Dubito che l'intenzione di Falcone, col 41 bis, fosse quella di torturare i boss mafiosi, quelli che consideravano il carcere di Palermo come un hotel, "hotel Ucciardone". Dunque non si capisce il senso di proibire le foto dei familiari, lo stare in celle isolate senza luce, in pochi metri quadrati.
Il 41 bis serve ma non deve essere tabù chiederne delle modifiche, non solo perché lo Stato italiano non ammette la tortura e nemmeno la vendetta nemmeno contro i peggiori delinquenti.
Detto ciò, la questione Cospito, così come viene chiamata, sta trasformandosi in altro: anziché discutere della situazione delle carceri e di una eventuali modifica del 41 bis (è corretto che sia il ministro, una carica politica, a doverne approvare o revocare la misura?), è diventato un'arma di attacco da parte della maggioranza contro un partito di minoranza.
Quei verbali, captati da agenti del GOM dentro il carcere a Cospito e ai visitatori (deputati del PD in visita, come loro consentito), non dovevano essere divulgati, dunque nemmeno usati in aula per questo attacco da parte del vice presidente del Copasir Donzelli.
Fa specie (o forse no) che ad usarli in quel modo siano esponenti di una maggioranza che intende cancellare le intercettazioni e la loro pubblicazione sui giornali.
Devo fare un'altra considerazione: usare la lotta alla mafia come arma di battaglia politica, come sta facendo questa destra, è un grande favore alla mafia.
Raccontare che loro (la destra) sono i difensori del 41 bis (mentre col sillogismo di Donzelli, il PD starebbe dall'altra parte della barricata) oltre che diffamatorio non significa nulla: i Graviano hanno "concepito" un figlio mentre erano al 41 bis, i discorsi in carcere non rimangono confinati nelle stanze delle persone abilitate ad averli, ma a quanto pare escono anche fuori.
Combattere le mafie significa fargli terra bruciata attorno: noi siamo ancora qui ad aspettare che qualcuno spieghi come abbia fatto Messina Denaro a rimanere latitante per 30 anni (e poi essere catturato in quel modo).
Mente discutiamo di Cospito e 41 bis, il detenuto sta continuando il suo sciopero della fame (comunque la pensiate, lo Stato non può far finta di niente) e dall'ultima relazione del CROSS (Osservatorio della criminalità organizzata) assieme alla CGIL, la Lombardia è la seconda regione per penetrazione mafiosa.
Ne parla a Il Giorno il sociologo (ed ex deputato) Nando Dalla Chiesa
“Per spiegare questi dati - ha affermato Dalla Chiesa - occorre consapevolizzare che la Lombardia non solo è la seconda regione di ‘ndrangheta in Italia, ma che il suo Pil raddoppia quello della Regione Lazio, che è seconda in graduatoria”. Questo, per spiegare l‘aumento esponenziale dei sodalizi nella regione, evidentemente attratti da investimenti di varia natura: “Questa è la loro casa: ne hanno una dove sono nati e un’altra dove stanno vivendo. A volte bisogna semplificare, perché molto spesso non lo si fa. Qui stanno costruendo le loro fortune nonostante il lavoro enorme di magistrati e forze dell’ordine”, osserva Dalla Chiesa.
Chissà, forse non è vero che con le mafie non si tratta, come dice Meloni. Leader del partito che ha proposto al CSM un avvocato indagato nel processo antimafia Gotha.
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