28 novembre 2011

Un pò di riposo

Mi piacerebbe parlare del ritorno del cavaliere (che ogni volta che parla resuscita i comunisti), del nuovo stile cordiale e dialogante di Alfano (visto ieri sera da Fazio). Della patrimoniale per ricchi e dell'ICI per tutti. Dell'ennesima tragedia in mare degli immigrati.


Delle rinunce della casta, ma dal prossimo giro, dal referendum sull'acqua tradito (altro che il golpe di Ferrara). L'euro a rischio, come a rischio i nostri BTP se domani dovesse andare male.


Ma per un pò, per motivi di salute, devo stare a riposo. 

Report - l'onda lunga


Preparate le carte, perchè potrebbe prospettarsi una nuova class action, contro gestori della telefonia mobile (riunitisi attorno alla sigla GSM Associations) e i produttori di cellulari: l'inchiesta di Sabrina Giannini di Report ha svelato il verdetto.
Usare il cellulare per molto tempo fa male?
Lo studio dell'agenzia per la ricerca sul cancro dell'OMS, a Lione, ha dimostrato che usare per più di 30 minuti al giorno il cellulare, per più di dieci anni, porta ad un aumento di cinque volte tanto, della probabilità di prendere un tumore al cervello. 

Vi chiederete come mai nessuno ha sollevato ancora allarmi (lo studio è uscito a maggio 2011) sullo stile della mucca pazza, della influenza aviaria o della suina, quando il mondo venne terrorizzato per queste nuove, presunte, pandemie.
Che alla fine, si rivelarono solo un buon affare per i produttori dei farmaci (e per qualche governo compiacente, come quello italiano).
In questo caso, l'allarme non è scattato perché getterebbe nella crisi il settore della telefonia mobile: 5 miliardi di utenti nel mondo, 40 milioni in Italia, un giro di affari di 45 miliardi di euro in Italia. Anche allo stato italiano mi viene da dire, cinicamente, conviene aspettare la relazione finale, su carta (pregiata?) dell'IARC, prima di dare delle raccomandazioni.

Come ha detto la dottoressa Lagorio dell'Istituto Superiore della Sanità, che ha scritto un comunicato contrario allo studio Interphone (sugli effetti del cellulare).
“L’uso dei telefoni cellulari non aumenta il rischio di tumori cerebrali”. E’ il comunicato stampa dell’Istituto Superiore di Sanità firmato dall’epidemiologa Susanna Lagorio quando furono pubblicati i risultati dell’imponente studio Interphone, costato 20 milioni di euro e pagato in parte dai contribuenti europei e in parte dalla GSMA e MMF.Le conclusioni sono rimaste in un cassetto per cinque anni. Interphone ha coinvolto tredici paesi, tra i quali l’Italia. Nel comunicato stampa Susanna Lagorio aggiunge: né per il glioma, né per il meningioma, si sono osservati incrementi di rischio in relazione alla durata dell’uso del cellulare, neppure tra gli utilizzatori a lungo termine (10 o più anni).
Eppure .. sugli effetti dell'uso prolungato del cellulare al cervello esistevano altre ricerche nel passato. Ma sull'argomento esiste una grande confusione: sia grazie alla confusione che fanno gli organi di stampa che alla confusione e poca chiarezza degli studi?

Perchè?
Sabrina Giannini è andata indietro nel tempo, per scoprire come nel passato, le ricerche sulla correlazione tra tumori e onde elettromagnetiche siano state pagate proprio dalle aziende delle telefonia.
La giornalista ha intervista il dottor Repacholi, che ha coordinato gli studi per l'OMS, che però tramite l'ospedale australiano Royal Adelaide Hospital raccoglieva soldi dalla Motorola.

Parliamo di studi di 28 anni fa: studi che per decine di anni hanno minimizzato o negato tutti i rischi nell'uso del cellulare.
Anche la GSM Associations ha pagato studi di ricerca (lo studio Interphone). Se, come dice lo studio di Lione, il cellulare porta ad un aumento di rischio di tumori, quante persone si sono ammalate, pensando che tanto usare questo strumento non era pericoloso?

È la stessa storia dell'industria del tabacco.
Ricerche indipendenti che sono state osteggiate o bloccate o messe nel cassetto (lo studio del professor Henry Lai per l'università del Colorado).
In Europa l'associazione ICNIRP (la commissione  che stabilisce i limiti sull'esposizione alle onde elettromagnetiche come ad es. il tasso massimo di assorbimento nel cervello) fondata nel 1992, ha fatto lo stesso: in assenza di prove evidenti, ha escluso il rischio, cercando di armonizzare il rapporto “costo benefici” per gli investimenti sulla sicurezza. Ma benefici per chi?


Anche l'ex ministro Veronesi, preferì non interrare i cavi dell'Enel, che potevano prevenire eventuali rischi da leucemia: per carenza di fondi l'Enel ha ritardato le ricerche per anni. 
Lo stesso per Tim, che preferì dirottare i fondi all'istituto Ramazzini per studiare i rischi del cellulare, all'istituto di Veronesi per la cura del cancro.
Cinismo? Meglio curare dopo che prevenire?


Sempre nel corso dell'inchiesta, è venuta fuori la storia di casa Gasparri a Marettino (Trapani): lui che come ministro ha permesso l'installazione di antenne in deroga, ha fatto spostare quella che aveva davanti casa.
Perchè, come molti italiani, deve aver pensato che le emissioni delle antenne dovessero fare male (e allora come mai oggi l'ARPA non ha un piano di monitoraggio?).

Mentre poi si continua ad usare il cellulare vicino alle orecchie.

In attesa della raccomandazione del governo e degli enti preposti, usate il cellulare poco, non tenetelo a lungo a contatto col corpo, usare l'auricolare e mandate messaggi anziché telefonare: l’ Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato le microonde emesse dal cellulare come “possibili cancerogene”. Nonostante i troppi conflitti di interesse, e gli studi pagati dalle stesse aziende del settore.

E' italiana la prima sentenza che riconosce un nesso di causa effetto tra uso
del cellulare e la malattia.
La Corte d’appello di Brescia ha accolto la richiesta di Innocente Marcolini, colpito da un neurinoma. Se dovesse essere confermata in Cassazione, sarebbe il precedente:

Milena Gabanelli, nel commento finale:
La prima sentenza al mondo sul danno da cellulare è stata emessa invece dalla Corte d’appello di Brescia. A breve ci sarà la pronuncia della Cassazione. Se la sentenza venisse confermata potrebbe costituire il precedente. Invece il verdetto di Lione potrebbe aprire il varco alle class action.  In sostanza, riassumendo, lo Iarc dice che esiste una associazione possibile tra tumore alcervello e le onde emesse dal nostro cellulare già con soli 30 minuti di telefonate al giorno per un periodo di almeno dieci anni. Ci aspettiamo che le autorità sanitarie pubbliche forniscano le informazioni e soprattutto le seguenti avvertenze: utilizzare l’auricolare riduce del 90% i rischi. Quando non si usa il telefono tenerlo lontano dal corpo. Il treno è una gabbia di elettromagnetismo, in macchina abbassare un po’ il finestrino, per i ragazzini che lo utilizzano per ascoltare la musica togliere la rete, e mai, mai sotto al cuscino.A casa o sul posto di lavoro utilizzare il  fisso, perché il cordless emette radiazioni come i cellulari.  Sarebbe poi un gesto di grande responsabilità se alla fine, durante gli spot pubblicitari, le star fornissero anche loro queste avvertenze


Il link per vedere la puntata di Report.
Il pdf col testo dell'inchiesta.

27 novembre 2011

Te piace 'o presepe?


Mi piacerebbe svegliarmi domani e leggere sui giornali che sono state approvate delle leggi contro la corruzione, che è stato ripristinato il falso in bilancio, che il governo ha fatto una legge contro i conflitti di interesse, che sono state inasprite le pene per gli evasori, che la legge Grillo è stata finalmente varata (basta condannati in parlamento), che si è deciso che la politica non si occuperà più delle nomine nelle Asl, nella Rai, nelle controllate ….

Ma so che tutto questo è solo un sogno.
Perchè nonostante la fretta di fare un nuovo governo per dare una risposta ai mercati (che ancora credono poco nelle nostre capacità di rilancio), siamo ancora alla conta dei sottosegretari.
E le possibili proposte che potrebbero uscire dal consiglio dei ministri, molte sono un deja vu. Bene la tracciabilità del contante per impedire pagamenti cash sotto i 300 euro; può servire anche il passaggio al contributivo, per stabilizzare il sistema pensionistico.

Ma qui ci fermiamo. Nonostante l'ansia di cambiamento di una parte degli italiani (l'altra metà probabilmente con questo sistema di corruzione, evasione, criminalità, lobby, conflitti di interesse si trova anche bene), il governo appare troppo legato (e forse è giusto che sia così) al parlamento che gli ha dato fiducia.
E certe cose che vedo proprio non mi piacciono: tutto questo entusiasmo da parte della stampa per un premier che viene fotografato quando va a messa, quando passeggia in modo sobrio ..
Non mi è piaciuto leggere del patto del tunnel da parte della nuova maggioranza inedita (come se avessero qualcosa da nascondere, ma la politica non dovrebbe essere fatta alla luce del sole?). Cosa c'è dietro l'accordo Passera Marchionne per Termini? (dove il nuovo che avanza non paga gli stipendi in Molise).

Quali le mosse per il rilancio del paese? Le privatizzazione dei beni comuni, come l'acqua, nonostante il voto di 27 milioni di italiani. Alla faccia della democrazia (questo sì che sarebbe un golpe): e ieri a Roma han fattobene a manifestare in difesa dell'acqua pubblica.
Visto che potrebbe tornare il famigerato decreto Ronchi Fitto e che nessun gestore ha tolto i profitti dalla tariffa.
 
Le grandi infrastrutture: opere come la variante di valico (coop rosse e Rocksoil di Lunardi), che sta mettendo a rischio il paese vicino il cantiere, che rischia di scivolare in basso.

E quando toccherà agli evasori?

Non mi piace questo clima da volemose bene (in superficie) per cui chi si permette di dissentire, di cantare fuori dal coro, non è responsabile.
Casini dice che oggi “destra e sinistra sono parole che non significano nulla”. Forse per lui, che riesce a stare bene con i piedi nelle due scarpe.
Per quelli come me no.
A me, questo presepe, come lo stanno allestendo adesso, non mi piace. 

I veri intoccabili di Franco Stefanoni


I veri intoccabili: Commercialisti, avvocati, medici, notai, farmacisti. Le lobby del privilegio.
Come funzionano gli ordini professionali? Quanti sono gli iscritti, come sono organizzati nel territorio, come avvengono le elezioni locali dei consigli? Quale è la loro reale influenza sulla politica?
Sono anche loro i poteri forti che condizionano politica e economia nel nostro paese (per cui è meglio tenerseli buoni, senza cambiare mai nulla negli ordini) ?
"Attenzione, rischiamo di perdere voti... Inimicarsi le professioni può costare caro."
Massimo Brutti, esponente dei Ds (oggi Pd), autunno 2000.
pagina 50

Stefanoni, le corso del libro, risponde alle domande se, gli ordini, sono effettivamente un supporto per il cittadino, una garanzia sul livello di servizio offerto ai cittadini, da medici, avvocati, notai, farmacisti. Oppure se, come vengono accusati da molti, sono soprattutto un retaggio dell'epoca medioevale (rinforzato negli anni del ventennio) che difendono solo se stessi, gestendo la professione in modo ereditario, sbarrando la strada (o ostacolando in modo tenace) la libera concorrenza dall'esterno.
Questo saggio è utile nel districarsi in questo mondo che ci riguarda molto da vicino. La lobby del privilegio, la chiama l'autore: un privilegio che, in questo momento di crisi in cui ha tutti sono richiesti dei sacrifici, appare abbastanza difficilmente giustificabile.


Il libro è diviso in tre parti:
- L'Italia delle corporazioni
- La macchina del privilegio
- Guerra tra ordini

L'Italia delle corporazioni.
Nella prima parte si affronta il tema del peso delle lobby sul parlamento: oltre all'ultimo tentativo di Tremonti di liberalizzare le professioni di questa estate (che ha causato la rivolta degli stessi esponenti del PDL, soprattutto avvocati), nel corso della storia tutti quelli che han cercato di riformare gli ordini (per dare loro più trasparenza, per creare concorrenza e togliere le barriere all'ingresso) sono stati fermati.
La lenzuolata di Bersani del 2006 è stata in larga parte disattesa dagli ordini per finire in parte riscritta dalla controriforma Alfano del 2010.
"Le liberalizzazioni prima si fanno e poi si dicono, perché se si dicono, va a finire che non si fanno più."
Pier Luigi Bersani, maggio 2006.

pagina 11

"Siamo pronti a scendere in piazza in decine di migliaia, per difenderci da un vero attacco antidemocratico."
Maurizio de Tilla, ex presidente Cassa nazionale di assistenza e previdenza forense, luglio 2006, in occasione della riforma Bersani sugli ordini professionali.
pagina 15

Prima ancora ci aveva provato il ministro Darida con la commissione Perticone nel 1983, il centrosinistra del primo governo Prodi, con la bozza Mirone nel 1997/99 poi arenatasi con la fine del governo Prodi. Arenatasi anch'essa per l'opposizione del centrodestra.
Stefanoni racconta anche gli sforzi dell'authority per la concorrenza : l'attacco agli ordini di Amato (e il suo studio sulle professioni uscito nel 1997) e in seguito di Tesauro, tesi a considerare gli ordini alla pari delle imprese. E lo studio sull'applicazione delle lenzuolate del (allora) ministro Bersani, studio che a portato poi a delle multe abbastanza ridicole nei confronti di ordini.
Ci ha provato a riformarle anche l'attuale presidente del Consiglio Mario Monti, quando era commissario UE al mercato interno: ci riproverà anche adesso in questa fase dove si parla tanto di liberalizzazioni?

La macchina del privilegio
In questo capitolo si parla dell'esame di stato, del come sia concepito come strumento di filtro e protezione nei confronti dei vecchi professionisti. Una barriera all'entrata che si somma al numero chiuso nelle università.
Dal capitolo "La beffa dell'esame di stato"
- Sbarramento all'ingresso:
Il concorso ghigliottina per notai
il potere di un consiglio locale si esprime anche nella capacità di aprire o chiudere il rubinetto ai nuovi colleghi. A ciò contribuiscono anche fattori strutturali: per gli aspiranti medici esiste già il numero chiuso al momento dell'iscrizione all'università. Oppure, come avviene per i notai, c'è un numero fisso di posti stabiliti in base a parametri economici e territoriali. Altrimenti la prassi può essere influenzata da logiche localistiche : in una zona dove il numero di iscritti all'albo è ritenuto eccessivo e il lavoro non basta per tutti può scattare la stretta ..pagina 85

- Lo scandalo di Catanzaro: oltre duemila compiti-fotocopia
Su 2301 prove scritte per l’accesso all’albo degli avvocati consegnate a metà dicembre del 1997 alla commissione d’esame di Catanzaro, ben 2295 risultano identiche. Soltanto sei elaborati, cioè lo 0,13 per cento del totale, appare non copiato. Lo verifica la Guardia di finanza, dopo la soffiata di alcuni esclusi, su mandato della Procura della Repubblica di Catanzaro.
Si apre un’indagine resa pubblica nell’estate 2000 da Gian Antonio Stella sul «Corriere della Sera», in cui si denunciano compiti identici, riga per riga, parola per parola. Le tre prove di diritto civile, diritto penale e atti giudiziari non mettono in risalto differenze. Sono uguali anche negli errori: tutti correggono l’avverbio «recisamente » in «precisamente». Una concorrente rivela che un commissario avrebbe letteralmente dettato lo svolgimento dei temi ai candidati. Racconta: «Entra un commissario e fa: “scrivete”. E comincia a dettare il tema, piano piano, per dar modo a tutti di non perdere il filo». Giuseppe Iannello, presidente dell’ordine forense di Catanzaro, smentisce tutto. Iannello non è uno qualunque ma un notabile dell’ente di categoria. È una vita che siede nel consiglio forense di Catanzaro, del quale per decenni rimane incontrastato presidente (lo sarà fino al 2012), spesso partecipando direttamente alle commissioni d’esame. Molto conosciuto in tribunale, consulente della Regione Calabria e storico socio del Lions club di Catanzaro, Iannello, che ha uno studio anche a Roma, leva la voce a difesa della procedura di accesso alla professione. Ma la candidata continua: «Che imbecilli quelli che hanno parlato, sono stati loro a incasinare tutto. Se non avessero piantato un casino sarebbe andato tutto liscio». L’indagine è affidata ai pm Luigi de Magistris e Federica Baccaglini, che ipotizzano il reato di falso specifico e inviano ben 2295 avvisi di garanzia. Il clima è pesante e il consiglio dell’ordine calabrese protesta contro la «ferocia demolitrice della stampa» e la volontà di «aggredire tutta la città di Catanzaro». Lo scandalo dei 2295 compiti-fotocopia alza il velo su una prassi che molti conoscono.pagina 87
Ma oltre Catanzaro, che anche il caso di Reggio Calabria, dove nel 2001 l'ex ministro dell'istruzione ha sostenuto il suo esame.

- Il familismo negli ordini
"L'accesso alle professioni è una prerogativa dei figli dei professionisti? Andando ad analizzare i dati forniti nel 2009 da Almalaurea, consorzio tra 60 università, risulta che il 44% degli architetti è figlio di architetti, il 42% dei laureati in giurisprudenza ha genitori col medesimo titolo, il 41% dei farmacisti è erede dei farmacisti, e lo stesso vale per il 39% degli ingegneri e per il 37% dei medici."
Inoltre, da uno studio della Fondazione Rodolfo De Benedetti con la regia di Tito Boeri:

"si scopre che esiste un nesso tra legami familiari e accesso alle professioni. Infatti prese in considerazione 11 categorie (tra cui avvocati, medici, commercialisti, farmacisti, notai, architetti) e analizzata la distribuzione dei cognomi negli albi e nella popolazione in particolari territori, il ruolo delle famiglie di di appartenenza risulta più alto di tre o quattro volte rispetto ai generici lavoratori autonomi. Una tendenza che cresce con il diminuire della domanda e della qualità dei servizi: il familismo aumenta tra i commercialisti dove la popolazione evade più imposte, oppure per i consulenti del lavoro dove la litigiosità in azienda è cospicua. Le professioni a evidente intreccio tra familismo e barriere all'ingresso sono quelle di medici, farmacisti, giornalisti e notai".Pagina 98

Dopo gli esami, Stefanoni si occupa anche dei soldi: i bilanci non certificati degli ordini, le spese per presidenti e consigliere (a volte spese non necessarie come auto blu e palazzi affittati a caro prezzo); i convegni in giro per il mondo (con rimborsi che non vengono controllati).

Spese pazze ai vertici:
"Spulciando tra le risorse su cui si basa l'intera struttura ordinistica saltano fuori costi dai curiosi connotati e qualche volta fuori misura: auto blu e compensi per presidenti e consiglieri, in certi casi non irrilevanti; sedi di prestigio e dispendiosi congressi nazionali[..] Nel 2009 il consiglio nazionale del notariato ha speso 13 milioni in costi generali, di cui poco meno di un sesto destinato a retribuire i 37 dipendenti distribuiti su 2450 metri quadrati nella sede romana di via Flaminia, zona villa Borghese, di proprietà della cassa previdenziale di categoria, il cui affitto è di 28000 euro mensili."
pagina 107

"Fa specie leggere che la spesa per i 21 consiglieri nazionali (dell'ordine dei commercialisti) sfiora i 3,5 milioni di euro. Livello pari o addirittura superiore al costo dei consigli di amministrazione di moltissime società quotate, anche di dimensione internazionale."
Domenico Posca, Unico (Unione italiana commercialisti), 9 aprile 2009.

pagina 111

Il vero potere è però nelle casse previdenziali, in cui finiscono i contributi versati versati dai singoli professionisti per la pensione. Un tesoro da qualche miliardo, investito in immobili obbligazioni e titoli : investimenti che sono finiti anche in titoli spazzatura e hedge funds, mettendo in crisi il futuro dei giovani iscritti. Molte di queste casse, secondo l'indagine del ministro Sacconi, sarebbero a rischio prosciugamento nel futuro: proprio per questo molte sono passate dal sistema retributivo a quello contributivo. A pagare, anche qui, saranno i giovani.
Stefanoni cita nel libro, a mò di esempio di mala gestione delle casse, lo scandalo dell'Enpam (ente previdenziale dei medici), che portò all'arresto per concussione di Ferruccio De Lorenzo, nello scandalo passato alla cronaca col nome di “Palazzi d'oro”.

La deontologia negli ordini: il controllo del rispetto del codice deontologico da parte degli ordini, si scontra con i casi, citati dall'autore, del giornalista Renato Farina (informatore del Sismi) , Pierpaolo Brega Massone, medico condannato nel caso dell'ospedale Santa Lucia a Milano. Cesare Previti avvocato di Silvio Berlusconi condannato nel 2007 e radiato nel 2011. E si potrebbe parlare anche dei troppi professionisti in rapporto con Cosa Nostra (medici come Guttadauro). Tutti casi che testimoniano un eccesso di garantismo da parte dei vertici degli ordini nel proteggere i propri iscritti.

Le guerre tra gli ordini.Il terzo capitolo del libro racconta degli scontri interni agli ordini e tra gli ordini.
Il commissario dell'ordine dei giornalisti in Calabria che trova gli iscritti che difendono l'ex presidente locale Niccolò Raffaele, nel 2003.
Lo scontro tra i dottori agronomi e i periti agrari nel 2004: scontro culminato con minacce personali a Roberto Orlandi, presidente nazionale degli agrotecnici (che ricevette dei proiettili in una busta).
Le tensioni tra gli ordini già esistenti (e restii nel costituirne altri se in competizione nello stesso settore) e le professioni per il momento escluse dagli albi.
Statistici, antiquari, tatuatori: tutti alla ricerca di un posto al sole (e ogni tanto si legge sui giornali qualche proposta di legge per nuovi ordini).
Lo scontro tra tributaristi (al momento senza un ordine e ritenuti dunque degli “ausivi”) e avvocati e commercialisti.
Infine, la lunga battaglia (anche a colpi di scontri fisici) per l'unificazione dei due ordini dei ragionieri e dei commercialisti: fusione terminata (non senza tante polemiche) nel 2008.

La scheda del libro su Chiarelettere.
Il link per ordinare il libro su ibs.
Technorati:

Altri link:
Report: esame di laurea (il link alla puntata sul sito di Report).
Report concorso nel reato (dove si parla del concorso per notai annullato per presunti brogli).
Romoloromani: il forum dei praticanti notai, in cui si sono raccolte testimonianze delle irregolarità nei concorsi per notai.

25 novembre 2011

Promesse da cavaliere


Dal Fatto quotidiano:
"Spero che quest'autostrada vi porti soltanto cose buone", diceva Silvio Berlusconi durante all'inaugurazione dell'autostrada Messina -- Palermo. 

Parole sicuramente pronunciate in buona fede che però oggi suonano quasi come una iattura. Sì, perché durante l'ondata di maltempo che ha investito la Sicilia, l'opera che collega le due città si è trasformata in una specie di tappo bloccando il normale deflusso dell'acqua piovana. Ed ecco che all'altezza di Milazzo sulla corsia in direzione di Messina si apre una voragine e un intero quartiere viene sommerso da un mix di acqua e fango: autovetture distrutte, strade sottosopra e abitazioni allagate. "Quando non c'era l'autostrada, l'acqua scendeva dritta", dicono gli alluvionati al fattoquotidiano.it 
E mentre a Saponara dovranno fare i conti con l'alluvione, a Gianpilieri scoprono che per un errore nell'ordinanza firmata dal governo Berlusconi non ci saranno soldi per gli alluvionati.


Ancora una volta: basta con la politica dei tagli dei nastri e delle grandi opere fatte solo per profitto senza rispettare l'ambiente.

No taxation without representation


Basta sacrifici, basta tasse, senza una vera classe politica che ci rappresenti veramente. Raccolgo e rilancio l'invito di Paolo Flores D'Arcais: non sono più disposto ad accettare aumenti delle tasse, stretta ai servizi sociali se non in cambio di norme contro la corruzione, l'eliminazione dei privilegi (vitalizi, stipendi) e i conflitti di interesse, contro i condannati in Parlamento. A Roma e nelle regioni anche.
Non voglio pagare con i tagli al welfare e ai diritti sul lavoro il vitalizio di Scilipoti, Gasparri, La Russa ... 
Anche perchè i sacrifici non saranno robetta, viste le difficoltà e i disaccordi riscontrati in Europa da Monti. In gioco è il futuro dell'Euro:  se dobbiamo salvarci in Europa, tutti devono accettare dei cambiamenti ora.  

Servizio pubblico – punire i corrotti


Dopo le vignette di padre indignato (“don Verzè San Arraffaele”) e sulle note di “In questo mondo di ladri”, è iniziata la quarta puntata di Servizio Pubblico. La corruzione dentro le aziende pubbliche, in particolare Finmeccanica e Enav e il loro futuro. E soprattutto, il futuro dei posti di lavoro di queste imprese: saranno i lavoratori a pagare il costo della crisi? Oggi Finmeccanica ha i conti in rosso, eppure quei soldi servirebbero per rilanciare le imprese della galassia pubblica: per costruire treni, autobus ecologici.
Se lo stato non ha soldi e le banche, dovendo ricapitalizzarsi, hanno stretto il credito (in specie alle piccole imprese) chi metterà i soldi per investire in Italia?

Nella copertina, Santoro ha espresso la sua soddisfazione nel vedere in mezzo a Merkel e Sarkozy il neo premier Monti: ci aspettiamo ora che tiri fuori il coniglio dal cilindro, per poter poi discutere delle proposte nel merito. A rischio oggi non è solo l'Italia, ma tutta l'Europa e dobbiamo fare delle scelte su che strada prendere: sconfiggere la corruzione i conflitti di interesse. Sono scelte politiche che dovranno essere fatte dagli italiani.
E' arrivata una nuova citazione per danni da parte di Mediaset, perchè Santoro ha parlato di conflitti di interesse a proposito delle telefonate ai membri dell'AGCOM (sulla chiusura di Annozero), sulle porte chiuse a La7. E dopo il servizio del tg5 in cui si diceva che gli attentati subiti dai ripetitori se li erano fatti da soli.

Una miniriforma a costo zero? Togliere la politica dalle televisioni e il conflitto di interessi. Vedremo. Nel frattempo accontentiamoci di vedere Fiorello per 4 puntate, e magari Celentano e Luttazzi.
“Voi spettatori avete un petere più forte del telecomando: quando vi sentite stanchi ci potete spegnere. Ma per il momento, la puntata può iniziare”.

Bertazzoni l'implacabile si è messo sulle tracce dei politici tirati in ballo da Borgogni sulle tangenti di Finmeccanica. Gasparri, Matteoli, Giovanardi (non parlo, querelo, che male c'è?). E poi Casini (a cui Di Lernia dice di aver consegnato 200000 euro tramite il tesoriere Naro). E La Russa, che non parla perchè non ne sa niente.
Il duro lavoro del giornalista …

Il faccia a faccia ieri sera metteva a confronto Santo Versace e Maurizio Landini.
Landini ha iniziato parlando della chiusura degli stabilimenti di Termini Imerese, dove la Fiat non ha concesso ai propri dipendenti gli incentivi per andare in pensione (come ha fatto in altri impianti). Oggi a Termini la gente sta presidiando gli impianti: c'è molta rabbia, per essere stati lasciati da soli (e vedere che la Fiat può fare quello che gli pare) ma non rassegnazione. Landini ha anche ricordato che lo stabilimento è stato pagato dal pubblico, non ci hanno messo soldi gli Agnelli, e che le auto italiane che ora usa anche Monti non sono prodotte in Italia ma all'estero. Perchè in Italia, per il momento, la Fiat sta solo chiudendo gli stabilimenti.
Come l'Irisbus, che proprio ora servirebbe per rilanciare il trasporto pubblico, se solo esistesse un piano nazionale. L'europa ci potrebbe sanzionare per la vecchiaia del nostro parco mezzi: conviene pagare la multa piuttosto che non investire in nuovi bus?

Santo Versace ha parlato dell'importanza delle professioni manuali, su cui si basa buona parte del made in Italy, specie nel settore della moda. Certi lavoro per anni sono stati disprezzati, ma senza questi rischiamo di perdere una certa cultura industriale.
Versace ha proposto di trasformare gli ammortizzatori sociali in fondi per la formazione permanente.
Oggi con 60 miliardi bruciati per la corruzione e 40 miliardi per il trasferimento alle aziende, serve un cambiamento: si deve difendere la manifatturiera italiana.
E le tangenti dovrebbero essere equiparate al terrorismo: “dovremmo trattare questi corrotti con soldi pubblici come terroristi”.

Il caso Finmeccanica raccontato da Ruotolo.
Nelle ricostruzioni degli interrogatori coi magistrati, Borgnogni (responsabile relazioni esterne) e Cola (consulente dell'AD Guarguaglini) hanno spiegato il meccanismo dei fondi neri, creati come loro riserva personale all'estero, al sicuro dal fisco. Borgnogni aveva 6 milioni di euro, di cui 5 li ha pure scudati. Soldi che arrivavano da Italbrokers e da un affare con Fincantieri.
Le nomine di dirigenti espressione dei politici: Giorgetti, Letta, Giovanardi, Scajola.. Ma anche nomine di loro parenti e amici.

Come si costituivano queste riserve? Tramite sovra fatturazioni e fatture gonfiate: “fare i compiti” le chiamavano. Soldi pubblici. Che finivano come l'appalto di 5 milioni di euro dato da Enav a Optmatica (legata all'ex ministro Matteoli).
Cola “Enav ha due padroni: l'UDC e la ex An”.

Chidecide la busta paga dei padroni?
Il giornalista Dragoni ha approfondito il tema della paga dei supermamager del pubblico.
Tra il 2010 e il 2011 Finmeccanica ha avuto 5000 lavoratori in meno (e qualche altro migliaio verranno laciati a casa). Il gruppo ha qualche miliardo di buco e ora il presidente Orsi deve mettere in vendita il comparto ferroviario.
Ma Guarguaglini è uno dei manager più pagati d'Europa: 14,5 milioni in 3 anni.
Anche Marchionne è un metalmeccanico che guadagna 12 milioni di euro in 3 anni. Più 35 milioni in stock options. Non solo, è anche presidente di Sgs, per uno stipendio da 390000 euro. Un bel doppio lavoro.

Alitalia dopo la privatizzazione ha lasciato a casa 7000 lavoratori; la collettività ha pagato 3 miliardi per la bad company. Ma Fantozzi ha preso 6 milioni di euro lordi.

Il giuslavorista Michele Tiraboschi, ha parlato delle riforme sul tema del lavoro, su cui serve coraggio per portarle avanti.
Ma la vera flessibilità non vuol dire cinismo nei confronti dei lavoratori: Fiat sta sbagliando, perchè non si fa carico delle persone che hanno lavorato per lei per anni.

Il punto di Travaglio (prima parte)
Per par condicio, prima si è occupato del centrodestra e poi del centrosinistra. Per non scontentare nessuno.
Partendo dai 20 miliardi che Monti deve trovare per mettere al riparo l'Italia da altre speculazioni: li troverà dalla lotta alla corruzione? E allora servirebbe ratificare la Convenzione internazionale sulla corruzione, firmata nel 1999 e mai approvata dai governi che si sono susseguiti.
Autoriciclaggio, corruzione nel privato, conflitto di interessi e abuso d'ufficio dovrebbero tornare ad essere reati (e non solo una piccola sanzione mediatica, come per la Frattini).
Oggi dove i politici sono anche i controllori, per le imprese è più semplice: basta pagare solo loro, i loro giornali, le loro fondazioni, assumere i loro parenti.
E così le aziende falliscono (Alitalia, Rai) o portano a costi elevati, come quelli per l'Alta velocità.
Non bastano ai politici i 270 milioni dei rimborsi elettorali.
Travaglio ha poi raccontato del caso Tedesco in Puglia, del caso Pronzato (responsabile trasporto aereo del PD) e dei soli a Morichini (e alla fondazione di D'Alema).
La Protezione civile di Bertolaso e Gianni Letta, con la cricca della Ferratella. E le opere del G8 alla Maddalena da 295 sono passate a 476 milioni. E il parco Firenze (per i 150 anni dell'Italia) è passato da 80 a 236 milioni.
Anemone che pagava ristrutturazioni a sua insaputa al ministro Scajola (il suo controllore).
Il San Raffaele che prendeva soldi pubblici dal controllore Formigoni, la regione Lombardia, che poi andava in crociera con Daccò. E Fazio, il ministro, faceva pure affari con l'azienda ospedaliera.
Finmeccanica doveva essere controllata dagli stessi politici che prendevano le mazzette, e dai giornali che invece prendevano soldi per la pubblicità.
Naro avrebbe preso i soldi da Di Lernia (le tangenti Enav) per conto dell'UDC: è vero, non è Maria Goretti, ma nemmeno il tesoriere Naro è un giglio. Avendo alle spalle un condanna.
In Finmeccanica ha lavorato come consulente (?) Debbie Castaneda, e persino Tarantini voleva entrarci. A che titolo?



La giornalista Lauricella ha inveceraccontato del caso Alenia: a Pomigliano i nuovi capannoni rimarranno inutilizzati , in assenza di un piano industriale: fondi neri per i manager e poi lavoratori a casa.
Sergio Rizzo del corriere ha spiegato come la nomina di Giuseppe Orsi come presidente di Finmeccanica sia stata appoggiata da Umberto Bossi. Ma nel frattempo la sede legale di Alenia si è spostata da Pomigliano a Venegono, nel varesotto. Dove ha sede la Aermacchi, piccola azienda in confronto alla Alenia, dove per anni ha lavorato la moglie di Maroni.
Dove siederà come consigliere il presidente della provincia Galli, leghista.

Anche Massimo Mucchetti in collegamento ha voluto dare la sua opinione sul futuro di Finmeccanica: ora il governo come azionista pubblico deve intervenire per riportare rigore e etica. Ma oggi ha anche un problema industriale, perchè prende meno commesse dall'estero e dallo Stato (cosa che nel passato ha permesso di nascondere i problemi economici). Per risolvere i problemi di efficienza sarebbe meglio vendere la Ansaldo Breda, soluzione migliore per rilanciare questa azienda, visto che il pubblico non ha soldi.

Opinione diversa quella di Mario Landini che teme che lo spezzatino di Finmeccanica porti alla perdita di competenze e valore industriale.
Anche agli operai di Pistoia della Ansaldo erano state fatte delle promesse, nell'accordo di marzo. Ma probabilmente non potranno essere rispettate.

Anche qui, per il momento,pagano loro i fondi neri, la corruzione, l'incapacità dei manager (dagli stipendi di giada).



La seconda parte dell'intervento di Travaglio.



24 novembre 2011

Il dilemma

Punire i corrotti, come vorrebbe la maggioranza degli italiani, o punire i soliti noti (chi ha sempre pagato le tasse, i pensionati, chi ha reddito da dipendente), come vorrebbero gli evasori e i corrotti?

Se lo chiede Servizio Pubblico, questa sera (il titolo della puntata è appunto Punire i corrotti):
Ospiti della puntata saranno Maurizio Landini (segretario generale della Fiom-Cgil, Santo Versace (imprenditore e parlamentare già in quota al PdL, poi fra i cosiddetti «malpancisti» che firmarono la lettera per chiedere, dall’interno, un passo indietro a Berlusconi), Michele Tiraboschi (giuslavorista), Marco Lillo (giornalista del Fatto quotidiano) e Massimo Mucchetti (giornalista del Corriere della Sera).

Le domande alle quali si cercherà di rispondere in studio e i temi che verranno toccati: i recenti scandali legati a Finmeccanica - sulla quale ricordiamo una monumentale puntata di Report della scorsa stagione televisiva - si possono paragonare a una nuova Tangentopoli? E - scrivono sulla pagina Facebook ufficiale di Servizio Pubblico - «ancora una volta saranno i lavoratori a pagare il conto»?

E poi, naturalmente, la domanda che dà origine al titolo della puntata: come si possono punire i potenti, se sono corrotti?

La lotta alla mafia

Il sindaco di Roma scopre la mafia nella città da lui amministrata (dopo una campagna elettorale su legalità e sicurezza): forse non sa che la mafia c'è sempre stata a Roma. fin dai tempi della banda della Magliana, raccontata in Romanzo criminale. Lo zio Carlo altri non era che Pippo Calò.

Ma anche qui, a Milano, le condanne in primo grado al processo con rito abbreviato sulle infiltrazione della ndrangheta non hanno suscitato delle reazioni particolari. Tutto scorre, nella città dell'aria sporca, del crac del S Raffaele e dei cantieri per edilizia residenziale. E del movimento di gestione terra che era nelle mani delle cosche.

Sempre qui, succede che il processo sull'omicidio della collaboratrice Lea Garofalo rischia di finire nel nulla. Il giudice è stato chiamato al ministero a Roma, e tutto deve ripartire: se non si va a sentenza,  i presunti responsabili potrebbero uscire a luglio per decorrenza dei termini.
Forse, prima di spostare un giudice, bisognerebbe controllare se ha processi di mafia in corso.
Peccato però che, gli stessi giudici lo hanno derubricato da omicidio a scopo mafioso a delitto passionale.

E poi parliamo di lotta alla mafia .. come se anche questa non fosse una concausa della crisi economica e sociale del paese.

La posizione sul lavoro

Oggi a Termini terminerà la produzione di auto, mentre la trattativa per la nuova collocazione di impianti e lavoratori è ancora in fase di studio.
Chi sosteie che i licenziamenti facili siano il volano per un rilancio dell'economia, dovrà ora spiegarlo anche agli ex dipendenti Fiat, abbandonati alla loro sorte dalla multinazionale ex italiana dell'auto. E alle altre migliaia di persone cui potrebbe toccare la stessa sorte.

Nel PD, i liberal chiedono le dimissioni di Stefano Fassina, reponsabile del settore lavoro, contrario alla proposta Ichino (e alle proposte della UE su maggiore flessibilità nel lavoro): significa che la proposta del senatore PD sarà quella del partito? significa che il PD appoggerà e voterà questa proposta se dovesse sposata dal governo Monti?

Sulla sua pagina FB, Sandra Rizza ha pubblicato una nota con un suo vecchio articolo, per repubblica
C’e il montatore che vota Berlusconi ‘’perche’ e’ l’unico che riduce le tasse’’. Il verniciatore che lo vota perche’ ‘’il governo amico ci ha tradito’’. L’ impiantista che lo vota perche’ ‘’il sindacato, con la destra al governo, e’ piu’ libero di difendere la classe operaia’’. Viva Silvio. Quando il turno e’ finito, fuori dai cancelli della fabbrica, gli operai raccontano l’ultimo ‘’miracolo’’ italiano. Mario, operaio Fiom, dice che ‘’Bertinotti, nell’ urna, non l’ha neppure preso in considerazione’’. Michele, metalmeccanico Fim, sostiene che ‘’con la destra al governo, in busta-paga ci saranno 70 euro in piu’’’. E pure Giovanni, che non e’ un semplice iscritto, ma un delegato Fiom, spiega che ‘’se toglie l’Ici e rimette il bonus per le famiglie, Berlusconi il voto operaio se l’e’ proprio meritato’’. Uno spettro si aggira per le fabbriche: il berlusconismo in tuta blu.


Sempre sul tema di come è cambiato il senso del lavoro ..

E' cambiato tutto, non è cambiato niente

Partiamo dalla commento del ad di Finmeccanica Guarguaglini di fronte alla richiesta di dimissioni "Non sono mica come Berlusconi".
Ma intanto non se ne va, come Berlusconi. E nessuno ne chiede con troppa insistenza un cambio.
Ieri Guarguaglini si è incontrato con Catricalà, nuovo sottosegretario, ex presidente dell'antitrust (dove ha vigilato per esempio sul conflitto di interessi di Berlusconi).
Adesso a vigilare sarà il consulente di Schifani (e Lombardo, e Cuffaro), l'avvocato Pitruzzella.
Lo sfiduceranno forse quei politici che negli anni hanno presso mazzette da Finmeccanica o piazzato persone nei cda?
Quelle persone si sono espresse contro i totografi in parlamento?

Si doveva fare in fretta, si è detto nelle settimane passate, per giustificare la scelta di non andare alle elezioni. Eppure, nonostante il nuovo governo sia in carica, girano solo proposte di legge nemmeno nuove, del resto: Ici, pensioni, Iva, licenziamenti facili ..
Tutto qui, il cambiamento?

23 novembre 2011

L'Italia ripudia la guerra


Si torna a parlare di manovre “lacrime e sangue” per recuperare 30 miliardi in due anni. Ma il settore delle spese militari è cresciuto nel 2010 dell’8,4%, con una spesa addizionale di 3,4 miliardi di euro. Il conto generale sale a quota 20.556,9 milioni di euro, corrispondente all’1,283% del Pil e che colloca l’Italia all’ottavo posto al mondo per spese militari. Ringrazia l’industria bellica nazionale, che anche negli ultimi anni di crisi generale ha presentato saldi in decisa crescita. Ad esempio, nel 2009, quando l’economia ha iniziato a segnare il passo, il settore della produzione bellica ha registrato un fatturato record da 3,7 miliardi, superando perfino la Russia nella corsa agli armamenti. E non è tutto. Perché oggi si discute di cinque programmi d’acquisto relativi alle forze di terra, ma da qui al 2026 sul bilancio dello Stato ne incobono ben 71, tra i quali spiccano i 121 caccia F35 che costeranno 16 miliardi (80 sono già stati acquistati, ne manca l’ultima tranche) e sono da tempo oggetto di polemiche e proteste. 

Ma se l'Italia ripudia la guerra, cosa ce ne facciamo di tutte queste spese militari? 
Specie in tempi come questi di sacrifici. 
Non sarebbe meglio spenderli per sistemare i problemi idrogeologici del paese? 
E' vero che anche l'industria bellica crea posti di lavoro (Iveco, Fiat, Oto Melara, Finmeccanica, Fincantieri, AugustaWestland), ma la domanda rimane: a chi dobbiamo fare la guerra? Chi dobbiamo bombardare?

L'immunità ortografica

Ma in nome dell'Italia, dell'italianità e della lingua italiana la Biancofiore la smetta di scrivere, come ha fatto su carta intestata spingendo Emiliano Fittipaldi a riderne su l' Espresso , che si trattò di un accordo preso «senza sentire n'è i dirigenti del Pdl n'è verificare la sensibilità dei nostri elettori...». Ma chi l'ha promossa in terza elementare? Pensa di avere, come deputata, l'immunità ortografica?

Gian Antonio Stella sull'italiano dell'onorevole PDL Biancofiore.

Morire per il fango

E' successo un'altra volta, sempre nel messinese, poche settimane dopo l'alluvione a Genova. Piove in modo inteso, un fiume si ingrossa, gli argini non tengono per incuria e il fango spazza un paese e una frana investe un gruppo di case.
Il ministro dell'ambiente Clini (quello del nucleare):
"Abbiamo bisogno di aggiornare al più presto la mappa di tollerabilita' del territorio, concentrare risorse per fare prevenzione, intervenire sui fattori che nel suolo possono causare disastri".

Vedremo cosa farà di diverso, se farà qualcosa di diverso.
PS: stiamo battendo tutti i record, tra le morti per le incurie ambientali (vittime del partito del cemento e dei condoni) e le morti sul lavoro (le sette morti in 24 ore). Effetti collaterali del progresso.

Finmeccanica - Se così fan tutti

Mi sono chiesto come sia stato possibile che lo scandalo Finmeccanica (e anche il caso Enav), che potrebbe essere la nuova Tangentopoli, sia scoppiato solo adesso (mi ricordo, a memoria, di una inchiesta di Report sulle assunzioni all'Enav).
Poi sfogliando le pagine del Fatto, mi sono fatto (scusate il gioco di parole) un'idea.
I finanziamenti del gruppo ai giornali.



Il fatto che a spartirsi le mazzette fossero quasi tutti i grandi partiti (lega inclusa, alla faccia di roma ladrona).


E le parole del responsabile dell’audit Enav Gianpaolo Pinna all’amministratore delegato Giuseppe Pugliesi, sul magistrato Ielo e sulla procura di Roma:

“Guarda, Roma c’ha un vantaggio, intanto non è arrivata mai da nessuna parte... Raramente... Milano, Boccassini quando ci mette le mani sopra...”. “Ma questo viene da Milano”, osservava preoccupato Pugliesi. Pinna ribatteva: “Sì, però, Milano... Io lo conosco questo. Lui era il ragazzetto di bottega, faceva parte del pool ma era il più giovane, tanto è vero non ha avuto mai nessun successone a Mani Pulite. Poi è venuto giù, si porta dietro ’sta fama, come se fosse chissà che cosa: ma te sei un magistrato come gli altri... in più arrivi in un ambiente, quello romano, in cui, ripeto... infatti perché si agita, perché lui vorrebbe fare un po’ il milanese, ma nell’ambiente romano invece si fa alla romana. Càlmate, non t’agità! ...Secondo me si adegua per forza, anche se si porta la fama di duro”.

Miglior complimento alla Boccassini non lo potevano fare. E ora che anche nell'ambiente romano si applica il codice penale italiano, cosa succederà? Una Mani Pulite a Roma?

22 novembre 2011

Che altro volete?

Non gli bastano le immunità, i benefiti e i rimborsi dei partiti. Le intercettazioni che per i politici non si possono usare senza autorizzazione. Dei politici.
Le tangenti, la corruzione, gli indagati e i condannati .
I vitalizi a 65 anni dopo 5 anni di lavoro (ma per i più anziani in Parlamento, anche prima) mentre si chiede a chi lavora di andare in pensione più tardi e con tante incertezze ..
Per nascondere cosa? Sbadigli? Letterine? Cazzeggi vari con l'ipad che pure vi abbiamo pagato noi?

Ma che altro volete? 
(andate al minuto 7.42)

L'autunno della primavera araba

La primavera araba si è trasformata in un triste autunno dei diritti e della democrazia dei popoli arabi.
In Egitto cade il governo e il potere è rimasto in mano all'esercito.
In Libia  si attende il via del nuovo governo  (dopo la resa dei conti e ben lontani da una pacificazione) con tanti dubbi su chi metterà le mani sul petrolio libico.
In Tunisia stiamo aspettando le prime mosse del partito islamico.

La questione etica e il caso Finmeccanica

E per fortuna che il pdl era il partito che aveva portato l'etica in politica.
Nell'inchiesta su Enav Finmeccanicoa ora escono i soldi dati ai politici: soldi nostri, delle nostre tasse.
Soldi ai referenti dell'UDC di Casini (che ora minaccia pure querele) e agli ex An del PDL. E anche quel gentiluomo di Gianni Letta.
Dal Fatto quotidiano:
Trecentomila euro in contanti consegnati “all’onorevole Bonferroni, espressione dell’Udc”. Lo ha raccontato in interrogatorio Lorenzo Cola, superconsulente di Finmeccanica, a proposito del presunto giro di denaro tra l’azienda controllata dal ministero dell’Economia e diversi politici. Il riferimento è a Franco Bonferroni, classe 1938, già deputato e senatore democristiano, in Parlamento fino al 1994, poi membro del consiglio d’amministrazione della società. Nell’interrogatorio del 9 dicembre 2010, Cola dichiara ai pm di Roma di aver consegnato “agli inizi del 2008? 300 mila euro in contanti “all’on. Bonferroni”, spiegando che “per noi del gruppo Bonferroni era espressione dell’Udc”, “un riferimento politico preciso”.

Il consulente [Borgogni] racconta anche come avveniva la lottizzazione in Enav: “Formalmente, il potere di nominare il cda spettava al Ministero dell’Economia”. Ma “sul piano sostanziale la nomina era il frutto di una precisa ripartizione politica. In concreto, nella prima fase, ossia tra il 2001 e il 2002, vi era un cosiddetto tavolo delle nomine o laboratorio all’interno della maggioranza, composto da Brancher, Cesa, Gasparri o La Russa e un uomo della Lega”.
[..]
Secondo il magistrato, “vi è una conversazione telefonica intercettata dalla quale – si legge nella richiesta – si evince con solare evidenza che il ruolo di Lorenzo Borgogni, dentro Finmeccanica, fosse anche quello di occuparsi di contribuzioni illecite al sistema dei partiti”. L’intercettazione è del 21 settembre 2010 e Ielo aggiunge: “Il tenore di tale telefonata appare essere inequivoco. Si tratta di una contribuzione al Pdl, che – continua – rischia di essere confusa con una contribuzione al Pd, palesemente illecita in ragione del fatto che deve essere effettuata con una società esterna”.

Nella telefonata, Borgogni parla con un certo Marco. Marco afferma che “mi ha chiamato Filippo, dice che su, su quel discorso che facciamo ogni anno della loro offerta di partito a Milano… beh, del Pd, credo sia una cosa del Pdl, no? Dice che te ne ha parlato a te pure?”. Borgogni nega, ma Marco insiste: “Su Milano… lui mi ha detto anche che gli hai indicato che non volevi comparire come Finmeccanica ma come una società esterna”. A quel punto, Borgogni prima gli dice “vabbè, se ne parla quando torni dai” e poi, di fronte alle insistenze dell’interlocutore (“lui dice sto all’ultimo, con l’acqua alla gola”), fa capire di non gradire: “Dai Marco maremma puttana Marco”.
[..]
Il manager avrebbe rivelato agli inquirenti il funzionamento del sistema di spartizione delle poltrone nel Cda di Finmneccanica. Nomine di precisa espressione politica. Come quelle di Piergiorgio Alberti, espressione dell’ex ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola; Nicola Squillace referente dell’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa; Franco Bonferroni come espressione dell’Udc e, infine, Dario Galli della Lega Nord. Ma le cronache di oggi, riportano anche i nomi di Carlo Giovanardi e Gianni Letta. L’ex sottosegretario alla Presidenza del consiglio di ministri – racconta Borgogni – avrebbe indicato i nomi da inserire ai vertici di alcune controllate di Finmeccanica per conto dello stesso Giovanardi. Ma spuntano anche i nomi di candidati avanzati da Giancarlo Giorgetti della Lega. E in un appunto si menzionano Paolo Romani e l’ex consigliere di Tremonti, Marco Milanese. Non solo. Di Lernia ha tirato in ballo anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e il senatore del Pd Marco Follini, all’epoca dei fatti vicepresidente del Consiglio. “Smentisco nel modo più categorico: non c’è nessuna telefonata mia o di persone a me vicine; non ho mai visto, né sentito Di Lernia, non so chi sia” ha dichiarato Follini ad ‘Agorà’ su Raitre, spiegando che “il suo nome l’ho letto dai giornali e scopro che è un faccendiere. Non mi sono mai occupato di queste cose – ha aggiunto l’esponente dei democratici -. Sono indignato ed esterrefatto e sentirò i miei avvocati per una querela”.
[..]
Sia Cola che Tommaso Di Lernia, imprenditore romano in affari  con Enav-Finmeccanica, tirano in ballo l’ex ministro Pdl Altero Matteoli, che però smentisce qualunque coinvolgimento nella vicenda. ”Martini (presidente Enav, ndr) è espressione anche di Matteoli, a sua volta molto vicino a Optimatica”, afferma Cola. Di questa società aveva già parlato Di Lernia il 27 giugno 2010: “Optimatica è una società vicina al ministro Matteoli, credo che eroghi finanziamenti alla fondazione a lui riconducibile”. L’ex ministro nega decisamente queste ricostruzioni: “La Fondazione che presiedo non ha mai ricevuto finanziamenti dalla società Optimatica, che non è in alcun modo a me legata”.

E c'è anche una intercettazione di Borgogni e Marco Forlani  in cui si parla proprio di queste contribuzioni ai partiti, in particolare per una festa del PDL.
Il capo della segreteria di La Russa Filippo Milone chiede un appoggio a Bogogni  "non come Finmeccanica, ma con una società esterna".

Borgogni (B): ciao Marco.
Marco Forlani (M): c’hai un secondo Lorenzo?
B: sì.
M: mi ha chiamato Filippo… che dice su, su quel discorso che facciamo ogni anno della loro offerta di partito a Milano eccetera…
B: di partito?
M: sì.
B: del ministero!
M: parti… eh… bè del Pd… credo sia una cosa del Pdl, no? dice che te ne ha parlato a te pure?
B: no!
M: su Milano… su che di, lui mi ha anche detto che gli hai indicato che non volevi comparire come Finmeccanica, ma con una società esterna
B: sì. M: eh.
B: vabbè, ma se ne parla quando torni dai?
M: e no, questo sì, ok. No, perché lui dice scusami sto all’ultimo con l’acqua alla gola eccetera, perché lui deve parlare con qualcuno dei nostri tra oggi e domani.
B: dai Marco, maremma puttana Marco.
M: eh lo so! lui mi ha chiamato ora… lo so, lo so.
B: eh?
M: se me lo diceva, lo dicevo a Pigiani (altro dirigente Fin-meccanica, ndr) piuttosto che… che ne so! Eh? Capito
B: ci sentiamo…

Scrive il Gip Fattori, “Se, invero, si tratta di conversazioni su contribuzioni ai partiti che pur provenendo dalla Finmeccanica sarebbero dovuti apparire – cosi disvelando l’illiceità dei moventi – come provenienti da altra società, tuttavia non solo non contengono alcun elemento atto a ricondurre l’oggetto alla illecita contribuzione all’operazione di acquisto della barca del Milanese, ma presentano un dato temporale che a siffatta ipotesi contrasta”.

E questi signori sono quelli che ora chiedono sacrifici per tutti?

La lezione dalla Spagna

Dalla Spagna arriva una lezione che potrebbe essere utile alla sinistra italiana (sempre che abbia voglia di accettare consigli): la protesta degli indignati (che siano di destra o di sinistra), fa perdere voti al centro sinistra.
Specie se queste proteste, questi richiami per un cambiamento, non vengono ascoltati.
Come in Italia dove Grillo è antipolitica, le proteste contro la Casta vanno bene solo per fare populismo (e non per ridurre privilegi e sprechi), è poi è finita che il governo Prodi è caduto per lasciar spazio al governo Berlusconi.
E ora, se il PD continuerà nel suo matrimonio con Casini e Monti invece di farsi portatore di un vero cambiamento nella politica, contro corruzioni e privilegi, contro le lottizzazioni (anche nella Rai), contro il precariato giovanile, lasciando parte temi che invece alle persone interessano (la difesa dell'ambiente, il merito, l'etica, la cultura e la scuola), il risultato è che nel 2013 (o più probabilmente nel 2012) consegnerà ancora il governo al centrodestra.

I primi a muoversi per una rivergination sono proprio i padani.



Report - la classe dirigente

Il caso Penati, il sistema Sesto e il caso Milanese: non sono semplicemente due casi di mele marce, dentro un sistema (dei partiti, delle nomine dentro le società pubbliche, della gestione degli appalti) sano.
Sono due emblemi di cattiva politica, di una classe dirigente che non solo non è all'altezza del compito, ma addirittura fa pensare più ad un sistema criminale. Un sistema dove i soldi (nostri), il consenso, il potere politico vengono usati per fini personali.
Report, nel servizio di Paolo Mondani è andato a ricostruire i due casi.

Il sistema Sesto.Il tutto nasce della fine delle acciaierie a Sesto, nel 1996, la ex Stalingrado d'Italia: nasce un piano di riqualifica territoriale laddove veniva prodotto l'acciaio (che oggi, con una grande lungimiranza industriale importiamo dalla Cina che ha preso i nostri impianti). Al posto delle presse e degli altiforni, edilizia residenziale.
A prendere l'appalto il gruppo Pasini che, con molti anni di ritardi, accusa l'ex sindaco Penati, di avergli pagato 20 miliardi di tangenti per favorire l'affare.
Si sa, la politica costa. Sono soldi finiti solo al partito a livello locale, o anche ai DS nazionali? E in che modo sono stati pagati questi 20 miliardi? Tramite fatture false (per operazioni inesistenti) con le cooperative rosse, dice Pasini.
Soldi che sarebbero finiti in conti esteri (Dubai).
Altro accusatore di Penati è l'imprenditore De Caterina, della Caronte SRL: anche lui sostiene di aver pagato Penati per milioni di euro, per potere lavorare nel settore trasporti. soldi prestati all'ex sindaco, che poi gli sono stati ritornati in vari modi, anche tramite l'acquisto di un palazzo con Gavio: contratto poi rescisso da quest'ultimo, con una penale da 2 milioni di euro.

Come è andata a finire: Pasini (che alle spalle aveva Banca Intesa) non ottiene i permessi, anche perchè subentrano il consorzio cooperative di Bologna, che vorrebbero prendere parte degli appalti senza mettere soldi.
Pasini si sfila, e arriva Zunino, con Banca Intesa, che a sua volta vende al costruttore Bizzi.
Il risultato è che nel 2011 il consiglio comunale del sindaco Oldrini approva un piano di edilizia residenziale per ricchi, per 30000 50000  persone.
Ma non ci sarebbe la necessità di queste nuove case? A chi conviene l'affare allora?
Il sistema Sesto è indice del declino della sinistra: dalle acciaierie all'edilizia per pochi. E pensare che dietro la scrivania di Oldrini campeggiava il quadro di Marx, anche questo regalo di De Caterina.

Nella fondazione Fare metropoli di Penati, inoltre, compaiono pure Enrico Intini e De Santis, nomi venuti fuori dall'inchiesta su Giampi Tarantini. Come è piccolo il mondo.
Mondani ricostruisce una telefonata di Berlusconi a Guarguaglini, che gli parlò dell'interesse di Intini nell'entrare in affari con società di Finmeccanica.

L'inchiesta sull'acquisto delle azioni della Milano Serravalle.

Sarà un caso, ma quando la provincia di Milano comprò, a prezzo maggiorato, le azioni della autostrada Milano Serravalle (su cui Gavio guadagnò una plusvalenza da 176 ml di euro, tassata grazie a Tremonti al 2 %), si stava effettuando la scalata di Unipol alla BNL.
Era l'estate dei furbetti del quartierino, nel 2005, del compagno Ricucci.
Ne dovrà fare di sforzi, Bersani, per dare l'idea di essere un partito diverso.
Milena Gabanelli in studio:
La questione non è quella di fare d’ogni erba un fascio, ma se la politica vuole
riprendere forza e autonomia deve fare il suo mestiere, le banche, le cooperative, le
aziende il loro, senza mischiarsi. Ora Penati è indagato per corruzione e concussione.
Il reato di corruzione è prescritto, ma lui ha dichiarato di voler rinunciare a questo
beneficio e chiede il processo, perché vuole chiarire la sua posizione. La storia comincia 15 anni fa, quando Pasini compra l’area Falk per costruire, i soldi li presta Intesa, sole che poi ad ogni passaggio bisogna oliare, abbiamo “versato circa 20 miliardi” dicono in parte accertati. Poi le autorizzazioni non arrivano e l’area passa a Zunino, Intesa sempre al fianco, e stavolta l’ok a costruire arriva, con il raddoppio
della cubatura.
 
Poi Zunino finisce nei guai e arriva un terzo immobiliarista Bizzi, Intesa sempre al fianco. A distanza di 15 anni salta fuori Di Caterina, che si occupa di trasporti e che adesso non lavora più tanto e si chiede “ma come, con tutti i soldi che vi ho dato? Non sarò il solo a passare un brutto momento”. E a questo punto anche Pasini, che non ha più tanto da rosicchiare, ha un risveglio di memoria e apre la pagina del sistema sesto. Certo, meglio tardi che mai, però se il coraggio di andare in Procura si fosse trovato un po’ di anni fa o a tempo debito oggi non saremmo qui a raccontare questa storia e tanto meno il sistema Serravalle o il sistema Marco Milanese

Il caso Milanese.
Milanese è stato accusato di corruzione, associazione a delinquere, e rivelazione di segreto d'ufficio., di aver pilotato nomine in società pubbliche e appalti ad amici.
E' finito dentro l'inchiesta sulla P4, su Finmeccanica e l'inchiesta Enav.
E alla fine è stato salvato, anche grazie alla Lega, dall'arresto.

Mondani nel suo servizio ha parlato con il grande accusatore, l'imprenditore Di Lernia, che su indicazione del manager Cola, comprò una barca da Marco Milanese, per ottenere in cambio favori.
Poi ci sono i rapporti con la Edil Ars di Proietti, gli appalti finiti a questa della Sogei (società che controlla la regolarità dei giochi), le nomine di Aldo Ricci sostituito nel 2009 da Marco Bonamico, i lavori per il Pio Sodalizio dei Piceni.
Sorprende, in questo caso, il tenore di vita del deputato Milanese: come può col suo stipendio (200000 euro /anno), mantenere case, auto di lusso e barche?
E' quello che si chiede la procura di Napoli.

GIAN GAETANO BELLAVIA – COMMERCIALISTA – ESPERTO DIRITTO PENALE DELL’ECONOMIA
Complessivamente ha speso 450 mila euro con la carta di credito.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Difficile immaginare che queste spese siano compatibili con un reddito medio di 200 mila euro l'anno. Anche se, sui conti in banca di Milanese, negli ultimi anni entrano ed escono circa sei milioni di euro. Tutti sotto la lente della Procura di Napoli che li sta analizzando voce per voce. In particolare una.
GIAN GAETANO BELLAVIA – COMMERCIALISTA – ESPERTO DIRITTO PENALE DELL’ECONOMIA
Bisognerebbe cercare di capire come mai nei conti del Milanese entrano 175 mila euro in denaro contante, cosa che mi sembra assolutamente incompatibile con un soggetto che presta la propria opera esclusivamente nei confronti di enti pubblici che notoriamente non pagano in contanti.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Prima di vedere come questa storia si infila nella più grande industria del Paese, rivediamo le carte della Procura di Napoli, che sta tentando di fare i conti in tasca all’Onorevole Milanese, negli ultimi 4 anni e 9 mesi: emolumenti in media 200.000 euro mensili netti, solo in carta di credito spesa media mensile 8000 euro, le sue auto sono le seguenti e le cambia spesso, un po’ in proprietà un po’ in leasing: una Porsche Carrera, una Bentley, una Ferrari Scaglietti (un’auto da 230.000 euro su cui versa un acconto da 10.000), un’altra Porsche, una Bmw x6, una barca da 20 metri, una vacanza natalizia ai Caraibi dove affitta questa villa a 18.000 euro, compra e vende casa a Cannes, ha casa a Milano, 2 appartamenti in affitto a Roma, da uno si fa scalare, si sarebbe fatto scalare 200.000 euro dall’affitto per lavori che poi non sarebbero stati eseguiti, mentre non avrebbe pagato i 50.000 per i lavori effettivamente fatti, subaffitta a Tremonti che gliene dà cash 4000 euro al mese,
perché ha dichiarato Tremonti il suo stipendio da ministro lo incassava cash. Sui conti di 3 banche poi, di tre banche diverse sono entrati ed usciti circa 6 milioni di euro.
Dopodiché sarebbe l’uomo che indica le nomine nel settore pubblico. L’ex braccio
destro di Guarguaglini, Cola, ancora agli arresti domiciliari ha dichiarato ai magistrati
che le ricompense ai partiti per le nomine ai vertici Enav si chiamavano zucchine. Ora io credo che ai vertici Enav qualcuno ci sia arrivato anche per meriti propri però
insomma è noto che l’andazzo è un po’ questo.
L’Enav è l’ente nazionale assistenza al volo, che dà appalti alla Selex, società
controllata da Finmeccanica amministrata da Marina Grossi, moglie del presidente
Guarguaglini. La Selex, a sua volta, subappalta lavori alle imprese di Di Lernia. Che dice di aver comprato la barca a Milanese. Il Di Lernia, secondo i magistrati fattura 100, lavori che valgono 70. I 30 che avanza diventano barche o zucchine, che sempre sul nostro stomaco restano.
Gli arresti nel caso Enav sono storie di questi giorni: l'AD Pugliesi, i pagamenti ai partiti e alle fondazioni, le assunzioni ai figli dei politici,  i fondi neri all'estero, le fatture gonfiate per lavori mai fatti. La lottizzazione dentro Finmeccanica e Enav, col manuale Cencelli in mano. E i soldi finiti ai partiti, come il tesoriere dell'UDC Naro. Che al telefono con Mondani non ha nulla da dire.
MILENA GABANELLI STUDIO
Giuseppe Naro dice che le accuse sono infondate e che l’Udc ha sempre dichiarato nei bilanci ogni forma di contribuzione, Pugliesi per Enav ribadisce ogni estraneità, l’on. Marco Milanese invece con cui sarebbe stato certamente più interessante avere un confronto diretto ci scrive che: non ho mai fatto nomine e non ho avuto deleghe da Tremonti in tal senso, non ho mai conosciuto Scolamiero ex direttore Sogei, non mi sono mai occupato di appalti per nessuna società del Tesoro.
Nessuno tranne Viscione
che ho querelato dice di avermi dato soldi. Non ho mai conosciuto Di Lernia, lo stesso Cola l’ho visto in un paio di occasioni e mai si è parlato della barca. Dalle intercettazioni è anche emerso inoltre che c’era interesse da parte dei poteri forti a far uscire il mio nome per destabilizzare l’ex Ministro dell’Economia.
Non saremo
certamente noi a fare i processi, ma qualcuno responsabile di qualcosa dovrà pur esserci. Visto che i costi degli appalti pubblici lievitano, vengono fatte operazioni per migliorare efficienza e qualità, non c’è né l’una né l’altra e aumentano i debiti, e il grosso della classe dirigente non è noto per competenza. La Corte dei Conti ha appena stimato in 60 miliardi di euro l'anno il giro d'affari della corruzione. Il clima legale e morale di fatto liscia il pelo al malaffare e va ben oltre i cambi di governo e le svolte politiche. Scrive il costituzionalista Ainis sul Corriere “Un meccanismo oliato per impedire il ricambio delle classi dirigenti. E se non puoi rompere il sistema ti ci adatti...chiamasi deriva”.

Domanda: prima di chiedere soldi agli italiani tramite ICI, pensioni e IVA (per non parlare della riforma del lavoro che aggiungerà latra flessibilità), questo governo di tecnici potrebbe trovare il tempo di occuparsi di questo sistema di appalti costosi, per opere inutili, dove a guadagnare sono a volte solo le banche?
E, in tema di liberalizzazioni, posso consigliare questo bel libro di Franco Stefanoni "I veri intoccabili", che parla degli ordini professionali.