Riccardo Gazzaniga |
Riccardo Gazzaniga, Mauro Cereda, Paolo Maggioni e Fulvio Ervas |
La Passione per il delitto 2022 Mauro Cereda presenta Fulvio Ervas, Riccardo Gazzaniga e Paolo Maggioni
- Fulvio Ervas, La giustizia non è una pallottola, Marcos y Marcos
- Riccardo Gazzaniga, In forma di essere umano, Rizzoli (mia recensione qui)
- Paolo Maggioni, La calda estate del commissario Casablanca, Sem (mia recensione qui)
Riccardo Gazzaniga
Non è un giallo il libro di Gazzaniga: racconta un’operazione di polizia e la caccia ad un criminale. Quel criminale era Adolf Eichmann e il libro racconta della caccia all’uomo del Mossad condotta da un ex militare, Zvi Aharoni, mandato in Argentina dai servizi israeliani.
La storia è
raccontata con la viva voce dei due protagonisti: la vicenda della
cattura di Eichmann mi aveva appassionato – racconta l’autore -
il burocrate dei treni, l’esecutore scrupoloso del piano di
sterminio. Non era un esecutore neutro, era un antisemita vero.
Ma
la sua vita, la sua fuga in Argentina è un romanzo che sarebbe stato
interessante raccontare, usando i due punti di vista: quello di
Eichamnn e quello di un altro tedesco, scappato dalla Germania prima
della soluzione finale e diventato poi agente israeliano.
Il
racconto con le due voci da ritmo alla scrittura, ci sono poi degli
intermezzi in cui dall’alto si racconta di alcuni aspetti specifici
della vicenda.
Entrare nella testa di Eichmann è stato
difficile, ma ho voluto bilanciare il suo essere negativo col
personaggio positivo: Zvi è un ex militare che dopo anni
nell’esercito, è poi passato nello Shin Bet: viene mandato in
Argentina a riconoscere Eichmann in Ricardo Klement. Trova un uomo
anziano con una moglie e dei figli, un uomo all’apparenza normale
che, di fronte agli ordini ricevuti, non ebbemai un dubbio, un
ripensamento. Un “sacco vuoto”, riempito con le bugie della
propaganda del Reich.
Dall’altra parte invece Zvi si fa molte domande: stiamo facendo la cosa giusta? Un’operazione illegale in un altro paese, per prendere una persona e farla giudicare in Israele.
Si sapeva che Eichmann sarebbe stato ucciso alla fine del processo, ma il commando in Argentina è disarmato. Il sudamerica accolse diversi criminali di guerra nazisti: oltre ad Eichmann, Josef Mengele, Erich Priebke. Tutti passarono da Genova, con l’aiuto della curia genovese.
Paolo Maggioni
Quello di Paolo Maggioni è un romanzo ambientato nell’estate rovente del 2016, quella dell’emergenza migranti che arrivano dall’Africa ma si trovano lo sbarramento delle frontiere. A Como questi ragazzi in cerca di una speranza, o di una loro rivoluzione (come per uno degli sfortunati protagonisti del racconto), venivano fermati dalla polizia svizzera.
Il commissario Casablanca, appena promosso ai passaporti (promozione per rimozione), deve indagare sulla morte di un ragazzo morto mentre cercava di attraversare la frontiera.
C’è la Milano,
anche sulla copertina del libro, ma non è solo quella del Duomo o
dei grattacieli: c’è anche la periferia, la fatica di una città
che deve correre per sopravvivere.
Casablanca è un commissario
talentuoso, rimosso dalla Mobile e tumulato ai passaporti col
privilegio del ventilatore: fuori la porta una coda di persone che
aspettano il rinnovo del passaporto, a costo di prostrarsi e fare
qualunque cosa.
I suoi assistenti un
agente di origini cinesi, un agente di stazza cal terzo infarto
infine un agente chiamato “minimo sindacale”, sempre attento a
fare il minor lavoro possibile.
Un fotoreporter amico di
Casablanca, Stukas, è autore di uno scatto che ritrae il ragazzo
morto.
Infine un altro ragazzo, Kevin, che un giorno sparisce dal suo quartiere, il Grattosoglio.
Nel libro si parla di una Milano che sfugge ai canoni della narrazione che sentiamo: una città dove una stessa via parte dal centro e arriva quasi alla periferia, con dentro civici diversi, nazionalità diverse, storie diverse.
Nonostante i cattivi rapporti coi superiori (come il Questore, uno che ama apparire in televisione), Casablanca fa una sua indagine su questo ragazzo morto.
Fulvio Ervas
Nona puntata col suo
personaggio seriale, l’ispettore Stucky della Questura di Treviso:
è un episodio di cronaca che da il titolo al libro, l’uccisione di
un ladro da parte di una persona che poi scaricò il corpo in un
fosso. Perché, come diceva un partito di governo, la difesa è
sempre legittima. Nei romanzi cerco di raccontare il mio territorio,
io uso il meccanismo del giallo: il protagonista è un ispettore di
Treviso, una città grande con madre iraniana e padre veneziana, un
“foresto”. In questo territorio ci sono imprenditori che
restituiscono al territorio e poi gli squali, che mangiano e basta
senza dare nulla.
Per gestire il territorio, fatto di cave e di
colline coltivate a prosecco, serve un buon cuore.
La polizia a Treviso si vede poco, sono anche pochi gli episodi di violenza: l’ispettore ha un suo conflitto col capo, un burocrate rispettoso dei formalismi. Treviso è una città coi gruppi relazioni ben definiti, dove non è facile entrare: Stucky invece fa l’ispettore di quartiere, cosa difficile in una città chiusa. Deve disturbare, suonare campanelli, un modo diverso di essere poliziotto in questa città.
Noi scrittori narriamo il tessuto sociale dentro cui si sviluppano i crimini delle nostre città, delle nostre provincie. Perché questa è la nostra struttura come paese.
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