Agosto, tempo di vacanze, tempo di
mare, di letture, di ozio, di riposo.
A farmi compagnia, Costantino: non il
tronista, ma l'imperatore guerriero, così come l'ha raccontato (con
grande forza ed efficacia) Simone Sarasso in “Invictus”:
Il vento chiesa di sale. E la luce d'alabastro delle finestre. L'Impero, là fuori, con il cuore in gola. È il tramonto. La fine di una vita intera. Costantino fissa la porpora gettata sul pavimento, la veste bianca che ha indosso, leggera come lo scirocco. Guarda le proprie mani. Mani che hanno stretto il mondo, ora buone a malapena per aggrapparsi alla sedia accanto al letto.
Vacilla. La testa ingombra di febbri e di pensieri. Si specchia negli occhi umidi di Eusebio.Il vescovo sbatte le palpebre e lo osserva come si ammira un prodigio. Come Cristo sceso in terra.Costantino non l'ha mai sopportato: quel piglio contrito, quelle manine da sarta, la continenza a mezza voce. E quell'insopportabile puzzo d'arianesimo che ancora si porta appresso.«Reggimi» gli comanda. «Non voglio morire prima d'aver visto un altro tramonto.»
E, visto che un libro da
solo non può bastare, un altro tuffo nel passato, più recente
questa volta: “La bella di Chiaravalle” (link
per ordinare su ibs) di Dario Crapanzano. Giallo milanese
ambientato nel 1952, dove il commissario Mario Arrigoni è alle prese
col cadavere di una bellissima ragazza, rinvenuto in una casa del
popolarissimo (allora) quartiere di Greco. Carolina, ex mondina, ora
dedita al mestiere più antico del mondo.
Buon riposo, per qualche settimana o buon lavoro per chi rimane.
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