22 ottobre 2023

Anteprima inchieste di Report – l’eredità di Berlusconi, il ponte tibetano e il business sui passaporti

Il business sui passaporti

Siccome prendere un appuntamento per il rilascio del passaporto è quasi impossibile, alcuni cittadini si sono ingegnati per trovare una soluzione e per lucrare sopra la burocrazia: tutto parte dal sistema degli open day, giorni in cui i siti delle Questure consentono la prenotazione di un appuntamento per i richiedenti del passaporto.

Sono così spuntate agenzie private che accedono a questi siti delle Questure che, usando nomi fittizi, bloccano gli slot delle prenotazioni che venivano poi venduti ai privati, mandando però in tilt il sistema.

La scheda del servizio: L'appuntamento di Chiara De Luca

Collaborazione di Eva Georganopoulou

Immagini di Davide Fonda, Fabio Martinelli e Dario D’india

Montaggio di Andrea Masella

Grafica di Michele Ventrone

Il boom di richieste di passaporti ha mandato in tilt il sistema di prenotazioni.

A partire dalla fine del 2022, cessate le restrizioni della pandemia e con l’avvento della Brexit, c’è stato un boom di richieste di passaporti che ha mandato in tilt il sistema di prenotazione; tanto che per avere un appuntamento si arriva fino a 7 o 8 mesi di attesa. E mentre alcune questure italiane hanno messo in campo diverse iniziative come gli open day, i cittadini esasperati si sono rivolti ad alcune agenzie che, sfruttando questa emergenza, si sono inventate un business, quello delle prenotazioni a pagamento.

L’eredità di Berlusconi

Nello scorso servizio Bertazzoni si era occupato dei quadri acquistati nelle aste da Silvio Berlusconi e che fanno parte dei beni che verranno ereditati lasciata ai figli. Il patrimonio di Berlusconi vale 4,5 miliardi di euro – racconta a Report il giornalista del Corriere Mario Gerevini: nel patrimonio ereditario c’è il 61% della Fininvest, che è stato diviso tra i vari figli, sono circa 2,8 miliardi. In più c’è una holding parallela che non dipende da Fininvest che era 100% di Berlusconi, la Dolce Drago, dove c’erano tutte le principali ville.
Il 53% del controllo di Fininvest lo hanno i primi due figli, Marina e Pier Silvio mentre il 47% i tre figli piccoli: c’è un problema di governance – commenta il consulente di report Bellavia – i primi due figli devono governare in armonia. E gli altri tre figli? Le due figlie femmine non hanno intrapreso alcuna iniziativa mentre il figlio Luigi ha diversificato le sue attività: investimenti nel settore tecnologico con Fintech, creando una holding al di fuori della quota Fininvest con un valore di 400ml. Ha anche investito nel mattone, comprandosi da Fininvest stessa la prima villa di Berlusconi a Milano, facendo un mutuo.

L’intera cifra dei tre mutui è stata finanziata da Intesa San Paolo.

Senza Berlusconi e le sue fideiussioni al partito, oggi le casse di Forza Italia sono a rischio per il buco di bilancio e per i debiti su cui non c’è più la garanzia: ci sono dei singoli parlamentari di FI che non hanno pagato le quote per il partito, racconta il tesoriere Alfredo Messina a Report.

Non si tratta certo dei vari Lotito e Gasparri, che a Report ricorda “esistiamo ancora alla faccia vostra”..
Nel 2016 con la legge sul tetto alle donazioni dei privati già in vigore, per rimpinguare le casse di Forza Italia, Berlusconi fa al partito una fideiussione di 3 milioni di euro: non finanzia direttamente FI, ma ne garantisce i debiti. Nel 2019 il fratello Paolo ne fa una da 4 ml: è legale tutto questo, siccome il tetto ai finanziamenti è di 100mila euro?
“Sarebbe da studiare” risponde l’esperto di riciclaggio Gaetano Bellavia “perché Berlusconi non ha mai finanziato direttamente Forza Italia, ha garantito debiti di FI, c’è questa sottile differenza che potrebbe essere giuridicamente interpretata. ”
Un modo furbo per aggirare la legge? No, secondo il tesoriere, Berlusconi ha fatto quello che la legge consentiva di fare.

Il servizio di Luca Bertazzoni racconterà dei dubbi attorno al testamento: Patrizia Giachin, perito del tribunale di Modena, ha analizzato i precedenti testamenti di Silvio Berlusconi e ha notato che la calligrafia dell'ultimo appare molto diversa rispetto ai precedenti: “il ritmo è molto più rallentato, le ampiezze si fanno molto più contratte. Ci sono, in corrispondenza del tratto di avvio, delle circonvoluzioni e in quel momento Berlusconi faceva fatica a trovare l’appoggio per trovare la scrittura. L’andamento del tracciato va su e giù, è altalenante.”

Ciò è dovuto alle particolari condizioni del momento: un parlamentare di FI racconta che prima di andare al San Raffaele Berlusconi scrisse una lettera, su cui c’era molto mistero, “posso immaginare che fosse molto agitato in quel momento (era il 19 gennaio) perché era proprio convinto che non sarebbe tornato più a casa, era convinto di morire ..”
In questo testamento è presente la dicitura “se non dovessi tornare”: questa frase avrebbe potuto essere un motivo di impugnazione? Berlusconi poi tornò a casa dopo quella mattina del 19 gennaio scorso ma, come spiega il notaio Mattea, così non è stato perché gli eredi hanno raggiunto un accordo considerando questo testamento valido.
Una parte importante del testamento riguarda i lasciti, che sono introdotti da un condizionale “dovreste riservare questi soldi a Dell’Utri, Fascina e Paolo Berlusconi..”: se ci fosse disaccordo sarebbe il giudice a decidere, nell’accordo il dovreste è stato interpretato come dovete.
Visto come è stato compilato l’elenco, viene da pensare che prima abbia elencato i nomi e poi dopo abbia aggiunto alla fine del rigo la cifra.
I figli hanno trovato un accordo, meglio un accordo su un testamento così così che una causa – il commento del notaio Metta: in questo accordo i figli si sono impegnati per mantenere inalterate le quote di Fininvest per i prossimi 5 anni.

Hanno usato una legge pensata per favorire il passaggio generazionale di una impresa che esonera dal pagamento delle tasse di successione, purché consentano agli eredi di mantenere il controllo della società per almeno 5 anni e purché gli eredi assumano l’impegno di proseguire il lavoro nella società. Imposta zero – il commento di Gian Gaetano Bellavia.

Una parte del servizio di Bertazzoni è dedicata alla deputata Marta Fascina, candidata nel 2018 nel collegio blindato di Portici: una fonte interna a FI racconta di come in quegli anni il rapporto tra Berlusconi e la Pascale fosse diventato violento, “la situazione era diventata insostenibile” e dunque – continua Paolo Madron, “Fascina diventa lo strumento ideale per sostituire la Pascale”.

La parola è proprio quella, “lo strumento”.

Nel marzo 2020 Berlusconi va in un resort in Svizzera e si porta dietro proprio Marta Fascina, spuntano le foto su Diva e Donna che aprono la crisi tra quest’ultimo e la Pascale: “il sospetto è che la famiglia non fosse molto contenta della Pascale” spiega la fonte anonima, l’uscita delle foto non fu casuale dunque.
Francesca aveva una personalità forte, bizzarra, ma non entrava mai nelle questioni politiche – prosegue la fonte: “mentre la figura di Marta è diventata di colpo imponente, soprattutto in politica, partecipava a tutti gli incontri di Berlusconi, passava tutte le ore del giorno a condizionarlo nelle relazioni con gli altri. Lui è cattivo con te, non gli parlare più..”
Qual è dunque il ruolo della Fascina nel partito:

“Nessuno, però ha fatto entrare in Parlamento tre suoi fedelissimi, Sorte, Benigni e Ferrante”.

Qual è stato il ruolo della Fascina nella candidatura di Berlusconi a presidente della Repubblica?
“Solo tu puoi fare il presidente, solo tu.. tutti i giorni così, una goccia cinese, e Berlusconi aveva iniziato a crederci. Tant’è che aveva passato la notte di Natale al telefono, chiamava i Parlamentari alle sei del mattino, per dire tu chi mi porti? Chi hai da portarmi?”
Berlusconi aveva i numeri per diventare presidente?
“Era una partita di poker, noi avremmo dovuto insistere sul suo nome, fino all’ottava, decima votazione, col voto segreto forse ce l’avrebbe pure fatta, perché Dell’Utri in quel periodo gli organizzava degli incontri segreti con i più improbabili parlamentari del Movimento 5 stelle.. ”
Cosa ha fatto crollare la sua convinzione?

“C’è stata una forte pressione da parte della figlia, di Letta e di Ghedini che, conoscendolo, era terrorizzato, perché incontrava queste persone e cercava di convincerle dicendo ti faccio assumere di qua, ti faccio assumere di la, stava diventando un gioco pericolosissimo..”
Che ruolo ha avuto la Fascina sulla caduta del governo Draghi?
“La stessa cosa, lei tutti i giorni gli diceva ‘deve cadere, deve cadere’.. non c’era nessuna strategia, erano sfizi di una donna convinta che Berlusconi sarebbe ridiventato di nuovo presidente del Consiglio, era tutto un vedere lui di nuovo in pista per alimentare il suo ego già ipertrofico.”

La scheda del servizio: Il testamento di Luca Bertazzoni

Collaborazione di Marzia Amico

Immagini di Carlos Dias, Davide Fonda, Andrea Lilli e Marco Ronca

Rricerca immagini di Eva Georganopolu e Alessia Pelagaggi

Montaggio di Igor Ceselli

Grafiche di Giorgio Vallati

L’inchiesta di Report su come è stato suddiviso il patrimonio di Silvio Berlusconi.

Il patrimonio ereditario di Silvio Berlusconi ammonta a circa 4 miliardi e mezzo di euro. L’inchiesta di Report racconta come è stato suddiviso fra gli eredi e quali sono i nuovi assetti societari delle aziende di proprietà del Cavaliere. Nel testamento di Berlusconi non c’è alcun riferimento ai 90 milioni di euro di debito di Forza Italia nei confronti del suo fondatore e il partito ha i conti in rosso. Analizzando i conti di Forza Italia, ci sono due fideiussioni di Silvio e Paolo Berlusconi per un totale di 7 milioni di euro: fideiussioni che sono state fatte anni dopo l’approvazione della norma del tetto di 100mila euro annui al finanziamento ai partiti. L’inchiesta si occupa anche dei lasciti del Cavaliere, in particolare quelli destinati alla compagna Marta Fascina e a Marcello Dell’Utri, ex senatore di Forza Italia condannato in via definitiva a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Infine, il racconto di un altro “presunto” testamento che Silvio Berlusconi avrebbe lasciato a un imprenditore torinese residente in Colombia.

La Repubblica che tutela l’ambiente

La nostra Costituzione tutela i beni artistici, pubblici e privati, con buona pace dello “sbadato” sottosegretario Sgarbi. Tutela anche l’ambiente la nostra Costituzione: anche a Costermano sul Garda (Verona), dove dentro un oasi naturalistica si vuole costruire un ponte tibetano sospeso, come strumento per attirare nuovi turisti.
In questa oasi ci sono specie animali protette, il gambero di fiume: stiamo parlando dell’oasi all’interno della Valle dei Mulini, cuore del sito di interesse comunitario, oltre al gambero, qui nascono specie floreali rare come alcune specie di orchidee.
È un luogo che dovrebbe essere protetto e che sembra destinato a diventare un villaggio turistico – racconta preoccupato Raffaello Boni responsabile di Lega Ambiente Baldo-Garda – con campeggio di caravan e roulotte, punti ristoro, giochi sull’acqua: “se vogliamo che il Garda sia attrattivo anche tra 100 anni questo capitale naturale va mantenuto”. Invece nella Valle dei Mulini il sindaco di Costermano ha approvato un progetto grandioso, il Garda Line Bridge: “io sono una persona che crede nelle risorse territoriali, che crede in quello che sta facendo, che realizza quel sogno, che altrimenti non si realizzerebbe mai..”.
Il sogno è un ponte tibetano, da pubblicizzare su bellissime brochure, che non aggiungerebbe molto alle bellezze paesaggistiche che già esistono. Anche perché esiste già un ponte che collega le due sponde della vallata e che porta al centro di Costermano.
Chi sponsorizza questo “sogno” parla di 100mila presenze l’anno (dunque ricchezza per tutti, il bengodi): “ma come può reggere questo equilibrio ecologico in un luogo del genere con le migliaia di persone che dovrebbero arrivare” si chiede il responsabile di Legambiente.

Per la realizzazione del ponte tibetano il comune ha deciso di costruire anche un parcheggio. Per questo l’amministrazione ha ceduto crediti edilizi per 400mila euro alle due ditte che hanno comprato il terreno per il parcheggio, su un terreno che costa 200mila euro. Il comune avrebbe potuto comprare il terreno dai privati evitando così di dover cedere ulteriori cubature.

Il sindaco del comune è al suo secondo mandato: è la sua amministrazione ad aver offerto la cubatura edilizia alle due società in cambio dei terreni che avevano acquistato dalla famiglia Marocchini consentendo di realizzare una ricca plusvalenza. Report ha voluto porre la domanda al sindaco ed è stata accolta da una troupe degna dei migliori studi televisivi.

Queste due società che hanno acquistato i terreni da un privato, come facevano a sapere che lì si sarebbe realizzato un ponte tibetano (e tutto il resto)? Lo sapevano tutti che avremmo spostato il parcheggio in altre aree – ha risposto il sindaco, che ammette anche di conoscere i proprietari del terreno su cui verrà costruito il parcheggio. Alla fine l’impressione, guardando la vicenda dall’esterno, è che a guadagnarci siano state proprio le due imprese e non il comune.

La scheda del servizio: Garda Real Estate di Rosamaria Aquino

Collaborazione di Marzia Amico

Immagini di Giovanni De Faveri

Montaggio e grafica di Michele Ventrone

Viaggio a Costermano sul Garda tra interventi urbanistici e tutela del territorio.

Un ponte tibetano sospeso da oltre 300 metri, un mega parcheggio, alberghi vista lago, campeggi, aree attrezzate e giochi sull’acqua sorgeranno in una valle considerata sito di interesse comunitario per alcune specie naturali che si trovano solo lì. Viaggio a Costermano sul Garda: tra boschi che diventano edificabili, ville hollywoodiane a pochi metri da un cimitero protetto da due Stati, terreni acquistati dal Comune concedendo in cambio cubature a chi vuole costruire. Quale equilibrio tra interventi urbanistici e tutela del territorio?

La tutela del bene artistico

Report ritorna sull’inchiesta di domenica scorsa relativa alla collezione di quadri di Gianni Agnelli: alcuni dei quadri di enorme valore sono finiti all’estero senza che il ministero dei beni culturali ne sapesse nulla. Interpellato da Report, il sottosegretario Sgarbi ha risposto che il ministero non fa opera di polizia e un privato può fare quello che vuole dei suoi quadri.

Contraddicendo l’articolo 32 della Costituzione.

La scheda del servizio: IL SOTTOSEGRETARIO SBADATO

di Manuele Bonaccorsi e Federico Marconi

La collezione d'arte della famiglia Agnelli è composta da 636 capolavori dell'arte moderna e contemporanea, come Report ha scoperto pubblicando in esclusiva la lista di opere redatta dopo mesi di ricerche in giro per l'Europa. Di queste, solo quattro sono state notificate al Ministero della Cultura nel corso degli anni: dei gessi di Canova, comprati da Gianni Agnelli negli anni '90. Tutto il resto è sconosciuto al ministero. Il sottosegretario Vittorio Sgarbi, dopo aver ricevuto da Report la lista, ha scritto a Margherita Agnelli, ai tre fratelli Elkann, e alle Soprintendenze ai Beni Culturali di Torino e Venezia, per venire a conoscenza dell'ubicazione di tre opere, oltre i gessi di Canova: "Salutando" di Giacomo Balla, "Mistero e malinconia di una strada" di Giorgio De Chirico, e "La Chambre" di Balthus. Sgarbi sostiene che sono le uniche di interesse per lo Stato italiano, dimenticandosi centinaia di capolavori del '700 e '800 e di grandissimi artisti italiani e internazionali. Opere di cui attualmente è stata denunciata la scomparsa ma di cui lo Stato italiano avrebbe dovuto avere conoscenza e proteggere. Perché, come recita la Costituzione, "La Repubblica tutela il patrimonio artistico della nazione". Anche se di proprietà privata.

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.

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