Le parole di Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione delle vittime della strage fascista di Bologna portano dritto alle responsabilità politiche di questa destra che, non potendosi difendere nei fatti (avendo sempre difeso i Nar, sostenendo le piste alternative per Bologna, nonostante la loro infondatezza), attacca Bolognesi colpevole di voler strumentalizzare la storia di Bologna.
Eppure sulle responsabilità di questa destra non si scappa: leggetevi "La ragazza di Gladio" di Paolo Biondani, che mette assieme tutte le stragi nere, da Milano a Brescia (soprattutto), fino a Peteano e Bologna, 2 agosto 1980
In Italia non esiste il concetto di responsabilità politica. Assoluzione con qualsiasi motivazione (tanto le sentenze non le legge quasi nessuno) fa sempre linea con beatificazione.
Anche la responsabilità giudiziaria è relativa: le condanne si possono far dimenticare o comunque contestare a oltranza, come nel caso della strage di Bologna. La trama nera del terrorismo di destra diventa così una storia tutta sommata edificante, dove il dottor Maggi e pochi altri sono gli stragisti; l'onorevole Rauti é il capocorrente distratto, che non si accorge di avere i terroristi in sede, magari un po' convivente, ma non complice; Almirante è il grande leader, lo statista che espulso gli estremisti violenti. Ma a sparigliare il gioco delle mezze verità è ancora una volta l'istruttoria sulla strage di Peteano.
Nel processo per la strage di Peteano, Almirante fu rinviato a giudizio per favoreggiamento della latitanza di un terrorista Cicuttini, si salvò dopo un'iniziale condanna, solo grazie ad una amnistia.
La verità giudiziaria sulle stragi in Italia ricostruita in tutte le sentenze più importanti è la storia della corrente di un partito. Ordine nuovo nasce nei primi anni cinquanta come ala di estrema destra del movimento sociale Italiano.
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