Come mai lo stragismo in Italia è durato così tanti anni? Come mai è stato così difficile per i magistrati arrivare ad accertare le responsabilità materiale e individuare i colpevoli (esponenti dell'arcipelago nero contiguo spesso al Movimento Sociale, il partito dell'ordine)?
Perché i gruppi neofascisti, Ordine Nuovo (movimento nato dal MSI nel 1956), Ordine Nero, Avanguardia Nazionale, Nar non agivano isolati, erano aiutati economicamente e militarmente da corpi dello stato. E protetti da pezzi delle istituzioni: si parla spesso di servizi deviati, ma ad essere deviato dall'obbligo di fedeltà alla Costituzione era un intero pezzo dello Stato. Che usò i fascisti per condizionare la vita politica di questo paese, bloccando le richieste di riforme progressiste che arrivavano dal paese, con l'onda lunga del 1968.
Questa è verità storica e processuale: i servizi sapevano di cosa stavano organizzando i fascisti di Ordine Nuovo nel 1974: avevano informatori nei movimenti di destra, ricevevano delle veline. Ma non hanno avvisato i magistrati né le forze dell'ordine, né prima della strage né dopo.
Il terrorismo esiste un molte parti del mondo ed è contro la democrazia, la società civile, contro lo stato di diritto e i suoi rappresentanti. Tra gli anni Sessanta e Ottanta i magistrati che indagano sulle stragi nere, da Milano a Venezia, da Firenze a Bologna, scoprono questa verità inconfessabile: il terrorismo di destra in Italia è dentro lo Stato. Ci sono ufficiali dei servizi segreti, militari e politici che stanno dalla parte dei terroristi, lavorano contro la giustizia per deviarla e fermarla.
Per lungo tempo la bomba in Piazza della Loggia sembrava un'eccezione: nei primi dieci anni di istruttorie non si vedono tracce di servizi deviati. A scovarle per la prima volta, nel 1985, sono i giudici di Bologna che indagano sulla strage dell’Italicus.
La scoperta è clamorosa, anche se resta per anni incompleta, monca. A Roma, nella sede centrale dei servizi segreti militari - chiamati prima Sifar, poi Sid, quindi Sismi, oggi Aise: ogni cambio di nome è l'effetto della scoperta di scandali criminali di straordinaria gravità, con conseguente grande riforma, prima di tutto lessicale - vengono sequestrate delle copie di informative anonime, mai trasmesse alla magistratura. In gergo si chiamano «veline».
Sono carte che scottano: contengono notizie dettagliatissime su un piano di rinascita clandestina di Ordine Nuovo, come organizzazione stragista conclamata.
Sono state raccolte dai servizi segreti tra il 1973 e il 1974, nei mesi cruciali della strage di Brescia. L’informatore è un neofascista, che da mesi è a libro paga del Sid. Il suo nome in codice è Tritone. Una fonte interna del terrorismo nero, di spessore straordinario: è in grado di preannunciare gli attentati in tempo reale e poi di riferire i commenti degli autori. E' dentro il nucleo stragista. E racconta in diretta ai servizi quello che viene a sapere.
Il 25 maggio 1974 la fonte Tritone partecipa all’incontro più nefasto: il vertice in cui viene pianificata la strage di Brescia. Ne parla con il suo referente nel Sid.
Ma nessun ufficiale lancia l'allarme. I magistrati e la polizia giudiziaria non ne vengono informati. Né allora, né dopo la strage. Le veline, anzi, vengono bruciate.
Tritone era un neofascista attivo in Veneto, reclutato dal centro SID di Padova, dove «intorno al 1984-85», in coincidenza con una nuova serie di indagini sui servizi, arriva l'ordine di «distruggere tutti gli archivi con il fuoco» [..] un ordine assurdo impartito direttamente dall'allora comandante del Sismi, cioè dal numero uno in carica dei servizi segreti militari. [La ragazza di Gladio di Paolo Biondani ]
Altri articoli sul libro:
- La ragazza di Gladio - come mai le stragi nere in Italia (link)
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