29 aprile 2006

La vampa d'agosto di Andrea Camilleri

Un Montalbano solo, alle prese con la calda vampa d'agosto che ottenebra e infiacchisce i sensi. E con un caso particolarmente difficile perchè vittima è una giovane ragazza uccisa e forse violentata. Trovata morta dal commissario dentro un piano nascosto di un villino abusivo, metafora di un mondo che ha sempre una metà oscura e nascosta.

Un'appiccicosa ragnatela di connessioni criminali invischia il villino: "parentele perigliose, collusioni tra mafia e politica, tra mafia e imprenditoria, tra politica e banche, tra banche riciclaggio e usura".
Collusioni contro le quali sembra che nulla si possa fare, se non spaccarsi la testa come un Don Chisciotte contro i mulini a vento.

Temporaneamente abbandonato dalla fidanzata Livia, Montalbano si troverà a dover fare i conti con la sua coscienza e con la vecchiaia che lo indebolisce, non solo nel fisico (che anzi!), ma nella forza morale.
Fino al colpo di scena finale, dove si troverà solo e tradito:
«Natava e chiangiva. Per la raggia, per l’umiliazione, per la vrigogna, per la sdillusione, per l’orgoglio ferito […]
Tutto un tiatro, tutta una finzione.
E lui, vecchio, alluciato dalla billizza e perso darrè a quella giovintù che l’imbriacava, c’era caduto, a cinquantacinco anni sonati, come un picciliddro.
Natava e chiangiva».

Al centro del giallo un commissario Montalbano sempre più malinconico e preda dei pensieri di vecchiaia. Un personaggio che Camilleri ha deciso di far invecchiare piano piano, come un cavaliere solitario (in questa romanzo compaiono a fianco del commissario solo gli immancabili Fazio e Catarella). Un giallo che parte con il solito ritmo dei romanzi di Camilleri, per incupirsi, man man che si arriva al finale a cui, come dice Salvatore Nigro nella copertina, il lettore vorrebbe forse non arrivare mai.


Un giallo che ti spiazza, che ti lascia una sensazione di vuoto: parte come un romanzo, con un'indagine sul mondo che sta fuori, per diventare un'indagine sul mondo che ci sta dentro.E le atmosfere del libro, diventano man mano più torbide. Come per la vampa del sole, anche a chi legge sembra che manchi il
fiato e l'aria da respirare. Sembra di sprofondare verso un abisso sconosciuto. E la paura di Montalbano di scoprire il vero volto di se stesso, diventa la paura del lettore nell'arrivare al finale.
Se dovessi paragonarlo ad un film, direi Hitchcock "La donna che visse due volte".


I link su bol, ibs. Il libro sul sito di vigata
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3 commenti:

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