01 aprile 2024

Presadiretta malati di cibo

La nuova pandemia, così è chiamata l’obesità nel mondo e anche in Italia: quali sono le cause profonde, anche evolutive e psicologiche? Che ruolo giocano i prodotti ultra processarti che creano dipendenze?

E i nuovi farmaci che fanno perdere peso come funzionano, chi li deve utilizzare? E, poi, come mai proprio tra i poveri ci sono i più obesi?

Il cibo ha preso sempre più spazio nel nostro mondo, anche nell’immaginario: dal lontano 1974 quando per la prima volta in Rai si iniziò a parlare di cucina con Ave Ninchi, all’ora di cena, oggi sulle televisioni si parla sempre più spesso di cibo, dalla mattina alla sera.

Protagonisti sono le food star, lanciate dai programmi come Master Chef, un programma presente in diversi paesi: oggi è il formato culinario di maggior successo di tutti i tempi.

I chef sono diventati le nuove rockstar, inventano parole come impiattare, le finali delle serie sono viste da milioni di spettatori, non si ferma nemmeno con Sanremo.

Il mondo del cibo è un genere televisivo, come il crime, raccontano da Discovery, kolossal del cinema, che ha un canale interamente dedicato al cibo.

Sono programmi dove si parla di cibo, ma dentro c’è anche la sfida: hanno successo perché il cibo è buono, perché il pubblico è molto trasversale, perché cucinare oggi “è figo”.

Tanto è vero che Gambero Rosso si è quotata in borsa, i suoi articoli sono visti da milioni di utenti in internet.

Bisogna saper comunicare però: come fa Max Mariola, chef che è diventato famoso sui social coi suoi video su youtube e tik tok, girati sulla sua casa a Roma dove cucina ricette in pochi minuti: “la gente è attratta da sto cibo, perché è un modo per godere..”

I cibi devono essere ben presentabili nei video, mangiare come godere, in rete ci sono giovani che si strafogano di cibo in dirette video che durano ore.
Il cibo sostituisce gli altri piaceri, discorsi che si facevano come la moda –
racconta l’antropologo Niola: ora il nostro problema è l’abbondanza, con tutti i problemi che si porta dietro.

Ma tutto questo si porta dietro un problema, quello dell’obesità: sul mercato sono arrivati farmaci che fanno passare la fame e dunque fanno dimagrire.

Ma come fanno presi e da chi?

Il farmaco che fa passare la fame in Danimarca

Vicino Copenaghen c’è lo stabilimento della Novo Nordisk, un’azienda che ha lanciato sul mercato un farmaco per curare l’obesità, chi lo prende perde peso subito, fino al 20% del peso, senza far sudore in palestra.

L’azienda produce farmaci per l’insulina, ma a fine 2022 la sua storia ha preso una svolta per questo farmaco: un suo consulente, il professor Holst, ha scoperto un farmaco che blocca un ormone che influisce sul diabete. Da un farmaco per il diabete si passa al farmaco per l’obesità: le vendite dei farmaci in Danimarca sono schizzati del 25%. L’azienda non riesce a star dietro alla produzione, la domanda per il farmaco è troppo grande.

La crescita della Novo Nordisk ha cambiato l’economia della Danimarca: è cresciuto il pil del paese, così da dover cambiare la politica monetaria del paese. La banca centrale del paese ha dovuto tenere bassi i valori della moneta per non creare problemi.

Ora nel settore dell’obesità ci vogliono entrare tutti: è un mercato che vale 150 miliardi di euro quello del peso, perché mancano dei farmaci, mentre non mancano i pazienti che chiedono quel farmaco che funziona, come quello della Novo Nordisk.

Questo ha messo in crisi le assicurazioni private, che non riescono a rimborsare i farmaci per i rimborsi, lo stesso succede per il sistema sanitario.

Anche i conti della sanità pubblica sono messi a rischio da questo farmaco: Hanne Rued, consigliera regionale nel Midtjylland spiega come siano cresciuti di moltissimo i rimborsi per questo farmaco, sono passati dal 20% al 60% “questo trattamento ha inciso sul nostro bilancio, abbiamo dovuto prendere i soldi da un’altra parte, dal servizio delle ambulanze per esempio e abbiamo ridotto il personale sanitario.”
Ma questi farmaci ci aiuteranno a risparmiare risorse costi sanitari in futuro perché le persone che li prendono saranno più sane: “sarà così, ma il problema è che io devo pagare quest’anno e non ce li abbiamo i soldi, bisogna assolutamente capire come usare questi nuovi farmaci contro l’obesità, li devono prendere veramente tutti o per alcuni possiamo usare altri trattamenti. Così si rischia che saltino i conti della sanità pubblica.”

I medici di base possono prescrivere il farmaco per l’obesità in base all’indice di massa corporea: siccome è un indice che copre buona parte della popolazione danese, sono stati sommersi di richieste, anche da persone sane.

Non c’è tempo per seguire i pazienti cronici, raccontano i medici a Presadiretta, il medico è entrato nel mercato troppo in fretta, non si conoscono gli effetti a lungo termine, non sanno a chi darlo e a chi no, mancano le linee guida.

Ma l’indice di massa corporea è indicativo per capire a chi somministrare il farmaco? Secondo il dottor Sorensen non è così, dipende da dove si trova il grasso, per capire se si malato o meno.

Dovremmo limitare il farmaco solo alle situazioni cliniche accertate, non conosciamo gli effetti tra qualche anno, servirebbero altri studi su persone malate e anche persone leggermente sovrappeso.

Il farmaco danese è venduto in America, il paese dove l’obesità è già una drammatica epidemia: Abraham ha portato la sua testimonianza di ex obeso a Presadiretta, ha 38 anni e un anno ha perso più della metà del suo peso, circa 128 kg, cambiando abitudini alimentari.

Il suo medico un giorno gli ha prescritto un farmaco per l’obesità, che si inietta nella pelle e che gli ha fatto perdere chili e fame. Ora si sente un uomo nuovo, non si vergogna più della sua forma.

Il numero di persone sovrappeso sta crescendo in America, l’obesità uccide più delle armi, per malattie come il cancro, come il diabete.

Queste medicine rivoluzionarie che stanno cambiando l’approccio all’obesità sono dunque molto richieste: nel 2022 FDA ha autorizzato il farmaco danese, poi è stato autorizzato il farmaco della Ely Lilly.

Sono farmaci che possono ridurre l’obesità e tutte le malattie correlate, ma costano molto: le assicurazioni andrebbero in bancarotta se dovessero coprirle.

Sono 1100 dollari al mese, ma non tutti se lo possono permettere, ci sono persone che si sono indebitate per comprarsi il farmaco (e per non riprendere il peso).

Gli obesi combattono una battaglia contro lo stigma e contro lo stimolo della fame, non basta mangiare meglio.

C’è un gene nel nostro organismo che regola il nostro appetito nell’ipotalamo: l’obesità ha una componente genetica nel 70-80% dei casi, non dipende solo da quello che mangiamo oggi, una volta mancava il cibo e le calorie per diventare obesi.
C’è però chi gioca sporco su questo impulso della fame, che è insito in noi. Lo racconta Abraham: p
rima della cura a colazione da Mc Donalds si prendeva due Mc Muphin con salsiccia e uova, due tortini di patate fritte, un frappè al caramello grande e anche due tortine di mele, poi andava a lavoro dove spesso qualcuno aveva portato le ciambelle e lì ne mangiava una o due, poi le patatine alla macchinetta, ovviamente assieme ad una bevanda gassata. Poi a pranzo un mega panino con un’altra bibita e magari altre patatine. Ma non è finita: “mentre va a casa che fai, non ti fermi per un altro spuntino? Così mi mangiavo un altro paio di hamburger prima di cena, poi cenavo e prima di andare a dormire mi mangiavo un gelato, non un gelatino, mi prendevo una bella ciotola e non mi importava di me stesso, mi importava solo di soddisfare quel desiderio perché in quel momento non volevo nient’altro anche se sapevo che dopo mi sarei sentito a pezzi. Eppure il giorno dopo lo rifacevo, uguale. Che vita.. Qual è la differenza tra un tossicodipendente e qualcuno che è dipendente dal cibo? Nessuna, è una dipendenza.”
La droga di Abraham negli Stati Uniti la puoi comprare per poco e dovunque, su ogni marciapiede, ad ogni angolo, in ogni supermercato, nei diner, nei fast food, si chiama junk food, cibo spazzatura.

A Bethesda, Presadiretta ha incontrato Kevin Hall, che ha raccontato dei prodotti ultra processati, la droga di Abraham: qui hanno fatto un esperimento su due gruppi di persone che mangiavano (a volontà loro) due tipi di diete, una con cibi ultraprocessati e un secondo gruppo che mangiava cibo più naturale, meno lavorato.

Il primo gruppo mangiando cibi ultra processati ha fatto ingrassare le persone: mangiavano più calorie del necessario.

Il 60% del fabbisogno calorico giornaliero di un adulto arriva proprio dagli alimenti ultraprocessati, per capire cosa c’è dentro questi prodotti i giornalisti di Presadiretta hanno fatto la spesa in uno di questi supermercati assieme a Jerold Mande, scienziato e nutrizionista ad Harvard, ha ricoperto incarichi di alto livello in materia di sicurezza alimentare e politica nutrizionale nelle amministrazioni Bush, Clinton e Obama.

Leggendo l’etichetta su una confezione di pane in cassetta si legge propionato di calcio, acido ascorbico, zuccheri, lecitina di soia, acido citrico, “non è pane, è una schiuma emulsionata industriale che viene venduta come pane” le aziende americane hanno inventato un nuovo pranzo, per vendere di più i loro prodotti alimentari e aumentare i profitti “io credo che abbiano intenzionalmente studiato degli alimenti iper-palatabili progettati per dare estasi, per essere irresistibili, per essere consumati in eccesso”.

Il dottor Mande continua: “Qui l’obesità è una forma di pandemia che sta colpendo tutti, persino i nostri bambini che ora sono diabetici. Non era mai successo, non era mai accaduto prima, e pochi giorni fa [rispetto alla data dell’intervista] hanno persino autorizzato nuovi farmaci anti obesità per i bambini dai 12 anni in su, parliamo di farmaci a vita, vuol dire che li dovrebbero prendere per 70 anni.. E’ folle, quindi nel nostro paese da una parte abbiamo un’industria alimentare che ci fa ammalare e dall’altra abbiamo un’industria farmaceutica che ci cura le malattie che invece avremmo dovuto prevenire attraverso i cibi più sani.”

Lo scienziato italiano Walter Longo ha lanciato un allarme: ci stanno imbottendo di calorie e dobbiamo prendere sempre più medicine. Longo è uno dei fautori della riduzione calorica: il sistema americano non ti rimborsa la riduzione della dieta ma solo il medico che ti prescrive un nuovo farmaco.

L’obesità in Italia

Anche in Italia abbiamo un problema con l’obesità: Presadiretta ha incontrati dei ragazzi già alle prese con questo problema, alcuni si sono rivolti alla chirurgia, la riduzione gastrica a cui ci si rivolge solo nei casi gravi, quando si è vicini al punto di non ritorno.

Al Bambin Gesù di Roma fanno questi interventi anche sui minori, qui arrivano pazienti da tutto il paese: ragazzi che alle spalle hanno problemi di alimentazione, di sovrappeso, problemi cardiaci e di respirazione.

Qui si operano bambini di 11 anni che pesavano più di cento kg: il 25% dei bambini è sovrappeso, assieme a Cipro e Spagna abbiamo la situazione più drammatica in Europa.

Esiste poi una differenza geografica: sono le regioni del sud quelle dove l’obesità ha maggior “peso”, per esempio in Campania.

Bambini che sono monitorati nell’ospedale di Torre del Greco: ma questo è l’unico centro per bambini obesi nella Asl di Napoli 3, troppo poco per l’ASL e per la Campania.

Come mai tanti bambini obesi in Campania? Sedentarietà e cattiva alimentazione: c’è una correlazione tra classi disagiate e obesità, perché i poveri ingrassano più dei ricchi.

Nelle zone più povere di Napoli dove mancano campi da calcio, dove manca il lavoro, le persone vivono in casermoni senza servizi, si fa fatica a trovare soldi per il cibo, figuriamoci fare attività sportiva.

Ci sono ragazzi che hanno difficoltà a muoversi, a camminare: sono ragazzi che vanno riprogrammati, per farli muovere, per farli fare sport.

Su questo stanno lavorando persone come Cesare Moreno: a Napoli lo conoscono tutti, pedagogista, educatore, maestro di scuola elementare dal 1983, quando ha deciso di abbandonare la carriera di fisico a Pisa per tornare nella sua città ed occuparsi degli ultimi: ha salvato migliaia di ragazzi dalla strada, dall’obesità, stanandoli strada per strada e casa per casa.

I ragazzi stanno chiusi in casa e ingrassano, a Presadiretta racconta del cibo che “riempie i vuoti affettivi che non vengono riempiti in altro modo”.

In una ex scuola a Ponticelli dedicata a Ciro Colonna, il ragazzo di 19 anni ucciso per errore nel 2016 dalla camorra sotto casa sua, i maestri di strada organizzano laboratori di musica, teatro, arte, pallacanestro.

In queste giornate capita – come racconta lo stesso Moreno – che i ragazzi si fossero dimenticati di mangiare, “perché stavano mangiando altre cose, molto più importanti, infatti noi parliamo di relazioni nutrienti”.

Secondo l’Oms i bambini con basso livello di reddito e di educazione hanno il doppio delle probabilità di diventare obesi con tutte le complicanze.

Presadiretta ha raccolto la testimonianza di Giuseppe: ha iniziato ad ingrassare a 11 anni, ingrassare è un disagio che inizi a farlo tuo – racconta alla trasmissione – ma alla fine la tua vita sociale è ridotta a zero. Lavori, poi torni a casa da solo e inizi a mangiare.

Si vive male coi chili in più: “non te ne rendi conto di quanto stai ingrassando, solo quando arrivi al punto che ci sono cose che non riesci a fare più”.

Chi è obeso ha delle disabilità nella vita quotidiana, hanno delle difficoltà a respirare, sono persone che poi tendono ad abbandonarsi a sé stesse, mangiano i cibi più semplici da procurarsi, quelli più calorici.

Per riportarli ad una vita “normale” devono essere curati nel fisico, per evitare che il grasso diventi fibrosi.

Il costo del sovrappeso nel nostro paese è responsabile del 9% del costo delle cure dei tumori e del 70% dei costi per il diabete, il costo di queste malattie è superiore alla crescita del PIL italiano.

Ma in Italia manca la cultura per affrontare questa malattia, sia dal punto di vista medico che sociale: chi non ha i soldi, rischia di diventare un malato cronico, chi ha i soldi invece può pagarsi i soldi per ridurre il peso.

La corsa al farmaco in America

Jill Kargman è una sceneggiatrice e scrittrice, nel suo libro più importante parla della vita delle mamme del suo quartiere, l’upper east side, il quartiere più ricco di Manhattan, un quartiere di bianchi, ricchi, alla moda e ora sempre più magri. Sempre più magri grazie a questi farmaci: “ora il gioco più in voga è indovinare chi prende il farmaco” racconta alla giornalista Elena Marzano “le persone vedono uno e scommettono ‘quello si fa la puntura’. Uno degli effetti è che se vado a mangiar fuori con gli amici o con i genitori della scuola dei miei figli, la gente ha tutta una serie di trucchetti per non mangiare come spezzettare il cibo o ordinare piatti in comune con la tavolata” perché con il farmaco gli è passata la fame.

Così questo quartiere si è organizzato per queste persone che prendono i farmaci e dunque sono sazi: locali che vendono bevande alla verdura, che offrono pietanze più piccole.
Tutto è nato attorno a Hollywoood: le star del cinema e della TV hanno pubblicizzato il farmaco per dimagrire, tanto che ora è partita una corsa per accaparrarselo. Chi assume questi farmaci deve poi ricorrere alla chirurgia plastica per ridurre gli effetti della perdita del peso, specie nel viso.

È nato anche un mercato parallelo di questi farmaci, senza indicazioni cliniche, senza prescrizioni mediche, sono nati ambulatori medici che li prescrivono senza problemi, basta pagare.

Sono 550 dollari al mese, come si è vista chiedere la giornalista di Presadiretta, la metà rispetto al prodotto originale danese o americano: sul mercato ci sono troppi prodotti, magari che non danno tutte le garanzie.

Il punto è che questi farmaci dovrebbero essere dati alle persone che veramente ne hanno bisogno: sono farmaci che andranno presi per tutta la vita, altrimenti il tuo corpo ritorna al suo peso massimo.

C’è poi il punto degli effetti collaterali: Presadiretta ha raccolto una testimonianza di una paziente che, dopo aver iniziato le iniezioni, ha avuto problemi di stipsi e diarree. Si è accorta di avere un problema allo stomaco, la gastroparesi, che la costringe a prendere insulina ogni giorno.

Sono effetti collaterali che dovevano essere riportati nelle avvertenze: la gastroparesi non ha una cura, ma i due colossi farmaceutici hanno ribattuto che questi effetti avversi sono ben indicati.

Ma che succede al nostro cervello se sopprimiamo lo stimolo della fame?

Il rischio di questi farmaci è sul cervello: la perdita di appetito può avere impatti sulla perdita di interesse, portare ad una depressione, far perdere la memoria.

Questi farmaci non sono una bacchetta magica: dovremo valutarne l’impatto nei prossimi anni.

Vale la pena prendere questo farmaco, off label, senza ricetta, solo per perdere pochi kg?

La guerra ai cibi spazzatura

L’Inghilterra ha dichiarato guerra ai cibi troppo calorici, con troppi zuccheri e grassi e alle bevande gassate.

Lo stato ha avuto il coraggio di attaccare le multinazionali del cibo: la BBC ha trasmesso in diretta una autopsia su un cadavere di una persona obesa, mostrando gli effetti del grasso sul nostro corpo, quelle non direttamente visibili. È stato un messaggio potente sulla salute pubblica: anche il Regno Unito è alle prese con l’obesità che colpisce due cittadini su tre, un costo per il sistema sanitario di 19 miliardi di sterline.

Così oggi su tram e metro sono sparite le pubblicità su dolciumi e bibite gassate, nei menù dei locali sono indicate bene le calorie.

La responsabile nutrizione del dipartimento dell’assistenza sociale ha combattuto la sua battaglia contro l’industria del cibo: i prodotti ricchi di zuccheri, come quelli di Kellog’s sono stati tolti dagli scaffali dei supermercati nei posti più visibili.

Ma sono battaglie, le multinazionali hanno un pil più alto di quello di uno stato e influenzano le scelte dei governi.

Jamie Oliver è uno chef che sta portando avanti queste battaglie: i giovani devono mangiare cibo sano, non cibo spazzatura, specialmente i bambini e i ragazzi.

La sua associazione, Bite Back, si sta battendo contro il cibo spazzatura, contro la pubblicità di questi cibi in televisione, per far sì che sia più facile mangiare cibo sano.

Servono leggi apposta, perché l’industria alimentare non starà a guardare: la sugar tax, la legge che colpisce le bibite gassate ha costretto le aziende a ridurre gli zuccheri nelle bibite, ma non ha ridotto i volumi delle vendite.

La critica alla tassa, che è una tassa contro i poveri, è stata smontata: i benefici in salute sono di gran lunga a vantaggio delle persone a basso reddito.

Sono misure che aumentano la consapevolezza delle persone su questo problema ed è questo quello che spaventa le industrie.

In Italia questa legge non passa perché il rapporto tra la politica e l’industria alimentare è complesso: in Italia la sugar tax ha avuto una opposizione bipartisan, è stata approvata nel 2019 ma la sua applicazione è sempre rimandata.

Le associazioni di categoria si difendono dicendo che questa legge avrebbe degli effetti sulla salute: le bevande sono poco consumate dai ragazzi, dicono.

Le associazioni si difendono usando le scuse che sono state smontate già in Inghilterra, queste tasse ridurrebbero i volumi, colpirebbero le fasce più povere, le aziende perderebbero dei profitti.. Ma non è vero, come si è visto in Inghilterra.

Ma la sugar tax è solo uno degli strumenti per combattere l’obesità – racconta l’OMS, per gli impatti che questa malattia potrebbe avere sul nostro futuro.

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