Chi c'è dietro la società che sta realizzando il TAP, il gasdotto che dalla repubblica Azera, la democrazia al caviale governata dalla dinastia Aliyev, sbarcherà sulle coste pugliesi?
L'inchiesta de l'Espresso, in edicola domani, si occuperà del lato oscuro del TAP: il titolo è eloquente "Attenti al mafiodotto" (Biondani e Sisti).
Dedicati a quanti, nei confronti di chi protesta in difesa degli ulivi che stanno espiantando (per la Xylella, ma proprio dove ci sarà il gasdotto), hanno scritto che bisogna far rispettare la legalità..
Oggi esce una anticipazione:
Tap, mafia e soldi sporchi dietro il gasdottoNel contestato maxi-progetto per portare il gas dell'Azerbaijan in Puglia spuntano manager in affari con le cosche, oligarchi russi e casseforti offshore. L'inchiesta integrale sul'Espresso in edicola domenicaDI PAOLO BIONDANI E LEO SISTI Tap, mafia e soldi sporchi dietro il gasdottoAll'origine del super-gasdotto che minaccia di perforare le coste del Salento c’è una storia nera. Un intreccio di manager in affari con la mafia, valigie di contanti, oligarchi russi, affaristi italiani legati alla politica, casseforti anonime con la targa offshore. Gli scheletri nell'armadio del Tap.
Un'inchiesta de "l'Espresso" – in edicola da domenica – svela i retroscena del maxi-progetto partendo dagli interrogativi alla base delle proteste esplose in Puglia contro lo sradicamento dei primi 231 olivi: chi ha scelto l’attuale tracciato? Perché è un consorzio privato svizzero a gestire un'opera dichiarata strategica dalle autorità europee? E' davvero necessario far passare miliardi di metri cubi di gas tra spiagge meravigliose e oliveti secolari, anziché in zone già industrializzate?
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Mi raccomando, siate umani