Il business sui passaporti
Siccome prendere un appuntamento per il rilascio del passaporto è quasi impossibile, alcuni cittadini si sono ingegnati per trovare una soluzione e per lucrare sopra la burocrazia: tutto parte dal sistema degli open day, giorni in cui i siti delle Questure consentono la prenotazione di un appuntamento per i richiedenti del passaporto.
Sono così spuntate agenzie private che accedono a questi siti delle Questure che, usando nomi fittizi, bloccano gli slot delle prenotazioni che venivano poi venduti ai privati, mandando però in tilt il sistema.
La scheda del servizio: L'appuntamento di Chiara De Luca
Collaborazione di Eva Georganopoulou
Immagini di Davide Fonda, Fabio Martinelli e Dario D’india
Montaggio di Andrea Masella
Grafica di Michele Ventrone
Il boom di richieste di passaporti ha mandato in tilt il sistema di prenotazioni.
A partire dalla fine del 2022, cessate le restrizioni della pandemia e con l’avvento della Brexit, c’è stato un boom di richieste di passaporti che ha mandato in tilt il sistema di prenotazione; tanto che per avere un appuntamento si arriva fino a 7 o 8 mesi di attesa. E mentre alcune questure italiane hanno messo in campo diverse iniziative come gli open day, i cittadini esasperati si sono rivolti ad alcune agenzie che, sfruttando questa emergenza, si sono inventate un business, quello delle prenotazioni a pagamento.
L’eredità di Berlusconi
Nello scorso
servizio Bertazzoni si era occupato dei quadri acquistati nelle aste
da Silvio Berlusconi e che fanno parte dei beni che verranno
ereditati lasciata ai figli. Il patrimonio di Berlusconi vale 4,5
miliardi di euro – racconta a Report il giornalista del Corriere
Mario Gerevini: nel patrimonio ereditario c’è il 61% della
Fininvest, che è stato diviso tra i vari figli, sono circa 2,8
miliardi. In più c’è una holding parallela che non dipende da
Fininvest che era 100% di Berlusconi, la Dolce Drago, dove c’erano
tutte le principali ville.
Il 53% del controllo di Fininvest lo
hanno i primi due figli, Marina e Pier Silvio mentre il 47% i tre
figli piccoli: c’è un problema di governance – commenta il
consulente di report Bellavia – i primi due figli devono governare
in armonia. E gli altri tre figli? Le due figlie femmine non hanno
intrapreso alcuna iniziativa mentre il figlio Luigi ha diversificato
le sue attività: investimenti nel settore tecnologico con Fintech,
creando una holding al di fuori della quota Fininvest con un valore
di 400ml. Ha anche investito nel mattone, comprandosi da Fininvest
stessa la prima villa di Berlusconi a Milano, facendo un mutuo.
L’intera cifra dei tre mutui è stata finanziata da Intesa San Paolo.
Senza Berlusconi e le sue fideiussioni al partito, oggi le casse di Forza Italia sono a rischio per il buco di bilancio e per i debiti su cui non c’è più la garanzia: ci sono dei singoli parlamentari di FI che non hanno pagato le quote per il partito, racconta il tesoriere Alfredo Messina a Report.
Non si tratta certo
dei vari Lotito e Gasparri, che a Report ricorda “esistiamo ancora
alla faccia vostra”..
Nel 2016 con la legge sul tetto alle
donazioni dei privati già in vigore, per rimpinguare le casse di
Forza Italia, Berlusconi fa al partito una fideiussione di 3 milioni
di euro: non finanzia direttamente FI, ma ne garantisce i debiti. Nel
2019 il fratello Paolo ne fa una da 4 ml: è legale tutto questo,
siccome il tetto ai finanziamenti è di 100mila euro?
“Sarebbe
da studiare” risponde l’esperto di riciclaggio Gaetano Bellavia
“perché Berlusconi non ha mai finanziato direttamente Forza
Italia, ha garantito debiti di FI, c’è questa sottile differenza
che potrebbe essere giuridicamente interpretata. ”
Un modo
furbo per aggirare la legge? No, secondo il tesoriere, Berlusconi ha
fatto quello che la legge consentiva di fare.
Ciò è dovuto alle particolari condizioni del
momento: un parlamentare di FI racconta che prima di andare al San
Raffaele Berlusconi scrisse una lettera, su cui c’era molto
mistero, “posso immaginare che fosse molto agitato in quel momento
(era il 19 gennaio) perché era proprio convinto che non sarebbe
tornato più a casa, era convinto di morire ..”
In questo
testamento è presente la dicitura “se non dovessi tornare”:
questa frase avrebbe potuto essere un motivo di impugnazione?
Berlusconi poi tornò a casa dopo quella mattina del 19 gennaio
scorso ma, come spiega il notaio Mattea, così non è stato perché
gli eredi hanno raggiunto un accordo considerando questo testamento
valido.
Una parte importante del testamento riguarda i lasciti,
che sono introdotti da un condizionale “dovreste riservare questi
soldi a Dell’Utri, Fascina e Paolo Berlusconi..”: se ci fosse
disaccordo sarebbe il giudice a decidere, nell’accordo il dovreste
è stato interpretato come dovete.
Visto come è stato compilato
l’elenco, viene da pensare che prima abbia elencato i nomi e poi
dopo abbia aggiunto alla fine del rigo la cifra.
I figli hanno
trovato un accordo, meglio un accordo su un testamento così così
che una causa – il commento del notaio Metta: in questo accordo i
figli si sono impegnati per mantenere inalterate le quote di
Fininvest per i prossimi 5 anni.
Hanno usato una legge pensata per favorire il passaggio generazionale di una impresa che esonera dal pagamento delle tasse di successione, purché consentano agli eredi di mantenere il controllo della società per almeno 5 anni e purché gli eredi assumano l’impegno di proseguire il lavoro nella società. Imposta zero – il commento di Gian Gaetano Bellavia.
Una parte del servizio di Bertazzoni è dedicata alla deputata Marta Fascina, candidata nel 2018 nel collegio blindato di Portici: una fonte interna a FI racconta di come in quegli anni il rapporto tra Berlusconi e la Pascale fosse diventato violento, “la situazione era diventata insostenibile” e dunque – continua Paolo Madron, “Fascina diventa lo strumento ideale per sostituire la Pascale”.
La parola è proprio quella, “lo strumento”.
Nel marzo 2020
Berlusconi va in un resort in Svizzera e si porta dietro proprio
Marta Fascina, spuntano le foto su Diva e Donna che aprono la crisi
tra quest’ultimo e la Pascale: “il sospetto è che la famiglia
non fosse molto contenta della Pascale” spiega la fonte anonima,
l’uscita delle foto non fu casuale dunque.
Francesca aveva una
personalità forte, bizzarra, ma non entrava mai nelle questioni
politiche – prosegue la fonte: “mentre la figura di Marta è
diventata di colpo imponente, soprattutto in politica, partecipava a
tutti gli incontri di Berlusconi, passava tutte le ore del giorno a
condizionarlo nelle relazioni con gli altri. Lui è cattivo con te,
non gli parlare più..”
Qual è dunque il ruolo della Fascina
nel partito:
“Nessuno, però ha fatto entrare in Parlamento tre suoi fedelissimi, Sorte, Benigni e Ferrante”.
Qual è stato il
ruolo della Fascina nella candidatura di Berlusconi a presidente
della Repubblica?
“Solo tu puoi fare il presidente, solo tu..
tutti i giorni così, una goccia cinese, e Berlusconi aveva iniziato
a crederci. Tant’è che aveva passato la notte di Natale al
telefono, chiamava i Parlamentari alle sei del mattino, per dire tu
chi mi porti? Chi hai da portarmi?”
Berlusconi aveva i numeri
per diventare presidente?
“Era una partita di poker, noi
avremmo dovuto insistere sul suo nome, fino all’ottava, decima
votazione, col voto segreto forse ce l’avrebbe pure fatta, perché
Dell’Utri in quel periodo gli organizzava degli incontri segreti
con i più improbabili parlamentari del Movimento 5 stelle.. ”
Cosa
ha fatto crollare la sua convinzione?
“C’è stata una
forte pressione da parte della figlia, di Letta e di Ghedini che,
conoscendolo, era terrorizzato, perché incontrava queste persone e
cercava di convincerle dicendo ti faccio assumere di qua, ti faccio
assumere di la, stava diventando un gioco pericolosissimo..”
Che
ruolo ha avuto la Fascina sulla caduta del governo Draghi?
“La
stessa cosa, lei tutti i giorni gli diceva ‘deve cadere, deve
cadere’.. non c’era nessuna strategia, erano sfizi di una donna
convinta che Berlusconi sarebbe ridiventato di nuovo presidente del
Consiglio, era tutto un vedere lui di nuovo in pista per alimentare
il suo ego già ipertrofico.”
La scheda del servizio: Il testamento di Luca Bertazzoni
Collaborazione di Marzia Amico
Immagini di Carlos Dias, Davide Fonda, Andrea Lilli e Marco Ronca
Rricerca immagini di Eva Georganopolu e Alessia Pelagaggi
Montaggio di Igor Ceselli
Grafiche di Giorgio Vallati
L’inchiesta di Report su come è stato suddiviso il patrimonio di Silvio Berlusconi.
Il patrimonio ereditario di Silvio Berlusconi ammonta a circa 4 miliardi e mezzo di euro. L’inchiesta di Report racconta come è stato suddiviso fra gli eredi e quali sono i nuovi assetti societari delle aziende di proprietà del Cavaliere. Nel testamento di Berlusconi non c’è alcun riferimento ai 90 milioni di euro di debito di Forza Italia nei confronti del suo fondatore e il partito ha i conti in rosso. Analizzando i conti di Forza Italia, ci sono due fideiussioni di Silvio e Paolo Berlusconi per un totale di 7 milioni di euro: fideiussioni che sono state fatte anni dopo l’approvazione della norma del tetto di 100mila euro annui al finanziamento ai partiti. L’inchiesta si occupa anche dei lasciti del Cavaliere, in particolare quelli destinati alla compagna Marta Fascina e a Marcello Dell’Utri, ex senatore di Forza Italia condannato in via definitiva a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Infine, il racconto di un altro “presunto” testamento che Silvio Berlusconi avrebbe lasciato a un imprenditore torinese residente in Colombia.
La Repubblica che tutela l’ambiente
La
nostra Costituzione tutela i beni artistici, pubblici e privati, con
buona pace dello “sbadato”
sottosegretario Sgarbi. Tutela anche l’ambiente la nostra
Costituzione: anche a Costermano sul Garda (Verona), dove dentro un
oasi naturalistica si vuole costruire un ponte tibetano sospeso, come
strumento per attirare nuovi turisti.
In questa oasi ci sono
specie animali protette, il gambero di fiume: stiamo parlando
dell’oasi all’interno della Valle dei Mulini, cuore del sito di
interesse comunitario, oltre al gambero, qui nascono specie floreali
rare come alcune specie di orchidee.
È un luogo che dovrebbe
essere protetto e che sembra destinato a diventare un villaggio
turistico – racconta preoccupato Raffaello Boni responsabile di
Lega Ambiente Baldo-Garda – con campeggio di caravan e roulotte,
punti ristoro, giochi sull’acqua: “se vogliamo che il Garda sia
attrattivo anche tra 100 anni questo capitale naturale va mantenuto”.
Invece nella Valle dei Mulini il sindaco di Costermano ha approvato
un progetto grandioso, il Garda Line Bridge: “io sono una persona
che crede nelle risorse territoriali, che crede in quello che sta
facendo, che realizza quel sogno, che altrimenti non si realizzerebbe
mai..”.
Il sogno è un ponte tibetano, da pubblicizzare su
bellissime brochure, che non aggiungerebbe molto alle bellezze
paesaggistiche che già esistono. Anche perché esiste già un ponte
che collega le due sponde della vallata e che porta al centro di
Costermano.
Chi sponsorizza questo “sogno” parla di 100mila
presenze l’anno (dunque ricchezza per tutti, il bengodi): “ma
come può reggere questo equilibrio ecologico in un luogo del genere
con le migliaia di persone che dovrebbero arrivare” si chiede il
responsabile di Legambiente.
Il sindaco del comune è al suo secondo mandato: è la sua amministrazione ad aver offerto la cubatura edilizia alle due società in cambio dei terreni che avevano acquistato dalla famiglia Marocchini consentendo di realizzare una ricca plusvalenza. Report ha voluto porre la domanda al sindaco ed è stata accolta da una troupe degna dei migliori studi televisivi.
Queste due società che hanno acquistato i terreni da un privato, come facevano a sapere che lì si sarebbe realizzato un ponte tibetano (e tutto il resto)? Lo sapevano tutti che avremmo spostato il parcheggio in altre aree – ha risposto il sindaco, che ammette anche di conoscere i proprietari del terreno su cui verrà costruito il parcheggio. Alla fine l’impressione, guardando la vicenda dall’esterno, è che a guadagnarci siano state proprio le due imprese e non il comune.
La scheda del servizio: Garda Real Estate di Rosamaria Aquino
Collaborazione di Marzia Amico
Immagini di Giovanni De Faveri
Montaggio e grafica di Michele Ventrone
Viaggio a Costermano sul Garda tra interventi urbanistici e tutela del territorio.
Un ponte tibetano sospeso da oltre 300 metri, un mega parcheggio, alberghi vista lago, campeggi, aree attrezzate e giochi sull’acqua sorgeranno in una valle considerata sito di interesse comunitario per alcune specie naturali che si trovano solo lì. Viaggio a Costermano sul Garda: tra boschi che diventano edificabili, ville hollywoodiane a pochi metri da un cimitero protetto da due Stati, terreni acquistati dal Comune concedendo in cambio cubature a chi vuole costruire. Quale equilibrio tra interventi urbanistici e tutela del territorio?
La tutela del bene artistico
Report ritorna sull’inchiesta di domenica scorsa relativa alla collezione di quadri di Gianni Agnelli: alcuni dei quadri di enorme valore sono finiti all’estero senza che il ministero dei beni culturali ne sapesse nulla. Interpellato da Report, il sottosegretario Sgarbi ha risposto che il ministero non fa opera di polizia e un privato può fare quello che vuole dei suoi quadri.
Contraddicendo l’articolo 32 della Costituzione.
La scheda del servizio: IL SOTTOSEGRETARIO SBADATO
di Manuele Bonaccorsi e Federico Marconi
La collezione d'arte della famiglia Agnelli è composta da 636 capolavori dell'arte moderna e contemporanea, come Report ha scoperto pubblicando in esclusiva la lista di opere redatta dopo mesi di ricerche in giro per l'Europa. Di queste, solo quattro sono state notificate al Ministero della Cultura nel corso degli anni: dei gessi di Canova, comprati da Gianni Agnelli negli anni '90. Tutto il resto è sconosciuto al ministero. Il sottosegretario Vittorio Sgarbi, dopo aver ricevuto da Report la lista, ha scritto a Margherita Agnelli, ai tre fratelli Elkann, e alle Soprintendenze ai Beni Culturali di Torino e Venezia, per venire a conoscenza dell'ubicazione di tre opere, oltre i gessi di Canova: "Salutando" di Giacomo Balla, "Mistero e malinconia di una strada" di Giorgio De Chirico, e "La Chambre" di Balthus. Sgarbi sostiene che sono le uniche di interesse per lo Stato italiano, dimenticandosi centinaia di capolavori del '700 e '800 e di grandissimi artisti italiani e internazionali. Opere di cui attualmente è stata denunciata la scomparsa ma di cui lo Stato italiano avrebbe dovuto avere conoscenza e proteggere. Perché, come recita la Costituzione, "La Repubblica tutela il patrimonio artistico della nazione". Anche se di proprietà privata.
Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.
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Mi raccomando, siate umani