Ogni menzogna che raccontiamo ha un debito con la verità, e prima o poi, quel debito deve essere pagato. Qual è il costo delle bugie?
Termina con le parole dello scienziato Legasov la serie TV Chernobyl che, nelle sue cinque puntate, racconta in modo molto realistico, la più grave sciagura nucleare al mondo nella centrale nucleare russa.
I difetti del reattore tenuti nascosti nei cassetti per non offuscare la gloria del regime sovietico e della sua industria nucleare.
Tecnici dentro le centrali che facevano carriera cercando di compiacere i vertici del partito, senza tener conto della sicurezza dell'impianto e delle persone.
Il tentativo di tenere nascosta l'esplosione, la nube nucleare, i rischi del contagio nucleare, alle persone che vivevano a pochi chilometri dalla centrale.
E poi, come in tutte le tragedie, l'eroismo dei tanti che hanno evitato, col loro sacrificio, il peggio.
Gli scienziati come Legasov accorsi a Chernobyl per capire come gestire l'emergenza.
I tre tecnici che entrano nei sotterranei dell'impianto per bloccare le pompe dell'acqua ed evitando così una seconda esplosione.
I 400 minatori che scavarono il tunnel sotto il reattore esploso per poter installare uno scambiatore di calore, con cui abbassare la temperatura del nocciolo.
I vigili del fuoco accorsi spegnere l'incendio inconsapevoli del rischio che stavano correndo (e che hanno pagato con la vita).
E' un pugno nello stomaco questa serie e per questo va vista: le immagini delle bare dei vigili sepolte sotto uno strato di cemento, senza nessun funerale, senza nessuna cerimonia ricordano l'immagine più recente dei camion militari che portavano via da Bergamo le bare dei defunti da Covid.
Come ha poi raccontato Andrea Purgatori nel servizio successivo all'ultima puntata, sono tante le analogie tra Chernobyl e le altre sciagure che abbiamo vissuto, da Seveso (per una settimana alle persone non fu detto della nube di diossina scatenata dall'incidente) a Fukushima al Covid recente.
Quante menzogne, quante bugie abbiamo ascoltato, a partire dalla lobby del nucleare che, prima del referendum del 2011, raccontava i prodigiosi miracoli di questa tecnologia.
Vi ricordate il prodigioso piano del governo Berlusconi?
L'acqua in gestione ai privati e un piano per realizzare nuove centrali (basate sulla vecchia tecnologia comprata dai francesi), presidiate dall'esercito.
Ancora oggi non sappiamo come gestire le scorie anzi, credo che siamo pochi i paesi al mondo che abbiamo un piano strutturale per le scorie nucleari.
Per non parlare dei rischi collegati agli impianti: il nocciolo di Chernobyl brucia ancora e il sarcofago di cemento che lo copre è garantito per altri cento anni.
La tragedia russa (e anni dopo, quella di Fukushima) hanno risvegliato negli italiani un minimo di coscienza ecologica.
Quella che ci fa indignare ogni volta che sentiamo parlare di condoni, di piani per cementificare le coste, ogni volta che sentiamo parlare di eco reati, di siti di stoccaggio illegali che bruciano, di traffici di rifiuti (qui al nord in Lombardia, non solo nella terra dei fuochi in Campania) dove troviamo dentro mafiosi e imprenditori con pochi scrupoli.
Il prezzo di questi reati ambientali lo pagheranno le prossime generazioni, come il debito che accumuliamo.
Peccato che non siano tanti i fautori della austerity ambientale nel nostro paese.
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