100 giorni ci separano dalle prossime
elezioni americane.
Elezioni che potrebbero portare alla
Casa Bianca il candidato Repubblicano Donald Trump.
Sabato mattina leggevo la notizia dei
malumori, dentro la Casa Bianca, nel
condividere dossier non classificati della Cia con Trump: era
consuetudine dai tempi di Truman che i servizi segreti mandassero
parte dei rapporti ai due candidati usciti dalle nomination.
Giovedì, durante un briefing con la
stampa, il press secretary Josh
Earnest ha detto che l’amministrazione si fida di Hillary
Clinton e confida che l’ex segretario di Stato capisca l’importanza
di mantenere il segreto sulle informazioni classificate. Interrogato
su Trump, Earnest ha glissato dicendo che si tratta di una decisione
che deve prendere il direttore della Cia. “Non posso esprimermi
io”, ha detto. Ma secondo i giornalisti presenti, Earnest ha
lasciato intendere che l’Intelligence potrebbe operare una
selezione tra i candidati nel condividere informazioni classificate.
Questo per dire del clima che si sta
vivendo in America.
Dove il candidato Repubblicano ha
invitato i servizi di un paese “non amico” come la Russia,
di indagare sulla rivale Clinton.
Dove si mormora, vero o falso che sia,
che per la campagna elettorale sia stata
finanziata da soldi russi, per l'interesse di Putin di far
crescere nel resto del mondo i partiti nazionalisti.
Nazionalisti e populisti come Trump: il
politico del muro lungo il Messico, quello che andrà a dialogare con
Putin ma non andrà a far nulla contro la Turchia di Erdogan.
La Turchia di Erdogan è una
delle sconfitte della politica estera dell'amministrazione Obama:
come hanno potuto non accorgersi di quello che stava diventando la
Turchia di Erdogan, che da alleato strategico in pieno medio oriente,
si è trasformata da serpe in seno.
Il contro golpe di Erdogan, che
magari ci ha salvato da un nuovo Al Sisi,
sta facendo un repulisti nel paese che dovrebbe preoccuparci
tanto quanto la visione “trumpiana” dell'America, bianca,
estremista, intollerante.
Altrettanto intollerante è la massa
che sta occupando le piazze turche per difendere Erdogan, le cui
immagini riempiono le facciate dei palazzi (come l'immagine del
grande fratello di Orwell,
volendo fare un sinistro paragone)
Erdogan che, in una torsione a 180
gradi ha aperto il dialogo con Putin e ora anche con Assad.
E ricordiamoci Assad, il dittatore
Assad, è all'origine della guerra in Siria, coi suoi 470mila morti.
Che scenari internazionali si
preparano nel mondo, nel prossimo semestre?
Nel 2017 si voterà anche in Germania e
poi in Francia, dove i partiti di destra (populisti e nazionalisti)
scalpitano da tempo, puntando su immigrati, sicurezza, il prima noi
poi gli altri ..
Certo, noi italiani possiamo consolarci
con le storie del nostro giardino:
il salvataggio di MPS col bollino blu di BCE e Commissione
Europea (e nessuno che si chiede come
abbia fatto a scendere così in basso la banca più vecchia
d'Europa),
le crescite da decimali dei posti di lavoro, per lo più di
precari stagionali. La conclusione dei lavori sulla Salerno - RC, i cui lavori di ammodernamento però si fermeranno un pelino prima di Reggio.
Anche noi abbiamo il nostro Trump, qui
in Italia, che si limita però a portare sul palco delle bambole
gonfiabili per far ridere il suo pubblico.
Ma nei prossimi mesi, in Turchia, in
Siria, in America e anche qui in Europa, ci sarà poco da ridere.