«L’accusa chiama a deporre Lillian Pentecost.»
L’aula fu sommersa da un’ondata di bisbigli rumorosi. Il giudice Harman, un uomo dal martelletto facile, per una volta lasciò correre. Non se la sentiva di biasimare i presenti. Erano rimasti seduti spalla contro spalla sulle scomode panche del tribunale per tre lunghi giorni, guardando il calendario passare da luglio 1946 ad agosto 1946 mentre arrancavano tra i noiosi meccanismi del sistema accusatorio.
Un intero circo come
scena del crimine, è questa l’ambientazione quanto meno inusuale
per il secondo romanzo di Stephen Spotswood (“Un indizio sulla
pelle”) con protagoniste la geniale detective Lilian Pentecost e
l’assistente Will Parker. A me che sono un amante del cinema in
bianco e nero, è subito venuto in mente il film del 1936 Il
terrore del circo dove il detective Charlie Chan (inventato
dallo scrittore Earl Derr Biggers) era ancora interpretato da Warner
Oland.
Non più un delitto dentro la stanza chiusa,
dunque, come nel precedente (e primo romanzo della serie) “La
fortuna aiuta il morto” ma in delitto avvenuto dentro quel
mondo magico e misterioso che è il circo, almeno in quegli anni dove
il secondo conflitto mondiale era appena finito: un mondo che la
giovane Will conosce molto bene, avendoci lavorato per diversi anni
dopo essere scappata di casa e da un destino che poteva essere
tragico.
Proprio dal proprietario di quella che un tempo era stata la sua casa, la sua nuova famiglia, il circo di Hart and Halloway’s, arriva un telegramma in cui Bob la informa della morte di Ruby Donner, la donna tatuata (“Un assurdo paesaggio di rose e giovani marinaie, cuori, sirene e galeoni dei pirati, oltre a un serpente verde smeraldo avviluppato attorno alla gamba sinistra”), trovata accoltellata in un vialetto interno della struttura.
A rendere ancora più drammatica la morte, la polizia ha arrestato, credendolo l’assassino di Ruby, il lanciatore di coltelli, Valentin Kalishenko, che era stato mentore di Will nella sua parentesi circense.
RUBY TROVATA ASSASSINATA. CIRCO ATTUALMENTE A STOPPARD, VIRGINIA. RICHIESTA ASSISTENZA PROFESSIONALE. BH
BH era Big Bob Halloway, proprietario e gestore dello Hart and Halloway’s Traveling Circus
Il telegramma
raggiunge Will (e la signora P, come ogni tanto la chiama) mentre si
sta chiudendo il processo contro un pompiere piromane, la cui
maschera di difesa viene fatta crollare da un trucco psicologico
messo in atto dalla signora Pentecost.
Le due donne si
precipitano in treno verso la cittadina di Stoppard in Virginia, dove
il circo di H&H aveva fatto tappa, per assistere l’amico
Valentin, “il russo”.
Su di lui la polizia
ha racconto una serie di indizi abbastanza schiaccianti anche se,
come spiega il “Big” Bob Halloway a Willy, in questa circolano
“parecchi mazzi truccati”: il coltello che ha ucciso Ruby era il
suo e con lei quella sera avevano litigato. A peggiorare le cose c’è
il fatto che il “russo” non si ricordi nulla di quella sera del
delitto, per essersi sbronzato.
Questa indagine è per Will, che
è la voce narrante di tutta la storia, come un viaggio nel passato:
qui una ragazzina malconcia ed esausta era stata accolta, aveva
lavorato un po’ con tutti, a fianco del mago, con l’esperto di
serpenti, aveva ballato un burlesque con vestito attillato. Big Bob,
come anche Valentin Kalishenko, avevano visto qualcosa in lei, quelle
doti che poi avrebbe imparato a mettere a frutto come assistente
della celebre detective Lilian Pentecost.
Con Ruby c’era stato
anche dell’altro però, qualcosa di molto imbarazzante per Will che
si era un po’ innamorata di quella ragazza “una ragazza in
technicolor in un mondo in bianco e nero”.
Tutto questo è un
motivo in più per scoprire il vero assassino e sconfessare la
sicurezza del capo della polizia, non lo deve solo a Ruby ma anche al
suo vecchio mentore.
Anche perché ci
sono dei particolari che non tornano in questa storia: Ruby era
scappata proprio da questa cittadina, Stoppard, tanti anni prima,
quando si capiva subito che quel mondo provinciale, bigotto, chiuso,
non faceva per lei. Non è un caso che sia stata uccisa poco dopo
essere tornata lì. Non solo, quella sera, raccontano i suoi
compagni, sembrava preoccupata, doveva dire a Bob qualcosa di
importante prima di essere accoltellata, che cosa? E chi era
quell’uomo con cui era stata vista parlare?
C’era un uomo misterioso che aveva conversato a lungo con Ruby meno di mezz’ora prima che venisse uccisa. Forse qualcuno del passato..
Chi poteva avercela con Ruby, all’interno del circo, dove nonostante le liti e le tensioni tra i membri, si è tutti una grande famiglia quando inizia lo spettacolo? Forse l’unico modo è seguire la regola della signora P.
Se dovessi attribuire un modus operandi a Lillian Pentecost, sarebbe proprio questo. Capisci la vittima e forse capirai le sue azioni. Se riesci a fare questo, potresti scoprire come si è imbattuta in un assassino.
Forse non tutti
stanno raccontando la verità alle due investigatrici, forse nemmeno
le persone del circo sono state sincere: c’è, nei loro racconti,
quelli di Mysterio, del fachiro, di Madame Fortuna.. un non detto,
come se stiano nascondendo qualcosa. Per proteggere la memoria di
Ruby o per altro?
Ma anche quel piccolo paese nasconde qualcosa
di oscuro dietro la facciata placida e tranquilla. A cominciare dalla
comunità pastorale, dedita a salvare l’anima delle persone, ma non
ben disposta a ricordare quella della povera Ruby, “anima perduta”
per la morale di quelle persone semplici.
Lui e Sorella Evelyn si scambiarono un’occhiata.
«Lei si era un po’... persa» disse la donna. «Prima ancora di andarsene.»«Persa?» «Con il Diavolo» spiegò, come fosse un’ovvietà.
O forse l’ex
fidanzato di Ruby ai tempi del liceo, Joe, che oggi è un poliziotto
in quella cittadina di campagna e con cui Will ha piccolo flirt
(violando le regole che ogni investigatore dovrebbe rispettare, mai
mischiare il lavoro col piacere).
O forse persino lo zio di
Ruby, che con l’eredità lasciata potrebbe risollevarsi dalla
miseria.
Chi ha ucciso la donna tatuata? Da chi devono guardarsi
le spalle Willie e Lilian?
In questo secondo
romanzo c’è l’indagine per omicidio che rimane al centro del
racconto, ma c’è anche un omaggio alla magia del circo, un
qualcosa che ha affascinato da piccolo Stephen Spotswood: un circo
che è come una famiglia, che non è come quella dove nasci e non
scegli, una famiglia con gioie e dolori.
E, in parallelo, l’io
narrante di tutta la storia, Willowjean Parker , ci renderà
partecipi del viaggio nel passato a cui è costretta, un viaggio in
cui viene messa di fronte ai suoi problemi caratteriali, quella
rabbia che si porta dentro e che deve imparare a gestire, prima di
farsi molto male.
Rimasi sdraiata a rigirarmi pensando alle parole di Frieda. Al fatto che la cosa che mi muoveva davvero era la rabbia, e rischiava di farmi fuori prima ancora di un proiettile..
Dietro la morte della povera Ruby si nasconde una storia ben più complessa, che parla di vecchi rancori, di vecchie ferite (non solo metaforiche) della guerra, di gente pericolosa che nell’America del maccartismo preoccupava poco l’FBI.
Un intrigo che solo la mente brillante di Lilian Pentecost riuscirà a sbrigliare, nonostante la fatica di dover condurre un’indagine così scomoda lontano dalla sua casa, nonostante quella malattia con cui è costretta a convivere, la sclerosi. Perché, come tutti i grandi detective (come per esempio Nero Wolfe, a cui non è difficile fare un accostamento), Lilian Pentecost è capace di leggere tutti i particolari della scena del crimine e delle persone:
«È tutto rilevante» dissi.
«Sì» rispose il mio capo. «Quando si tratta di capire le persone, sì.»
La scheda del libro sul sito di Mondadori e il racconto del libro da parte dell’autore.
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