusato di violazioni
diritti umani.
Nell'Etiopia di
Tedros sono arrivati miliardi di investimenti soprattutto nelle
infrastrutture, come la ferrovia che collega l'Etiopia con Gibuti,
come il palazzo dell'Unione Africana, dove si riuniscono i 56 paesi
africani, un regalo da 200 milioni del governo cinese.
Comprese le
infrastrutture digitali per spiare le attività dell'organizzazione:
le riunioni dell'Unione Africana erano spiate dai cinesi.
Molti paesi
africani oggi sono legati alla Cina e oggi si sono accorti delle
clausole dell'accordo: non sono aiuti disinteressati quelli dei
cinesi e delle loro banche, ma si prendono porti, ferrovie, pezzi del
paese.
L'OMS guidato da
Tedros ha guardato con indulgenza i ritardi nella comunicazione dei
dati sul virus da parte dei cinesi.
Così il 14
gennaio dal suo account twitter scrive che non ci sono prove chiare
del passaggio da uomo a uomo del coronavirus, secondo gli studi
cinesi, qualche dubbio viene.
Solo il 22
gennaio, dopo qualche migliaio di contagi, arrivano le prime
ammissioni di un possibile contagio da uomo a uomo. Alla fine di
questa epidemia dovrà spiegare sulla base di quali dati ha aspettato
così tanto prima di dare queste informazioni.
Giulio Valesini ha
intervistato anche Andrea Crisanti il virologo che ha gestito
l'emergenza in Veneto, sui ritardi dell'Oms nel capire gli
effetti del virus, per la trasmissione da uomo a uomo: “noi ci
abbiamo messo una settimana a capire che la presenza dei sintomatici
non coincide con l'inizio della diffusione dell'epidemia, perché noi
abbiamo il primo caso sintomatico il 20 febbraio ma nel frattempo
avevamo già il 3% della popolazione infetta, ora spiegatemi voi come
è possibile che c'è un caso sintomatico col 3% della popolazione
infetta ..”
L'organizzazione
Mondiale non ha detto tutta la verità di quello che sapeva?
“L'Oms ha preso
tutto ad occhi chiusi senza fare verifiche quello che i cinesi hanno
detto, le ha fatte proprie. I dati a nostra disposizione fin
dall'inizio non combaciavano con i dati che pubblicavano i cinesi.”
Aspettare il 22
gennaio per ammettere il contagio da uomo a uomo, è stato tardivo?
“Alla fine di
questa epidemia, l'Oms avrà delle spiegazioni da dare, dovrà
spiegarci se una struttura fatta di burocrati pagati profumatamente,
sia giustificata sulla base dei risultati di quello che è successo
finora.”
In Veneto Crisanti
ha inventato il modello Vo, tamponi a tappeto su tutta la
popolazione, anche per gli asintomatici, ha studiato le curve di
contagio comunicate dalla Cina e si è accorto che manca qualcosa:
“Manca un pezzo
della curva, guardi la curva italiana (o spagnola o americana), lei
vede questa forma a i greco che sale così, la fase esponenziale, poi
inizia questa curva a campana. Nella curva cinese manca tutta questa
parte esponenziale.”
Che vuol dire?
“Io lo
interpreto che manca il grosso pezzo della storia dell'epidemia.”
Secondo lei quando
è partita questa epidemia?
“Secondo me tra
fine ottobre e inizio novembre. Ci mancano due mesi e mezzo buoni..”
Mancano quei due
mesi che potevano cambiare il destino del mondo: il primo contagio è
del 8 dicembre (che però risale a novembre), il 27 dicembre sarebbe
stato isolato il virus in lavoratorio. Il 30 dicembre alcuni medici
avvisano i loro pazienti di porre in atto dei meccanismi di tutela.
Il 31 dicembre
inizia la censura in Cina, facendo sparire delle parole nelle chat
dei dottori cinesi.
LA Cina non avvisa
l'OMS, non parla di contagi uomo uomo: a inizio gennaio le autorità
cinesi distruggono i campioni del virus.
IL giorno 11 viene
confermata la prima vittima in Cina, il 12 il laboratorio di Shangai
viene chiuso, aveva messo online la sequenza del virus.
Il 23 gennaio
viene attivato il lockdown di Wuhan, ma l'Oms non dichiara ancora
l'emergenza.
Tra il 25 gennaio
e il primo febbraio un imprenditore cinese pubblica un video coi
cadaveri, oggi è sparito.
L'epidemia viene
annunciata solo a febbraio: in Cina spariscono giornalisti che
avevano messo in dubbio la versione ufficiale sul virus, toglie
l'accredito ai giornalisti del Post e del WSJ.
Ma a poca distanza
dalla Cina, a Taiwan, ci sono stati solo “pochi” morti: lì hanno
letto e preso coscienza delle parole dei medici cinesi uscite sulle
chat.
Tedros e la Cina
hanno escluso Taiwan dall'Oms: doveva esserci solo una Cina, in modo
da unire la piccola Taiwan con la grande Cina.
Non si sono fidati
della Cina, a Taiwan: hanno monitorato tutti i passeggeri in arrivo
da Wuhan, hanno avuto dubbi che c'era qualcosa di nascosto in quanto
veniva detto dal governo cinese.
Un piccolo paese
fuori dall'Oms è quello che ha reagito meglio: quando il governo ha
detto c'è un problema ma non è grande, allora il problema è
enorme.
Chi ha condotto le
indagini per l'Oms in Cina?
E' il medico Bruce
Aylward, che non ha accettato l'intervista con Report: in un'altra
intervista non ha voluto commentare il ruolo dell'Oms su Taiwan, ha
fatto i complimenti alla Cina per come ha gestito l'emergenza.
Tra le
raccomandazioni date dall'Oms c'era quella sulle mascherine: non
servivano, diceva l'Oms in un prima raccomandazione.
Non si sono fidati
a Taiwan e non si è fidato nemmeno Crisanti che, a Vo, ha fatto
tamponi in massa, al contrario delle raccomandazioni e prendendosi le
accuse anche da parte del consulente del ministero della salute
Ricciardi.
Come ha preso le
sue scelte l'Oms? Come ha emanato le sue linee guida?
Hanno cambiato
cinque volte idea, passando dal monitoraggio di tutti i sintomatici
al controllare solo coloro che arrivano dalla Cina..
Solo il 27
febbraio l'OMS indica di fare attenzione a tutti quanti hanno sintomi
sospetti: il nostro ministero ha fatto fatica a seguire queste
indicazioni, aspettando troppe settimane per tracciare i pazienti,
quando era già esploso il caso Codogno.
Task force,
esperti, Istituto superiore della sanità, un contesto internazionale
variabile .. tutto a portato al caos delle normative: Report ha
intervistato il viceministro Sileri, che ha amesso che questo
comportamento, anche quello del ministero, è stato imbarazzante.
Mascherine si o
mascherine no, tamponi per tutti o tamponi solo per i colpiti.
Il ministero non
aveva le mascherine e, anche per colpa dell'Oms, non aveva le idee
chiare: non avevamo nemmeno un piano attivo per le pandemie, nessun
protocollo per i presidi ospedalieri, nessuna scorta di mascherine e
di dispositivi.
L'Ente che doveva
coordinare questi piani è il CCM: tra il 2014 e il 2017 a capo c'era
Ranieri Guerra (ex DG del ministero della salute), oggi all'Oms, come
direttore aggiunto.
Ha accettato tante
interviste, ma non da Report: ci sarebbero dei piani segreti,
confidenziali, sulla pandemia, così si è giustificato ad Agorà.
Niente
aggiornamenti dei piani pandemici, niente stoccaggio di mascherine:
ma l'ex DG non ne sapeva nulla, “sono passati tre anni, mi sta
facendo delle domande che, veramente non c'entrano niente...”
Certo, ci sono le
colpe del governo attuale, quello di Conte e del viceministro Sileri:
ha chiesto alle direzione generali sui piani pandemici, Sileri,
scoprendo che i piani solo quelli ancora del 2009, mai attuato e
aggiornato.
Ha ottenuto poche
risposte all'interno del suo ministero, Sileri, ma ha avviato l'iter
per completare il draft del piano, coordinandosi con le regioni.
“Crediamo
nell'OMS purché sia indipendente dalle lobby e dalle aziende
farmaceutiche” ha commentato il conduttore Ranucci: ma nel passato
non lo è sempre stata.
Con l'Aviaria,
nei primi anni duemila, l'Oms dichiarò la pandemia: tutti i paesi
comprarono i vaccini, dalle aziende farmaceutiche.
Comprammo 24
milioni di vaccini, per niente, pagandole 184 ml (e il rischio
pandemico fu infondato).
Ma la task force
era indipendente: German Velazquez è un ex dirigente dell'OMS che
era contrario alla dichiarazione della pandemia.
La dichiarazione
della pandemia fu un business del secolo: per intenderci, nessun
membro dell'Oms a Ginevra si vaccinò, nemmeno il direttore generale.
Alcuni dei
componenti della task force che dichiarò la pandemia erano in
conflitto di interesse, racconta oggi Nicoletta Dentico, dell'Health
Innovation and Practice.
Noi crediamo
nell'istituzione, purché si impari dagli errori del passato –
continua Ranucci: ma dopo l'H1N1 nel 2009, un altro virus prese in
contropiede l'Oms.
Era l'Ebola,
che colpì molti paesi africani: ad operare sul campo c'erano
scienziati dell'istituto Pasteur, di Medici senza frontiere.
L'Oms si mosse con
grave ritardo, che ammise lei stessa: dal 2015 si creò un emergency
found, per le emergenze ma in cinque anni raccolse solo 114ml di
dollari.
Solo briciole: da
quel fondo sono arrivati 9 ml per i paese più deboli, per affrontare
l'emergenza del virus.
Bill Gates è
il secondo donatore per l'OMS: nel 2005 aveva annunciato in un
video il rischio di nuove pandemie che avrebbero preso il posto del
rischio nucleare.
I paesi hanno
investito poco in ricerca rispetto agli investimenti in armi –
racconta Gates, che nel suo intervento se la prende con la scarsa
diffusione delle notizie, col rischio di una mallattia per cui si è
contagiosi anche senza sintomi (come per il corona virus).
Oggi serve un
sistema sanitario globale, per evitare milioni di morti e una perdita
di miliardi per l'economia mondiale.
Ma Gates è anche
il secondo donatore dell'Oms, per cui controlla l'80% del budget:
solo il 20% del suo bilancio (da 5 miliardi di dollari lo scorso
biennio) arriva dalle quote fisse degli stati, mentre l'80% del
budget deriva da donazione di stati e privati su base volontaria,
mettono i soldi e decidono per cosa si spendono.
L'Oms si è
trasformata in una specie di service provider – spiega Nicoletta
Dentico, chi ci mette i soldi decide, l'impatto dei privati è su
quello che l'Oms fa rispetto a discapito di quello che dovrebbe fare
e non fa.
German Velazquez,
consulente di politiche di salute pubblica del South Center “l'Oms
negli ultimi vent'anni è stata privatizzata, l'operazione è stata
completata dalla direttrice Margareth Chan nel suo mandato triennale”
.
A chi ha fatto
comodo trasformare l'OMS in una agenzia privata, in mano a privati,
dove l'80% dei finanziamenti è vincolato e soltanto il 20% è
libero?
“Principalmente
all'industria farmaceutica e la verità, volendo essere un po'
cinici, è che i paesi evoluti, i paesi industrializzati, fino a
quattro mesi fa volevano una Oms debole, senza molti poteri, per non
danneggiare la propria industria”.
Il primo donatore,
gli USA, ha annunciato di voler ritirare i fondi, tra i 400 e
i 500 ml di dollari, mentre la Cina contribuisce con circa 40 ml di
dollari.
Il secondo
donatore è un privato, Bill Gates: la sua fondazione versa
più di mezzo miliardi di dollari per ogni biennio (decidendo su
quali ricerche investire), attraverso un suo Trust di famiglia: “il
Trust fa soldi, investe, ha impieghi, fa lo speculatore e poi genera
la massa di soldi che passa alla fondazione” - spiega al
giornalista l'analista Alfonso Scarano. “Si tratta di cifre
importanti, oltre cinque miliardi di dollari. La fondazione a questo
punto elargisce questi soldi, e l'Oms è uno dei principali oggetti
di interesse della fondazione”.
C'è un forte
conflitto di interesse se Gates condizionasse ciò su cui Oms deve
investire (se la pollio o sulla malaria): Gates è di fatto diventato
il suo proprietario.
Secondo German
Velazquez, Bill Gates è il principale colpevole dell'attuale
disastro, sta uccidendo l'Oms, cerca di dimostrare al mondo con tutta
la pubblicità possibile che è un grandi filantropo che si preoccupa
della salute dell'umanità.
Gates sta
investendo molto sulla ricerca del vaccino, ma sarà un vaccino
aperto, in modo che sia disponibile a tutti?
Oms potrebbe
optare per un brevetto con una quota simbolica, ma oggi non lo sta
facendo, racconta German Velazquez: nulla di quello che verrà
scoperto sarà brevettabile – è la sua idea.
Così l'egoismo
degli Stati, ha indebolito l'Oms, rendendoci più vulnerabili.
Possiamo fidarci
su Gates che ha costruito la sua fortuna proprio sui brevetti?
I soldi che
arrivano dal Trust arrivano anche da investimenti sulle case
farmaceutiche, anche quelle che distribuiscono i vaccini e altri
erano investiti nella società che distribuisce farmaci all'ingrosso
nel mondo.
Voleva, negli anni
passati, usare Microsoft per creare quella rete informatica per
distribuire questi vaccini, per raccogliere così tutte le
informazioni sulle prescrizioni mediche, per capire che farmaci sono
maggiormente venduti e, magari, investire proprio su quelli.
E forse qui il
cerchio si chiude.
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