Da lunedì prossimo inizia la fase 2.X
(mettete voi il numero): Report con le sue inchieste continua ad
occuparsi della pandemia e di altri temi legati all'attualità
- Cosa è successo al sito dell'Inps
nei giorni di aprile, tra click day e data breach
- La legge spazzacorrotti lo scorso anno ha equiparato le fondazioni e le associazioni politiche ai partiti: in quanto hanno applicato la normativa e pubblicato i propri bilanci?
- La legge spazzacorrotti lo scorso anno ha equiparato le fondazioni e le associazioni politiche ai partiti: in quanto hanno applicato la normativa e pubblicato i propri bilanci?
- Come sono andate le cose dentro le
RSA?
Cosa è successo al sito dell'Inps, di Bernardo Iovene
Cosa è successo al sito dell'Inps ad aprile? Il servizio di Iovene si occuperà di questo, dell'assalto al sito nei primi giorni di aprile, per la richiesta del bonus, del data breach (su cui pende un'istruttoria del garante della privacy), l'attacco di hacker.
Cosa è successo al sito dell'Inps, di Bernardo Iovene
Cosa è successo al sito dell'Inps ad aprile? Il servizio di Iovene si occuperà di questo, dell'assalto al sito nei primi giorni di aprile, per la richiesta del bonus, del data breach (su cui pende un'istruttoria del garante della privacy), l'attacco di hacker.
Il presidente dell'Inps, rispondendo alle domande di Bernardo Iovene, esclude che l'attacco hacker subito dal sito dell'Inps sia la causa del data breach, con cui migliaia di dati personali dei cittadini che avevano fatto richiesta al sito dei 600 euro.
“Ho parlato di un contesto difficile in cui il sito ha operato il primo di aprile” - spiega Tridico: “il secondo di aprile, il tre di aprile noi abbiamo raccolto 4ml di domande ”.
Non sono stati gli hacker, ma rimane il
fatto che la protezione dei dati personali di centinaia di persone è
stata violata e l'Inps ne è responsabile e deve informare, secondo
il regolamento europeo (GDPR), il garante della privacy, la natura e
le conseguenze della violazione, i soggetti coinvolti.
C'è un'istruttoria ancora aperta che
prevede anche una sanzione e dipende se ha carattere doloso o
colposo.
“E' una violazione di dati personali
e non sensibili” ha tenuto a precisare nella video intervista
Pasquale Tridico: “noi il primo di aprile abbiamo avuto l'attacco
più violento di sempre, avremmo dovuto difenderci? Si, in questo
contesto qualcosa è andato storto anche tecnicamente.”
Tramite il Decreto Rilancio il governo
ha poi rinnovato il bonus a partite IVA, lavoratori dello spettacolo
e autonomi: secondo le indicazioni del governo i soldi non avrebbero
dovuto essere erogati in base all'ordine cronologico della domanda,
nessun “click day”. Invece, raccogliendo la testimonianza di una
commercialista, nella comunicazione ufficiale l'Inps e del governo si
parla proprio di “ordine cronologico di presentazione delle
domande”.
“Molti di noi dipendono completamente
da questo contributo e solo l'idea che venga erogato sulla base di
assegnazione cronologica, a logica ti crea un eccesso di richiesta,
perché io sono rimasto collegato due notti, pensando che avrei perso
i soldi. E io comunque rispetto alla tecnologia sono uno della prima
ora, quindi ero convinto che questo mi mettesse al sicuro, so tutti i
trick, le scorciatoie .. ma non ci sono riuscito” racconta a Iovene
Federico Aiello, grafico.
Iovene ha intervistato il musicista
Paolo Fresu (presidente tra l'altro della federazione Jazz): “iò
nostro settor è in una crisi profondissima, sono i musicisti, i
danzatori, i macchinisti, i direttori di fotografia, il fotografo,
sono i tecnici del suono, gli autisti, gli uffici stampa. Oggi
veramente il 95% non sa come andrà a fare la spesa”.
Questi lavoratori non rientrano nelle
categorie previste dai decreti del governo: “i seicento euro, in
molti della categoria dello spettacolo, non li potranno prendere” -
spiega Fresu - “perché seicento euro presuppongono 30 giornate
lavorative nel 2019 e moltissimi purtroppo non le hanno, perché nel
mondo dello spettacolo c'è molto lavoro sommerso”.
Chi non è pagato a nero è
l'insegnante di musica che Iovene ha intervistato per strada,
Leonardo Serasini: denuncia tutto, ha il CUD per tutte le mie
attività, nessuna lezione a nero.
Lavorando con le ritenute d'acconto,
però, non rientra tra i lavoratori previsti in questa manovra.
Il 30 marzo sono arrivati a 8000 comuni
italiani 400 ml di euro: erano soldi destinati a misure urgenti di
solidarietà alimentare, buoni spesa da dare ai nuclei familiari “più
esposti agli effetti economici derivanti dall'emergenza
epidemiologica da Covi-19”. A Bologna sono arrivate 11mila domande
ma ne aspettavano meno della metà e quindi, spiega l'assessore,
assieme al sindaco hanno pensato di erogare altre risorse aggiuntive
prendendo i soldi dal bilancio del comune (1,7ml di euro).
Iovene è andato poi a Ferrara, a
visitare la mensa di Don Domenico Bedin che da anni da risposte
concrete al disagio sociale a chi è in difficoltà, offrendo vitto e
alloggio. Ma alcuni dei frequentatori della mensa non possono
accedere ai buoni spesa del comune: “non ne potranno usufruire
perché non hanno il permesso di soggiorno, di lunga durata.”
Il comune di Ferrara ha inserito nei
requisiti per richiedere il buono spesa l'obbligo della residenza e
ha stabilito la priorità prima a chi ha la cittadinanza italiana o
europea, e poi per ultimi gli extracomunitari, ma solo a quelli con
un permesso di soggiorno.
“C'è questo prima gli italiani” -
racconta il prete, “ma con il permesso breve si lavora e si pagano
le tasse. Io non capisco proprio la logica che sta dietro. Questo
coronavirus non ha fatto distinzioni né di razza né di religione,
né di denaro, né di niente”.
“Lei è un prete” - ha chiesto
Iovene, “il partito del sindaco è quello che a dire il rosario ..”
“Ma, non li ho visti in molti a dire
il rosario, i leghisti ferraresi sono leghisti ma ferraresi..”
Questo criterio della spesa è un
criterio razzista, conclude Don Bedin, “è un criterio razzista che
fa ricordare certe anticipazioni degli anni '30.”
La scheda del servizio:
L’INDENNITÀ ATIPICA di Bernardo Iovene
Dal click day al blocco del sito Inps agli attacchi hacker, cosa è successo il primo aprile e di chi è la responsabilità del data breach, la clamorosa rivelazione di dati personali avvenuta sul sito dell’istituto di previdenza. Il Garante della Privacy ha aperto un’istruttoria e l’Inps rischia di pagare fino a venti milioni di euro di multa, un pasticcio che si spera non si ripeta con la seconda rata dei 600 euro per gli autonomi.
La trasparenza delle fondazioni di
Claudia di Pasquale
Sono tanti i politici legati ad una
fondazione politica: per capire se e come queste hanno recepito le
norme di trasparenza presenti nella legge spazzacorrotti dello scorso
anno,
la giornalista Claudia di Pasquale è andata ad indagare su alcune di
queste.
Partendo dal ministro della salute,
Roberto Speranza, segretario di Articolo Uno, partito fondato nel
2017 anche da Michele D'Alema: secondo alcune indiscrezioni dietro la
sua nomina ci sarebbe un accordo tra D'Alema e Davide Casaleggio.
Speranza fa parte del comitato di
indirizzo della fondazione “Italianieuropei”, dentro c'è il suo
capo segreteria, il dalemiano Massimo Paolucci, oggi vice commissario
nazionale per l'emergenza coronavirus.
Cosa è cambiato oggi, per
Italianieuropei e le altre fondazioni dopo questa legge?
La giornalista lo ha chiesto a D'Alema
che ha risposto che, non avendo alcuna responsabilità politica, non
è cambiato nulla.
E i bilanci, se uno volesse leggerli
dove li può trovare?
Noi seguiamo la legge – la risposta
dell'ex presidente PD – i nostri bilanci sono consegnati ai
prefetti, non abbiamo l'obbligo di metterli sul sito.
“Lei è costretta a fare delle
domande cretine, non è colpa sua” è stata la risposta di D'Alema
alle insistenze della giornalista: è una domanda cretina voler
conoscere l'elenco dei donatori alla fondazione?
Chi rispetta gli obblighi dello
spazzacorrotti e pubblica sul suo sito i rendiconti dei donatori è
l'associazione Rousseau, che gestisce la piattaforma del M5S.
I donatori sono, di fatto, gli stessi
esponenti del movimento, che ogni mese devono versare
all'associazione 300 euro: ma come sono spesi questi soldi?
Sono in pochi a saperlo, di certo non
tutti gli eletti del M5S, forse lo sa Davide Casaleggio, fondatore
del movimento, è anche socio, presidente e tesoriere
dell'associazione.
In base ai rendiconti sono stati spesi
176mila euro in stipendi, 623mila euro in servizi, ma non si sa chi
siano i fornitori, la legge non chiede di saperlo.
Da Rousseu a ItaliaDecide: la sua sede
è a Roma in Largo Argentina, nata nel 2008, allo scopo di analizzare
i problemi del nostro paese e di collegare politica, istituzioni,
imprese ed esperti.
Non rientrano nei parametri dello
spazzacorrotti, dentro si trovano politici di schieramenti opposti:
Alessandro Palanza, il suo presidente, lo spiega dicendo che si
occupano del sistema istituzionale nel suo complesso, di cui tutte le
forze politiche fanno parte.
Tra i soci promotori ci sono Luciano
Violante e Giuliano Amato da una parte, Giulio Tremonti e Gianni
Letta dall'altra.
Italiadecide è stata fondata anche da
imprese, “imprese che avevano un interesse nel campo delle
politiche pubbliche .. Aspi (Autostrade per l'Italia), Consorzio
Integra, Enel, Eni, IntesaSanpaolo, Leonardo, Poste, Terna,
Unicredit.”.
Se uno legge questa lista pensa, qui
c'è il potere oggi in Italia: “questo è il problema contro il
quale noi stiamo combattendo, non si crede che c'è anche un impegno
a capire qual è il destino di questo paese.”
Voi volete incidere sulle politiche e
sulle scelte di questo paese: “certo, su scelte politiche di un
certo livello e di una certa natura”.
Ogni anno l'associazione fa un rapporto
sui grandi temi, grazie anche ai contributi ricevuti da soci e
imprese: nel 2018 ad esempio hanno fatto un rapporto sulle tecnologie
duali in ambito civile e militare di cui si occupa anche uno dei loro
soci, Leonardo Spa, ex Finmeccanica.
Mentre il rapporto del 2019 aveva come
obiettivo quello di disciplinare quello delle lobby, ma Italiadecide,
per bocca del suo presidente spiega che loro non sono una lobby,
nemmeno una lobby traversale: “assolutamente .. è un modo
ristretto e fazioso di vedere la cosa”.
Se Palanza è presidente
dell'associazione, il presidente onorario è Luciano Violante, che è
anche presidente dell'associazione Leonardo, di cui fa parte lo
stesso Palanza.
Nel comitato scientifico della
fondazione Leonardo fa parte Roberto Cingolani, che oggi èuno dei
membri della task-force chiamata a gestire la fase due sul covid-19.
Sono diversi i membri di Italiadecide
che fanno parte di altre, come Astrid, Leonardo, Meridione d'Italia,
Italianieuropei, Aspen e Fondazione Tatarella: “questa è una rete
di istituzioni, io favorisco al massimo ogni tipo di scambio e di
confronto tra queste attività.”
Seguendo l'intreccio tra società,
partecipate pubbliche e fondazioni si scoprono tante cose: dentro
Civita, che si occupa di cultura, troviamo Poste Eni ed Enel. Il
presidente è Gianni Letta e nel comitato di presidenza troviamo
Arcuri, a capo di un'altra partecipata Invitalia e oggi commissario
straordinario per l'emergenza.
La scheda del servizio: LA
SPAZZACORROTTI di Claudia Di Pasquale in collaborazione di
Giulia Sabella e Lorenzo Vendemiale
Organizzano presentazioni di libri, convegni, premi ed eventi. Sono le fondazioni e i think tank. Ogni politico che voglia contare dà vita al suo pensatoio, per riflettere sui problemi del paese e elaborare proposte normative. Nulla di male. Ma qualcuno dovrà pur finanziare queste nobili attività. E sono proprio i contributi ricevuti da questi istituti legati alla politica a essere finiti più volte sotto i riflettori della magistratura, che in alcuni casi specifici ha ipotizzato finanziamenti illeciti ai partiti o passaggi di soldi sospetti.
L’anno scorso per garantire finalmente maggiore trasparenza ai contributi dati alla politica è entrata in vigore la cosiddetta legge “Spazzacorrotti”. Per il Movimento 5 Stelle è stato un grande successo, finalmente fondazioni e associazioni politiche sono state equiparate ai partiti e dovranno pubblicare i nomi dei donatori e l’elenco dei contributi ricevuti. Report, con l’ausilio del dossier “Cogito ergo sum” di Openpolis, ha quindi provato a capire cosa è cambiato in questi mesi, quali sono le fondazioni e associazioni interessate dalla normativa e come sta funzionando la sua applicazione nella pratica. Le fondazioni vicine alla politica saranno diventate più trasparenti?
Come sono andare le cose dentro le
RSA
Le strutture per gli anziani si sono
trasformate da luoghi di cura per anziani a luoghi di infezione: è
successo in Lombardia e anche in altre regioni.
Nonostante la smentita del presidente
Zingaretti, anche nella regione Lazio le RSA hanno accolto malati di
Covid: Report ha raccolto almeno due casi dove questo è successo.
Il primo è la residenza Villa Aurora a
Roma (l'altra è la Nomentana) che ha risposto alla richiesta della
regione di ospitare malati positivi al virus, dedicando loro un piano
senza però avvisare i parenti.
I parenti, una volta scoperto questo,
hanno scritto alla struttura che ha in seguito risposto: i pazienti
Covid erano in aree distinte, con percorsi e medici distinti da
quelli per gli anziani ospiti.
Ma perché non avvisare i pazienti e i
loro familiari?
La giornalista di Report ha posto la
stessa domanda all'assessore regionale D'Amato: “le hanno dato
informazioni sbagliate” la risposta ottenuta.
Da Roma a Cosenza, a Villa
Torano: il 21 marzo un paziente della struttura viene soccorso
dal 118 con sintomi da Covid e muore mentre viene trasferito
nell'ambulanza.
Il medico del 118 avvisa
telefonicamente la struttura, chiedendo loro di fare i tamponi a
tutti, per verificare se ci sono stati contagi: Report ha
intervistato la moglie, la signora Belmonte, che ha raccontato di
come la struttura l'avesse avvisata del fatto che il marito era
intubato. Ma che non si trattava di coronavirus, “qui non ce ne
sono di casi”, sebbene non avessero fatto tamponi.
Forse è stato questo il primo caso
nella struttura, ben prima di quanto dichiarato ufficialmente ad
aprile: “io non ne so niente” è la risposta che ha dato
Gianmaria Poggi (dir. Amministrativo di Villa Turano) alle domande di
Report, su questa vicenda, ma ha assicurato che avrebbe fatto
accertamenti.
Report
ne ha chiesto conto anche alla presidente Jole Santelli: i silenzi
della regione su Villa Torano, sui contributi dati per la sua
elezione da parte di Claudio Parente, coordinatore della lista della
CDL (e la moglie è tra i proprietari della struttura)
“Non ho parlato di Torano perchè se ne stava occupando l’Asp di Cosenza e a me non è stato chiesto nulla. Claudio Parente ha apportato un grande contributo alla mia elezione soprattutto in provincia di Catanzaro, ma non lo sento da molto tempo e non sapevo fosse il proprietario di Villa Torano”.
La scheda del servizio: Anziani
Spa di Rosamaria Aquino e Alessia Marzi
Le Rsa sono state i luoghi nei quali il virus è stato più letale. Ma sono anche un business milionario fatto di costi ridotti al lumicino a fronte di rette altissime e cospicui contributi economici pubblici. Dalla Liguria alla Calabria, siamo andati a vedere da vicino che servizi offrono, come hanno risposto all'emergenza, quali legami hanno con la politica
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