Questa sera Report torna ad occuparsi dello scandalo di Calciopoli che nel 2006 colpì diverse squadre di calcio, tra cui la Juventus. Poi un servizio che tocca una famiglia importante non solo nel mondo dell’imprenditoria, gli Agnelli e un processo per l’eredità di cui poco si parla.
Nell’anteprima un servizio sul canone che incassa la Chiesa per ospitare sui campanili le antenne per la telefonia.
Il canone per i campanili
La scheda del servizio: SEGNALE DIVINO di Chiara De Luca
Collaborazione Marzia Amico
L’Italia è nota come il paese dei 1000 campanili. Per la loro altezza e la posizione centrale dagli anni 2000 sono stati scelti per l’installazione di antenne telefoniche. L’ente ecclesiastico incassa un canone dalle aziende di telecomunicazioni: questo comporterebbe l’uso del campanile per finalità commerciali e la perdita dell’esenzione fiscale dedicata agli immobili della chiesa destinati al culto. Come si sono comportate le diocesi italiane?
17 anni anni fa Calciopoli
17
anni fa l’inchiesta di Calciopoli che coinvolse la Juve e sconvolto
il mondo del calcio italiano: a distanza di tanti anni Report nel
servizio di Daniele Autieri mostrerà intercettazioni inedite,
documenti e testimonianze che non sono mai entrate nelle aule
giudiziarie.
“Chi salva il calcio italiano è la vittoria ai
mondiali” racconta
a Report Massimo Cellino presidente del Brescia “che in quel
merdaio più totale vinciamo il mondiale e risorgiamo come calcio..”.
Risorgiamo
dallo scandalo che aveva al centro Luciano Moggi, l’uomo ovunque –
come lo definisce l’ex designatore degli arbitri Paolo Bergamo, “ma
non l’avevamo deciso noi, Moggi era Moggi, era quello che dava
timore”, perché se sbagliavi in favore della Juve andavi in serie
A, se sbagliavi contro la Juve andavi in serie B, sono le parole di
un ex arbitro Danilo Nucini.
Un timore che emerge anche da una
intercettazione in cui parlano Franco Carraro e Paolo Bergamo: “chi
c’è lì a Juventus ..” “Rodomonti”, “mi raccomando che non
aiuti la Juventus per carità di Dio” si sente dire da Carraro, ex
presidente della Federcalcio dal 2001 al 2006 che, ad anni di
distanza ammette di aver una sola intercettazione dove parla a favore
di una squadra, la Lazio.
Tante squadre erano coinvolte in
questo andazzo, andare a condizionare gli arbitri per favorire un
club oppure un altro: “era un momento di terrore nel calcio, me lo
ricordo” spiega oggi Cellino “però almeno sapevi che è il tuo
nemico, sapevi da che parte stare, o coi buoni o coi
cattivi”..
Quello che indicavano come il cattivo numero uno
era Moggi il potente direttore sportivo della Juve, l’uomo dalle
mille relazioni, politici, industriali, poliziotti, finanzieri,
uomini dei servizi, l’anima nera del calcio italiano.
Moggi
ha consegnato a Report (e ad Andrea Agnelli) una chiavetta: io qui ho
portato le voci di chi, nella sostanza, è intercettato con quello
che dice.. di 170mila intercettazioni solo 25 sono finite a processo,
quelle che riguardavano la Juventus: tra
queste una tra l’ex designatore degli arbitri Paolo Bergamo e
l’arbitro De Santis dopo Juve Inter del 2005
Mamma
mia..
Comunque l’importante è che questa sia andata bene
senno sai che casino succedeva
Eh Massimo, tu te ne esci con
quello .. quello col campionato no d’oro.. tipo eh
Cosa
intendeva dire Paolo Bergamo? A Report spiega che era soddisfatto che
fosse andato tutto bene, che nessuno potesse attaccarli. Alla fine,
chi ha pagato per questo scandalo:
come
racconta l’anticipazione
“l'unico
arbitro condannato è Massimo De Santis ma la pena è sospesa dalla
Cassazione. Sospesi per pochi mesi Claudio Lotito, Adriano Galliani,
Diego e Andrea Della Valle. Moggi e l’ad della Juve Giraudo sono
radiati dal calcio ”.
Alla
fine la Juve viene penalizzata finendo retrocessa in serie B mentre a
Fiorentina, Milan, Lazio, Reggina e Arezzo vengono dati punti di
penalità.
La scheda del servizio: C’ERA UNA VOLTA CALCIOPOLI di Daniele Autieri
Collaborazione Federico Marconi
Cosa c’è dentro la pennetta USB che Luciano Moggi ha consegnato nelle mani di Andrea Agnelli durante l’Assemblea degli azionisti della Juventus del gennaio scorso? Report ha ottenuto il contenuto di quella pennetta, il totale delle 170mila intercettazioni, molte rimaste inedite, registrate durante l’inchiesta “offside”, che 17 anni fa diede vita allo scandalo di Calciopoli. Tutti gli arbitri coinvolti, tranne uno, sono stati assolti, così come la quasi totalità dei dirigenti sportivi rinviati a giudizio. Per quelli non assolti, come Luciano Moggi, il potente direttore sportivo della Juventus condannato in appello per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, è intervenuta la prescrizione. Per la prima volta Report raccoglie le testimonianze e le rivelazioni dei protagonisti di quella vicenda: lo stesso Moggi, l’allora presidente della Federcalcio Franco Carraro, il designatore degli arbitri Paolo Bergamo, l’allora presidente della Lega Calcio Massimo Cellino, l’allenatore della Nazionale Campione del Mondo Marcello Lippi. Interviste che ricostruiscono un quadro del tutto inedito su quali furono le forze che si misero in moto per scardinare quel sistema di potere, accompagnate ad atti giudiziari ancora inediti che offrono la prova delle attività di spionaggio condotte da altri club nei confronti dei dirigenti della Juventus, oltre che di alcuni arbitri. Alle spalle una battaglia di potere tra i grandi padroni del calcio, da Silvio Berlusconi a Massimo Moratti, dalla famiglia Agnelli a Franco Sensi, dai fratelli Della Valle alle banche che avevano messo un piede nel calcio italiano.
L’eredità
degli Agnelli
Lingotti
d’oro, opere d’arte, conti miliardari celati in paradisi fiscali:
dov’è finito il tesoro di Gianni Agnelli, chi è riuscito ad
entrarne in possesso: il sedi Srvizio di Manuele Bonaccorsi cercherà
di svelare i segreti del tesoro della famiglia più importante
d’Italia.
Villar Perosa è un comune di 4000 abitanti alle
pendici delle Alpi, in cima al paese c’è la villa dove hanno
vissuto Gianni Agnelli e la moglie Marella, ancora oggi a vent’anni
dalla morte la comunità vive nel ricordo dell’avvocato, venerato
come una istituzione.
La sala consiliare è dedicata
all’avvocato Giovanni Agnelli – racconta a Report il sindaco
della cittadina – visto che lui ha ricoperto la carica di sindaco
per tanti anni: nella sala, al posto del presidente della Repubblica
due ritratti, dell’avvocato e del nonno ma, rassicura il sindaco, è
perché hanno fatto il restauro da poco e “quindi bisogna ancora
metterlo”.
“La famiglia Agnelli per Villar Perosa è stato
un punto di riferimento ma anche delle personalità che hanno portato
ricchezza” – prosegue il sindaco.
Come un feudatario? “Il
termine feudatario non mi piace, è una persona che ci teneva al
territorio”.
Nella
valle del Pinerolo risiedeva il capostipite della dinastia, il
senatore Giovanni, colui che nel 1900 fondò la Fiat, a Villar Perosa
aveva costruito un grande stabilimento che produceva cuscinetti a
sfera: qui vent’anni fa c’erano ventimila persone, operai, adesso
ce ne sono mille.
Il sindaco ha portato le telecamere di Report
di fronte alla chiesa di San Pietro, un gioiello barocco con degli
affreschi fantastici: questa chiesa si trova dietro la villa degli
Agnelli e al cimitero dove è stata seppellita Marella Agnelli, nella
cappella di famiglia.
Dal 1953 Marella Caracciolo è stata
moglie di Giovanni Agnelli, era di origine nobile, poteva fregiarsi
del titolo di principessa, la sua villa era una residenza da re.
I
suoi averi sono stati suddivisi ai tre nipoti John, Lapo e Ginevra:
su questa
eredità e sul testamento di Marella Agnelli è in corso a Torino in
processo che non è solo una questione privata della famiglia, ma
riguarda anche le casse dello stato italiano.
La scheda del servizio: L'EREDITIERA SVIZZERA di Manuele Bonaccorsi e Federico Marconi
collaborazione Madi Ferrucci
A Torino è in corso il processo che potrebbe cambiare le sorti di una delle famiglie più importanti del capitalismo europeo: gli Agnelli. La contesa è sul testamento della principessa Marella Caracciolo, moglie dell'Avvocato Gianni Agnelli. Davanti ai giudici sono contrapposti la figlia di Gianni e Marella, Margherita, contro i figli Ginevra, Lapo e John Elkann. Margherita Agnelli sostiene che i testamenti svizzeri siano falsi e che il patto successorio da lei firmato a Ginevra nel 2004, con cui accettava 1,2 miliardi di euro di patrimonio paterno rinunciando all'eredità della madre, sia da invalidare. Il motivo: la residenza in Svizzera della madre era fittizia. Non è solo una questione di soldi. In ballo ci sono le quote della Dicembre, la holding della Famiglia Agnelli, che controlla Exor, Stellantis, Ferrari, Iveco, Cnh, la Juventus, i quotidiani Repubblica e La Stampa: un patrimonio di 25,5 miliardi di euro e i destini di migliaia di lavoratori. Quella davanti ai giudici di Torino non è però solo una vicenda privata: nelle casse dello Stato potrebbero rientrare decine di milioni di euro di imposte non pagate. Attraverso interviste esclusive e documenti inediti, Report è in grado di ricostruire la storia del patrimonio, della residenza e del testamento svizzero della principessa Caracciolo.
Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.
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