Come si fa a sfilare il 25 aprile, per la festa della liberazione, e poi candidarsi in una lista assieme alla Fiamma Tricolore?
Problemi di coscienza per la candidata Moratti? Semplice, allora, basta non usarla la coscienza.
E noi qui a chiederci se sia giusto o sbagliato prendere a fischi chi manifesta SOLO per interessi politici.
Come scenderà in campo alla festa del 1 maggio? Col manganello?
E voi cosa fate qui in piazza: andate a lavorare!!
Technorati: Letizia Moratti
Nessuno io mi chiamo; nessuno è il nome che mi danno il padre e la madre e inoltre tutti gli amici
30 aprile 2006
29 aprile 2006
La vampa d'agosto di Andrea Camilleri
Un Montalbano solo, alle prese con la calda vampa d'agosto che ottenebra e infiacchisce i sensi. E con un caso particolarmente difficile perchè vittima è una giovane ragazza uccisa e forse violentata. Trovata morta dal commissario dentro un piano nascosto di un villino abusivo, metafora di un mondo che ha sempre una metà oscura e nascosta.
Un'appiccicosa ragnatela di connessioni criminali invischia il villino: "parentele perigliose, collusioni tra mafia e politica, tra mafia e imprenditoria, tra politica e banche, tra banche riciclaggio e usura".
Collusioni contro le quali sembra che nulla si possa fare, se non spaccarsi la testa come un Don Chisciotte contro i mulini a vento.
Temporaneamente abbandonato dalla fidanzata Livia, Montalbano si troverà a dover fare i conti con la sua coscienza e con la vecchiaia che lo indebolisce, non solo nel fisico (che anzi!), ma nella forza morale.
Fino al colpo di scena finale, dove si troverà solo e tradito:
«Natava e chiangiva. Per la raggia, per l’umiliazione, per la vrigogna, per la sdillusione, per l’orgoglio ferito […]
Tutto un tiatro, tutta una finzione.
E lui, vecchio, alluciato dalla billizza e perso darrè a quella giovintù che l’imbriacava, c’era caduto, a cinquantacinco anni sonati, come un picciliddro.
Natava e chiangiva».
Al centro del giallo un commissario Montalbano sempre più malinconico e preda dei pensieri di vecchiaia. Un personaggio che Camilleri ha deciso di far invecchiare piano piano, come un cavaliere solitario (in questa romanzo compaiono a fianco del commissario solo gli immancabili Fazio e Catarella). Un giallo che parte con il solito ritmo dei romanzi di Camilleri, per incupirsi, man man che si arriva al finale a cui, come dice Salvatore Nigro nella copertina, il lettore vorrebbe forse non arrivare mai.
Un giallo che ti spiazza, che ti lascia una sensazione di vuoto: parte come un romanzo, con un'indagine sul mondo che sta fuori, per diventare un'indagine sul mondo che ci sta dentro.E le atmosfere del libro, diventano man mano più torbide. Come per la vampa del sole, anche a chi legge sembra che manchi il
fiato e l'aria da respirare. Sembra di sprofondare verso un abisso sconosciuto. E la paura di Montalbano di scoprire il vero volto di se stesso, diventa la paura del lettore nell'arrivare al finale.
Se dovessi paragonarlo ad un film, direi Hitchcock "La donna che visse due volte".
I link su bol, ibs. Il libro sul sito di vigata
Technorati: Andrea Camilleri
Un'appiccicosa ragnatela di connessioni criminali invischia il villino: "parentele perigliose, collusioni tra mafia e politica, tra mafia e imprenditoria, tra politica e banche, tra banche riciclaggio e usura".
Collusioni contro le quali sembra che nulla si possa fare, se non spaccarsi la testa come un Don Chisciotte contro i mulini a vento.
Temporaneamente abbandonato dalla fidanzata Livia, Montalbano si troverà a dover fare i conti con la sua coscienza e con la vecchiaia che lo indebolisce, non solo nel fisico (che anzi!), ma nella forza morale.
Fino al colpo di scena finale, dove si troverà solo e tradito:
«Natava e chiangiva. Per la raggia, per l’umiliazione, per la vrigogna, per la sdillusione, per l’orgoglio ferito […]
Tutto un tiatro, tutta una finzione.
E lui, vecchio, alluciato dalla billizza e perso darrè a quella giovintù che l’imbriacava, c’era caduto, a cinquantacinco anni sonati, come un picciliddro.
Natava e chiangiva».
Al centro del giallo un commissario Montalbano sempre più malinconico e preda dei pensieri di vecchiaia. Un personaggio che Camilleri ha deciso di far invecchiare piano piano, come un cavaliere solitario (in questa romanzo compaiono a fianco del commissario solo gli immancabili Fazio e Catarella). Un giallo che parte con il solito ritmo dei romanzi di Camilleri, per incupirsi, man man che si arriva al finale a cui, come dice Salvatore Nigro nella copertina, il lettore vorrebbe forse non arrivare mai.
Un giallo che ti spiazza, che ti lascia una sensazione di vuoto: parte come un romanzo, con un'indagine sul mondo che sta fuori, per diventare un'indagine sul mondo che ci sta dentro.E le atmosfere del libro, diventano man mano più torbide. Come per la vampa del sole, anche a chi legge sembra che manchi il
fiato e l'aria da respirare. Sembra di sprofondare verso un abisso sconosciuto. E la paura di Montalbano di scoprire il vero volto di se stesso, diventa la paura del lettore nell'arrivare al finale.
Se dovessi paragonarlo ad un film, direi Hitchcock "La donna che visse due volte".
I link su bol, ibs. Il libro sul sito di vigata
Technorati: Andrea Camilleri
Roma lontano da Locri
Mentre a Roma un prescritto per mafia potrebbe essere eletto al Senato, a Locri (in occasione del 1 maggio) si sfilerà contro la mafia.
Mai come in questo momento, la politica è distante dalle persone.
Technorati: mafia, Giulio Andreotti, 1 maggio
Mai come in questo momento, la politica è distante dalle persone.
Technorati: mafia, Giulio Andreotti, 1 maggio
L'impero di Benetton
In Italia non esiste solo su Berlusconi e il suo impero o su De Benedetti.
Ma esiste anche l'impero dei Benetton, con i suoi paradisi fiscali, i suoi illeciti, i comportamenti poco etici nei confronti dei lavoratori.
Su disinformazione.it
Technorati: Benetton
Ma esiste anche l'impero dei Benetton, con i suoi paradisi fiscali, i suoi illeciti, i comportamenti poco etici nei confronti dei lavoratori.
Su disinformazione.it
Technorati: Benetton
Fino a quando vorrete giocare al Senato?
Ci si aspettava dalle persone del Senato un atteggiamento più responsabile e adulto.
Invece, nulla. Hanno voglia di giocare, babbiare. E di prenderci in giro.
Ieri le schede con Francesco anzichè Franco: forse un fesso qualunque sbaglierebbe il nome di un candidato. Un senatore no.
E allora viene da pensare a dei giochi torbidi, all'interno della maggioranza. Tu dai una cosa a me, io do una cosa a te.
La politica fatta con i pizzini in mano. Ma Provenzano faceva politica con i pizzini. Cos'è stata, l'influenza di belzebù?
Fino a quando volete giocare? Si critica la piazza della sinistra per gli insulti e i fischi alla Moratti, e poi dobbiamo assistere a questo schifo?
Ma mille volte meglio i fischi della piazza, della gente. Almeno sono più onesti.
Un ringraziamento a parte per la CdL, che ha invece voluto giocare alla Camera, votando D'Alema. Da voi me lo sarei aspetato.
Invece, nulla. Hanno voglia di giocare, babbiare. E di prenderci in giro.
Ieri le schede con Francesco anzichè Franco: forse un fesso qualunque sbaglierebbe il nome di un candidato. Un senatore no.
E allora viene da pensare a dei giochi torbidi, all'interno della maggioranza. Tu dai una cosa a me, io do una cosa a te.
La politica fatta con i pizzini in mano. Ma Provenzano faceva politica con i pizzini. Cos'è stata, l'influenza di belzebù?
Fino a quando volete giocare? Si critica la piazza della sinistra per gli insulti e i fischi alla Moratti, e poi dobbiamo assistere a questo schifo?
Ma mille volte meglio i fischi della piazza, della gente. Almeno sono più onesti.
Un ringraziamento a parte per la CdL, che ha invece voluto giocare alla Camera, votando D'Alema. Da voi me lo sarei aspetato.
28 aprile 2006
E anche la Lega voterà Andreotti
Votazione del presidente del Senato.
Il secondo scrutinio è in programma alle 16,30. Decisivo il comportamento della Lega. «Sento Bossi e poi decidiamo» avveva risposto Roberto Calderoli ai cronisti.
Eccoli lì: quando il padrone chiama, non c'è Roma ladrona che tenga.
Tutti a turarsi il naso, a destra come a sinistra.
Il secondo scrutinio è in programma alle 16,30. Decisivo il comportamento della Lega. «Sento Bossi e poi decidiamo» avveva risposto Roberto Calderoli ai cronisti.
Eccoli lì: quando il padrone chiama, non c'è Roma ladrona che tenga.
Tutti a turarsi il naso, a destra come a sinistra.
Il rispetto dei morti
Partiamo dall'attentato a Nassiriya per parlare del rispetto delle morti.
Se i soldati uccisi, e le loro famiglie, meritano la nostra solidarietà, mi chiedo perchè lo stesso non debba valere per tutte le morti.
I soldati erano in Iraq, per ristabilire la pace, ma in realtà a combattere una nuova forma di guerriglia, che colpisce a volto coperto e che si annida tra le pieghe di una società civile, quella iraqena, che si aspettava la democrazia dopo il terrore.
E invece si è trovata senza acqua, elettricità. Stretta nella morsa della guerriglia, dei terroristi, di al Qaeda ...
Ma Ciardelli, Lattanzio e de Trizio erano soldati.
Ricordiamoli e rispettiamoli, va bene: ma chiediamoci anche se abbiamo fatto tutto per proteggerli.
Gli abbiamo dato tutto l'equipaggiamento necessario? Li abbiamo messi in condizione di poter operare in condizioni di sicurezza?
Chiediamoci cosa fare adesso far cessare la guerra civile.
E parlare di ritito immediato non mi sembra una buona soluzione.
Ma andiamo avanti: quanti ci siamo indignati alla notizia, che sarà passata sottovoce, dell'ultima morte bianca?
Che reazione abbiamo avuto dopo aver appreso del numero dei morti sulle strade nell'ultimo ponte?
Indifferenza. Invece io chiedo il rispetto di tutti i morti.
Perchè chi cade da un'impalcatura senza protezione sta lavorando, non combattendo una guerra.
Chi guida su un'autostrada sta andando in vacanza. Non ad uno scontro a fuoco.
Technorati: attentato Nassiriya, morti bianche, morti strada
Se i soldati uccisi, e le loro famiglie, meritano la nostra solidarietà, mi chiedo perchè lo stesso non debba valere per tutte le morti.
I soldati erano in Iraq, per ristabilire la pace, ma in realtà a combattere una nuova forma di guerriglia, che colpisce a volto coperto e che si annida tra le pieghe di una società civile, quella iraqena, che si aspettava la democrazia dopo il terrore.
E invece si è trovata senza acqua, elettricità. Stretta nella morsa della guerriglia, dei terroristi, di al Qaeda ...
Ma Ciardelli, Lattanzio e de Trizio erano soldati.
Ricordiamoli e rispettiamoli, va bene: ma chiediamoci anche se abbiamo fatto tutto per proteggerli.
Gli abbiamo dato tutto l'equipaggiamento necessario? Li abbiamo messi in condizione di poter operare in condizioni di sicurezza?
Chiediamoci cosa fare adesso far cessare la guerra civile.
E parlare di ritito immediato non mi sembra una buona soluzione.
Ma andiamo avanti: quanti ci siamo indignati alla notizia, che sarà passata sottovoce, dell'ultima morte bianca?
Che reazione abbiamo avuto dopo aver appreso del numero dei morti sulle strade nell'ultimo ponte?
Indifferenza. Invece io chiedo il rispetto di tutti i morti.
Perchè chi cade da un'impalcatura senza protezione sta lavorando, non combattendo una guerra.
Chi guida su un'autostrada sta andando in vacanza. Non ad uno scontro a fuoco.
Technorati: attentato Nassiriya, morti bianche, morti strada
Le prime volte della Letizia
Dopo i fischi alla sfilata del 25 aprile, ora andrà a caccia anche di quelli della manifestazione del 1 maggio.
Ha capito che più la fischano, più si fa pubblicità.
E a furia di strumentalizzare ogni pernacchia, pirito e friscate (per dirla alla Camilleri), potrebbe anche essere eletta sindaco.
Forza ragazzi: al 1 maggio, andiamo anche noi a prende a pernacchie in faccia Ferrante!
P.S.: ovvio, ma ci tengo a dirlo lo stesso, che anche per questo 1 maggio è la sua prima volta.
Ma la Moratti non starà mica diventando comunista?
Technorati: Letizia Moratti
Ha capito che più la fischano, più si fa pubblicità.
E a furia di strumentalizzare ogni pernacchia, pirito e friscate (per dirla alla Camilleri), potrebbe anche essere eletta sindaco.
Forza ragazzi: al 1 maggio, andiamo anche noi a prende a pernacchie in faccia Ferrante!
P.S.: ovvio, ma ci tengo a dirlo lo stesso, che anche per questo 1 maggio è la sua prima volta.
Ma la Moratti non starà mica diventando comunista?
Technorati: Letizia Moratti
27 aprile 2006
Il passato davanti a noi, il film
Dal libro al film, con regia di Ozpetek:
"Ferzan Ozpetek sta lavorando a un film che ride e piange sull'Italia di oggi, perche' non e' piu' - dice - quella vitale di quando arrivo' a Roma, negli anni '70, con la gente che voleva essere protagonista e reclamava il diritto a far sentire la propria voce"
Technorati: Bruno Arpaia, Ferzan Ozpetek
"Ferzan Ozpetek sta lavorando a un film che ride e piange sull'Italia di oggi, perche' non e' piu' - dice - quella vitale di quando arrivo' a Roma, negli anni '70, con la gente che voleva essere protagonista e reclamava il diritto a far sentire la propria voce"
Technorati: Bruno Arpaia, Ferzan Ozpetek
Dissero di lui
Era l'anno 1993: Caselli diventava procuratore a Palermo, e il 27 marzo chiese l'autorizzazione a procedere contro Giulio Andreotti per mafia.
Leggiamo le dichiarazioni dell'epoca:
Franco Marini "Le accuse della Procura di Palermo - dichiarava Marini il 16 aprile 1993 - son incredibili. La gente è sconvolta, no all'autorizzazione a procedere".
Al lido di Venezia, al consiglio federale della Lega Nord, andarono a ruba le magliette con Andreotti, Craxi, De Michelis in fuga, inseguiti da un drago leghista con lo spadone.
Gianfranco Fini, 27 marzo 1993, commizio di Verona "L'avviso di garanzia ad Andreotti per mafia - tuonò - è la fine del regime"
"Ormai mi sento a disagio a frequentare questo parlamento: chiederò ai gruppi missini di non partecipare più ai lavori della Camera e del Senato"
Citando anche Alfredo Vito, mister 100000 preferenze, indagato a Napoli, definì "di una gravità inaudita il tentativo di questi personaggi di sottrarsi alle indagini, ora che non possono più condizionare la magistratura. Bisogna fare piazza pulita a Roma. Chiediamo verità su tutto, a cominciare dalle stragi."
Oggi Fini & C. si prestano a votare Andreotti, insieme ai neoeletti Cirino Pomicino (Nuova DC) e Vito (FI)
Altero Matteoli, membro 12 anni fa della commissione antimafia di Violante "Il sistema non ha più difese: perfino Andreotti, passatto indenne da una miriade di scandali compreso quello di Sindona, è indagato per mafia".
Marcello Pera definiva Andreotti "un presidente del Consiglio dell'era Gromyko", emblema del trasformismo, del "vino vecchio in otri vecchi". "Basta con i traffici e l'impunità dei vecchi marpioni della vecchia DC abituati nell'arte sopraffina del riciclaggio". (16-4-92)
Giorgio La Malfa, da La Voce Repubblicana difendeva i giudici e i pentiti, denunciando i rapporti tra Andreotti, la mafia e Sindona (combattuti dal padre Ugo). Qualcuno l'ha sentito oggi?
Ferdinando Adornato, 12 anni fa tuonava "Non siamo disposti a fare alleanze con chi applaude Andreotti al meeting di Rimini!" (8-9-93). Ora sta in Forza Italia che oltre ad applaudirlo lo vota.
Da Bananas, Unità del 25 aprile, di Marco Travaglio
Technorati: Giulio Andreotti
Leggiamo le dichiarazioni dell'epoca:
Franco Marini "Le accuse della Procura di Palermo - dichiarava Marini il 16 aprile 1993 - son incredibili. La gente è sconvolta, no all'autorizzazione a procedere".
Al lido di Venezia, al consiglio federale della Lega Nord, andarono a ruba le magliette con Andreotti, Craxi, De Michelis in fuga, inseguiti da un drago leghista con lo spadone.
Gianfranco Fini, 27 marzo 1993, commizio di Verona "L'avviso di garanzia ad Andreotti per mafia - tuonò - è la fine del regime"
"Ormai mi sento a disagio a frequentare questo parlamento: chiederò ai gruppi missini di non partecipare più ai lavori della Camera e del Senato"
Citando anche Alfredo Vito, mister 100000 preferenze, indagato a Napoli, definì "di una gravità inaudita il tentativo di questi personaggi di sottrarsi alle indagini, ora che non possono più condizionare la magistratura. Bisogna fare piazza pulita a Roma. Chiediamo verità su tutto, a cominciare dalle stragi."
Oggi Fini & C. si prestano a votare Andreotti, insieme ai neoeletti Cirino Pomicino (Nuova DC) e Vito (FI)
Altero Matteoli, membro 12 anni fa della commissione antimafia di Violante "Il sistema non ha più difese: perfino Andreotti, passatto indenne da una miriade di scandali compreso quello di Sindona, è indagato per mafia".
Marcello Pera definiva Andreotti "un presidente del Consiglio dell'era Gromyko", emblema del trasformismo, del "vino vecchio in otri vecchi". "Basta con i traffici e l'impunità dei vecchi marpioni della vecchia DC abituati nell'arte sopraffina del riciclaggio". (16-4-92)
Giorgio La Malfa, da La Voce Repubblicana difendeva i giudici e i pentiti, denunciando i rapporti tra Andreotti, la mafia e Sindona (combattuti dal padre Ugo). Qualcuno l'ha sentito oggi?
Ferdinando Adornato, 12 anni fa tuonava "Non siamo disposti a fare alleanze con chi applaude Andreotti al meeting di Rimini!" (8-9-93). Ora sta in Forza Italia che oltre ad applaudirlo lo vota.
Da Bananas, Unità del 25 aprile, di Marco Travaglio
Technorati: Giulio Andreotti
Siamo in guerra anche noi
Prima potevamo guardare i soldati americani morire (più di 2000 dalla fine del conflitto) e illuderci che fosse solo un problema loro.Ora no: la guerra civile colpisce anche soldati italiani.Mentre si parla di una nuova guerra in Iran, ancora non sappiamo come risolvere la situazione in Iraq.
Piccola nota: Nassiriya chiama, uno stupido risponde. Non saprei come altro definire un (purtroppo) presidente emerito che si lancia in certe affermazioni.
Technorati: Iraq, attentato Nassiriya
Piccola nota: Nassiriya chiama, uno stupido risponde. Non saprei come altro definire un (purtroppo) presidente emerito che si lancia in certe affermazioni.
Technorati: Iraq, attentato Nassiriya
26 aprile 2006
Forza Crozza!
L'imitazione di papa Ratzinger entrerà nella storia.
Un Ratzinger che soffia le candeline sul primo anno da Papa, riceve come regalo da una guardia svizzera un coltellino (svizzero, ovvio), ammonisce con voce alla dottor Kranz: "La casa di Signore è prima casa, ze la tassi riceferai l'Irap del Signore" e infine benedice: "Pax in Terra. Pacs? Pacs? Nein Pacs, lasciamo stare".
Spero che sul blog di Maurizio Crozza mettano anche i video delle imitazioni.
Technorati: Maurizio Crozza, Ratzinger
Un Ratzinger che soffia le candeline sul primo anno da Papa, riceve come regalo da una guardia svizzera un coltellino (svizzero, ovvio), ammonisce con voce alla dottor Kranz: "La casa di Signore è prima casa, ze la tassi riceferai l'Irap del Signore" e infine benedice: "Pax in Terra. Pacs? Pacs? Nein Pacs, lasciamo stare".
Spero che sul blog di Maurizio Crozza mettano anche i video delle imitazioni.
Technorati: Maurizio Crozza, Ratzinger
Forza Crozza!
L'imitazione di papa Ratzinger entrerà nella storia.
Un Ratzinger che soffia le candeline sul primo anno da Papa, riceve come regalo da una guardia svizzera un coltellino (svizzero, ovvio), ammonisce con voce alla dottor Kranz: "La casa di Signore è prima casa, ze la tassi riceferai l'Irap del Signore" e infine benedice: "Pax in Terra. Pacs? Pacs? Nein Pacs, lasciamo stare".
Spero che sul blog di Maurizio Crozza mettano anche i video delle imitazioni.
Technorati: Maurizio Crozza, Ratzinger
Un Ratzinger che soffia le candeline sul primo anno da Papa, riceve come regalo da una guardia svizzera un coltellino (svizzero, ovvio), ammonisce con voce alla dottor Kranz: "La casa di Signore è prima casa, ze la tassi riceferai l'Irap del Signore" e infine benedice: "Pax in Terra. Pacs? Pacs? Nein Pacs, lasciamo stare".
Spero che sul blog di Maurizio Crozza mettano anche i video delle imitazioni.
Technorati: Maurizio Crozza, Ratzinger
Le sfilate del 25 aprile
Basta sfilare il 25 aprile per mettersi a posto con la propria coscienza. E rifarsi una verginità di antifascista.Parlo della ex ministra Moratti, che all'indomani della festa di Liberazione, ha rispolverato il padre deportato.
Ed è stata costretta a partecipare alla manifestazione: scaduta l'immunità parlamentare e, soprattutto, essendosi candidata come sindaco di Milano, non poteva mancare.Chissà gli altri anni come ha passato il ponte ...
Difficile passare per antifascista quando ti candidi in una coalizione con Fiamma Tricolore, Alternativa Sociale .... e i fischi sono quelli che ti meriti.
Discorso a parte i bruciatori-di-bandiere-israeliane: una costante, purtroppo ormai, dei cortei con l'estrema sinistra. Chi glielo spiega che i nazifascisti da cui ci siamo liberati, deportavano ebrei e non solo gli oppositori al regime.Nazifascisti, che poi, eravamo noi. Almeno, parte di noi. Parte degli italiani uccideva, torturava, deportava, razziava, bruciava ....
E non solo in Italia, ma, poichè abbiamo partecipato ad una guerra a fianco dell'Alleato germanico, ci siamo comportati (quasi) come tutti gli eserciti invasori in Grecia, in Jugoslavia, in Africa, in albania, in Russia.
Tre consigli di lettura: "L'armadio della vergogna" di Franco Giustolisi, "Si ammazza troppo poco" di Gianni Oliva e "In cerca di una patria" di Alfio Caruso.
Leggete i libri, anzichè bruciare le bandiere.
Ogni anni passano e ripassano le immagini in bianco e nero dei partigiani in festa. E come al solito ci si ferma a questo. Al dopo.
Qualche volta sul durante, le lotte della guerra civile del 43-45. E quasi mai sul prima.
Come siamo arrivati al fascismo, alla dittatura, alla guerra?
E si crea quel senso di ambiguità per cui abbiamo perso una guerra, ma non c'è stata nessuna epurazione (eccetto qualche caso marginale) nè nella polizia, nè nei vertici militari e statali. Perchè in fondo la guerra l'avevamo in parte anche vinta.
E non si capisce perchè in piazza il 25 aprile non ci debbano essere anche i militari del CIL, nè i rapresentanti delle forze alleate, senza le quali non sareemo qui a discutere.
Ed è stata costretta a partecipare alla manifestazione: scaduta l'immunità parlamentare e, soprattutto, essendosi candidata come sindaco di Milano, non poteva mancare.Chissà gli altri anni come ha passato il ponte ...
Difficile passare per antifascista quando ti candidi in una coalizione con Fiamma Tricolore, Alternativa Sociale .... e i fischi sono quelli che ti meriti.
Discorso a parte i bruciatori-di-bandiere-israeliane: una costante, purtroppo ormai, dei cortei con l'estrema sinistra. Chi glielo spiega che i nazifascisti da cui ci siamo liberati, deportavano ebrei e non solo gli oppositori al regime.Nazifascisti, che poi, eravamo noi. Almeno, parte di noi. Parte degli italiani uccideva, torturava, deportava, razziava, bruciava ....
E non solo in Italia, ma, poichè abbiamo partecipato ad una guerra a fianco dell'Alleato germanico, ci siamo comportati (quasi) come tutti gli eserciti invasori in Grecia, in Jugoslavia, in Africa, in albania, in Russia.
Tre consigli di lettura: "L'armadio della vergogna" di Franco Giustolisi, "Si ammazza troppo poco" di Gianni Oliva e "In cerca di una patria" di Alfio Caruso.
Leggete i libri, anzichè bruciare le bandiere.
Ogni anni passano e ripassano le immagini in bianco e nero dei partigiani in festa. E come al solito ci si ferma a questo. Al dopo.
Qualche volta sul durante, le lotte della guerra civile del 43-45. E quasi mai sul prima.
Come siamo arrivati al fascismo, alla dittatura, alla guerra?
E si crea quel senso di ambiguità per cui abbiamo perso una guerra, ma non c'è stata nessuna epurazione (eccetto qualche caso marginale) nè nella polizia, nè nei vertici militari e statali. Perchè in fondo la guerra l'avevamo in parte anche vinta.
E non si capisce perchè in piazza il 25 aprile non ci debbano essere anche i militari del CIL, nè i rapresentanti delle forze alleate, senza le quali non sareemo qui a discutere.
25 aprile 2006
Il passato davanti a noi di Bruno Arpaia
Ecco il libro che avevo sempre aspettato di leggere. La storia di una generazione, quella cresciuta a cavallo degli anni 70: le loro lotte, le loro idee, la loro vita.
Attraverso gli occhi di Alberto, giovane ragazzo in un paesino della periferia di Napoli, militante di Avanguardia Operaia, un gruppo extraparlamentare. Da quel 11 settembre 1973, col golpe del Cile che fa da scintilla per quei movimenti che, pur essendo a sinistra, non si riconoscevano nella linea politica del partito comunista. La paura che il golpe possa avvenire anche in Italia fa da catalizzatore per la mobilitazione dei gruppi di sinistra autonomi: la paura di svegliarsi coi carri armati per strada, con l'annuncio di un governo militare alla radio.
Alberto e i suoi amici, Angelo, Peppe, Armando, Mariano, sono testimoni di anni nei quali la storia sembra scorrere veloce davanti ai loro occhi.
Lo scandalo del colera a Napoli, la crisi petrolifera e lo scandalo petroli, la creazione del “partito armato”, le BR. Gli anni della strategia della tensione, dei morti in piazza, ma anche gli anni della “fantasia al potere”, di lotte sindacali, di una ricerca di un mondo migliore.
In primo piano sono le lotte politiche: la battaglia per il divorzio del 1974 e gli scioperi contro i licenziamenti. E della spaccatura in seno alla sinistra, causata dal “compromesso storico” del PCI di Berlinguer. Come è possibile, si chiedevano le persone a sinistra, noi lottiamo contro i licenziamenti, licenziamenti voluti dalla DC, che è il partito dei padroni, contrario al divorzio e alle idee progressiste che noi vorremmo portare avanti, e il partito che dovrebbe rappresentarci cerca di accordarsi proprio con loro? Se lo chiedono anche Alberto, Angelo, Stalin e gli altri: andando a scontrarsi con i “compagni” del PCI locale.
Il libro mostra come la linea politica scelta dal PCI degli anni 70, di chiusura contro quell'area dei movimenti di sinistra, di autonomia, sia stato poi causa della successiva crisi del PCI, che non riuscì mai ad entrare al governo né ad effettuare lo storico sorpasso con la DC.
La DC di Aldo Moro, che riuscì ad andare al governo (più volte) nel 1976, grazie all'astensione del PCI, del PSI e degli altri partiti laici. L'estrema sinistra considerò questo di Berlinguer come un cedimento, anche perché appoggiò pure le dure misure economiche del governo Andreotti che portarono centinaia di migliaia di lavoratori.
Nel vuoto lasciato lasciato dalla politica del partito comunista si inseriranno poi i gruppi più estremisti, e le formazioni terroristiche di sinistra, come BR e Prima Linea, che comunque godevano di un certo sostegno dalla base, potranno colpire sempre più in alto.
In questo crescendo di tensione, dove ad Alberto sembra di essere entrato in guerra, una guerra che però non è stata dichiarata apertamente, dove nei cortei si iniziano ad incendiare le sedi del MSI, gli scontri con le forze dell'ordine si fanno sempre più duri, nei servizi d'ordine compaiono spranghe e mazze, e di riflesso il clima delle manifestazioni si fa più cupo. E la gioia e l'utopia di chi manifestava nel 68 e nel 77, fa spazio alla paura. Paura che causerà l'allontanamento dalla politica (ma anche dal paese), di molti dei ragazzi della storia.
Un libro denso, per le vicende storiche che racconta: dal golpe in Cile, al riflusso di fine anni 70, la strategia della tensione, la fine dei movimenti dopo gli anni di piombo (che l'autore pone dopo i terribili anni 77-78), la nascita delle prime radio libere, i tatsebao, il crollo del mito cinese di Mao.
Ma il libro da spazio anche alle vicende personali dei ragazzi. Le difficili esperienze amorose di Alberto, la presa di coscienza delle ragazze, il femminismo.
Ricco anche di esperienze intime: la paura di amare e di capire fino in fondo l'altro sesso. La quasi prima volta di Alberto “lo aspettava quel gesto, lo desiderava, però stavolta rimase inteccherito, a metà strada di fra la voglia di saltarle addosso e una paura sorda, antica: quella di sprofondare nel suo corpo come in una voragine, di perdersi là dentro, di essere inghiottito dalla luce nera in mezzo alle sue gambe”.
Questo libro insegna che non è vera l'affermazione di Scott Turow, riportata in testa al libro “forse è inutile spiegare le passioni di un'epoca all'altra”.
Non è vero: semmai c'è da chiedersi come mai di quegli anni ci ricordiamo solo il fumo dei lacrimogeni, dei colpi delle P38, le immagini di via Caetani (col corpo del presidente Aldo Moro), gli scontri delle piazze, la celere e i carabinieri da una parte e i giovani col passamontagna dall'altra. E i morti: da una parte e dall'altra. Da Zibecchi, Walter Rossi a Ramelli e al rogo di Primavalle (solo per citare alcune morti).
Immagini in bianco e nero che non testimoniano il fiorire di nuove idee di questo periodo della nostra storia. Un buco nero della nostra memoria, come spiegano Alberto stesso 30 anni dopo con un suo ex compagno “però quegli anni si ricordano come anni di sangue, punto e basta. Come se, per vedere quanto è fresco il pesce, si guardasse la coda e non gli occhi e le branchie. Come se fosse solo nostra la colpa di quei morti nelle piazze ...”.
Dall'intervista a Bruno Arpaia:
D. Perché ha voluto raccontare proprio gli anni Settanta?
R. Per molti di noi, quegli anni sono stati un'esperienza forte e intensa. Avevo già in mente di provare a raccontarli, ma la spinta decisiva mi è venuta dai ragazzi del Master in comunicazione della scienza di Trieste ai quali, in quel periodo, insegnavo Tecniche della narrazione. Trentenni molto in gamba, colti e informati.
D. Per farlo, ha scelto una prospettiva obliqua...
R. Beh, ho visto quegli anni dalla periferia della periferia, li ho visti da un paesino del Sud, della provincia di Napoli, un paesino con lo scemo del paese, con il bar dove si gioca a bigliardo, con il sindaco che è un poco di buono, ma anche con i fascisti che menavano (anche se dopo due o tre giorni eri costretto a giocarci a bigliardo insieme) e con una camorra che cominciava a farsi sempre più sanguinosa, sempre più pervasiva.
D. Poi, però, arriva il cosiddetto «riflusso»...
R. Più o meno alla fine del 1976, le strade dei miei personaggi cominciano a dividersi. Angelo Malecore va a fare il militare, a Milano entra in contatto con dei gruppi che pian piano si armano e fanno rapine e gambizzazioni, Alberto Malinconico invece si inurba, va a Napoli all'università, incontra altri amici, una ragazza che lo farà impazzire con le sue esitazioni e tentennnamenti. Insieme a quel piccolo gruppo compatto di amici e amiche, Alberto partecipa al movimento del '77, un movimento dalle caratteristiche nuove, attento al linguaggio, alla comunicazione, all'ironia. Partecipa alle giornate di marzo quando la polizia uccide un ragazzo a Bologna, a quelle di maggio, quando gli agenti in borghese di Cossiga ammazzano Giorgiana Masi a Roma, ai primi scontri verbali con i gruppi dell'Autonomia, parenti prossimi della lotta armata. Alberto è dalla parte dei tanti che, in quel movimento, si trovano stritolati fra la repressione dello stato e i «compagni che sparano». Il '77 comunque è una breve fiammata; con il sequestro Moro viene messo il coperchio sulla bara di quegli anni, di quel periodo in cui, invece che insistere tanto sull'«Io», come oggi, si poteva ancora dire «Noi», in cui tutto sembrava riguardarci, c'era la sensazione di un'appartenenza, non si era soli nella massa come adesso.
Un libro che mi ha insegnato molto, di quel passato, che ha ancora tanto da insegnarci sul nostro futuro.
I link su bol e ibs
L'intervista all'autore su Infinitestorie
Technorati: Bruno Arpaia
Attraverso gli occhi di Alberto, giovane ragazzo in un paesino della periferia di Napoli, militante di Avanguardia Operaia, un gruppo extraparlamentare. Da quel 11 settembre 1973, col golpe del Cile che fa da scintilla per quei movimenti che, pur essendo a sinistra, non si riconoscevano nella linea politica del partito comunista. La paura che il golpe possa avvenire anche in Italia fa da catalizzatore per la mobilitazione dei gruppi di sinistra autonomi: la paura di svegliarsi coi carri armati per strada, con l'annuncio di un governo militare alla radio.
Alberto e i suoi amici, Angelo, Peppe, Armando, Mariano, sono testimoni di anni nei quali la storia sembra scorrere veloce davanti ai loro occhi.
Lo scandalo del colera a Napoli, la crisi petrolifera e lo scandalo petroli, la creazione del “partito armato”, le BR. Gli anni della strategia della tensione, dei morti in piazza, ma anche gli anni della “fantasia al potere”, di lotte sindacali, di una ricerca di un mondo migliore.
In primo piano sono le lotte politiche: la battaglia per il divorzio del 1974 e gli scioperi contro i licenziamenti. E della spaccatura in seno alla sinistra, causata dal “compromesso storico” del PCI di Berlinguer. Come è possibile, si chiedevano le persone a sinistra, noi lottiamo contro i licenziamenti, licenziamenti voluti dalla DC, che è il partito dei padroni, contrario al divorzio e alle idee progressiste che noi vorremmo portare avanti, e il partito che dovrebbe rappresentarci cerca di accordarsi proprio con loro? Se lo chiedono anche Alberto, Angelo, Stalin e gli altri: andando a scontrarsi con i “compagni” del PCI locale.
Il libro mostra come la linea politica scelta dal PCI degli anni 70, di chiusura contro quell'area dei movimenti di sinistra, di autonomia, sia stato poi causa della successiva crisi del PCI, che non riuscì mai ad entrare al governo né ad effettuare lo storico sorpasso con la DC.
La DC di Aldo Moro, che riuscì ad andare al governo (più volte) nel 1976, grazie all'astensione del PCI, del PSI e degli altri partiti laici. L'estrema sinistra considerò questo di Berlinguer come un cedimento, anche perché appoggiò pure le dure misure economiche del governo Andreotti che portarono centinaia di migliaia di lavoratori.
Nel vuoto lasciato lasciato dalla politica del partito comunista si inseriranno poi i gruppi più estremisti, e le formazioni terroristiche di sinistra, come BR e Prima Linea, che comunque godevano di un certo sostegno dalla base, potranno colpire sempre più in alto.
In questo crescendo di tensione, dove ad Alberto sembra di essere entrato in guerra, una guerra che però non è stata dichiarata apertamente, dove nei cortei si iniziano ad incendiare le sedi del MSI, gli scontri con le forze dell'ordine si fanno sempre più duri, nei servizi d'ordine compaiono spranghe e mazze, e di riflesso il clima delle manifestazioni si fa più cupo. E la gioia e l'utopia di chi manifestava nel 68 e nel 77, fa spazio alla paura. Paura che causerà l'allontanamento dalla politica (ma anche dal paese), di molti dei ragazzi della storia.
Un libro denso, per le vicende storiche che racconta: dal golpe in Cile, al riflusso di fine anni 70, la strategia della tensione, la fine dei movimenti dopo gli anni di piombo (che l'autore pone dopo i terribili anni 77-78), la nascita delle prime radio libere, i tatsebao, il crollo del mito cinese di Mao.
Ma il libro da spazio anche alle vicende personali dei ragazzi. Le difficili esperienze amorose di Alberto, la presa di coscienza delle ragazze, il femminismo.
Ricco anche di esperienze intime: la paura di amare e di capire fino in fondo l'altro sesso. La quasi prima volta di Alberto “lo aspettava quel gesto, lo desiderava, però stavolta rimase inteccherito, a metà strada di fra la voglia di saltarle addosso e una paura sorda, antica: quella di sprofondare nel suo corpo come in una voragine, di perdersi là dentro, di essere inghiottito dalla luce nera in mezzo alle sue gambe”.
Questo libro insegna che non è vera l'affermazione di Scott Turow, riportata in testa al libro “forse è inutile spiegare le passioni di un'epoca all'altra”.
Non è vero: semmai c'è da chiedersi come mai di quegli anni ci ricordiamo solo il fumo dei lacrimogeni, dei colpi delle P38, le immagini di via Caetani (col corpo del presidente Aldo Moro), gli scontri delle piazze, la celere e i carabinieri da una parte e i giovani col passamontagna dall'altra. E i morti: da una parte e dall'altra. Da Zibecchi, Walter Rossi a Ramelli e al rogo di Primavalle (solo per citare alcune morti).
Immagini in bianco e nero che non testimoniano il fiorire di nuove idee di questo periodo della nostra storia. Un buco nero della nostra memoria, come spiegano Alberto stesso 30 anni dopo con un suo ex compagno “però quegli anni si ricordano come anni di sangue, punto e basta. Come se, per vedere quanto è fresco il pesce, si guardasse la coda e non gli occhi e le branchie. Come se fosse solo nostra la colpa di quei morti nelle piazze ...”.
Dall'intervista a Bruno Arpaia:
D. Perché ha voluto raccontare proprio gli anni Settanta?
R. Per molti di noi, quegli anni sono stati un'esperienza forte e intensa. Avevo già in mente di provare a raccontarli, ma la spinta decisiva mi è venuta dai ragazzi del Master in comunicazione della scienza di Trieste ai quali, in quel periodo, insegnavo Tecniche della narrazione. Trentenni molto in gamba, colti e informati.
D. Per farlo, ha scelto una prospettiva obliqua...
R. Beh, ho visto quegli anni dalla periferia della periferia, li ho visti da un paesino del Sud, della provincia di Napoli, un paesino con lo scemo del paese, con il bar dove si gioca a bigliardo, con il sindaco che è un poco di buono, ma anche con i fascisti che menavano (anche se dopo due o tre giorni eri costretto a giocarci a bigliardo insieme) e con una camorra che cominciava a farsi sempre più sanguinosa, sempre più pervasiva.
D. Poi, però, arriva il cosiddetto «riflusso»...
R. Più o meno alla fine del 1976, le strade dei miei personaggi cominciano a dividersi. Angelo Malecore va a fare il militare, a Milano entra in contatto con dei gruppi che pian piano si armano e fanno rapine e gambizzazioni, Alberto Malinconico invece si inurba, va a Napoli all'università, incontra altri amici, una ragazza che lo farà impazzire con le sue esitazioni e tentennnamenti. Insieme a quel piccolo gruppo compatto di amici e amiche, Alberto partecipa al movimento del '77, un movimento dalle caratteristiche nuove, attento al linguaggio, alla comunicazione, all'ironia. Partecipa alle giornate di marzo quando la polizia uccide un ragazzo a Bologna, a quelle di maggio, quando gli agenti in borghese di Cossiga ammazzano Giorgiana Masi a Roma, ai primi scontri verbali con i gruppi dell'Autonomia, parenti prossimi della lotta armata. Alberto è dalla parte dei tanti che, in quel movimento, si trovano stritolati fra la repressione dello stato e i «compagni che sparano». Il '77 comunque è una breve fiammata; con il sequestro Moro viene messo il coperchio sulla bara di quegli anni, di quel periodo in cui, invece che insistere tanto sull'«Io», come oggi, si poteva ancora dire «Noi», in cui tutto sembrava riguardarci, c'era la sensazione di un'appartenenza, non si era soli nella massa come adesso.
Un libro che mi ha insegnato molto, di quel passato, che ha ancora tanto da insegnarci sul nostro futuro.
I link su bol e ibs
L'intervista all'autore su Infinitestorie
Technorati: Bruno Arpaia
24 aprile 2006
Il prete comunista
Chissà che mal di pancia a viale Mazzini e nei vertici della Casa della Libertà dopo aver visto la prima parte della fiction “La buona battaglia”.
Quella portata avanti dal prete, esistito realmente, don Pietro Pappagallo, da Don Giuseppe Morosini, il personaggio del film di Rossellini "Roma città aperta" (“non è difficile morir bene. Difficile è vivere bene”).
Chissà che sorpresa, per Berlusconi, scoprire che è esistito un prete definito (dalla Gestapo) “comunista”: di certo non potrà scusarsi con lui, come voleva fare con papà Cervi.
Visto che don Pietro Pappagallo è stato ucciso assieme ad altri 335 innocenti alle Fosse Ardeatine.
La battaglia contro i fascisti, contro i nazisti che rastrellavano gli ebrei, i renitenti alla leva, i soldati scappati dopo l'8 settembre.
In questa battaglia, definita buona, ma anche giusta, ci sono i buoni e i cattivi. E i cattivi non sono i comunisti (che in ogni caso erano solo una parte del Comitato di Liberazione), ma i fascisti.
I cui eredi sono ancora tra noi.
Quella portata avanti dal prete, esistito realmente, don Pietro Pappagallo, da Don Giuseppe Morosini, il personaggio del film di Rossellini "Roma città aperta" (“non è difficile morir bene. Difficile è vivere bene”).
Chissà che sorpresa, per Berlusconi, scoprire che è esistito un prete definito (dalla Gestapo) “comunista”: di certo non potrà scusarsi con lui, come voleva fare con papà Cervi.
Visto che don Pietro Pappagallo è stato ucciso assieme ad altri 335 innocenti alle Fosse Ardeatine.
La battaglia contro i fascisti, contro i nazisti che rastrellavano gli ebrei, i renitenti alla leva, i soldati scappati dopo l'8 settembre.
In questa battaglia, definita buona, ma anche giusta, ci sono i buoni e i cattivi. E i cattivi non sono i comunisti (che in ogni caso erano solo una parte del Comitato di Liberazione), ma i fascisti.
I cui eredi sono ancora tra noi.
Abbattiamo l'ecomostro
Mentre si sbandiera la deriva a sinistra dell'Unione, si registra lo spostamento a destra (o centrodestra) della politica italiana.
Bertinotti, che poteva essere un buon ministro del lavoro, sceglie di fare il presidente della Camera. Chi difenderà i diritti dei lavoratori? Chi toglierà i giovani dalla schiavitù del precariato? Un ministro ex DC?
E poi parlano di uno spostamento a sinistra: con Prodi (ex DC) primo ministro, De Mita, Fisichella, Mastella, Initini ... E al senato la scelta sarà tra Marini (ex DC) e Andreotti (ex DC).
Una parola su Andreotti: peggiore provocazione non poteva esserci. Un condannato per mafia come terza carica dello stato. Complimenti!
Prescritto per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso. Sentenza della corte d'Appello di Palermo nel 2003 e resa definitiva dalla Cassazione nel 2004.
E noi che avevamo paura di Caruso l'eversivo.
Come possono accettare questo Lega e AN, non lo capisco.
Non mi sorprende, invece, che circoli molto il nome di D'Alema: l'uomo dell'inciucio, della Bicamerale, della mancata legge sul conflitto di interessi. E' proprio l'uomo giusto per garantire che nessuno tocchi Mediaset.
A Bari oggi è stato abbattuto l'ecomostro a Punta Perotti. Quando abbateremo l'ecomostro che ci ha governato per cinque anni?
Bertinotti, che poteva essere un buon ministro del lavoro, sceglie di fare il presidente della Camera. Chi difenderà i diritti dei lavoratori? Chi toglierà i giovani dalla schiavitù del precariato? Un ministro ex DC?
E poi parlano di uno spostamento a sinistra: con Prodi (ex DC) primo ministro, De Mita, Fisichella, Mastella, Initini ... E al senato la scelta sarà tra Marini (ex DC) e Andreotti (ex DC).
Una parola su Andreotti: peggiore provocazione non poteva esserci. Un condannato per mafia come terza carica dello stato. Complimenti!
Prescritto per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso. Sentenza della corte d'Appello di Palermo nel 2003 e resa definitiva dalla Cassazione nel 2004.
E noi che avevamo paura di Caruso l'eversivo.
Come possono accettare questo Lega e AN, non lo capisco.
Non mi sorprende, invece, che circoli molto il nome di D'Alema: l'uomo dell'inciucio, della Bicamerale, della mancata legge sul conflitto di interessi. E' proprio l'uomo giusto per garantire che nessuno tocchi Mediaset.
A Bari oggi è stato abbattuto l'ecomostro a Punta Perotti. Quando abbateremo l'ecomostro che ci ha governato per cinque anni?
23 aprile 2006
Una serata al femminile
Due grandi presenze femminili, intervistate da Fabio Fazio, ieri sera: Tina Anselmi e Milena Gabanelli.
L'intervista a Tina Anselmi è iniziata nel ricordo di quel 25 aprile di 61 anni fa. Quando, 17 enne partecipò alla lotta partigiana, come staffetta. La Anselmi ha ricordato che la sua scelta di entrare nei partigiani avvenne dopo aver visto i cadaveri dei ragazzi impiccati dai nazifascisti. Dopo aver visto altri ragazzi partire nei carri bestiame, stipati come bestie, per essere uccisi nei lager.
Nonostante lei, come le altre 20000 donne che combatterono per la liberazione, sapesse il destino cui potevano andare incontro (le torture in caso di tortura, le rappresaglie contro i familiari), non ebbe dubbi. Come non ebbero dubbi gli altri partigiani che, anche quando furono catturati, non tradirono e non aderirono alla repubblica di Salò.
L'ex ministro ha ricordato poi l'importanza di ricordare: “oggi c'è quasi un senso di rimozione, nel non voler ricordare”. Eppure è importante che i giovani di oggi godono dei diritti che allora non si avevano: un politico, un generale, un ministro, poteva ucciderti. Noi abbiamo lottato questa democrazia.
L'intervista è poi passata ad un ricordo dei politici della sua generazione: Zaccagnini, Moro, De Gasperi “quella classe dirigente era un po' migliore”. La sua colpa è stata quella di non aver saputo coltivare degli eredi all'altezza.
L'intervista si è conclusa parlando della commissione P2, di cui Tina Anselmi è stata presidente: “la verità la possono cercare solo quelli che possono sopportarla”. Che verità è emersa dalle carte che era così insopportabile?
Un paese che vive nella non trasparenza delle sue istituzioni, è un paese che non vive nella pienezza della sua democrazia. È stato fatto molto dalla sua commissione, che consegnò al Parlamento un rapporto col quale questi poteva andare veramente a fondo per estirpare questo cancro.
E, allora come oggi, ricorda la Anselmi, ci si aspettava una maggiore mobilitazione.
Milena Gabanelli ha parlato invece dei suoi esordi come giornalista, con un'inchiesta sui discendenti degli ammutinati del Bounty.
È stata poi inviata di guerra in Cecenia.
Fino ad inventare quel giornalismo di inchiesta televisivo, che l'ha portata a vincere, per il suo lavoro, 19 premi in cinque anni.
La prima domanda è stata sul cosa succede dopo: dopo che la sua trasmissione racconta amche cose inaudite. Spesso non succede nulla, perchè si scopre poi che la magistratura aveva già avviato un'inchiesta su quella questione. Ma quello che conta è che i 3 milioni di telespettatori che seguono la trasmissione, ora sanno. Cioè si torna sempre al nocciolo dell'informazione: è vero che siamo un paese libero, ma se nessuno te le dice certe cose, non le saprai mai.
Anche se spesso, continuava la Gabanelli, l'indignazione che segue, è più a parole che nei fatti. A lei arrivano molte segnalazioni: ma quando si deve mettere la faccia, nelle inchieste, molti si tirnao indietro.
Quali inchieste l'hanno stupita più delle altre, per l'effetto che hanno causato? Quella sulle Ferrovie dello Stato e sulle Esportazioni delle Carni.
Technorati: Tina Anselmi, Milena Gabanelli
L'intervista a Tina Anselmi è iniziata nel ricordo di quel 25 aprile di 61 anni fa. Quando, 17 enne partecipò alla lotta partigiana, come staffetta. La Anselmi ha ricordato che la sua scelta di entrare nei partigiani avvenne dopo aver visto i cadaveri dei ragazzi impiccati dai nazifascisti. Dopo aver visto altri ragazzi partire nei carri bestiame, stipati come bestie, per essere uccisi nei lager.
Nonostante lei, come le altre 20000 donne che combatterono per la liberazione, sapesse il destino cui potevano andare incontro (le torture in caso di tortura, le rappresaglie contro i familiari), non ebbe dubbi. Come non ebbero dubbi gli altri partigiani che, anche quando furono catturati, non tradirono e non aderirono alla repubblica di Salò.
L'ex ministro ha ricordato poi l'importanza di ricordare: “oggi c'è quasi un senso di rimozione, nel non voler ricordare”. Eppure è importante che i giovani di oggi godono dei diritti che allora non si avevano: un politico, un generale, un ministro, poteva ucciderti. Noi abbiamo lottato questa democrazia.
L'intervista è poi passata ad un ricordo dei politici della sua generazione: Zaccagnini, Moro, De Gasperi “quella classe dirigente era un po' migliore”. La sua colpa è stata quella di non aver saputo coltivare degli eredi all'altezza.
L'intervista si è conclusa parlando della commissione P2, di cui Tina Anselmi è stata presidente: “la verità la possono cercare solo quelli che possono sopportarla”. Che verità è emersa dalle carte che era così insopportabile?
Un paese che vive nella non trasparenza delle sue istituzioni, è un paese che non vive nella pienezza della sua democrazia. È stato fatto molto dalla sua commissione, che consegnò al Parlamento un rapporto col quale questi poteva andare veramente a fondo per estirpare questo cancro.
E, allora come oggi, ricorda la Anselmi, ci si aspettava una maggiore mobilitazione.
Milena Gabanelli ha parlato invece dei suoi esordi come giornalista, con un'inchiesta sui discendenti degli ammutinati del Bounty.
È stata poi inviata di guerra in Cecenia.
Fino ad inventare quel giornalismo di inchiesta televisivo, che l'ha portata a vincere, per il suo lavoro, 19 premi in cinque anni.
La prima domanda è stata sul cosa succede dopo: dopo che la sua trasmissione racconta amche cose inaudite. Spesso non succede nulla, perchè si scopre poi che la magistratura aveva già avviato un'inchiesta su quella questione. Ma quello che conta è che i 3 milioni di telespettatori che seguono la trasmissione, ora sanno. Cioè si torna sempre al nocciolo dell'informazione: è vero che siamo un paese libero, ma se nessuno te le dice certe cose, non le saprai mai.
Anche se spesso, continuava la Gabanelli, l'indignazione che segue, è più a parole che nei fatti. A lei arrivano molte segnalazioni: ma quando si deve mettere la faccia, nelle inchieste, molti si tirnao indietro.
Quali inchieste l'hanno stupita più delle altre, per l'effetto che hanno causato? Quella sulle Ferrovie dello Stato e sulle Esportazioni delle Carni.
Technorati: Tina Anselmi, Milena Gabanelli
21 aprile 2006
Crozza Italia!!
Maurizio Crozza ritorna martedì prossimo in televisione su La7, col suo nuovo spettacolo "Crozza Italia".
La Rai perde un'altro comico di razza: dopo i fratelli Guzzanti, Luttazzi, Neri Marcorè ...
Nell'attesa rinfreschiamoci la memoria con Zapatero.
Anche su tvblog.
Technorati: Maurizio Crozza
Report: Il finanziamento quotidiano
Torna la trasmissione Report che nella prima puntata si occuperà del finanziamento dello stato ai quotidiani (su Rai3, domenica alle 21:30).
"Lo stato finanzia l’editoria per circa 700 milioni di euro all’anno. A chi, come, e soprattutto a che titolo vengono spesi questi soldi?"
Una fetta di finanziamenti va poi a una galassia di giornali che hanno ottenuto l’accesso ai finanziamenti grazie alla firma di due deputati, spesso di schieramento opposto, che hanno dichiarato l’appartenenza della testata a un movimento politico. Come il Giornale d’Italia, ‘Organo del movimento unitario pensionati uomini vivi’, che gira parte dei suoi contributi alla Lega. Ma non sono i soli, ci sono anche le Tv locali, per esempio Teleoggi, con i soldi pubblici ha “ringraziato” l’ex ministro Gasparri per l’attenzione dimostrata. Anche Radio Padania e Radio Maria incassano. E anche il quotidiano “Sportsman, Cavalli e Corse”.
Aggiornamento: la Gabanelli sarà ospite da Fazio a Che tempo che fa
Technorati: Report, Milena Gabanelli
"Lo stato finanzia l’editoria per circa 700 milioni di euro all’anno. A chi, come, e soprattutto a che titolo vengono spesi questi soldi?"
Una fetta di finanziamenti va poi a una galassia di giornali che hanno ottenuto l’accesso ai finanziamenti grazie alla firma di due deputati, spesso di schieramento opposto, che hanno dichiarato l’appartenenza della testata a un movimento politico. Come il Giornale d’Italia, ‘Organo del movimento unitario pensionati uomini vivi’, che gira parte dei suoi contributi alla Lega. Ma non sono i soli, ci sono anche le Tv locali, per esempio Teleoggi, con i soldi pubblici ha “ringraziato” l’ex ministro Gasparri per l’attenzione dimostrata. Anche Radio Padania e Radio Maria incassano. E anche il quotidiano “Sportsman, Cavalli e Corse”.
Aggiornamento: la Gabanelli sarà ospite da Fazio a Che tempo che fa
Technorati: Report, Milena Gabanelli
Milano 25 aprile 2006
Scuole pignorate a Milano, per i tagli alla scuola pubblica ..
Giunta regionale spaccata sulla decisione dei rappresentati regionali per l'elezione del presidente.
Candidati sindaci che non vorrebbero veder bandiere in strada e sindaci uscenti che preferiscono passare il 25 aprile in Afghanistan, a festeggiare la presunta cacciata dei talebani e dei sovietici.
Non sapendo che gran parte dei territorio è ancora controllato dai talebani.
E' un vero peccato per Milano, città medaglia d´oro della Resistenza.
Ma forse va bene così, non si può costringere la gente a festeggiare la democrazia, la lotta all'antifascismo.
In quanto all'attualità della festa, del ricordo delle lotte antifasciste, vorrei solo dire che in Francia festeggiano tutti gli anni il 14 luglio, in america il 4 luglio, senza chiedersi se non sono passati troppi anni.
Buon 25 aprile a tutti!
Technorati: 25 aprile
Giunta regionale spaccata sulla decisione dei rappresentati regionali per l'elezione del presidente.
Candidati sindaci che non vorrebbero veder bandiere in strada e sindaci uscenti che preferiscono passare il 25 aprile in Afghanistan, a festeggiare la presunta cacciata dei talebani e dei sovietici.
Non sapendo che gran parte dei territorio è ancora controllato dai talebani.
E' un vero peccato per Milano, città medaglia d´oro della Resistenza.
Ma forse va bene così, non si può costringere la gente a festeggiare la democrazia, la lotta all'antifascismo.
In quanto all'attualità della festa, del ricordo delle lotte antifasciste, vorrei solo dire che in Francia festeggiano tutti gli anni il 14 luglio, in america il 4 luglio, senza chiedersi se non sono passati troppi anni.
Buon 25 aprile a tutti!
Technorati: 25 aprile
20 aprile 2006
Riciclaggio di vignette
Anche Forattini ricicla le vignette.
Questa, oggi sul Giornale era stata disegnata in occasione dei sei anni dalla strage di Piazza Fontana (sei come i sei chiodi che il giudice mette sulla bara).
La trovate nella raccolta "Quattro anni di storia italiana". La vignetta originale era in bianco e nero. Ma oggi le toghe rosse vanno tanto di moda.
Technorati: Giorgio Forattini
Questa, oggi sul Giornale era stata disegnata in occasione dei sei anni dalla strage di Piazza Fontana (sei come i sei chiodi che il giudice mette sulla bara).
La trovate nella raccolta "Quattro anni di storia italiana". La vignetta originale era in bianco e nero. Ma oggi le toghe rosse vanno tanto di moda.
Technorati: Giorgio Forattini
Petrolio e atomica
La Cina è affamata di petrolio: l'aumento del prezzo del greggio è imputabile anche alla nuova fame di energia della Cina.
Petrolio che viene acquistato anche dall'Iran.
Questo getta tutta una nuova luce sulla visita del presidente cinese Hu Jintao in America: perchè la Cina potrebbe fare molto contro le velleità nucleari di Iran e Nord Corea, bloccandone le importazioni di petrolio.
Per scongiurare il pericolo nucleare iraniano gli Stati Uniti, il paese baluardo delle libertà, sono costretti a corteggiare la Cina, che non si può certo definire un paese libero.
America e Cina stanno stringendo intesi rapporti commerciali: prima con la Microsoft (i pc cinesi monteranno come Sistema Operativo Ms Windows) e poi con la Boeing:
Pechino ha appena ordinato 80 velivoli alla Boeing e Hu ha ricordato che «nei prossimi 15 anni avremo bisogno di altri duemila velivoli e questo indica che i rapporti tra la Cina e la Boeing hanno un brillante futuro».
Ora la domanda: sarà la Cina a salvare l'occidente dal regime iraniano? E' questo il mondo globale nel quale vogliamo vivere?
Technorati: Cina, Iran
Petrolio che viene acquistato anche dall'Iran.
Questo getta tutta una nuova luce sulla visita del presidente cinese Hu Jintao in America: perchè la Cina potrebbe fare molto contro le velleità nucleari di Iran e Nord Corea, bloccandone le importazioni di petrolio.
Per scongiurare il pericolo nucleare iraniano gli Stati Uniti, il paese baluardo delle libertà, sono costretti a corteggiare la Cina, che non si può certo definire un paese libero.
America e Cina stanno stringendo intesi rapporti commerciali: prima con la Microsoft (i pc cinesi monteranno come Sistema Operativo Ms Windows) e poi con la Boeing:
Pechino ha appena ordinato 80 velivoli alla Boeing e Hu ha ricordato che «nei prossimi 15 anni avremo bisogno di altri duemila velivoli e questo indica che i rapporti tra la Cina e la Boeing hanno un brillante futuro».
Ora la domanda: sarà la Cina a salvare l'occidente dal regime iraniano? E' questo il mondo globale nel quale vogliamo vivere?
Technorati: Cina, Iran
Le bandiere del 25 aprile
Letizia Moratti,candidata sindaco a Milano, si augurava «che Milano partecipasse alla manifestazione senza bandiere di partito» perché «i caduti non hanno colore politico».
Ancora una volta dobbiamo spiegare il perchè il 25 aprile ci sono e ci devono essere certe bandiere in strada: perchè questa Repubblica, di cui lei è stata ministro, è nata anche grazie alle lotte dei partigiani che combattevano proprio sotto quelle bandiere.
Dobbiamo ricordare ancora alla Moratti e ai destrorsi come lei, che 60 anni fa c'era un'Italia fascista che aiutava i nazisti a deportare le famiglie ebree, che uccideva, razziava e bruciava case e paesi. Marzabotto, Sant'Anna di Stazzema, Fivizzano. Fino ai morti di Loreto: uccisi e lasciati esposti come monito ai milanesi.
Pier Majorino, segretario provinciale dei DS, che apprestandisi a sfilare forse per l'ultima volta con la bandiera di quello che fu il più importante partito della Liberazione, il PCI, ha commentato: «Immagino che l'idea di un 25 aprile senza bandiere alla Moratti sia stata suggerita da Lino Guaglianone, il suo alleato di Alternativa sociale. Noi saremo in piazza con le bandiere rosse dei Ds, quelle Verdi dell'Ulivo e il tricolore».
Possiamo allora pretendere che gli eredi dei fascisti di allora non sfilino per le strade, non siano sdoganati, non ci sia nessun revisionismo, non ci sia nessuna equiparazione dei morti?
No, a quanto pare, non lo possiamo pretendere.
Parlano di rispettare i morti, ma l'unica cosa che sanno fare e mettere altre lapidi: dopo quella di Ramelli, quella del consigliere Pedenovi.
Il giornale scrive che il 25 aprile deve essere una festa di tutti. Non è vero: è la Festa della Liberazione dopo vent'anni di dittatura.
Qui trovate le inziative dell'Anpi a Milano per il 25 aprile.
Intanto, sempre a Milano, nella CdL, torna il sereno dopo la tempesta, tra la candidata e Albertini: tempesta scatenata a causa del "piano parcheggi", dopo che la Moratti aveva riferito di aver chiesto al sindaco il blocco delle nuove nomine negli enti comunali e del piano parcheggi.E' tanto sicura della vittoria, la Moratti, che ha messo come capolista Berlusconi stesso (verrà alle sedute di consiglio?).
Technorati: 25 aprile, Letizia Moratti
Ancora una volta dobbiamo spiegare il perchè il 25 aprile ci sono e ci devono essere certe bandiere in strada: perchè questa Repubblica, di cui lei è stata ministro, è nata anche grazie alle lotte dei partigiani che combattevano proprio sotto quelle bandiere.
Dobbiamo ricordare ancora alla Moratti e ai destrorsi come lei, che 60 anni fa c'era un'Italia fascista che aiutava i nazisti a deportare le famiglie ebree, che uccideva, razziava e bruciava case e paesi. Marzabotto, Sant'Anna di Stazzema, Fivizzano. Fino ai morti di Loreto: uccisi e lasciati esposti come monito ai milanesi.
Pier Majorino, segretario provinciale dei DS, che apprestandisi a sfilare forse per l'ultima volta con la bandiera di quello che fu il più importante partito della Liberazione, il PCI, ha commentato: «Immagino che l'idea di un 25 aprile senza bandiere alla Moratti sia stata suggerita da Lino Guaglianone, il suo alleato di Alternativa sociale. Noi saremo in piazza con le bandiere rosse dei Ds, quelle Verdi dell'Ulivo e il tricolore».
Possiamo allora pretendere che gli eredi dei fascisti di allora non sfilino per le strade, non siano sdoganati, non ci sia nessun revisionismo, non ci sia nessuna equiparazione dei morti?
No, a quanto pare, non lo possiamo pretendere.
Parlano di rispettare i morti, ma l'unica cosa che sanno fare e mettere altre lapidi: dopo quella di Ramelli, quella del consigliere Pedenovi.
Il giornale scrive che il 25 aprile deve essere una festa di tutti. Non è vero: è la Festa della Liberazione dopo vent'anni di dittatura.
Qui trovate le inziative dell'Anpi a Milano per il 25 aprile.
Intanto, sempre a Milano, nella CdL, torna il sereno dopo la tempesta, tra la candidata e Albertini: tempesta scatenata a causa del "piano parcheggi", dopo che la Moratti aveva riferito di aver chiesto al sindaco il blocco delle nuove nomine negli enti comunali e del piano parcheggi.E' tanto sicura della vittoria, la Moratti, che ha messo come capolista Berlusconi stesso (verrà alle sedute di consiglio?).
Technorati: 25 aprile, Letizia Moratti
19 aprile 2006
A ruoli invertiti
Pensavo adesso agli effetti dirompenti di un Silvio capo dello stato ... il suo faccione sorridente in tutte le stazioni dei carabinieri, in tutte le questure.
Sarebbe capace anche di farsi ritrarre crocifisso pur di entrare nelle scuole al posto del Cristo.
Ma immaginatevi le figuracce all'ONU:
"ma anche qui avete i vu cumpra?"
"ma signor presidente! Quello è l'ambasciatore del Benin".
Per non parlare delle corna, dei gestacci ....
Oppure ai mondiali di calcio in Germania: capace di scendere negli spogliatoi e fare la formazione al posto di Lippi. Passare dall'immagine di un Pertini esultante dopo il gol di Tardelli, all'immagine di Silvio. Magari è la volta buona che rivinciamo il mondiale.
Ovviamente cambierebbe l'inno nazionale, riscritto appositamente da Apicella con le sue parole.
E se anzichè dei ruoli politici, Bondi quando volesse intendere ruoli sessuali? Romano, tu sotto, io sopra ...
Ammazza 'a zozzeria!
Sarebbe capace anche di farsi ritrarre crocifisso pur di entrare nelle scuole al posto del Cristo.
Ma immaginatevi le figuracce all'ONU:
"ma anche qui avete i vu cumpra?"
"ma signor presidente! Quello è l'ambasciatore del Benin".
Per non parlare delle corna, dei gestacci ....
Oppure ai mondiali di calcio in Germania: capace di scendere negli spogliatoi e fare la formazione al posto di Lippi. Passare dall'immagine di un Pertini esultante dopo il gol di Tardelli, all'immagine di Silvio. Magari è la volta buona che rivinciamo il mondiale.
Ovviamente cambierebbe l'inno nazionale, riscritto appositamente da Apicella con le sue parole.
E se anzichè dei ruoli politici, Bondi quando volesse intendere ruoli sessuali? Romano, tu sotto, io sopra ...
Ammazza 'a zozzeria!
Berlusconi sul colle
Bondi: Prodi al governo Berlusconi al Colle
Il coordinatore di Forza Italia a «Famiglia Cristiana»: si potrebbe studiare questo tipo di accordo, anche a ruoli rovesciati
Cioè Berlusconi, che ha perso le elezioni, governa ad interim, e Prodi al Quirinale a presenziare le cerimonie?
Perchè non invertiamo i ruoli sul serio: fino ad oggi ti sei arricchito tu, con le tue leggi ad personam, le tue televisioni, e domani ci arricchiamo noi. E tu stai all'opposizione.
Technorati: Silvio Berlusconi, Romano Prodi
Le ragioni di una sconfitta (o mezza vittoria)
Facile parlare ora , dopo le elezioni.
Meno facile era prevedere quello che sarebbe successo prima del 10 aprile.
Leggetevi l'articolo di Marco Travaglio sull'ultimo numero della Primavera di Micromega. Spiega il perchè della sconfitta. E Travaglio è un giornalista che ha sempre criticato certe scelte del centro-sinistra.
A cominciare dalla scelta delle liste, le esclusioni delle liste civiche locali, aver inseguito la rosa nel pugno (e aver fatto a pugni con la sinistra vera). Aver sacrificato candidature come quella di D'Ambrosio, Beppe Giulietti per dare posti sicuri a gente come De Mita, Crisafulli, Carra.
Errori di comunicazione (sulle tasse) e vanità televisiva.
Il finale amaro dell'articolo:
Quanti altri fallimenti dovranno collezionare i Fassino e i Rutelli, cioè i grandi sconfitti del 2001, per cedere il passo a qualcuno più vincente di loro? Non dev'essere poi così difficile trovarlo: si parte quasi da zero.
Alla fine dei conti, si ritorna sempre lì: non in piazza Santi Apostoli, ma in piazza Navona. La piazza Navona del febbraio 2002, quando Nanni Moretti, prima di occuparsi dei Caimano, si occupò molto opportunamente delle Mozzarelle. E urlò: "Con questi dirigenti non vinceremo mai". Sarà il caso di replicarlo in tutti i cinema d'Italia, quel film. "Con questi dirigenti non vinceremo mai". Presto o tardi, più presto che tardi, è ora che vadano a casa.
Dirigenti di una sinistra che non ha saputo cambiare (dal 1994 ad oggi).
L'immagine della piazza che canta "siamo coglioni!" sotto il sorriso compiacente dei Rutelli, Fassino, Prodi, è un'offesa alla mia intelligenza: dov'è allora tutta la pretesa superiorità?
Dov'è la cultura di sinistra?
Quel giorno non era in piazza.
Technorati: Marco Travaglio
Meno facile era prevedere quello che sarebbe successo prima del 10 aprile.
Leggetevi l'articolo di Marco Travaglio sull'ultimo numero della Primavera di Micromega. Spiega il perchè della sconfitta. E Travaglio è un giornalista che ha sempre criticato certe scelte del centro-sinistra.
A cominciare dalla scelta delle liste, le esclusioni delle liste civiche locali, aver inseguito la rosa nel pugno (e aver fatto a pugni con la sinistra vera). Aver sacrificato candidature come quella di D'Ambrosio, Beppe Giulietti per dare posti sicuri a gente come De Mita, Crisafulli, Carra.
Errori di comunicazione (sulle tasse) e vanità televisiva.
Il finale amaro dell'articolo:
Quanti altri fallimenti dovranno collezionare i Fassino e i Rutelli, cioè i grandi sconfitti del 2001, per cedere il passo a qualcuno più vincente di loro? Non dev'essere poi così difficile trovarlo: si parte quasi da zero.
Alla fine dei conti, si ritorna sempre lì: non in piazza Santi Apostoli, ma in piazza Navona. La piazza Navona del febbraio 2002, quando Nanni Moretti, prima di occuparsi dei Caimano, si occupò molto opportunamente delle Mozzarelle. E urlò: "Con questi dirigenti non vinceremo mai". Sarà il caso di replicarlo in tutti i cinema d'Italia, quel film. "Con questi dirigenti non vinceremo mai". Presto o tardi, più presto che tardi, è ora che vadano a casa.
Dirigenti di una sinistra che non ha saputo cambiare (dal 1994 ad oggi).
L'immagine della piazza che canta "siamo coglioni!" sotto il sorriso compiacente dei Rutelli, Fassino, Prodi, è un'offesa alla mia intelligenza: dov'è allora tutta la pretesa superiorità?
Dov'è la cultura di sinistra?
Quel giorno non era in piazza.
Technorati: Marco Travaglio
L'ultimo giudizio
Siamo nelle mani della Cassazione.
Che dovrà dare l'ultimo giudizio sul processo Imi-Sir e decidere le sorti di Cesare Previti, Attilio Pacifico, Vittorio Metta e degli altri imputati.
E anche sulle elezioni, per la verifica dei voti. Nonostante i ricatti dell'ex premier:
"Sino a quando Prodi non accetterà di aprire un dialogo con chi rappresenta più della metà del Paese - ha osservato infatti il premier - noi semineremo i nostri dubbi sui risultati"
Un dialogo? Ora? Fino a poco fa ci chiamavi coglioni, cosa è cambiato?
E' cambiato che ha perso. Punto. E l'unica strategia è fare ostruzione, rallentare ("contate con calma, mi raccomando"). E i problemi rimangono lì ad aspettare.
Technorati: Imi-Sir, Previti, Cassazione, elezioni
Che dovrà dare l'ultimo giudizio sul processo Imi-Sir e decidere le sorti di Cesare Previti, Attilio Pacifico, Vittorio Metta e degli altri imputati.
E anche sulle elezioni, per la verifica dei voti. Nonostante i ricatti dell'ex premier:
"Sino a quando Prodi non accetterà di aprire un dialogo con chi rappresenta più della metà del Paese - ha osservato infatti il premier - noi semineremo i nostri dubbi sui risultati"
Un dialogo? Ora? Fino a poco fa ci chiamavi coglioni, cosa è cambiato?
E' cambiato che ha perso. Punto. E l'unica strategia è fare ostruzione, rallentare ("contate con calma, mi raccomando"). E i problemi rimangono lì ad aspettare.
Technorati: Imi-Sir, Previti, Cassazione, elezioni
Affari cinesi
Si parla tanto di censura e di regime in Cina e poi ... arriva in Italia Hu Jintao, guida istituzionale della potente Repubblica Popolare Cinese e si parla di affari. Non col presidente Bush, ma con Gates.
Cosa si saranno detti? Noi montiamo sui nostri pc il vostro sistema operativo e in cambio combattiamo la pirateria del sw.
Come ha ribadito il vicepremier Wu Yi da Pechino, "il nostro impegno per proteggere l'innovazione e la proprietà intellettuale è diventato d'importanza vitale". E Gates lo sa.
Bolliranno anche i bambini, ma i loro affari li sanno fare.
Technorati: Cina, Bill Gates, Microsoft
Cosa si saranno detti? Noi montiamo sui nostri pc il vostro sistema operativo e in cambio combattiamo la pirateria del sw.
Come ha ribadito il vicepremier Wu Yi da Pechino, "il nostro impegno per proteggere l'innovazione e la proprietà intellettuale è diventato d'importanza vitale". E Gates lo sa.
Bolliranno anche i bambini, ma i loro affari li sanno fare.
Technorati: Cina, Bill Gates, Microsoft
18 aprile 2006
Con chi ce l'ha il Financial Times?
Non ho capito: attacca il governo Prodi (che nemmeno esiste, almeno che non mi sia sfuggito qualcosa) o il passato governo Berlusconi, come sostiene il professore?
Neanche è nato, il governo, che già combina disastri?
Neanche è nato, il governo, che già combina disastri?
I giorni della Cassazione
Tra oggi e domani i giudici della Cassazione dovranno finalmente mettere la parola fine a queste elezioni. Da parte di Forza Italia un invito a non avere fretta: magari è meglio aspettare qualche settimana ancora, meglio qualche mese ... non si sa mai. In attesa forse delle larghe intese?
Ad un certo punto ho temuto che si volesse far contare i voti ai figli di Berlusconi.
Intanto, per riacciuffare qualche voto dagli italiani all'estero, Berlusconi ha deciso di esportare la sua immagine all'estero.
Ha iniziato con la Svizzera, dove ha comprato una villa aggirando le leggi locali. Ha intestato una villa a S-Chanf (nel cantone Grigioni) da ristrutturare alla suocera, la madre di Miriam Raffaella Bartolini.
Ad un certo punto ho temuto che si volesse far contare i voti ai figli di Berlusconi.
Intanto, per riacciuffare qualche voto dagli italiani all'estero, Berlusconi ha deciso di esportare la sua immagine all'estero.
Ha iniziato con la Svizzera, dove ha comprato una villa aggirando le leggi locali. Ha intestato una villa a S-Chanf (nel cantone Grigioni) da ristrutturare alla suocera, la madre di Miriam Raffaella Bartolini.
17 aprile 2006
Favole al telefono di Gianni Rodari
Di fronte alla marea di regali che si fanno oggi ai bambini viene da chiedersi se almeno, con tutti quei robot, trasformers, Ninja turtles, macchine radiocomandate, riescano a essere ferlici.
Nel pieno dello sconforto, tuo nipote ti chiede “Zio, mi racconti una delle favole del libro?”
E scopri così che, passati anche trent'anni, ai bambini piace ancora farsi leggere le favole di Gianni Rodari, “Favole al telefono”. Da Alice Cascherina a Giovannino Perdigiorno ... a Giacomo di Cristallo.
C'era una volta il ragionier Bianchi, di Varese. Era rappresentante di commercio e sei giorni su sette girava l'Italia intera vendendo medicinali. La domenica tornava a casa sua e il lunedì mattina ripartiva. Ma prima che partisse la sua bambina gli diceva: Mi raccomando papà: tutte le sere una storia...
Buona lettura e buona Pasquetta a tutti!
Technorati: Gianni Rodari
Nel pieno dello sconforto, tuo nipote ti chiede “Zio, mi racconti una delle favole del libro?”
E scopri così che, passati anche trent'anni, ai bambini piace ancora farsi leggere le favole di Gianni Rodari, “Favole al telefono”. Da Alice Cascherina a Giovannino Perdigiorno ... a Giacomo di Cristallo.
C'era una volta il ragionier Bianchi, di Varese. Era rappresentante di commercio e sei giorni su sette girava l'Italia intera vendendo medicinali. La domenica tornava a casa sua e il lunedì mattina ripartiva. Ma prima che partisse la sua bambina gli diceva: Mi raccomando papà: tutte le sere una storia...
Buona lettura e buona Pasquetta a tutti!
Technorati: Gianni Rodari
Berluskafka blob 1992-2006
Blob, Berluskafka 1992-2006.
Una carrellata di immagini delle notti elettorali, dalle elezioni del 1992, fino alla via cruciX delle ultime elezioni del 2006.
Da Intini (nell'allora PSI), Orlando, Casini (la vecchia DC), Rutelli (radicale), Bossi, per arrivare a oggi, con Intini (Margherita), Orlando, Casini, Rutelli e Bossi. E ancora Onofrio, Bertinotti, D'Alema, Prodi (96 e 2006), Fini (le prime elezioni comunali a Roma del 1993 contro Rutelli), Petruccioli (l'unico politico entrato comunista in Rai e uscito berlusconiano), Occhetto, La Russa, Gasparri ...
I nostri cari politici a lunga (lunghissima) scadenza .... E lui, il cavaliere, sempre presente.
Ma anche i commentatori ho scoperto che, in fondo sono sempre gli stessi: Mentana, Fede, Masotti, Vespa (snobbato da Berlusconi dopo la vittoria del 94).
Notizia dell'ultima ora: sembra non esserci più spazio per il dialogo tra i poli dopo le uscite di Calderoli e la risposta di Prodi. Ma c'è mai stato un dialogo? Quando è stata approvata la legge elettorale (la porcata)? La devolution? La Gasparri sul riordino delle telecomunicazioni?
La CDL si è sempre arrogato il diritto di fare di testa sua. E il senso delle istituzioni, di responsabilità? A data da destinarsi, come la data scadenza dei politici.
Una carrellata di immagini delle notti elettorali, dalle elezioni del 1992, fino alla via cruciX delle ultime elezioni del 2006.
Da Intini (nell'allora PSI), Orlando, Casini (la vecchia DC), Rutelli (radicale), Bossi, per arrivare a oggi, con Intini (Margherita), Orlando, Casini, Rutelli e Bossi. E ancora Onofrio, Bertinotti, D'Alema, Prodi (96 e 2006), Fini (le prime elezioni comunali a Roma del 1993 contro Rutelli), Petruccioli (l'unico politico entrato comunista in Rai e uscito berlusconiano), Occhetto, La Russa, Gasparri ...
I nostri cari politici a lunga (lunghissima) scadenza .... E lui, il cavaliere, sempre presente.
Ma anche i commentatori ho scoperto che, in fondo sono sempre gli stessi: Mentana, Fede, Masotti, Vespa (snobbato da Berlusconi dopo la vittoria del 94).
Notizia dell'ultima ora: sembra non esserci più spazio per il dialogo tra i poli dopo le uscite di Calderoli e la risposta di Prodi. Ma c'è mai stato un dialogo? Quando è stata approvata la legge elettorale (la porcata)? La devolution? La Gasparri sul riordino delle telecomunicazioni?
La CDL si è sempre arrogato il diritto di fare di testa sua. E il senso delle istituzioni, di responsabilità? A data da destinarsi, come la data scadenza dei politici.
13 aprile 2006
L'ultima provocazione di Silvio
La soluzione al conflitto di interessi:
Giuliano Ferrara ha riempito di curiosità e di meraviglia i suoi fedelissimi. Con quel sorriso sornione e l'aria di chi sa più di quanto dice, ha rivelato che il Cavaliere sarebbe «pronto a spogliarsi del suo conflitto d'interessi, cedendo i beni ai figli»
Ma che idea geniale, perchè non ci avevamo pensato prima? La classica soluzione all'italiana di chi intesta la macchina alla moglie ...
Ci sono dei fessi che potrebbero ritenere intelligente una boiata del genere?
E i fessi esistono, scrive Francesco Verderami sul corriere:
È chiaro che la scelta avrebbe un riflesso politico rilevante, libererebbe il leader della Cdl dal conflitto d'interessi, lo affrancherebbe da quell'angoscioso stato d'animo di chi si sente «minacciato», dagli incubi di chi teme di subire - seduto ai banchi dell'opposizione - un provvedimento sull'ineleggibilità che lo travolgerebbe. In più l'operazione non dovrebbe suscitare le critiche e le ostilità degli avversari.
Che stamo a fa? Arifamo l'inciucio?
I fessi esistono, e ne esiste uno, in particolare, anche a sinistra (pare):
Nei Ds, per esempio, c'è già chi ha dato voce ai ragionamenti riservati di Piero Fassino: «Non si può proibire a Berlusconi di cedere le aziende ai figli. Ed è legittimo che loro possano acquisirle».
Technorati: Silvio Berlusconi, conflitto di interessi
Giuliano Ferrara ha riempito di curiosità e di meraviglia i suoi fedelissimi. Con quel sorriso sornione e l'aria di chi sa più di quanto dice, ha rivelato che il Cavaliere sarebbe «pronto a spogliarsi del suo conflitto d'interessi, cedendo i beni ai figli»
Ma che idea geniale, perchè non ci avevamo pensato prima? La classica soluzione all'italiana di chi intesta la macchina alla moglie ...
Ci sono dei fessi che potrebbero ritenere intelligente una boiata del genere?
E i fessi esistono, scrive Francesco Verderami sul corriere:
È chiaro che la scelta avrebbe un riflesso politico rilevante, libererebbe il leader della Cdl dal conflitto d'interessi, lo affrancherebbe da quell'angoscioso stato d'animo di chi si sente «minacciato», dagli incubi di chi teme di subire - seduto ai banchi dell'opposizione - un provvedimento sull'ineleggibilità che lo travolgerebbe. In più l'operazione non dovrebbe suscitare le critiche e le ostilità degli avversari.
Che stamo a fa? Arifamo l'inciucio?
I fessi esistono, e ne esiste uno, in particolare, anche a sinistra (pare):
Nei Ds, per esempio, c'è già chi ha dato voce ai ragionamenti riservati di Piero Fassino: «Non si può proibire a Berlusconi di cedere le aziende ai figli. Ed è legittimo che loro possano acquisirle».
Technorati: Silvio Berlusconi, conflitto di interessi
E non ci lasceremo mai
Prima ci ha provato con la Grossa coalizione.
Dopo aver detto peste e corna del centro sinistra.
Poi, dopo che gli han detto picche, la sta buttando sui brogli.
"Tanti brogli, il risultato deve cambiare": capito deve cambiare! Lo decido io.
Proprio vero: di Berlusconi non ci libereremo mai!
Che figura di merda stiamo facendo. Come sinistra e come nazione Italia.
Technorati: Silvio Berlusconi, elezioni 2006
Dopo aver detto peste e corna del centro sinistra.
Poi, dopo che gli han detto picche, la sta buttando sui brogli.
"Tanti brogli, il risultato deve cambiare": capito deve cambiare! Lo decido io.
Proprio vero: di Berlusconi non ci libereremo mai!
Che figura di merda stiamo facendo. Come sinistra e come nazione Italia.
Technorati: Silvio Berlusconi, elezioni 2006
Come hanno riconosciuto Provenzano?
Viveva da solo in una casa nella campagna di Corleone.
Da cosa lo hanno riconosciuto?Aveva in casa 7 Bibbie, con delle pagine con annotazioni a margine.
Aveva anche, nella casa, un'immagine della Madonna.
Proprio come tutti i mafiosi. Assassino e bigotto.
Per fortuna poi esistono persone nei vertici ecclesiastici come il vescovo di Palermo per cui "che pensi a convertirsi!!"
Technorati: Bernardo Provenzano
Da cosa lo hanno riconosciuto?Aveva in casa 7 Bibbie, con delle pagine con annotazioni a margine.
Aveva anche, nella casa, un'immagine della Madonna.
Proprio come tutti i mafiosi. Assassino e bigotto.
Per fortuna poi esistono persone nei vertici ecclesiastici come il vescovo di Palermo per cui "che pensi a convertirsi!!"
Technorati: Bernardo Provenzano
12 aprile 2006
E ora che vi ho votato?
Vi ho dato il voto e la mia fiducia. E ora?
Più negano a gran voce la grande coalizione (leggesi grande inciucio) e meno mi fido.
Già è difficile buttar giù questa specie di vittoria (o pareggio, o sconfitta?), se si arrivasse ad un nuovo grande centro (il vecchio penta-partito resuscitato) sarebbe la tragedia.
Io ho votato a sinistra: spero di non trovarmi Penta-Pentito.
E allora, prima di maggio, facciamo un pò di toto ministri:
Più negano a gran voce la grande coalizione (leggesi grande inciucio) e meno mi fido.
Già è difficile buttar giù questa specie di vittoria (o pareggio, o sconfitta?), se si arrivasse ad un nuovo grande centro (il vecchio penta-partito resuscitato) sarebbe la tragedia.
Io ho votato a sinistra: spero di non trovarmi Penta-Pentito.
E allora, prima di maggio, facciamo un pò di toto ministri:
- istruzione: Bonino
- giustizia: Di Pietro
- Welfare: Bertinotti
- Esteri: D'Alema
- Ambiente: Pecoraro Scanio
- Economia: Letta (Enrico)
- Interno: Marco Minniti
Salvati da Cicciolina
Siamo salvi. Contro il terrorismo internazionale ci pensa Ilona Staller in arte Cicciolina:
La famosa pornostar ungherese ha affermato che è pronta a concedersi a Bin Laden in cambio della fine della sua tirannia.
La famosa pornostar ungherese ha affermato che è pronta a concedersi a Bin Laden in cambio della fine della sua tirannia.
Una verità o l'altra di Christine von Borries
Un romanzo dal ritmo scorrevole, che ci porta dentro il mondo degli agenti segreti nostrani, con i loro segreti e i soui meccanismi. Parliamo del Sisde (Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica), dove lavora l'agente Irene Bettini, da poco passata dalla X sezione (gli archivi informatici) alle sezioni investigative del servizio.
Il personaggio di Irene nasce nel precedente libro della Von Borries, Fuga di Notizie, dove era vicedirettrice dell'archivio, e era riuscita, grazie alle sue doti di intuito, a risolvere un caso di fuga di notizie dal servizio verso la mafia.
Ora, accettata la sfida di diventare agente operativo, deve sottoporsi ad un corso e ai malumori del suo nuovo capo, Gancia, direttore delle sezioni investigative del Sisde (le prime tre). Gancia infatti, le affibia un incarico quasi impossibile, da concludere per terminare il corso: classificare tutte le informative scritte dagli agenti, a seconda dell'argomento relativo e verificare, per ciascuna, che esito ha avuto.
Ma Irene, grazie al suo carattere testardo, riesce non solo a portare a termine il compito, ma anche a scoprire un misterioso giro di informative pagate a caro prezzo dal servizio.
Agenti che avrebbero chiesto all'amministrazione del servizio soldi per pagare informatori che non hanno portato ad alcuna indagine giudiziaria. Chi c'è dietro questo giro di denaro? Quali coperture godono, all'interno del servizio questi agenti?
La seconda parte del libro ha ritmo più intenso, perchè l'indagine interna, a fianco di un'agente più anziano, sarà un'indagine ad alto rischio.
Più romanzo che thriller, visto l'ampio spazio che l'autrice dedica alle emozioni personali della protagonista: troppo impulsiva per essere un agente, testarda, ma anche molto passionale.
Il libro è dedicato alla memoria di Gabriele Chelazzi, magistrato della Procura nazionale antimafia e contemporaneamente pubblico ministero applicato presso la Procura della Repubblica di Firenze, impegnato nelle indagini sulle bombe del 93, morto per infarto nel 17 aprile 2003.
I link sul sito di Guanda, bol e ibs
Technorati: Christine Von Borries
Il personaggio di Irene nasce nel precedente libro della Von Borries, Fuga di Notizie, dove era vicedirettrice dell'archivio, e era riuscita, grazie alle sue doti di intuito, a risolvere un caso di fuga di notizie dal servizio verso la mafia.
Ora, accettata la sfida di diventare agente operativo, deve sottoporsi ad un corso e ai malumori del suo nuovo capo, Gancia, direttore delle sezioni investigative del Sisde (le prime tre). Gancia infatti, le affibia un incarico quasi impossibile, da concludere per terminare il corso: classificare tutte le informative scritte dagli agenti, a seconda dell'argomento relativo e verificare, per ciascuna, che esito ha avuto.
Ma Irene, grazie al suo carattere testardo, riesce non solo a portare a termine il compito, ma anche a scoprire un misterioso giro di informative pagate a caro prezzo dal servizio.
Agenti che avrebbero chiesto all'amministrazione del servizio soldi per pagare informatori che non hanno portato ad alcuna indagine giudiziaria. Chi c'è dietro questo giro di denaro? Quali coperture godono, all'interno del servizio questi agenti?
La seconda parte del libro ha ritmo più intenso, perchè l'indagine interna, a fianco di un'agente più anziano, sarà un'indagine ad alto rischio.
Più romanzo che thriller, visto l'ampio spazio che l'autrice dedica alle emozioni personali della protagonista: troppo impulsiva per essere un agente, testarda, ma anche molto passionale.
Il libro è dedicato alla memoria di Gabriele Chelazzi, magistrato della Procura nazionale antimafia e contemporaneamente pubblico ministero applicato presso la Procura della Repubblica di Firenze, impegnato nelle indagini sulle bombe del 93, morto per infarto nel 17 aprile 2003.
I link sul sito di Guanda, bol e ibs
Technorati: Christine Von Borries
11 aprile 2006
Incontri ravvicinati tra blog e stampa
E la blogosfera incontra i quotidiani. Dall'articolo di Tommaso Lombardi su Punto Informatico
Pluck, che offre un servizio di aggregazione per oltre 600 blog, sigla un accordo con Washington Post, San Francisco Chronicle ed altri importanti gruppi editoriali. I post più interessanti troveranno spazio sui grandi quotidiani
Volete provare: inserite il il vostro blog qui.
Technorati: blog, blogburst
Pluck, che offre un servizio di aggregazione per oltre 600 blog, sigla un accordo con Washington Post, San Francisco Chronicle ed altri importanti gruppi editoriali. I post più interessanti troveranno spazio sui grandi quotidiani
Volete provare: inserite il il vostro blog qui.
Technorati: blog, blogburst
Provenzano come le rockstar
Eccolo qua, lo zio Binnu.
Acclamato dalla folla, ma protetto dalle forze dell'ordine. Come una rockstar.
Poco somigliante all'identikit, a dire il vero. orse per questo non lo trovavano.
Cosa penseranno del suo arresto nel quartiere di Bagheria, dove i cartelli antimafia (con la faccia di Provenzano e la scritta Wanted) devono essere appesi di notte, mentre di giorno la gente del quartiere dice “Provenzano? È una persona squisita! I mafiosi, sono persone gentili squisite e di chiesa!”.
Magari sono proprio quelli che poi ti gridano bastardo. Ingrati.
L'ultimo regalo della mafia
Arrestato Provenzano (la notizia sul corriere, repubblica).
Oggi, il giorno dopo le elezioni, dopo 40 anni e passa di latitanza.
Non vorrei essere malpensante, ma il tutto mi suona strano.
Cosa stava facendo? Cercava di andare a votare?
Oppure è stato scaricato anche lui, come Riina, per rallentare la pressione sui vertici.
Caselli dopo essersi complimentato con la polizia, ricorda che "non dimentichiamo che Cosa nostra non è solo Provenzano. L'arresto di Provenzano non ci porti a dire che è tutto finito".
Appunto, ci sono ancora tanti appalti in Sicilia ....
Technorati: Bernardo Provenzano, mafia
Oggi, il giorno dopo le elezioni, dopo 40 anni e passa di latitanza.
Non vorrei essere malpensante, ma il tutto mi suona strano.
Cosa stava facendo? Cercava di andare a votare?
Oppure è stato scaricato anche lui, come Riina, per rallentare la pressione sui vertici.
Caselli dopo essersi complimentato con la polizia, ricorda che "non dimentichiamo che Cosa nostra non è solo Provenzano. L'arresto di Provenzano non ci porti a dire che è tutto finito".
Appunto, ci sono ancora tanti appalti in Sicilia ....
Technorati: Bernardo Provenzano, mafia
Lo stile di chi vince
Elezioni 2006
Abbiamo vinto solo gli agli exit pool: avremo come premio almeno un orsetto?
Chi ha vinto, le elezioni? Forza Italia e Silvio Berlusconi.
Se dopo 5 anni di (mal)governo, il suo partito e la sua coalizione riesce a prendere tutti questi voti, allora ha proprio vinto. E' lui il leader.
Con buona pace dei centristi di Casini e dei destristi di Fini.
L'Italia non è nè di destra nè di sonostra. Come diceva Guzzanti in una riuscita imitazione di ciccio Rutelli "l'Italia è tua a Berluscò ...".
Questo testimonia, se mai ce ne fosse ancora bisogno, l'importanza di avre tre televisioni e di controllare le altre. Alla faccia dei soloni di internet e dei comentatori della stampa.
Che si dovranno trovare un altro paese.
Ma magari ha ragione lui: questo governo è stato un buon governo. Ha fatto delle cose buone.
E magari sono solo io, povero coglione di sinistra, a vedere la situazione reale in modo distorto.
Il lavoro precario, i posti di lavoro persi, la cattiva gestione dei trasporti e dell'energia. La mafia e la criminalità.
Un certo modo di fare politica che privilegia gli interessi di pochi a discapito degli interessi dei molti.
E un ultima cosa: sulla tragedia degli exit pool: probabilmente nessuno ha il coraggio di dire ad altri che vota per Silvio.
Ma nel segreto dell'urna, la tua coscienza non ti vede, ma Silvio sì.
Technorati: Silvio Berlusconi, elezioni 2006
Chi ha vinto, le elezioni? Forza Italia e Silvio Berlusconi.
Se dopo 5 anni di (mal)governo, il suo partito e la sua coalizione riesce a prendere tutti questi voti, allora ha proprio vinto. E' lui il leader.
Con buona pace dei centristi di Casini e dei destristi di Fini.
L'Italia non è nè di destra nè di sonostra. Come diceva Guzzanti in una riuscita imitazione di ciccio Rutelli "l'Italia è tua a Berluscò ...".
Questo testimonia, se mai ce ne fosse ancora bisogno, l'importanza di avre tre televisioni e di controllare le altre. Alla faccia dei soloni di internet e dei comentatori della stampa.
Che si dovranno trovare un altro paese.
Ma magari ha ragione lui: questo governo è stato un buon governo. Ha fatto delle cose buone.
E magari sono solo io, povero coglione di sinistra, a vedere la situazione reale in modo distorto.
Il lavoro precario, i posti di lavoro persi, la cattiva gestione dei trasporti e dell'energia. La mafia e la criminalità.
Un certo modo di fare politica che privilegia gli interessi di pochi a discapito degli interessi dei molti.
E un ultima cosa: sulla tragedia degli exit pool: probabilmente nessuno ha il coraggio di dire ad altri che vota per Silvio.
Ma nel segreto dell'urna, la tua coscienza non ti vede, ma Silvio sì.
Technorati: Silvio Berlusconi, elezioni 2006
10 aprile 2006
Rispunta l'indagine Antonveneta
Terminate le elezioni, di cui per il momento non vorrei parlare, torna in auge l'indagine sulla scalata ad Antonveneta.
Fiorani agli arresti domiciliari e il senatore di Forza Italia Luigi Grillo iscritto nel registro degli indagati della Procura di Milano.
Secondo Fiorani, Grillo aveva un ruolo di «lobbysmo puro» perché con le sue frequentazioni politiche nazionali aveva tentato di appoggiare «un grande progetto industriale di importanza nazionale»
Il suo nome era apparso dagli interrogatori fin da subito, evidentemente gli han concesso il privilegio di iscriverlo nel registro solo dopo le elezioni.
Nobles Oblige.
Aspettiamo gli altri nomi.
Technorati: scalata Antonveneta, Luigi Grillo
Fiorani agli arresti domiciliari e il senatore di Forza Italia Luigi Grillo iscritto nel registro degli indagati della Procura di Milano.
Secondo Fiorani, Grillo aveva un ruolo di «lobbysmo puro» perché con le sue frequentazioni politiche nazionali aveva tentato di appoggiare «un grande progetto industriale di importanza nazionale»
Il suo nome era apparso dagli interrogatori fin da subito, evidentemente gli han concesso il privilegio di iscriverlo nel registro solo dopo le elezioni.
Nobles Oblige.
Aspettiamo gli altri nomi.
Technorati: scalata Antonveneta, Luigi Grillo
La guerra di nervi per l'Iran
Si prepara la guerra in Iran, anche con le armi atomiche, se necessario. Rivela il giornalista Seymour Hersh sul New Yorker (la notizia su unità e corriere), che ha raccolto le dichiarazioni di un funzionario dei servizi segreti:
"Quest'amministrazione è convinta che l'unico modo di risolvere il problema sia di cambiare la struttura di potere in Iran, e questo vuol dire una cosa soltanto: guerra"
Sempre secondo Hersh, Bush, non potendo spostare tutti gli uomini necessari per una guerra convenzionale, sarebbe costretto a ricorrere all'atomica.
"Bush è convinto che l'Iran si doterà di armi nucleari e intende fare quello che nessun futuro presidente americano, repubblicano o democratico, avrebbe il coraggio di fare: bombardarlo a tappeto. Pensa che la salvezza dell'Iran sarà il suo lascito storico"
Che senso ha cercare lo scontro, scartare la via diplomatica, in un mondo che, sempre secondo la Casa Bianca, è minacciato già da Al Quaeda?
Pensano che Bin Laden non risponda con la legge de "occhio per occhio"?
Oppure, come dimostrerebbero gli sviluppi delle indagini sulle bombe di Londra del luglio 2005, gli Stati Uniti sanno che dietro gli attentati non c'è una struttura centrale, come Al Quaeda.
Ma sarebbero stati invece pianificati e realizzati localmente grazie a informazioni trovate su Internet.
E che dunque il terrorismo internazionale non si combatte solo in terra straniera, ma è una battaglia da affrontare casa propria.
Technorati: Iran, Bush, Seymour Hersh
"Quest'amministrazione è convinta che l'unico modo di risolvere il problema sia di cambiare la struttura di potere in Iran, e questo vuol dire una cosa soltanto: guerra"
Sempre secondo Hersh, Bush, non potendo spostare tutti gli uomini necessari per una guerra convenzionale, sarebbe costretto a ricorrere all'atomica.
"Bush è convinto che l'Iran si doterà di armi nucleari e intende fare quello che nessun futuro presidente americano, repubblicano o democratico, avrebbe il coraggio di fare: bombardarlo a tappeto. Pensa che la salvezza dell'Iran sarà il suo lascito storico"
Che senso ha cercare lo scontro, scartare la via diplomatica, in un mondo che, sempre secondo la Casa Bianca, è minacciato già da Al Quaeda?
Pensano che Bin Laden non risponda con la legge de "occhio per occhio"?
Oppure, come dimostrerebbero gli sviluppi delle indagini sulle bombe di Londra del luglio 2005, gli Stati Uniti sanno che dietro gli attentati non c'è una struttura centrale, come Al Quaeda.
Ma sarebbero stati invece pianificati e realizzati localmente grazie a informazioni trovate su Internet.
E che dunque il terrorismo internazionale non si combatte solo in terra straniera, ma è una battaglia da affrontare casa propria.
Technorati: Iran, Bush, Seymour Hersh
La serata di Dante
Dovevamo aspettare la serata del silenzio elettorale, quella per intenderci dove la programmazione è bloccata per le lezioni politiche, per vedere un pezzo di cultura in televisione.
E non la cultura elitaria, da circolo: ma cultura intesa come trasmissione del sapere, della conoscenza.
Ieri Benigni (su Rai3), con tutta la sua passione, ci ha fatto amare ancora di più Dante, spiegandoci tutta la sua bellezza, la sua poesia.
Riprendendo pezzi filmati in varie università italiane (Scuola Normale di Pisa, nell’Università La Sapienza di Roma, nell’Università di Padova, nell’Università di Bologna), Benigni ha recitato diversi canti dell'Inferno e del Paradiso, della Divina Commedia.
Ha iniziato con i versi del V Canto dell'inferno, Paolo e Francesca: dove Dante chiede a Francesca (la prima persona a cui si rivolge nell'inferno) come accadde che voi vi scopriste inamorati:
Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Il XXVVI esimo Canto, quello di Ulisse, che racconta a Dante della sua sete di conoscenza:
"O frati", dissi, "che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia
d’i nostri sensi ch’è del rimanente
non vogliate negar l’esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza".
Li miei compagni fec’io sì aguti,
con questa orazion picciola, al cammino,
che a pena poscia li avrei ritenuti;
e volta nostra poppa nel mattino,
de’ remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino.
Il XXXIII canto, il conte Ugolino. Con la triste morte del conte, nella torre assieme ai suoi figlioli:
Quando fui desto innanzi la dimane,
pianger senti’ fra ’l sonno i miei figliuoli
ch’eran con meco, e dimandar del pane.
Ben se’ crudel, se tu già non ti duoli
pensando ciò che ’l mio cor s’annunziava;
e se non piangi, di che pianger suoli?
Già eran desti, e l’ora s’appressava
che ’l cibo ne solëa essere addotto,
e per suo sogno ciascun dubitava;
e io senti’ chiavar l’uscio di sotto
a l’orribile torre; ond’io guardai
nel viso a’ mie’ figliuoi sanza far motto.
Io non piangëa, sì dentro impetrai:
piangevan elli; e Anselmuccio mio
disse: "Tu guardi sì, padre! che hai?".
Perciò non lacrimai né rispuos’io
tutto quel giorno né la notte appresso,
infin che l’altro sol nel mondo uscìo.
Come un poco di raggio si fu messo
nel doloroso carcere, e io scorsi
per quattro visi il mio aspetto stesso,
ambo le man per lo dolor mi morsi;
ed ei, pensando ch’io ’l fessi per voglia
di manicar, di sùbito levorsie disser:
"Padre, assai ci fia men doglia
se tu mangi di noi: tu ne vestisti
queste misere carni, e tu le spoglia".
Queta’mi allor per non farli più tristi;
lo dì e l’altro stemmo tutti muti;
ahi dura terra, perché non t’apristi?
Poscia che fummo al quarto dì venuti,
Gaddo mi si gittò disteso a’ piedi,
dicendo: "Padre mio, ché non m’aiuti?".
Quivi morì; e come tu mi vedi,
vid’io cascar li tre ad uno ad uno
tra ’l quinto dì e ’l sesto; ond’io mi diedi,
già cieco, a brancolar sovra ciascuno,
e due dì li chiamai, poi che fur morti.
Poscia, più che ’l dolor, poté ’l digiuno".
Ha chiuso con l'Ultimo canto del Paradiso, il XXXIII, quello che si apre con la preghiera di San Bernardo alla Madonna:
"Vergine Madre,
figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana
naturanobilitasti sì, che ’l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura"
La Rai teneva questo tesoro e ha aspettato le lezioni per trasmetterlo. Dovremo aspettare altri 5 anni?
Il testo della serata lo trovate qui
Technorati: Dante, Benigni
E non la cultura elitaria, da circolo: ma cultura intesa come trasmissione del sapere, della conoscenza.
Ieri Benigni (su Rai3), con tutta la sua passione, ci ha fatto amare ancora di più Dante, spiegandoci tutta la sua bellezza, la sua poesia.
Riprendendo pezzi filmati in varie università italiane (Scuola Normale di Pisa, nell’Università La Sapienza di Roma, nell’Università di Padova, nell’Università di Bologna), Benigni ha recitato diversi canti dell'Inferno e del Paradiso, della Divina Commedia.
Ha iniziato con i versi del V Canto dell'inferno, Paolo e Francesca: dove Dante chiede a Francesca (la prima persona a cui si rivolge nell'inferno) come accadde che voi vi scopriste inamorati:
Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Il XXVVI esimo Canto, quello di Ulisse, che racconta a Dante della sua sete di conoscenza:
"O frati", dissi, "che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia
d’i nostri sensi ch’è del rimanente
non vogliate negar l’esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza".
Li miei compagni fec’io sì aguti,
con questa orazion picciola, al cammino,
che a pena poscia li avrei ritenuti;
e volta nostra poppa nel mattino,
de’ remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino.
Il XXXIII canto, il conte Ugolino. Con la triste morte del conte, nella torre assieme ai suoi figlioli:
Quando fui desto innanzi la dimane,
pianger senti’ fra ’l sonno i miei figliuoli
ch’eran con meco, e dimandar del pane.
Ben se’ crudel, se tu già non ti duoli
pensando ciò che ’l mio cor s’annunziava;
e se non piangi, di che pianger suoli?
Già eran desti, e l’ora s’appressava
che ’l cibo ne solëa essere addotto,
e per suo sogno ciascun dubitava;
e io senti’ chiavar l’uscio di sotto
a l’orribile torre; ond’io guardai
nel viso a’ mie’ figliuoi sanza far motto.
Io non piangëa, sì dentro impetrai:
piangevan elli; e Anselmuccio mio
disse: "Tu guardi sì, padre! che hai?".
Perciò non lacrimai né rispuos’io
tutto quel giorno né la notte appresso,
infin che l’altro sol nel mondo uscìo.
Come un poco di raggio si fu messo
nel doloroso carcere, e io scorsi
per quattro visi il mio aspetto stesso,
ambo le man per lo dolor mi morsi;
ed ei, pensando ch’io ’l fessi per voglia
di manicar, di sùbito levorsie disser:
"Padre, assai ci fia men doglia
se tu mangi di noi: tu ne vestisti
queste misere carni, e tu le spoglia".
Queta’mi allor per non farli più tristi;
lo dì e l’altro stemmo tutti muti;
ahi dura terra, perché non t’apristi?
Poscia che fummo al quarto dì venuti,
Gaddo mi si gittò disteso a’ piedi,
dicendo: "Padre mio, ché non m’aiuti?".
Quivi morì; e come tu mi vedi,
vid’io cascar li tre ad uno ad uno
tra ’l quinto dì e ’l sesto; ond’io mi diedi,
già cieco, a brancolar sovra ciascuno,
e due dì li chiamai, poi che fur morti.
Poscia, più che ’l dolor, poté ’l digiuno".
Ha chiuso con l'Ultimo canto del Paradiso, il XXXIII, quello che si apre con la preghiera di San Bernardo alla Madonna:
"Vergine Madre,
figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana
naturanobilitasti sì, che ’l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura"
La Rai teneva questo tesoro e ha aspettato le lezioni per trasmetterlo. Dovremo aspettare altri 5 anni?
Il testo della serata lo trovate qui
Technorati: Dante, Benigni
09 aprile 2006
11 aprile 2006
Verrà il giorno 11 aprile 2006 e tutta questa sbornia per le elezioni dovrà passare.
E io potrò continuare a parlare dei libri gialli.
Per intanto, ieri mi sono visto Aprile di Nanni Moretti: rivedendo i filmati dei comizi di Berlusconi devo dire che non è cambiato. Nè fisicamente, nè come argomenti, sempre gli stessi (la magistratura ...). Come nella scena dove Moretti dice "D'Alema dì qualcosa di sinistra", D'Alema ha ancora i capelli scuri, l'altro ha solamente meno capelli di oggi.
E io potrò continuare a parlare dei libri gialli.
Per intanto, ieri mi sono visto Aprile di Nanni Moretti: rivedendo i filmati dei comizi di Berlusconi devo dire che non è cambiato. Nè fisicamente, nè come argomenti, sempre gli stessi (la magistratura ...). Come nella scena dove Moretti dice "D'Alema dì qualcosa di sinistra", D'Alema ha ancora i capelli scuri, l'altro ha solamente meno capelli di oggi.
Medical Thriller di Lucarelli, Rigosi, Baldini
Tre racconti gialli, con al centro il mondo delle medicine. Forse è troppo parlare di “medical thriller”, visto che nessuno dei racconti è ambientato tra i camici bianchi di un ospedale. Ma nel complesso il livello dei racconti è buono.
Il primo "Rapidamente", di Carlo Lucarelli, parla di una ricercatrice che sta lavorando ad analgesico per il mal di testa innovativo. Si troverà in mezzo ad una storia di killer, che vogliono bloccare l'uscita del farmaco.
Il secondo "No smoking", di Giampiero Rigosi, è ambientato nella Matrix Bionca, dove si svolgono ricerce di biotecnologie all'avanguardia. Forse troppo, visto la fuga di notizie dall'interno e la morte di un dirigente. Il commissario Roccaforte dovrà indagare, appoggiandosi ad una cicca di sigarette.
L'ultimo, forse il più noir dei tre, "Una lunga quaresima di paura", di Eraldo Baldini, parte dal rapimento della nipote del commissario Righetti,a Trieste, nei giorni dell'avvento. Ha 21 giorni per risolvere il caso e trovare la bambina. Chi è perchè l'ha rapita?
I link su bol e ibs
Technorati: Carlo Lucarelli, Giampiero Rigosi, Eraldo Baldini
Il primo "Rapidamente", di Carlo Lucarelli, parla di una ricercatrice che sta lavorando ad analgesico per il mal di testa innovativo. Si troverà in mezzo ad una storia di killer, che vogliono bloccare l'uscita del farmaco.
Il secondo "No smoking", di Giampiero Rigosi, è ambientato nella Matrix Bionca, dove si svolgono ricerce di biotecnologie all'avanguardia. Forse troppo, visto la fuga di notizie dall'interno e la morte di un dirigente. Il commissario Roccaforte dovrà indagare, appoggiandosi ad una cicca di sigarette.
L'ultimo, forse il più noir dei tre, "Una lunga quaresima di paura", di Eraldo Baldini, parte dal rapimento della nipote del commissario Righetti,a Trieste, nei giorni dell'avvento. Ha 21 giorni per risolvere il caso e trovare la bambina. Chi è perchè l'ha rapita?
I link su bol e ibs
Technorati: Carlo Lucarelli, Giampiero Rigosi, Eraldo Baldini
07 aprile 2006
Il noir e le elezioni
La giornata elettorale è anche al centro di alcuni libri gialli: me ne vengono in mente alcuni
- "L'uomo senza storia" di Alfio Caruso. Sperando che quella di Caruso rimanga solo una storia.
- "Via delle Oche" di Carlo Lucarelli. Le elezioni sono quelle storiche del 1948. E l'investigatore è il mitico commissario De Luca.
- "Nel nome di Dio" di Claudio Camarca: Quale meccanismo spinge un ragazzo ad immolarsi in nome di Dio?
- "Icona" di Frederick Forsyth: le elezioni presidenziali in Russia.
- "Il complotto contro l'America" di Philip Roth: fantastoria, cosa sarebbe successo se nel 1939 non avesse vinto Roosvelt ma il filotedesco Lindbergh
Il museo dell'I-TIGI a Bologna
Tornano a Bologna i resti del DC9 ....
Un altro pezzo di storia della nostra storia che non si deve dimenticare.
Technorati: strage Ustica, DC9
Un altro pezzo di storia della nostra storia che non si deve dimenticare.
Technorati: strage Ustica, DC9
Tutti gli uomini del presidente
La vignetta di Sergio Staino.
In effetti la lista dei nemici del presidente è molto lunga ...
Una sorta di lista di Schindler, ma al contrario.
In effetti la lista dei nemici del presidente è molto lunga ...
Una sorta di lista di Schindler, ma al contrario.
Gola profonda Bush
Il washinptonpost riporta la notizia sul caso Cia-Gate, che riporta direttamente al signor presidente Bush:
President Bush authorized White House official I. Lewis "Scooter" Libby to disclose highly sensitive intelligence information to the news media in an attempt to discredit a CIA adviser whose views undermined the rationale for the invasion of Iraq, according to a federal prosecutor's account of Libby's testimony to a grand jury.
In sostanza, Bush avendo bisogno un sostegno allargato per giustificare la guerra in Iraq, non esito a diffondere notizie su un agente segreto, moglie dell'ex diplomatico e inviato in Niger Joseph Wilson. Il quale era stato mandato in Iraq in cerca di armi di distruzione di massa.
Bush aveva detto, tre mesi prima che il giudice Fitzgerald cercasse le prove della fuga di notizie:
"I've constantly expressed my displeasure with leaks, particularly leaks of classified information. . . .
If there's a leak out of the administration, I want to know who it is. And if a person has violated law, the person will be taken care of"
Sul corriere una breve ricostruzione dei fatti.
Technorati: Cia-Gate, Bush
President Bush authorized White House official I. Lewis "Scooter" Libby to disclose highly sensitive intelligence information to the news media in an attempt to discredit a CIA adviser whose views undermined the rationale for the invasion of Iraq, according to a federal prosecutor's account of Libby's testimony to a grand jury.
In sostanza, Bush avendo bisogno un sostegno allargato per giustificare la guerra in Iraq, non esito a diffondere notizie su un agente segreto, moglie dell'ex diplomatico e inviato in Niger Joseph Wilson. Il quale era stato mandato in Iraq in cerca di armi di distruzione di massa.
Bush aveva detto, tre mesi prima che il giudice Fitzgerald cercasse le prove della fuga di notizie:
"I've constantly expressed my displeasure with leaks, particularly leaks of classified information. . . .
If there's a leak out of the administration, I want to know who it is. And if a person has violated law, the person will be taken care of"
Sul corriere una breve ricostruzione dei fatti.
Technorati: Cia-Gate, Bush
No lo spam no!
Siamo arrivati veramente al limite: le inziative di Forza Italia e di Beppe Grillo (in risposta) che invitano allo spam, sono oltre la decenza.
Almeno lo spam potevamo risparmiarcelo. E come quando i Testimoni di Geova (con tutto il rispetto) di citofonano la domenica mattina ...
Almeno lo spam potevamo risparmiarcelo. E come quando i Testimoni di Geova (con tutto il rispetto) di citofonano la domenica mattina ...
06 aprile 2006
Prove (eventuali) di sinistra
Lasciamo perdere per un momento l'avversario politico e le sue uscite. E' difficile, visto la sua capacità di attirare l'attenzione.
Ma, immaginiamo per un attimo di aver in mano il timone: siamo in grado, come futuro (ipotetico) governo, di dire e fare cose di sinistra/centrosinistra?
Basterà aspettare i primi giorni. E vedere quali punti verranno messi messi in agenda, come priorità dal governo.
Diminuire le tasse a tutti non è di sinistra. Diminuirle alle persone che guadagnano poco, sì.
Avere tre televisioni e non permettere il libero mercato non è disinistra.
Se nelle prime settimane non verranno discussi questi punti, significa che non stiamo votando il meno peggio (tra i due), ma proprio la brutta copia dei due.
Ma, immaginiamo per un attimo di aver in mano il timone: siamo in grado, come futuro (ipotetico) governo, di dire e fare cose di sinistra/centrosinistra?
Basterà aspettare i primi giorni. E vedere quali punti verranno messi messi in agenda, come priorità dal governo.
- La legge sul Conflitto di Interessi (anche per il gruppo del signor De Benedetti)
- La legge Biagi: da riformare, per eliminare la situazione di perenne precarietà dei neolavoratori
- La legge elettorale
- La pianificazione del ritiro dall'Iraq (tra l'altro già annunciata anche dalla CdL)
- La legge sul Consumo delle droghe, che equipara droghe pesanti e leggere.
- La lotta all'evasione: perchè lo spinello si e non lo scontrino?
- Le leggi sulla giustizia: togliere la depenalizzazione sul falso il bilancio, togliere la riduzione dei tempi di prescrizione ..
- La riforma Moratti sulle scuole superiori
Diminuire le tasse a tutti non è di sinistra. Diminuirle alle persone che guadagnano poco, sì.
Avere tre televisioni e non permettere il libero mercato non è disinistra.
Se nelle prime settimane non verranno discussi questi punti, significa che non stiamo votando il meno peggio (tra i due), ma proprio la brutta copia dei due.
Prove di legalità
Parlano di prove di regime: "sul caso Mediaset bisogna stare attenti perchè a rischio c'è la libertà", come se Prodi non fosse libero di disertare le interviste (in televisione, nelle sue televisioni).
E' stato un caso montato ad arte, giusto per allarmare le Authority, Prodi, i leader dell'Unione.
Berlusconi e i suoi, sapendo di aver già perso, iniziano a fare le vittime. Cercano di rendere il clima delle elezioni sempre più avvelenato.
Per creare un clima di ingovernabilità dopo le elezioni.
Quello che tutti sperano, ma non dicono, è che l'eventuale governo Prodi duri meno di un anno per arrivare a nuove elezioni.
Il regime, che hanno negato loro prima di tutto, c'è perchè alcuni giornalisti sono stati cacciati dalla Rai. Dobbiamo dirlo un'altra volta? Santoro, Luttazzi, Biagi, Beha, Fini, Guzzanti (Sabina) ...
Il regime c'è perchè dopo la puntata di Report sulla mafia che non spara, su Raidue hanno dovuto mandare in onda una puntata di "Punto e a capo" riparatrice.
Leggetevi il libro "Inciucio" di Marco Travaglio e Peter Gomez, per ringrescarvi la memoria.
E inutile che Ferrara si imbavagli: sono altri i giornalisti che, in questi anni, sono stati imbavagliati. Perchè si sono occupati delle inchieste sbagliate. Lui, come anche Fede (che ha detto si dimetterà), in questi anni e negli anni a venire, ha detto quello che ha voluto.
Il vero problema è che le televisioni sono il nervo scoperto di Berlusconi. Una legge sul conflitto di interessi, metterebbe Mediaset, che in questi anni si è arricchitta sfruttando la sua posizione di monopolio in modo illecito, alle corde. E si tornerebbe alla situazione del 1993: quando Fininvest era piena di debiti e all'orizzonte del signor B. si profilavano i magistrati di Mani Pulite.
Dunque nessun regime, ieri sera, ma una prova di legalità (che tra l'altro dovrebbe essre uno dei cavalli di battalgia della destra).
Technorati: par condicio, Silvio Berlusconi
E' stato un caso montato ad arte, giusto per allarmare le Authority, Prodi, i leader dell'Unione.
Berlusconi e i suoi, sapendo di aver già perso, iniziano a fare le vittime. Cercano di rendere il clima delle elezioni sempre più avvelenato.
Per creare un clima di ingovernabilità dopo le elezioni.
Quello che tutti sperano, ma non dicono, è che l'eventuale governo Prodi duri meno di un anno per arrivare a nuove elezioni.
Il regime, che hanno negato loro prima di tutto, c'è perchè alcuni giornalisti sono stati cacciati dalla Rai. Dobbiamo dirlo un'altra volta? Santoro, Luttazzi, Biagi, Beha, Fini, Guzzanti (Sabina) ...
Il regime c'è perchè dopo la puntata di Report sulla mafia che non spara, su Raidue hanno dovuto mandare in onda una puntata di "Punto e a capo" riparatrice.
Leggetevi il libro "Inciucio" di Marco Travaglio e Peter Gomez, per ringrescarvi la memoria.
E inutile che Ferrara si imbavagli: sono altri i giornalisti che, in questi anni, sono stati imbavagliati. Perchè si sono occupati delle inchieste sbagliate. Lui, come anche Fede (che ha detto si dimetterà), in questi anni e negli anni a venire, ha detto quello che ha voluto.
Il vero problema è che le televisioni sono il nervo scoperto di Berlusconi. Una legge sul conflitto di interessi, metterebbe Mediaset, che in questi anni si è arricchitta sfruttando la sua posizione di monopolio in modo illecito, alle corde. E si tornerebbe alla situazione del 1993: quando Fininvest era piena di debiti e all'orizzonte del signor B. si profilavano i magistrati di Mani Pulite.
Dunque nessun regime, ieri sera, ma una prova di legalità (che tra l'altro dovrebbe essre uno dei cavalli di battalgia della destra).
Technorati: par condicio, Silvio Berlusconi
La fiera delle armi
Anche quest'anno inizia "l'allegra" fiera delle armi a Brescia, EXA 2006:
venghino, signori venghino, potrete compare le pistole con cui sparare alla moglie dopo una lite ... con cui sparare ad un extracomunitario durante un controllo ... con cui sparare al ladro in casa ... con cui sparare sui passanti dal balcone ... dove si potranno comprare le armi per sparare agli scafisti.
venghino, signori venghino, potrete compare le pistole con cui sparare alla moglie dopo una lite ... con cui sparare ad un extracomunitario durante un controllo ... con cui sparare al ladro in casa ... con cui sparare sui passanti dal balcone ... dove si potranno comprare le armi per sparare agli scafisti.
05 aprile 2006
Effetto coglioni
Tra le top searches di Technorati, oggi figura la parola coglioni.
Anche di questo potrà vantarsi: aver sdoganato questo (ex) epiteto e averlo promosso nella top searches mondiale.
Technorati: technorati, coglioni
Anche di questo potrà vantarsi: aver sdoganato questo (ex) epiteto e averlo promosso nella top searches mondiale.
Technorati: technorati, coglioni
La televisione è mia e anche la par condicio
Alla faccia della par condicio, Silvio stasera al TG5.
E le regole, direte voi?
Se la televisione è mia, ne faccio quello che mi pare.
Pare che stasera tenti il miracolo grosso: dopo l'ICI da Vespa, lo scudetto all'Inter!!!
Silvio .. come faremmo senza di te?
Update dell'ultima ora: nessuna comparsata per Berlusconi a Terra.
Ci aveva provato Berlusconi a fare un'altra comparsata in TV, anche se Prodi aveva rinunciato ad un altro confronto (non è che che possiamo fare ventimila confronti finchè non ti va bene ...) perchè non aveva garanzie di imparzialità.
E al punto Berlusconi avrebbero deciso di procedere comunque con una trasmissione "in solitaria".
"Avrò contro giornalisti di sinistra così non violerò la par condicio - garantiva Berlusconi.
Strano considerazione che hanno, della par condicio: significa che in televisione ci va tanto un candidato che l'altro. Non significa che ci va solo un candidato, con i giornalisti di tutti gli schieramenti.
Ma vaglielo a far capire.
Technorati: Silvio Berlusconi
E le regole, direte voi?
Se la televisione è mia, ne faccio quello che mi pare.
Pare che stasera tenti il miracolo grosso: dopo l'ICI da Vespa, lo scudetto all'Inter!!!
Silvio .. come faremmo senza di te?
Update dell'ultima ora: nessuna comparsata per Berlusconi a Terra.
Ci aveva provato Berlusconi a fare un'altra comparsata in TV, anche se Prodi aveva rinunciato ad un altro confronto (non è che che possiamo fare ventimila confronti finchè non ti va bene ...) perchè non aveva garanzie di imparzialità.
E al punto Berlusconi avrebbero deciso di procedere comunque con una trasmissione "in solitaria".
"Avrò contro giornalisti di sinistra così non violerò la par condicio - garantiva Berlusconi.
Strano considerazione che hanno, della par condicio: significa che in televisione ci va tanto un candidato che l'altro. Non significa che ci va solo un candidato, con i giornalisti di tutti gli schieramenti.
Ma vaglielo a far capire.
Technorati: Silvio Berlusconi
Berlusconi ha ragione
Ho voluto controllare di persona l'affermazione di Berlusconi
"Sette su nove delle signorine che hanno risposto hanno ammesso di preferire me a Prodi", riferita ad un suo sondaggio personale, durante una notte insonne.
Le ragazze sono le lavoratrici (precarie?) di alcune chat line erotiche.
Anch'io stanotte sono rimasto alzato, mi sono sintonizzato su una delle TV locali, Italia 7 Gold, Antenna 3, Telelombardia, e ho chiamato i numeri in sovraimpressione ..
"Pronto sono Samantha ... "
"Mi scusi signorina Samantha, se la disturbo nel lavoro. Volevo sapere se lei vota Prodi o Berlusconi".
Altra telefonata
"Mi chiamo Deborah (con la acca) .. farò tutto quello che vuoi ..."
"Scusa, allora ti chiedo una cosa: Deborah (con la acca), per chi voti?"
Ancora (è un lavoro duro, ma qualcuno lo deve fare)
"Sono Vanessssa .. sarò la tua principessa ..."
"Senta, principessa ... devo farle una domanda di carattere politico: lei voterà per il Prodi o Berlusconi?"
Questa mattina non mi reggo in piedi, dopo la notte in bianco.
Sono proprio un coglione.
"Sette su nove delle signorine che hanno risposto hanno ammesso di preferire me a Prodi", riferita ad un suo sondaggio personale, durante una notte insonne.
Le ragazze sono le lavoratrici (precarie?) di alcune chat line erotiche.
Anch'io stanotte sono rimasto alzato, mi sono sintonizzato su una delle TV locali, Italia 7 Gold, Antenna 3, Telelombardia, e ho chiamato i numeri in sovraimpressione ..
"Pronto sono Samantha ... "
"Mi scusi signorina Samantha, se la disturbo nel lavoro. Volevo sapere se lei vota Prodi o Berlusconi".
Altra telefonata
"Mi chiamo Deborah (con la acca) .. farò tutto quello che vuoi ..."
"Scusa, allora ti chiedo una cosa: Deborah (con la acca), per chi voti?"
Ancora (è un lavoro duro, ma qualcuno lo deve fare)
"Sono Vanessssa .. sarò la tua principessa ..."
"Senta, principessa ... devo farle una domanda di carattere politico: lei voterà per il Prodi o Berlusconi?"
Questa mattina non mi reggo in piedi, dopo la notte in bianco.
Sono proprio un coglione.
Manifestazione per Ramesh
Questa mattina Radio Popolare dava la notizia della manifestazione che si è tenuta ieri pomeriggio davanti al palazzo del comune di Como. In memoria di Ramesh, il ragazzo cingalese sparato il 30 marzo scorso.
Sparato da un vigile, in borghese, del nucleo anti-writers creato dalla regione.
Sono venuto così a sapere che il vigile è attualmente in ferie, e non è stato ancora chiamato dal magistrato, nè essere stato sospeso dal servizio. Ha fatto solo il suo dovere?
Sembrerebbe di si, guardando il clima politico che si è creato attorno alla polizia locale:
Andrea Barbato, vigile milanese, storico portavoce del SinCobas, denuncia deriva poliziesca dei vigili urbani, anche a Milano. Da tempo la legge regionale, e molti sindaci, non solo di destra, stanno portando avanti un'assurda politica di militarizzazione dei corpi di polizia locale. I vigili ormai sono diventati una sorta di sottocarabinierato di serie B. Un tempo erano utili ai cittadini per le cose spicciole, che poi sono il vero problema della sicurezza.
A Milano esistono gruppi anti terrorismo, senza strumenti né preparazione, che pattugliano la metropolitana, squadrette investigative che hanno anche gestito operazioni poco pulite, vigili a cavallo, gruppi anti prostituzione che fanno multe ai clienti che poi la magistratura cancella.
Technorati: Ramesh, cingalese ferito
Sparato da un vigile, in borghese, del nucleo anti-writers creato dalla regione.
Sono venuto così a sapere che il vigile è attualmente in ferie, e non è stato ancora chiamato dal magistrato, nè essere stato sospeso dal servizio. Ha fatto solo il suo dovere?
Sembrerebbe di si, guardando il clima politico che si è creato attorno alla polizia locale:
Andrea Barbato, vigile milanese, storico portavoce del SinCobas, denuncia deriva poliziesca dei vigili urbani, anche a Milano. Da tempo la legge regionale, e molti sindaci, non solo di destra, stanno portando avanti un'assurda politica di militarizzazione dei corpi di polizia locale. I vigili ormai sono diventati una sorta di sottocarabinierato di serie B. Un tempo erano utili ai cittadini per le cose spicciole, che poi sono il vero problema della sicurezza.
A Milano esistono gruppi anti terrorismo, senza strumenti né preparazione, che pattugliano la metropolitana, squadrette investigative che hanno anche gestito operazioni poco pulite, vigili a cavallo, gruppi anti prostituzione che fanno multe ai clienti che poi la magistratura cancella.
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