Prologo
Protettorato di Boemia 13 maggio 1939
Il treno aveva preso velocità appena fuori Praga, oltre i tetti e le guglie della Città Vecchia, oltre i quartieri bassi della prima periferia e le fabbriche che si assiepavano lungo il fiume, e adesso correva deciso attraverso la campagna boema, superando boschi, prati, piccoli borghi appoggiati ai piedi delle colline e fattorie isolate..
C’è
un treno che attraversa le campagne tra la ex Cecoslovacchia e la
Polonia: un treno con un carico particolare, perché i viaggiatori
sono bambini che hanno abbandonato le loro famiglie. Le persone che
li stanno accompagnando verso una nuova vita sono preoccupati, non
solo per i venti di guerra che stanno soffiando insistentemente in
Europa, sin dal 1938., da quando Hitler sta reclamando il suo spazio
vitale ai danni delle altre popolazioni europee.
Tra quei
bambini, una in particolare, ha attirato l’attenzione dei nazisti:
la chiamano la “bambina del sale” perché ogni sera nei vicoli di
Praga, va a vendere i sacchetti di sale, ogni sacchetto una moneta.
Che segreto nasconde questa bambina così enigmatica e sfuggente,
tanto che nessuno conosce il suo nome?
Questa
è una storia che meritava di essere raccontata, non solo perché
riporta alla luce la memoria di un giusto, Nicholas
Winton, lo Schindler inglese, l’uomo d’affari britannico
che tra la fine del 1938 e la metà del 1939 organizzò l’espatrio
di più di seicento bambini dall’allora Cecoslovacchia con
l’operazione Kinder Transport, bambini figli di ebrei o di
dissidenti, che avrebbero rischiato la vita per l’arrivo delle
truppe naziste e delle SS. Bambini portati in Inghilterra attraverso
dei voli aerei inizialmente e poi con dei convogli di treni.
Una
storia importante perché ravviva la memoria di cosa è successo in
Europa più di ottanta anni fa, quando sul continente si accese
quella luce sinistra dell’odio e della malvagità dell’uomo nei
confronti dell’uomo, anche nei confronti delle creature più
indifese, i bambini: una luce sinistra che ancora oggi non ha smesso
di accendersi sui teatri di guerra, nelle zone devastate dalle bombe.
Cosa abbiamo sentito ripetere ad ogni anniversario della giornata della memoria, ogni 27 gennaio? Mai più. Mai più un uomo deve sentirsi privato della sua dignità, dei suoi diritti in quanto uomo libero. E a maggior ragione i bambini che invece ancora oggi devono vivere sotto le bombe, devono scappare dalle loro case, in Ucraina come in Afghanistan e negli altri luoghi dove non è sano rimanere. Come scrive l’autore stesso a fine libro:
Eppure mentre scrivevo questo romanzo, nel gennaio del 2022, dal confine tra Polonia e Bielorussia come dall’Afghanistan talebano giungevano immagini insopportabili di bambini affamati, abbandonati, imprigionati, uccisi [..]
Il male è ancora vivo, più vicino a noi di quanto crediamo, e forse è vero che al suo cospetto siamo impotenti, come sostengono i sacerdoti della realpolitik.
Dopo il trattato di Monaco, in cui le democrazie occidentali avevano consegnato la regione dei Sudeti nella ex Cecoslovacchia alla Germania nazista, da questa erano scappate molte persone che si erano poi radunati in campi profughi nella periferia di Praga.
Era
chiaro a tutti come non fosse sicuro rimanere in questi territori
occupati, i nazisti avevano già dimostrato cosa fossero capaci di
fare dopo la notte dei cristalli agli ebrei, ma a rischio erano anche
intellettuali, comunisti, chiunque fosse nella lista dei nemici del
partito nazista.
Per questo motivo a partire dal 1938 molte
associazioni, come Save the Children, iniziarono a mobilitarsi per
portar fuori quante più persone da Praga e dalle altre città, prima
che arrivassero le croci uncinate: l’Inghilterra era l’unico
paese in Europa che concedeva i visti, senza troppe difficoltà, per
far espatriare persone e salvargli così la vita.
Da qui
comincia il racconto di Fabiano Massimi che, dopo L’angelo di
Monaco e I Demoni di Berlino ci regala un altro romanzo storico, dove
convivono personaggi veramente esistiti con altri inventati, ma
funzionali al racconto. Tra i primi Nicholas Winton, un uomo d’affari
della borsa di Londra che si ritrovò nel mezzo della Storia e seppe
fare la scelta giusta anche sfruttando le sue conoscenze nei
ministeri e il suo pragmatismo da uomo d’affari, “se qualcosa non
è impossibile non vuol dire che non sia fattibile”. Sul campo, a
Praga, a gestire questa organizzazione di volontari che aiutava i
rifugiati ad espatriare, a compilare le liste dei bambini, a
richiedere i visti e a superare tutte la burocrazia, altre due
persone coraggiose Doreen
Warriner e Trevor
Chadwick.
Il libro racconta delle difficoltà nel compilare
le liste coi bambini, le difficoltà nell’ottenere i visti da parte
dell’Inghilterra (unico paese a concederli) per l’iniziale
inerzia del governo. Il doversi guardare le spalle perché ancora
prima dell’arrivo delle truppe, Praga era piena di informatori
della Gestapo con delle loro liste, gli oppositori del nazismo da far
sparire.
Accanto a questi personaggi reali, Fabiano Massimi ne ha messo altri, inventati, come l’io narrante, Petra Linhart, la voce che ci racconterà questa emozionante storia in prima persona, la donna che visse più volte, venuta a Praga per vendicare la morte del marito, negli scontri tra nazionalisti e nazisti (e la perdita del figlio che portava in grembo): diventerà collaboratrice di Doreen e l’aiuterà nella compilazione delle liste dei bambini presenti nei campi profughi, i più fragili, i primi da salvare, anche al costo di strapparli dalle loro famiglie.
Tra questi, l’enigmatica “bambina del sale”:
Della Bambina del Sale ebbi le prime notizie il giorno dopo, quando per conto di Doreen andai a visitare uno dei campi profughi a nord della città. Werner passò a prendermi alla pensione alle prime luci dell’alba, e dopo avermi caricato sulla sua Tatra blu piena di bozzi e rigature fece altre due fermate, una nel Ghetto, alla Sinagoga Spagnola, e una a Kampa, in quella che avrei scoperto essere la sede praghese dei Cavalieri di Malta. In entrambi i casi mi lasciò in macchina da sola per qualche minuto prima di ritornare trascinando dei pesanti sacchi di iuta che ammucchiò sui sedili posteriori.«Carbone» disse notando la mia curiosità mentre si rimetteva alla guida. «Nel campo fa freddo.»Perché questa bambina è così importante per i nazisti, tanto da mobilitare tutte le loro forze per catturarla? Che segreto nasconde? Dove va a rifugiarsi la notte, quando smette di vendere i suoi preziosi sacchetti di sale (merce introvabile dopo che i tedeschi avevano occupato le miniere del paese)?
Anche Petra nasconde un segreto, che è legato alla morte del marito e che è all’origine della forza che l’ha spinta a fare delle scelte, anche drammatiche, contro le persone che le stanno a fianco.
Un segreto e una colpa che la accompagneranno fino alla fine della storia.
Attenzione, il libro di Fabiano Massimi non è però un saggio storico e non solo perché le notizie sulle vite di queste persone non sono molte (sebbene l’autore si sia ben documentato prima di partire). Il libro rimane sospeso tra un romanzo storico e una spy story, con dentro anche dei colpi di scena: nella Praga dove i nazisti si erano infiltrati ben prima dell’arrivo delle truppe, di chi ci si può fidare? Qualcuno delle persone che collaborano a questo progetto per far espatriare i profughi potrebbe essere una spia o un informatore pronto a tradirti.
Nel racconto però emerge anche l’aspetto umano dietro ogni scelta: da una parte la paura, il doversi muovere in fretta pur rimanendo nell’ombra, dall’altra la necessità di dover fare delle scelte.
«Secondo lei, signor Winton, ha più probabilità un bambino piccolo o un ragazzino? Una femmina o un maschio? Ecco le fotografie, le guardi: non sono tutti bellissimi? [..]
.. vede, se resta qui con me non ha un futuro. I tedeschi non vengono a governarci, ma a sterminarci. Se invece lo affido a lei, si salverà, sì, ma poi che cosa penserà
Ci vuole un forte coraggio e sicuramente anche un grande cuore per decidere delle vita degli altri: quale bambino scegliere, come accettare il fatto che si strappavano dei bambini alle loro famiglie per portarli in un nuovo mondo? E come accettare quelle croci nelle liste dei bambini, ovvero quelli che non venivano scelti dalle famiglie in Inghilterra?
Da una parte il peso di quella scelta, sapendo quanto potesse costare, dall’altra la consapevolezza di stare salvando una persona dandole un futuro: un futuro come musicista, come medico, come elettricista..
Infine Praga, la città dove si svolge tutta la storia: la città delle chiese, dei palazzi maestosi (come quello dei cavalieri di Malta), del castello che domina la città e dove i nazisti isseranno la loro bandiera con la croce uncinata, come sinistro segnale della loro presenza.
Una città divisa tra chi parteggiava per gli occupanti, con l’illusione che avrebbero dato nuovamente lustro ad un paese debole, e chi vedeva con terrore l’arrivo delle truppe tedesche.
Una
città anche di vicoli e di leggende: i vicoli dove si nasconde la
“bambina del sale”, muovendosi e scomparendo ai suoi nemici come
una fatina, come un essere soprannaturale. Come i personaggi delle
favole, quelle che insegnano che alla fine il gigante cattivo può
essere sconfitto. Basta avere coraggio, basta non voltarsi dall’altra
parte, non rinchiudersi nel proprio egoismo.
Se anche altri
paesi, come l’America, come il Canada, avessero seguito lo stesso
esempio dell’Inghilterra, quanti altri bambini avrebbero potuto
essere salvati?
Una storia da leggere e da ricordare: una storia
di coraggio e, lo scoprirete nelle ultime pagine, anche di perdono.
La scheda del libro sul sito di Longanesi e un estratto del libro
I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon
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