04 aprile 2006

Nel nome di Dio di Claudio Camarca

Quale meccanismo spinge un ragazzo ad immolarsi in nome di Dio?
Che percorsi ideologici fanno i kamikaze, che lavaggio del cervello subiscono, per diventare delle bombe umane, con le quale uccidere altre persone inermi, in una stazione, una piazza?
Come fanno ad entrare in Italia, a passare le maglie dei sistemi di controllo (ma sono veramente efficaci i sistemi di controllo che abbiamo in atto?), questi "martiri di Dio"?

Questo giallo mostra, credo forse per la prima volta, l'altra faccia della luna: l'indottrinamento, la preparazione e, soprattutto, gli ultimi pensieri di un kamikaze per la Jihad, cioè una persone che uccide "In nome di Dio".
Un ragazzo che trova le risposte alle sue miserie, alla sua povertà nelle parole degli Imam che predicano, in nomedi Allah "la metafora della distruzione":
"Un giovane ariano vestito in jeans e camicia e giacchetto senza maniche. Uno. Come tanti. La bomba umana perfetta. Prima di allora non ci aveva fatto caso. Bomba umana. [...] Lametafora della distruzione. I due massimi punti divergenti. Uniti tra loro diventano inarrestabili. Simili in qualche modo ad una punizione divina. In grado di arrecare il massimo dolore col minimo sforzo. Un uomo per una moltitudine. La vita di uno in cambio della vita di tanti [...] In un negozio di dolciumi. Alla prima di un film. In un ristorante alla moda. E nella folla plaudente durante un concerto rock. E nella folla plaudente durante un comizio politico. E nella plaudente durantre la messa della domenica. E nella folla. Uno nella folla. Inarrestabile. Infallibile. Uno in cambio dell'esistenza. Uno che in futuro diventa monumento. A cui dedicano canzoni e preghiere .. uno che è più di uno. Incarna il verbo ela Umma. Libro sacro che diviene carne e sangue. Si fa azione. Genera il Jihad".

La storia è divisa in due: da una parte un poliziotto venuto su dalla gavetta fatta con la lotta al crimine nei quartieri dove la gente per ottenere qualcosa è costretta a bruciare i cassonetti, occupare le strade. Si chiama ispettore Faddi e passa le nottate nella sua macchina, una volvo, per espiare le sue manchevolezze di padre e di marito. Dalla macchina spia l'esistenza della moglie e della figlia. Faddi indaga su due morti, apparentemente legate, di due spacciatori arabi: il primo crocifisso e lasciato a morire in uno scantinato di una Roma irriconoscibile. Il secondo fatto a pezzi e gettato nello scarico del bagno.

Ma alle pagine che raccontano la storia dell'oggi, si alternano le pagina che raccontano la storia di Ilie, ragazzo Kosovaro, che ha perso la casa, la terra e la famiglia nella guerra contro i serbi. E' lui il martire, il kamikaze. Che su un'imbarcazione arriva sulle coste pugliesi e rinchiuso dentro un CPT. Per arrivare a Roma a compiere un attentato, proprio nel giorno delle elezioni.

Faddi contro questo uomo: una caccia all'uomo contro il tempo, dal sabato alla domenica delle votazioni. Solo 24 ore. Ma strane alleanze si muovono dietro questo attentato. Un Imam, trattato con rispetto anche delle autorità italiane, ma che in realtà nemmeno lui è quello che appare. Uomini dei servizi segreti che, inspiegabilmente, mettono i bastoni fra le ruote all'indagine "sporca" di Faddi.

Una lotta contro il tempo, in una città lontana anni luce dalla Roma delle cartoline e dei film. Una città grigia e buia, non solo per la pioggia che batte le strade e i vicoli, ma anche per l'atmosfera ambigua che emerge dalla volontà delle menti che vogliono solo dare forma al caos.
Questo è un thriller che racconta la dura realtà: la realtà dei CPT e dei disperati che vi arrivano e delle angherie che subiscono. La realtà dei quartieri degradati e della periferia della grande città, dove vivono (o sarenne meglio dire sopravvivono) persone nello squallore più assoluto. Tra droga, immondizia e macerie di una vita che non da più speranze. La realtà della vita dei poliziotti, in bilico, con la paura di finire dall'altra parte della barricata, tra quelli che vengono denunciati, arrestati, condannati.
I link su bol e ibs.
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1 commento:

Anonimo ha detto...

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MARCO