18 giugno 2024

La ragazza di Gladio - la strage di Bologna, la manovalanza di destra, Gelli, P2 e i servizi


Dopo i capitoli dedicati agli arsenali di Gladio, la struttura occulta che doveva servire in ambito Nato in caso di invasione sovietica e che invece ha fatto da scudo alle trame nere della strategia della tensione, agli strani collezionisti di armi dentro i servizi, nelle formazioni di destra, il racconto di Paolo Biondani si occupa della strage di Peteano, coi morti dell'Arma e coi depistaggi della stessa arma (di ufficiali legati ai servizi).

Poi l'inchiesta sull'organizzazione Rosa dei Venti, seguita dal giudice Tamburino che portò all'incriminazione e al processo del colonnello Amos Spiazzi: nonostante l'ammissione di far parte di questa cellula con dentro civili e militari in funzione anticomunista, è stato assolto dai processi.

Come accadeva spesso in quegli anni di iper garantismo nei confronti degli esponenti di destra e dei loro protettori nello Stato.

Un capitolo  importante del libro è quello dedicato alla strage di Bologna il 2 agosto 1980: 85 morti e più di 200 feriti. 

L’attentato è stato eseguito da una banda armata di terroristi neofascisti, con la copertura dei vertici piduisti dei servizi segreti militari e del loro criminale burattinaio, Licio Gelli.

Ad ogni anniversario partono le campagne innocentiste da parte della nostra destra, oggi destra di governo: "Io a destra non c'ero" era il meme dei messaggi di esponenti di Fratelli d'Italia, il partito nato dal movimento sociale. 

Ma i NAR c'erano quel giorno a Bologna: lo dicono le carte dei processi, che Biondani riassume molto bene. 

C'erano i NAR Mambro e Fioravanti, c'erano anche i loro complici Ciavardini e Cavallini: in primo grado è stato condannato anche Paolo Bellini (l'infiltrato di Cosa Nostra, killer della ndrangheta, l'ispiratore degli attentati contro opere d'arte nella stagione stragistica della mafia del 1992), riconosciuto da un frame di un video.

Nonostante le schiere di negazionisti, da parte di questa destra, è provata la loro presenza a Bologna. Come sono provati i fondi che dall'Ambrosiano sono passati, per tramite di Gelli, ai Nar, che in quegli anni tra il 1979 e il 1980 compiono il salto, diventando terroristi anche per conto terzi.

Ci sono le prove, rimaste nel cassetto per anni, dei pagamenti di Gelli a Mambro e Fioravanti. Come è rimasto nel cassetto anche l'appunto "artiglio" un cui Gelli lanciava una vera e propria minaccia allo Stato.

Le fantomatiche piste internazionali sono una invenzione dei servizi (che si ritiene abbiano creato i Nar), di Gelli, di Federico Umberto D'Amato e del giornalista e senatore del Movimento Sociale Mario Tedeschi.

Erano solo depistaggi, come la bomba con l'esplosivo, uguale a quello usato nella stazione, fatta trovare dai servizi sul treno il il 13 gennaio 1981: per quel depistaggio furono condannati i vertici piduisti dei servizi e Gelli.

Ancora una volta, i servizi erano al corrente di quello che si stava preparando, del grande botto a Bologna: l'autore racconta di diversi dossier raccolti da varie fonti, che non furono comunicate alle autorità giudiziarie né prima né dopo.

.. come facevano, i piduisti del Sismi, a conoscere esattamente la miscela di composti della bomba del 2 agosto?

I periti dei magistrati di Bologna non avevano ancora comunicato ai magistrati quale miscela fosse quella della bomba di Bologna.

Come hanno fatto la P2 e i vertici del Sismi a sapere quale fosse il composto usato dai Nar per la bomba del 2 agosto?

Le istruttorie hanno stabilito che fu uno degli artificieri, un militare, a fare la soffiata a un dirigente del Sismi: il capo-centro di Firenze, colonnello Mannucci Benincasa. Proprio lui, l’ufficiale a cui fu sequestrato un arsenale clandestino..

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