31 marzo 2008

Gomorra: la potenza di un libro

Si è taciuto troppo sulle minacce lanciate, nel corso del processo Spartacus, a Roberto Saviano (ieri intervistato a Che Tempo che fa), autore di Gomorra, al PM Cantone e alla giornalista del Mattino, Capocchione.

Come è stato possibile che si siano potute leggere 60 pagine da parte di un camorrista che si forma "Antonio Iovine, attualmente latitante"?
Perchè Gomorra è un libro che fa così paura?
Perchè è tradotto in così tante lingue?
Perchè ha raggiunto 1,200 milioni di copie vendute?
Perchè il NY Times lo ha messo nei 100 libri più importanti del 2007?
I boss, tramite i loro avvocati difensori hanno scritto che il libro rende poco sereno il clima del processo.
Ecco il punto: i boss, la criminalità organizzata hano il terrore dell'attenzione dei media che si è concentrata su di loro, complice anche l'emergenza rifiuti.

E soprattutto il traffico di rifiuti tossici, con il conseguente allarme sulla tossicità del cibo (ne ha parlato Report nella puntata Terra Bruciata).

Il messaggio dei boss è teso alla delegittimazione di Saviano (e del PM e della giornalista): "lasciateli perdfere, non vedete che sono in cerca di gloria.. è un mitomane".
Un mitomane che a 29 anni è costretto a girare sotto scorta.
Per colpa di gente come Iovine che è un boss, ma anche un imprenditore che ha in mano un pezzo dell'economia italiana.

La doppia anima di questi criminali: un'anima primordiale, per la loro ferocia e un'anima moderna orientata al business.
Come il business della gestione dei rifiuti tossici: l'emergenza diossina nella mozzarella discende da 30 anni di intombamento e combustione di rifiuti industriali.
Non è un problema di ieri o dell'altro ieri.
Parliamo di un giro di affari di 60-70 miliardi di euro per i clan. E la politica in questi anni si è più preoccupata di piazzare i suoi uomini nei consorzi, commissariati più in base ad una tessera che non in base alle capacità.
E spesso questi politici erano contigui ai clan, perchè li avvisavano prima dei controlli. E non è nemmeno che si circoscrive alla Campania: nel film Biutiful Cauntri, si sente una intercettazione tra un industriale del Veneto e un camorrista.Perchè la criminalità organizzata ormai è una multinazionale: i Russo di Nola hanno investito a New York, dopo il crollo delle Torri Gemelle.

La Direzione Nazionale Antimafia ha stimato un fatturato globale di 150 miliardi di euro (quando Fiat mondo fattura 50 miliardi).
Le criminalità organizzate sono la vera emergenza.
Concludeva amaramente Saviano, ricordando tutti i partiti che si rifanno ai valori della religione cattolica.Si sono dimenticati le parole del papa Giovanni Paolo II ad Agrigento "pentitevi, perchè un giorno verrà il giudizio!".
Oggi, sotto le elezioni, il punto di attenzione dovrebbe essere sul voto di scambio: ai tempi di Achille Lauro, si dava una scarpa prima del voto e una dopo. Oggi ci si accontenta di 50 euro.
Anche questo ha perso valore.
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Elezioni 2008: io sono qui

Ecco il risultato del mio test su Openpolis: distante un po' da tutti, vicino a Di Pietro.
Elezioni 2008. Io sono qui. E tu dove sei?

E alla fine venne Scalfari

Ha fatto male Berlusconi a rifiutare l'intervista con Lucia Annunziata, domenica.
Avrebbe potuto rintuzzare le domande della giornalista con le solite balle: il governo Prodi ha impoverito l'Italia e gli italiani ... salverò Alitalia ...
Invece è stato invitato un giornalista, Eugenio Scalfari, che ha vissuto buona parte della storia politica italiana, che non si èfatto pregare per dare un suo giudizio sul cavaliere e sulla politica del centrodestra.
Primo: il cavaliere ha sempre avuto un politico di riferimento, che facesse le leggi a suo favore. Come Craxi, nel 1984 e 1985, che col decreto Berlusconi 1 riattivò le trasmissioni illegali delle televisioni del cavaliere.
Secondo: Berlusconi e il centrodestra hanno ucciso il mercato. Di tutto possiamo dire tranne che sia un liberale: in tutti i settori dove si è buttato ha portato avanti un comportamento monopolista.
Berlusconi e la guerra civile: è sempre stato il centrodestra che, quando perde le elezioni, non riconosce la vittoria degli avversari, parlando di brogli. Se si devono abbasare i toni, il primo passo lo deve fare il Pdl.

Cosa fare in caso di pareggio? Veltroni ha dichiarato che in caso di vittoria, anche se di poco, del centrodestra, sarà Berlusconi a fare il governo. E il PD farà una opposizione corretta. "Dubito che Berlusconi sia disposto a fare lo stesso in caso contrario" concludeva Scalfari.
Ovvio che dopo una puntata del genere, piovano le accuse di aver violato la par condicio: come se il problema fosse il ricordare l'aiuto che Craxi diede a Berlusconi, la falsa cordata italiana che bloccò la trattativa per la vendita di Sme, il fatto che Berlusconi rappresenti "Il conflitto di interessi".
E Mario Landolfi potrebbe preoccuparsi dei suoi di problemi

30 marzo 2008

Se li conosci li eviti di Travaglio Gomez

Tra due settimane andremo a votare, ancora una volta senza la possibilità di poter scegliere il nome. Se si escludono quella specie di primarie del Partito Democratico (che è stato più un plebiscito per il segretario Veltroni), i desiderata di noi elettori, in termini di programma, valori etici, morali, culturali, sono entrati poco nelle stanze dei bottoni.
E i partiti, PD incluso, hanno fatto poco in termini di trasparenza, per presentarsi e presentare il cv dei loro candidati.
Per questo si sente dire in giro "i programmi dei due partiti sono uguali". I due shieramenti principali vengono percepiti come uguali.

E in parte è vero: i programmi, specie in questo momento di campagna elettorale, rappresentano i buoni propositi: Berlusconi non poteva certo dire, nel 2001, che appena salito al governo, avrebbe depenalizzato il falso in bilancio, avrebbe varato le leggi vergogna (ex Cirielli per le prescizioni, la legge sulle Rogatorie.. ), il Lodo Maccanico Schifani (per non essere processato), la legge 30 (la legge Maroni sul precariato). Poteva dire Berlusconi che avrebbe portato l'Italia in guerra, al fianco dell'amico Bush, nelle sue guerre preventive al terrorismo?
Poteva il cavaliere dire agli elettori che avrebbe portato avanti condoni (per ingraziarsi gli evasori), scudi fiscali (per il rientro di capitali sporchi dall'estero)? Averlo saputo prima.

Lo stesso dicasi per il governo Prodi nato nel 2006: se avessi saputo che Mastella (quello in rapporto col mafioso Campanella, col mafioso Cuffaro) sarebbe diventato ministro dlla giustizia; se avessi saputo che il primo passo sarebbe stato l'indulto, che ha scarcerato 50000 condannati causando in danno sociale che ancora oggi paghiamo; se avessi saputo che tra le prime priorità del governo ci sarebbe stato il risanamento dei debiti (giustissimo dopo, l'aumento dei debiti e della spesa corrente col governo Berlusconi 2, ma saperlo prima..)....

Ecco, allora: meglio conoscere prima chi si sta andando a votare. Chi si sta portando in parlamento. Oggi, per la prima volta dalla stagione del 92-93 si torna a parlare di temi etici. Nessun condannato in parlamento dicevano: ma non è vero. Qualcuno, indagato, condannato, prescritto, amnistiato, riciclato, raccomandato specie nel Popolo della Libertà (Berlusconi, Alemanno, Bonsignore, Bossi, Brancher, Berruti, Dell'Utri ...), ma anche nel Partito Democratico (Bubbico, Carra, Crisafulli..) è presente.

Ecco, allora torna prezioso il contenuto di questo libro, che però parte con la lista dei magnifici 20, la lista dei buoni: chi nella XV legislatura si è ben distinto.
Da Rosy Bindi, Furio Colombo, Tommaso Sodano e Nando Dalla Chiesa nel centrosinistra. Ma anche nel centrodestra Giorgia Meloni e Napoli Angela di An, Bruno Tabacci Rosa Bianca.

Poi c'è la lista di quelli che hanno
votato si all'indulto (così se poi li sentite urlare sulla sicurezza sapete come comportarvi), no alla legge bavaglio di Mastella, si all'emendamento dell'onorevole Licandro (PDCI) che prevedeva l'esclusione dei mafiosi in commissione antimafia.
Poi la lista
Tengo Famiglia, cioè di quelli che han portato in parlamento amici, parenti, portaborse e segretari.
Una lista lunga e bipartisan, come quella dei nemici della stampa libera (sarà un caso?), cioè di quelli che di fronte all'editto bulgaro e alle censure hanno chinato il capo, hanno obbedito, hanno gioito. E sono molti anche nel centrosinistra (D'Alema e Veltroni ..).

La lista
Tengo Casa: ossia gli onorevoli che hanno strappato appartamenti a Roma a prezzi stracciati, appartementi di proprietà di enti previdenziali (Scip ex Indpai) e assicurazioni, che i vari partiti già ocupavano aversando affitti particolarmente favorevoli (come nel Mastella).
La lista Monnezza: politici che hanno approfittato dell'emergenza rifiuti in Campania per far assumere nell'organico del Commissariato straodinario in Campania.
In questa lista Ds e Margherita la fanno da padroni (Losco, Bassolino, Villari, Amato..).

Arrivano poi le liste dei "cattivi" (condannati, prescritti, indagati, riciclati, fannulloni, voltagabbana): si inizia, per una questione di rispetto, col cavaliere sua emittenza, bellachioma, psiconano, caimano Silvio Berlusconi.
Ma è in buona compagnia: anche Walter Veltroni ha la sua scheda: con i suoi "ma anche", con i suoi distinguo. Con i lavoratori (ma senza toccare la legge 30), ma anche con Massimo Calearo (che toglierebbe l'articolo 18, così disse a Ballarò). Per il verde, ma anche per gli inceneritori e i rigassificatori (come insegna Veronesi)...

Per par condicio sono inclusi anche i cattivi nelle altre liste: da La Destra di Storace (Epurator, Storhacker..); lista "Aborto? no grazie" di Giuliano Ferrara (con tutte le querele che ha collezionato); la Sinistra Arcobaleno di Marco Boato (quello della legge sulle intercettazioni ai politici), Caruso e Farina.
La Rosa Bianca UDC di Casini, Cuffaro (essere mafiosi non basta per essere allontanati dal parlamento), Cesa, De Mita, Francesco Romano, Calogero Mannino...

Chiude il libro un confronto tra i programmi, in termini di contenuti, di costi e coperture.
Allora, buona lettura e buon voto. Se li conosci li eviti, ma se non li conosci non li eviti e magari te li trovi seduti a Palazzo Madama a sputare come Tommaso Barbato.
E allora non c'è più nulla da fare.

Il link al libro sul blog di Chiarelettere; il blog di Gomez, Corrias e Travaglio VoglioScendere.
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Il campo del vasaio di Andrea Camilleri

Il campo del Vasaio, secondo il vangelo di Matteo, fu comprato con i soldi del tradimento di Giuda. In esso vennero diperse le viscere del traditore. Il tradimento è al centro di questo romanzo di Camilleri, che vede protagonista quasi assoluto un commissario Montalbano alle prese con i suoi soliloqui, i pensieri di vecchiaia, con un mondo con cui non riesce più a sentirsi in sintonia.
Un romanzo scritto più con la panza, con la rabbia, che con la testa e il raziocinio, questo, che inizia con uno strano incubo.
L'incubo inizia con il commissario che si trova davanti l'uscio il suo questore, che chiede di essere ospitato.
Che sta succedendo, perchè gli chiede aiuto?

Improvvisamente Bonetti Alberighi si scangia in Totò Riina: “Montalbano ho poco tempo, sto formando un nuovo governo, con Provenzano vicepresidente, Bagarella alla difesa .. Vuole essere 'u me ministro dell'interno?”.
Ma in camera compare Catarella, che vuole sparare a Riina, ma 'u curto è più veloce di lui e spara per primo ...
Stop.

Cosa avrà significato il sogno? Cosa avrà voluto dirci il maestro? Il fatto che al posto del questore, che rappresenta la legge, appare un capomafia, contro la legge, significa forse che in questi anni, il confine tra legge e crimine si sta facendo meno visibile?
E il fatto che ti abbia meravigliato di più la proposta di Riina che non quella del Questore, significa forse che il fatto che fosse diventato primo ministri di colpo cancellasse i suoi reati passati, stragi e ammazzatine comprese?
Oppure che tu appartieni a quegli sbirri che servono sempre e comunque chi sta al potere?

Il campo del vasaio, come luogo velenoso, che contagia chi ci trase, luogo di tradimento: è soprattutto luogo dove viene ritrovato un cadavere di uno sconosciuto in un terreno buono solo per ricavarne creta. Cadavere che è stato tagliato in 30 pezzi (come i 30 denari di Giuda).
Che significato assume quella modalità di delitto?
Chi era il morto?
Ma l'indagine ha anche dei riflessi strani nel suo stesso commissariato: tira una strana aria, uno strano nervosismo, di tutti contro tutti. Pure Mimì Augello in quei giorni ha un comportamento strano.
E il fatto che Montalbano non se ne sia accorto in tempo è forse segno degli anni che passano.
Toccherà ancora al commissario di indossare i panni di Dio di quart'ordine per risolvere l'enigma dell'omicidio, per tirar fuori l'amico Mimì fuori dal campo del vasaio.
“Livia una volta gli aviva spiato polemica 'Ma tu ti credi Dio?'
Un Dio di quart'ordine, un Dio minore, aviva pinsato allura. Po' negli anni, si era fatto pirsuaso che non era manco un Dio dell'ultima fila, ma sulo un poviro puparo di 'na mischina opira di pupi. Un puparo che s'assabattava a fari funzionari la rapprisintazioni come meglio putiva e sapiva. E èer ogni rappresentazioni che arrinisciva a portare a termini, la faticata si faciva ogni volta cchiù grossa, ogni volta cchiù pisanti. Fino a quanto avrebbe potuto reggiri?”

Il campo del vasaio, detto anche del sangue, è luogo che appartiene alla topografia morale. Designa una contrada maligna, putrida e pantanosa: un anfrattuoso cimitero di argille; uno smortume di forre e borri. La località è il quadrante tartareo del tradimento. Venne acquistato con il «prezzo del sangue»: con i trenta denari di Giuda. E accolse le viscere sparse dell'apostolo traditore, lì impiccatosi. In un campo del vasaio vengono trovati i trenta «tagli» di un uomo: prima giustiziato, con un colpo alla nuca; poi macellato. Sembrerebbe un delitto di mafia eseguito con puntigliosa esattezza, secondo il rituale arcaico riservato a quanti hanno tradito. Ma il tradimento è una macchinazione che dà a intendere quel che non è. Corre su un'incerta frontiera. Tra vero e falso. E anche i luoghi e le cose tradiscono, in questo romanzo. Lo stesso Montalbano, sempre più soliloquista e monologante, su declivi di stanchezza, è posseduto da uno stupore notturno: dai lumi ciechi di un incubo traditore che lo gela, come dentro un cubo di ghiaccio, in mezzo al fracasso dei turbini. Il commissario dovrà smorfiare i segni sghembi delle premonizioni, e sventare le trame nascoste di un tradimento che lo coinvolge e lo tocca fino alle lacrime. Una signora dei trucchi, una maliarda, ha portato scompiglio nel commissariato di Vigàta. Sa come affascinare gli animi anche riluttanti. Sa come stornarli, e come condannarli a una dipendenza vergognosa. Somiglia all'Angelica dell'Orlando innamorato di Boiardo. Esotica e ingannatrice anch'essa: venuta dalla Colombia, come l'altra dal Cataio; entrambe perfide, fatte di «màrmaro e d'azzaro». Si chiama Dolores, la nuova principessa degli inganni: «Dolorosa», nella pronuncia di Catarella. Ha adescato il «paladino» più vicino a Montalbano. E lo sobilla, per «tradire» l'inchiesta. Il «paladino» subisce il sortilegio. Ma, segretamente, vorrebbe essere redento. Montalbano riuscirà a soccorrere l'amico, e a deludere le falsità con altre falsità. Procederà in punta d'ingegno: abile nello sgambetto e nel contropiede. Ingannerà la traditora. Esorcizzerà gli influssi nefasti del campo del vasaio, i suoi pronostici tradimentosi. Con una meditazione calma, ancorché sconsolata. Lui, Montalbano, è il «poviro puparo» di una dispersa e «mischina opira dei pupi»: «la faticata si faciva ogni volta cchiù grossa, ogni volta cchiù pisanti. Fino a quanno avrebbe potuto reggiri?».

Salvatore Silvano Nigro (risvolto di copertina)

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Il sito dei fan di Vigata.
L'inizio del libro, che potete scaricare qui e qui.
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28 marzo 2008

La campagna degli slogan

Se dico che una campagna elettorale, quella del Partito Democratico, basata (anche) su slogan, inni (a copia dell'avversario), mi fa un pò schifo, sono qualunquista o realista?
Quest buffonate facciamole fare agli altri: noi, in teoria, siamo quelli seri ...

Allarme brogli

Attenzione ai brogli grida il cavaliere (anche per le passate elezioni)... poi scopri che gli unici brogli accertati sono quelli del centrodestra relativi alle elezioni a sindaco a Palermo (in cui vinse Cammarata).
Attenzione: questa persona è quella che sta mobilitando i suoi elettori a sorvegliare i seggi elettorali.

La guerra del video

Io non vado da Vespa, così non ci vai tu.
E io allora non vado dall'Annunziata.

In questo gioco fatto di piccole ripicche televisive, chi ci guadagna e Berlusconi, che si sbologna l'unico confronto con una giornalista che l'avrebbe messo all'angolo, anzichè mettersi in ginocchio.
E riesce ad evitare un'altra volta il confronto televisivo con Veltroni.

Il carro magico di Joe Lansdale

Un carro attraversa le città del west, siamo nel passaggio tra l'epopea del West e l'inizio del nuovo secolo industriale, nel 1909.
Nel carro un pistolero che diverte il pubblico coi suoi numeri con le pistole, un uomo di colore, uno scimpanzè chiamato Alluce marcio, usato per la lotta e un ragazzo, la voce narrante del libro.

L'io narrante, Buster, ha perso casa e famiglia in un tornado (un classico nei libri di Lansdale, che lo usa come espediente per far scatenare eventi) e viene raccattato da questa comitiva picaresca, capitanata da Billy Bob Daniels: sbruffone, venditore di un rimedio miracoloso (a base di Whiskey), figlio presunto di un grande cow boy Wild Bill Hickok ucciso a tradimento e il cui cadavere viene esposto per attirare la gente nei paesi dove questa giostra si ferma ..
Inseguiti da un una tempesta che incombe sul loro viaggio come una maledizione, le persone del Carro magico arriveranno a Mud Creek, dove tutto avrà fine.
L'epopea del west, raccontato nello stile umoristico e ricco di descrizioni immaginifiche lansdeliane.

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Annozero: io voto casa

Il problema della casa, un problema a doppia faccia.
Da una parte i nostri cari politici che, come illustrato nell'ultimo libro di Travaglio "Se li conosci li eviti", sembrano più delle agenzie immobiliari.
Impegnati a risolvere il problema casa per se e per i propri familiari, spuntando prezzi non prorprio di mercato per abitazioni in centro Roma.

Citando l'inchiesta de L'Espresso "Casa nostra", i politici che hanno comprato casa (a spese del contribuente) sono bipartisan:da Mastella (6 appartamenti in centro Roma), Alemanno, Baccini, Casini, Cossiga, Fioroni, Loiero, Pionati, Veltroni, Violante.

Lo scandalo è durato il tempo di un orgasmo. Breve.
Scandalo e non reato, perchè i politici si sono depenalizzati il reato di abuso d'ufficio patrimoniale.
In Francia un ministro si è dovuto dimettere: era Gaymard, politico rampante del partito gollista di cui Sarkozy era presidente. Cose che succedono solo in Francia.

Dall'altra parte ci sono migliaia di italiani che combattono col mutuo, con case all'amianto (come le White a Milano, raccontate da Oscar), famiglie sotto sfratto, costrette ad entrare nelle case popolari in modo abusivo, come dei ladri ...

A Milano abbiamo 16000 domande per case popolari.
Poi abbiamo gente, per lo più immigrati, che paga per entrare nelle case di amianto.322 case assegnate dal comune, di cui 140 assegnate agli immigrati.
Sempre a Milano 4000 appartamenti sono vuoti, sbarrati, lasciati a marcire e 3000 appartamenti sono occupati da abusivi.
Anche da cittadini italiani.

I politici in studio, a dare risposte a questi problemi erano Bertinotti (Sinistra Arcobaleno) e Santanchè (La Destra).
Entrambi concordi su due punti:
- questa è la campagna peggiore da anni, perchè gestita come referendum tra Veltroni e Berlusconi.
- la politica italiana non ha, negli anni, portato avati politiche di edilizia popolare.

In Italia solo il 3% del totale dello sviluppo è dedicato all'edilizia popolare: in Francia si arriva al 15% in Germania al 30%.
Se entrando in modo abusivo in una casa si commette un reato, lo si commette anche lasciando che delle persone vivano, si ammalino di tumore e muoiano.

Se poi il politico prende davanti a 5 milioni di telespettatori degli impegni, come l'onorevole Prestigiacomo, e non li mantiene, magari non commette un reato, ma diventa un cattivo politico.

Le risposte dei politici:

- il mutuo sociale, ma prima per i cittadini italiani, la proposta della Santanchè, con i fondi europei.
- una sorta di convenzione sociale, tra le società immobiliari e le famiglie (italiane e non) per non far pagare affitti di mercato a famiglie non abbienti, l'idea di Bertinotti.
Alla fine si arriva al nodo: oltre che di infrastrutture, precariato, stipendi, la politica deve (tornare ad) occuparsi della casa, non solo con impegni generici.
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26 marzo 2008

E l'Italia va

Tra un passo indietro di Spinetta, un sospiro di sollievo dei lavoratori e dei sindacalisti, tra il rimpalleggio dei meriti e delle colpe sulla catastrofe Alitalia, l'Italia va avanti.

Tra un prete rinviato a giudizio (Don Gelmini) e 390 evasori in Liechtenstein, che sicuramente non vedranno la pena perchè scatterà prima la prescrizione.
Libero che continua a battere il tasto della Casta, dimenticandosi dei voli di stato nel governo Berlusconi cui Stella e Rizzo han dedicato un capitolo del loro libro.

Mozzarelle di bufala campana che all'estero iniziano a respingere (e in Italia non ci poniamo il problema di cosa mangiamo?).
Candidati premier che si accusano di aver copiato ..

Proiettili per tutti

Il senatore Sodano, presidente della commissione rifiuti al senato, ha ricevuto nei giorni scorsi una bust con dei proiettili.
Per par condicio e (lo dico sapendo di fare della dietrologia) per nascondere questa notizia, altri proiettili sono stati spediti ai politici Cicchitto e Matteoli.
Sodano (candidato nella Sinistra Arcobaleno) è ora sotto scorta, come Don Luigi Ciotti e Roberto Saviano: tutti impegnati nella lotta alla criminalità.Ma il telegiornale ieri parlava solo della busta con i proiettili a Cicchitto e Matteoli.

Il partito di Gesù

Il manifesto del partito socialista ha causato una serie di polemiche.
Mischiare religione e politica, può portare fuori strada.
Ma proviamo, per gioco, a tracciare l'identikit politico di Gesù.
  • nato in una capanna
  • nato da una famiglia povera
  • ha scelto i suoi seguaci tra pescatori, esattori delle tasse convertiti, ex prostitute ...
  • ha scacciato i mercanti dal tempio
  • Predicava in mezzo ai poveri
Dunque, l'ipotesi socialista non sembra tanto campata per aria.Certo, per uno che predicava la regola del non rubare, essere sponsorizzato dal partito di Craxi è quasi un insulto.
Di certo c'è che se tornasse, e il suo nome venisse invocato dai partiti, scaccerebbe i mercanti dal parlamento.

25 marzo 2008

La nuova par condicio

In esclusiva, dal programma del Popolo della Libertà, le nuove norme sulla Par Condicio, per mettere nelle stesse condizioni i due (almeno due) candidati premier che affrontano le elezioni.
Potranno andare in onda nei servizi televisivi:

  • candidati che hanno avuto rapporti con la massoneria e con cosa nostra
  • aver avuto il proprio avvocato di fiducia condannato per corruzione
  • aver come braccio destro un condannato per estorsione e mafia (solo in primo grado)
  • avere un'altezza inferiore a 1.70 mt. con i tacchi e aver avuto un trapianto di capelli
  • poter vantare mogli, amanti e scappatelle varie e contestualmente rivendicare i valori della famiglia


Ieri ci lamentavano del cattivo rapporto col PD delle televisioni di Berlusconi: siamo stati smentiti ieri sera, da Studio Aperto. Che ha dedicato un bel servizio a Veltroni con i difficili rapporti con gli alleati. Proprio un bel servizio.
P.S. Non suona strano che ad attaccare il governo nel suo tentativo di salvare Alitalia, siano i sindacati e la sinistra arcobaleno da una parte e il PDL dall'altra.

Il lungo ricordo delle vittime della mafia

Niente di personale, dopo la puntata dedicate alle vittime del terrorismo, regala la serata al ricordo, alla memoria, delle vittime di mafia, camorra, 'ndrangheta e la sacra corona unita.

Roberto Antiochia, ucciso a Palermo assieme al commissario Ninni Cassarà il 6/8/1985.
Barbara Asta, uccisa a Pizzolungo assieme ai figli il 2/4/1985, nel tentativo di omicidio del giudice Carlo Palermo.
Salvatore Aversa, 4/12/1992, ucciso a Lamezia Terme.
Nicolò Azoti, sindacalista ucciso il 21/12/1946 a Baucina. Ucciso assieme ad altri 40 sindacalisti per portare avanti la lotta agraria contro il latifondo.
Graziella Campagna, uccisa il 12/12/1985 a Messina. Ricordata da una fiction bloccata dal ministro “i processi si fanno nelle aule e non in televisione”.
Antonio Celardo, in rappresentanza delle vittime del treno 904, il 23/12/1985. Ancora mancano i mandanti occulti, tra massoneria, servizi e rappresentanti dello stato.
Giuseppe Fava, giornalista ucciso il 5/1/1984 a Catania. “Ho un concetto etico del giornalismo .. che impone il buon governo ai politici”.

Toni Sperandeo ha letto la lettera del figlio di Peppino Impastato ai figli di Bernardo Provenzano. “Chiedo a voi di trovare la forza del coraggio e della verità .. col vostro silenzio condividete le azioni di sangue di vostro padre”.

Michele Fazio, ucciso a Bari il 12/7/2001. Ucciso anche dal muro di omertà.
Giacomo e Salvatore Frazzetto, uccisi il 16/10/1996 a Niscemi. Uccisi durante un tentativo di estorsione. Uno dei killer ha ottenuto la semilibertà “basta indulti ...”.
Ioculano Luigi, ucciso a Gioia Tauro il 25/9/1998. “Mio padre era una persona onesta” ricordava la figlia “siamo bisognosi di normalità”.
Emanuela Loi, uccisa in via D'Amelio assieme al giudice Paolo Borsellino e alla scorta il 19/7/1992. Racconta la sorella “Oggi mio padre, mia madre e mia sorella si sono incontrati nell'altro mondo e sono felici”.
Gaetano Longo, ucciso a Capaci il 17/1/78 “a 30 anni non abbiamo ancora ottenuto giustizia .. ucciso perchè faceva il suo lavoro”.
Gaetano Marchitelli, ucciso a Bari il 2/10/2003. I genitori “..vi dico mafiosi, finitela, perchè il sangue innocente che avete versato è così tanto”.
Francesco Marcone, ucciso a Foggia il 31/3/1996: la figlia “abbiamo vissuto 3 difficili archiviazioni.. intanto in giro mi viene detto che mio padre è stato ucciso da tizio ..”.
Beppe Montana (serpico), ucciso a Porticello il 28/7/1985. Dirigente della sezione catturandi, cercava i latitanti nel territorio.
Il suo omicidio si lega a quello di Calogero Zucchetto, Salvatore Antiochia, Ninni Cassarà.
Antonio Montinaro: ucciso col giudice Giovanni Falcone a Capaci, con la sua scorta, il 23/5/1992.
Giovanni Panunzio, imprenditore ucciso a Foggia il 6/11/1992.
Francesco Pepi, imprenditore ucciso a Niscemi il 14/2/1989. La figlia ha testimoniato la grande solidarietà dei compaesani e delle forze dell'ordine.
Placido Rizzotto, segretario della camera del lavoro di Corleone. Ucciso da Luciano Leggio il 10/3/1948. “chiediamo di ritrovare i resti di nostro zio, vogliamo dargli una tomba”.
Attilio Romanò, ucciso a Scampia il 24/1/2005. La moglie “c'eravamo sposati da 4 mesi dopo 13 anni di fidanzamento”.
Mauro Rostagno, giornalista ucciso a Lenzi il 26/9/1988. Diceva “vogliamo costruire una società in cui valga la pena trovare un posto”.

Filippo Nigro ha letto parte del libro “Delitto imperfetto” scritto da Nando Dalla Chiesa in ricordo del padre Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso il 3/9/1982, in via Carini a Palermo.

Silvia Ruotolo, uccisa nel 11/6/1997 a Napoli. “il risarcimento dei danni da parte dello stato, verrà sposato ad un fondo dedicato..”.
Giovanbattista Tedesco, ucciso a Taranto il 2/10/1989. Il figlio “si opponeva da ex carabiniere alle associazioni mafiose attorno all'Ilva di Taranto”.
Bonifacio Tilocca, ucciso a Sassari il 29/2/2004. “mio padre aveva la colpa di essere padre di un amministratore”.
Marcello Torre, ucciso a Pagani il 11/12/1980. “papà sapeva di morire, ma non si è sottratto all'impegno.. sognava una Pagani libera e civile”.
Calogero Tramuta, ucciso a Lucca Sicula il 27/4/1996. “Ucciso davanti alla pizzeria, per dare un segnale a tutti”.
Alberto Vallefuoco, ucciso a Pomigliano D'Arco il 20/7/1998. I genitori “oggi andiamo a testimoniare nelle scuole per dire che un altro modo di vivere è possibile”.
Francesco Vecchio, ucciso a Catania il 31/10/1990. Il figlio “l'assassinio di mio padre non ha avuto giustizia .. la città di Catania e Acireale lo ha dimenticato, perchè voleva essere libero e onesto”.

Francesco Benigno, ha letto un pezzo di Pippo Fava “I siciliani”.
Infine, un breve tour nei luoghi della mafia: da Capaci, luogo della strage di Giovanni Falcone, della moglie e della scorta; al parco municipale di Palermo dove fu ucciso Joe Petrosino; in via Carino, dove il 3 settembre fu ucciso Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Via Pipitone, dove una 500 imbottita di tritolo uccise il giudice istruttore Rocco Chinnici.
Fino in via D'Amelio, dove morì Paolo Borsellino e la sua scorta.

Ha chiuso la serata la testimonianza di Don Luigi Ciotti, anima di Libera. Che ricordava come mai, uno studio televisivo si era riempito dei volti, delle storie delle vittime. Volti imbarazzati dalle luci delle telecamere, non abituati a parlare del loro dolore in pubblico.
C'è stato molto pudore, in quella realtà che è stata testimoniata. Realtà di cui ci dobbiamo sentire corresponsabili: queste persone chiedono giustizia e verità. Con l'impegno, senza retorica o una pacca sulla spalla.

Quale è il compito di un sacerdote? Saldare il cielo dalla terra.

24 marzo 2008

La commissione parlamentare sulle stragi di mafia del 93

Creare una commissione parlamentare sulle stragi di mafia del 93: la bomba in via Palestro a Milano e la strage in via Georgofili a Firenze. E prima ancora, le bombe contro Falcone e Borsellino.
Questa la proposta di Pierluigi Vigna, per capire chi siano stati i mandanti occulti di quelle stragi.
Per dirla alla De Cataldo, chi consegnò l'Italia nelle mani giuste?

La campagna dei veleni

Speravamo che almeno nei giorni della festività pasquale il centrodestra si prendesse una pausa per le campagna elettorale.
Invece niente: anche in questi giorni, calunnie, accuse, falsità, menzogne spudorate lanciate urbi et orbi, che rimbalzano da un TG all'altro.

- La cordata (elettorale) italiana per Alitalia (che ricorda la scenetta di Fantozzi, con Calboni capocordata...).
- Le accuse al presidente Napolitano di essere il capo della Casta: "La cresta di Napolitano" l'ultima gettata di fango.

- I tesori di Palazzo Chigi rubati da Prodi. E Palazzo Chigi querela.
- Feltri che lancia la sua campagna contro l'antipolitica, dimenticandosi che per cinque anni il suo boss ha praticato l'arte dello sperperare i soldi pubblici.
Un po' come i sindacalisti come Bonanni: che oggi si preoccupa dei lavoratori di Malpensa e parla di “ricatto del governo con l'ipotesi del commissariamento”: dov'era lui negli ultimi anni?
E Angeletti che urla “Spinetta apra il dialogo ai sindacati”. Anche lui, che cosa ha fatto in questi anni?

P.S. In questi giorni su Rai1 va in replica la fiction su Don Pietro Pappagallo, in ricorrenza dell'eccidio delle Fosse Ardeatine (24 marzo 1944).
Eccidio compiuto dalle SS di Kappler, con l'aiuto dei fascisti della Repubblica di Salò, nel silenzio del papa.
Chissà che sorpresa, per Berlusconi e i suoi accoliti, scoprire dell'esistenza di un prete “comunista”, dell'eccidio compiuto anche dalle camicie nere (gli antenati del camerata Ciarrapico).

Pace fratellanza e repressione

Un piccolo inconveniente ha turbato la cerimonia di apertura delle olimpiadi ad Atene. Mentre si accendeva la fiamma olimpica, un esagitato mostrava uno striscione con le manette al posto dei cerchi.
Ma possiamo stare tranquilli: in Cina non hanno visto nulla. La censura vigila sovrana.

Come noi: basta non voler vedere, la repressione in tibet, la dittatura, il regime, le condanne a morte, le violazioni dei diritti umani, e metterci la coscienza a posto.
D'altronde di notizie con cui amminchiarci la testa non ne mancano: Cecilia e Sarkozy, il maltempo, le gite di pasquetta ...
P.S. La fiamma verrà scortata da un imponente scorta. Non si capisce se per difenderla dalla repressione cinese o da chi la vuole combattere.

La guerra da tre trillioni di dollari

Finchè c'è guerra c'è speranza era il titolo di un film di Alberto Sordi. La guerra, nello specifico il commercio d'armi verso paesi del terzo mondo, che è speranza di poter mantenere una ricchezza, uno status sociale di economia basata sulla guerra.
D'altronde alla base del PIL c'è il concetto di produzione: più si produce, più si è ricchi.
E la guerra, contemporaneamente si producono armi per distruggere, e poi si è costretti a ricostruire dalle macerie, rappresenta il business dei business.

Come la guerra in Iraq, di cui sappiamo l'inizio, cinque anni fa, ma di cui non è chiara la fine. Siamo al dopo guerra? E' finita è bisogna solo avvertire gli iraqeni insorti?
Nel suo ultimo libro “The three trillion dollar war” (La guerra da tremila miliardi di dollari), il premio nobel Joseph Stiglitz fa una stima dei costi delle missioni in Iraq e in Afghanistan per l'economia americana e mondiale (i tremila miliardi del titolo).

La sua opinione è che le altissime spese sostenute sono un fattore importante dell'attuale crisi finanziaria degli Stati Uniti. In proporzione le due guerre stanno costando al governo americano molto più del Vietnam. Costo non solo economico, ma anche in termini di vite umane, come testimoniano i 4000 soldati morti dal 2003.

E le notizie per cui Stati Uniti, seguiti da Russia e Cina, stanno (forse in previsione delle future olimpiadi in Cina) portando avanti la specialità della Corsa agli armamenti, non fa ben sperare su un'inversione di tendenza. Anche i candidati alle presidenziali democratici, Hillary Clinton e Barack Obama, non parlano di una diminuzione degli investimenti militari.

In un sistema economico chiuso, dove le risorse iniziano a diventare scarse (o perchè sul mercato compaiono nuovi competitori, o perchè effettivamente le risorse iniziano a scarseggiare), e non ci sono meno colonie da saccheggiare, tutto questa spesa va a discapito di altre voci .
La guerra da tre trilioni di dollari la paghiamo noi. Con meno servizi, meno aiuti, meno democrazia e una recessione che renderà i ricchi sempre più ricchi e i poveri (o meno abbienti, se la parola non la vogliamo usare) sempre più poveri.
Un'estratto del libro:

The cost of direct US military operations - not even including long-term costs such as taking care of wounded veterans - already exceeds the cost of the 12-year war in Vietnam and is more than double the cost of the Korean War.

And, even in the best case scenario, these costs are projected to be almost ten times the cost of the first Gulf War, almost a third more than the cost of the Vietnam War, and twice that of the First World War. The only war in our history which cost more was the Second World War, when 16.3 million U.S. troops fought in a campaign lasting four years, at a total cost (in 2007 dollars, after adjusting for inflation) of about $5 trillion (that's $5 million million, or £2.5 million million). With virtually the entire armed forces committed to fighting the Germans and Japanese, the cost per troop (in today's dollars) was less than $100,000 in 2007 dollars. By contrast, the Iraq war is costing upward of $400,000 per troop.

Most Americans have yet to feel these costs. The price in blood has been paid by our voluntary military and by hired contractors. The price in treasure has, in a sense, been financed entirely by borrowing. Taxes have not been raised to pay for it - in fact, taxes on the rich have actually fallen. Deficit spending gives the illusion that the laws of economics can be repealed, that we can have both guns and butter. But of course the laws are not repealed. The costs of the war are real even if they have been deferred, possibly to another generation.

Il link per ordinare il libro di Stiglitz su Amazon.
Un estratto del libro sul timesonline.
Il sito di Joseph Stiglitz.

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23 marzo 2008

Il ladro di merendine di Andrea Camilleri


Il picciliddro non piangeva, gli occhi erano fermi, taliavano al di là da Montalbano.
“Je veux maman” disse.
Vide arrivare Livia di corsa, si era infilata una sua camicia, la fermò con un gesto, le fece capire di tornare a casa. Livia obbedì.
 
Il commissario pigliò il picciliddro per mano e principiarono a caminare a lento a lento. Per un quanto d'ora non si dissero una parola. Arrivati a una barca tirata a sicco, Montalbano s'assitò sulla rena, Francois gli si mise allato e il commissario gli passò un braccio attorno alle spalle. 
“Iu persi a me matri ch'era macari cchiù nicu di tia” esordì. 
E iniziarono a parlare, il commissario in siciliano e Francois in arabo, capendosi perfettamente.Gli confidò cose che mai aveva detto a nessuno, manco a Livia. 
Il pianto sconsolato di certe notti, con la testa sotto il cuscino perché suo padre non lo sentisse; la disperazione mattutina quando sapeva che non c'era sua madre in cucina a preparargli la colazione o, qualche anno dopo, la merendina per la scuola.
Ed è una mancanza che non vien mai più colmata, te la porti appresso fino in punto di morte.
Questo dialogo rappresenta il punto centrale del libro: la delicata confessione tra padre e figlio dei ricordi, dei pianti, del dolore della perdita.
Forse sta proprio in questo il successo del personaggio Montalbano: la grande umanità, nei confronti dei più deboli. Ma anche il suo volersi mettere nei panni di un Dio in terra.
Un Dio che non si ferma di fronte alle soluzioni di comodo, di facciata: un Dio investigatore capace di mettere assieme l'omicidio di un pensionato (il poviro signor Lapecora) con quello di un pescatore tunisino imbarcato su un peschereccio in acque internazionali. Due omicidi, che diventarono tre con la morte della sorella del tunisino, la prostituta tunisina (Karima, scritta con la kappa). E un ladro di merendine, il piccolo Francois.In una storia che mette assieme terrorismo, servizi (che per le loro malefatte “scaricano la colpa sui colleghi deviati, che non esistono. Sono sempre loro, per natura e costituzione ad essere deviati”), avidità e gelosia.

Con anche punte di umorismo alla Camilleri:

«Gli spararono?» 
«No.» 
«Lo strangolarono?» 
«No.» 
«E come fecero ad ammazzarlo in ascensore?» 
«Coltello.» 
«Di cucina?» 
«Probabile.»
Forse l'indagine che tocca Montalbano nell'intimo più di altre: perché si ritrova padre di un picciliddro senza esserne pronto. Perché rivede nel dolore del piccolo Francois, il proprio, quando perse la madre da piccolo.
“Quando si deciderà a crescere, Montalbano” lo accusa un un certo punto un professore nel finale del libro.

Anche in questo sta il fascino del Montalbano commissario: evitare la realtà quotidiana, il peso dei drammi di tutti i giorni, il fastidio di dover sentire dei servi (in tutti i sensi) dello stato parlare di “Ragion di Stato”.
“Se lo metta in culo ..Non ho capito.Ripeto, il nostro Stato comune, se lo metta in culo. Io e lei abbiamo concezioni diametralmente opposte su cosa significhi essere servitori dello Stato, praticamente serviamo due stati diversi.”
E allora ecco la fuga, il rifugiarsi nelle sue inchieste, nel suo mondo, il piccolo mondo perfetto (o imperfetto) del commissariato di Vigata.
Il centro più inventato della Sicilia più autentica.


La scheda del libro sul sito di Sellerio.
Il link per ordinare il libro su
internetbookshop e Amazon
Il sito del fan club di
Vigata.
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22 marzo 2008

Per chi vota la mafia

Il parlamento come specchio della società. Forse sarebbe più opportuno, vedendo certe candidature del Pdl, dell'UDC e anche del PD, dell'onorata società.
Dall'articolo "Per chi vota la mafia" di Peter Gomez, i nomi dei candidati in rapporto con la mafia (o su cui si sta indagando).
Da Salvatore Cintola: un uomo che Giovanni Brusca, il capomafia killer del giudice Giovanni Falcone, considerava "un amico personale".
A Vladimiro Crisafulli, beccato mentre si baciava col boss di Enna e denunciato dal compagno di partito Beppe Lumia (che rischiava di non rientrare nelle liste) .
Poi c'è il gruppo dei palermitani Marcello Dell'Utri e Totò Cuffaro, Francesco Saverio Romano, Calogero Mannino, Giusy Savarino.
Pino Firrarello, Antonio D'Alì.
Sempre nel Pdl Gaspare Giudice e Renato Schifani.

Nel Pd compare in lista Bartolo Cipriani, ex sindaco di Terme Vigliatore, sciolto per mafia e Maria Grazia Laganà (sotto inchiesta per truffa).

Al senato il Pdl candida Franco Iona (cugino primo del boss Guirino Iona), Gaetano Rao (nipote di don Peppino Pesce, vecchio boss dell'omonima e potentissima cosca di Rosarno).

In Campania spiccano le candidature di Sergio De Gregorio (indagato per riciclaggio), Mario Landolfi (costretto a fronteggiare l'accusa di essere stato appoggiato nel 2006 da un manipolo di camorristi) e Nicola Cosentino.

Cose che succedono solo in America

Un governatore, parlo di Eliot Spitzer ex governatore dello stato di New York, che viene indagato e intercettato dall'FBI per una serie di reati minori su un giro di squillo d'alto bordo: l'FBI sta verificando se può essere incriminato per aver tentato di schermare l'origine dei fondi usati per saldare i conti dei club (“structuring”) e per violazione della legge Mann del 1910 (che proibisce il trasporto di donne da uno stato all'altro per usi immorali).
Non solo è si è dimesso senza nessuna pressione; non solo ha chiesto scusa in pubblico.
Ma soprattutto non ha attaccato la magistratura, l'uso delle intercettazioni, l'uso politico delle indagini; nessuna solidarietà di casta bipartisan. Se ne è andato e basta.

Veniamo alla indagine di spionaggio ai candidati elettorali americani, da parte del Dipartimento di Stato: Condoleeza Rice ha chiesto pubblicamente scusa e aperto una indagine.
In Italia, dopo il Laziogate, dopo lo spionaggio Telecom di Tavaroli e Cipriani, dopo la storia di spionaggio ai danni di Romano Prodi all'Agenzia delle Entrate di Tremonti (vouyerismo di qualche impiegato si disse), a momenti siamo noi a dover chiedere scusa a Pollari, Berlusconi, Tavaroli, Storace ...
Nessun garantismo in America, a chi truffa e dice il falso agli elettori; a chi predica la moralità e poi razzola male.
Cose che succedono solo in America.

Qui siamo costretti a sentirci per l'ennesima volta le panzane del cavaliere su Alitalia (insider trading per Antonio Di Pietro), tasse e sicurezza.
C'entra qualcosa il fatto che Berlusconi sa di avere quasi tutta l'informazione ai suoi piedi?
Che i suoi oppositori vengono semplicemente tacciati del solito antiberlusconismo ottuso?

21 marzo 2008

Annozero: nel nome della madre

La legge 194: chi la vuole rivedere in senso restrittivo, chi la vuole riformare e chi la vuole togliere.

Puntata iniziata con le parole di Anita Pallara , una ragazza nata con gravi malformazioni che ha scritto a Ferrara una lettera “io sono il feto malato...”.

Ferrara che sta portando avanti la sua battaglia con slogan del tipo
“abbiamo 1 miliardo di aborti: sono 50 milioni di aborti all'anno .. c'è un Italia che non vede la luce”.
Vero: ma quanti di questi aborti avrebbero portato avanti una vita dignitosa, sana? E, per non voler fare discorsi di eugenetica: la politica (di cui Ferrara è stato parte) come aiuta le famiglie che hanno figli con handicap? Comodo fare slogan altisonanti, se non si sa di cosa si sta parlando.

Mentre sappiamo benissimo quale è il calvario delle donne che decidono di abortire (un diritto sancito per legge): si possono trovare davanti situazione come quella del Niguarda a Milano.
“in questo ospedale l'ultimo non obiettore è stato assunto 27 anni fa ” diceva il prof. Bini a Stefano Bianchi “Bisogna distinguere tra testimonianza di fede e ignavia. Gli ignavi non sono stati nemmeno messi nell'inferno”.

Medici scelti in base alla tessera politica, consultori sempre più privati.
E il tema dell'aborto e della libera scelta che torna periodicamente alla ribalta, specie sotto alle elezioni, spesso usato come arma per non parlare o discutere di altri problemi.
Come delle politiche in favore delle donne che lavorano: asili che non esistono (6 bambini su 100 hanno accesso ad asili pubblici), contratti di lavoro a termine, schiavi del precariato, stipendi più bassi d'Europa e prezzi sempre in salita.

L'inchiesta sulla sanità lombarda, dal punto di vista dell'aborto di Bianchi e Nerazzini (già autori de La mafia è bianca sulla sanità siciliana).
Al Niguarda il prof. Bini è l'ultimo dei moicani, uno dei pochi medici non obbiettori. La sanità lombarda è un'emanazione di Comunione e Liberazione, di cui Formigoni è il generale comandante e l'assessore Abelli lo stratega che piazza le truppe sul campo, nominando tutti i 44 Direttori Generali.

La politica guida la sanità lombarda: così una legge della regione (le recenti norme in merito ad aborto e autopia dei feti) va contro una legge dello stato.
“Ma anche se sono lottizzati, sono lottizzati bene” dice il prof. Pugliese, ciellino al Niguarda.
Lottizzati bene come il professor Collice, che in una intercettazione del 21 aprile 2006, parla con Mercadante (indagato per aver avuto rapporti con Bernardo Provenzano): si parla anche di Don Verzè (il prete manager della sanità amico di Craxi e Berlusconi) e Miccichè, per una clinica da aprire in Sicilia.
Un affare da 80 miliardi di ospedale.

Una legge dei primi anni 90 ha stabilito che le nomine dei Dirigenti delle Asl le devono fare le regioni: così dei 44 D.G. Delle Asl, 23 sono di F.I., 8 di A.N., 2 UDC, 1 Lega.
In Emilia Romagna su 17 D.G. 11 sono dei Ds.
Ma a chi conviene questo sistema di nomine? Lo scopriamo quando il prof. Pugliese manda, sotto le elezioni regionali del 2005, una lettera ai pazienti che ha operato dicendo “mi permetto di suggerirle di votare Formigoni”.
Ed ecco che il cerchio si chiude.

Gli ospiti in studio: oltre ad Anita, Emma Bonino, Eugenia Roccella candidata del Pdl, Sabino Pezzotta e Franca Rame.
Il confronto è stato da una parte sulla lottizzazione della sanità in Italia. Dall'altra ha riguardato la libera scelta delle donne. Gente come Pezzotta che si diceva sempre favorevole alla vita e contrario alla morte. La donna non può decidere del feto, perchè noi dobbiamo difendere la vita “dal concepimento alla morte naturale”.

Piacerebbe rispondergli con le parole del personaggio di Guzzanti, don Pizzarro: “a noi interessa dal concepimento alla nascita, poi sono fatti suoi”.

La vita andrebbe infatti difesa contro le morti bianche, contro le malattie da inquinamento dell'aria (il PM10 e le polveri sottili in pianura Padana), della terra (in Campania).La moratoria andrebbe estesa contro la pena di morte, la tortura (come a Bolzaneto o ad Abu Ghraib), la criminalità organizzata (Pezzotta è nella coalizione assieme al mafioso Cuffaro, non è un po' in contraddizione?)....

Perchè solo i temi legati alla sessualità sono messi al centro dell'attenzione dai teodem?
Non dovrebbero essere ostili anche verso chi ruba (tangenti, corruzione, abuso d'ufficio), verso chi dice il falso, chi uccide?
Parliamo di obiezione di coscienza o imposizione di coscienza altrui? Testimoni di fede o ignavi?

La seconda parte dell'inchiesta: l'assessore Giancarlo Abelli.
Al Niguarda hanno mandato via il vecchio D.G., Pietro Caltagirone, indagato per abuso d'ufficio, spostandolo a Pavia. “Alla gente interessa uno bravo o uno condannato per abuso d'ufficio?” Sosteneva Abelli.
Viene fuori il discorso già sentito del corrotto talentuoso, come diceva ad Otto e mezzo Lanfranco Pace.

Abelli è stato indagato prima di Mani Pulite, per una vicenda di ricette false, ma è stato riconosciuto non colpevole. Il fatto non sussiste, visto che la legge è stata cambiata, eliminando il reato penale nel caso non ci sia una frode fiscale. E Abelli pensava solo ad arricchirsi, non ad evadere il fisco.
Di fronte a queste obiezioni legittime del giornalista, Abelli si è infuriato “lei è un giornalista rosso, stalinista”.
Sembrava di sentire Berusconi “vogliamo tornare a parlare di comunisti”.

Torniamo in studio: dal 1982 ad oggi, il numero di aborti è diminuito del 60%.Entrambi, Pezzotta da una parte e Bonino e Franca Rame dall'altra, vogliono la stessa cosa.
Meno aborti: ma per Pezzotta la soluzione è un percorso ad ostacoli, mettere più consultori, aiutare le famiglie (con i bonus?) e, per carità, mettere sotto silenzio aborti clandestini, aborti delle minorenni.Dall'altra si diceva: serve più informazione sulla sessualità e sulla contraccezione, un aiuto alle donne che lavorano, che spesso arrivano alla scelta di abortire in una situazione di precariato lavorativo e affettivo.
Si vuole forse tornare all'astinenza?
Allora forse sarebbe da eliminare quel bel velo di ipocrisia che circola tra certi politici italiani, che saprebbero loro che farsene delle veline; che consumano delle orgie a base di coca...

Perchè oggi è ancora tabù parlare in Rai di profilattici, della pillola del giorno dopo, di Ru486 che renderebbe meno traumatica l'interruzione di gravidanza?
“la Ru486 banalizza la dimensione dell'aborto” diceva Pezzotta.
“capisco partorire con dolore, ma non perchè si deve abortire con dolore” rispondeva la Bonino.

Il punto di Travaglio.
Si è detto dell'eccellenza della sanità lombarda, con i dirigenti ciellini o comunque scelti dal governatore.
Il ministro Turco ha cercato di cambiare la legge, ma si è trovata contro tutte le regioni.
Col risultato che, no tessera no party. A prescindere dalle capacità del medico.
Ai tempi di Mussolini e del fascismo, tutti gli ordini erano legati al partito: anche i medici dovevano avere la tessera.
Oggi sembra essere lo stesso: siamo sicuri che Ciarrapico sia l'unico fascista in circolazione?

La torta della sanità è di 100 miliardi di euro /anno.
E fa gola ai politici: per questo senti le telefonate come quella del Ds Petrella sulle nomine della Asl di Napoli (il primario doveva essere dei verdi).
O le telefonate di Guttadauro, Miceli, Aragona con Cuffaro.
O le telefonate di Sandra Lonardo in Mastella.

In Lombardia abbiamo due cliniche S. Carlo: in quella privata hanno arrestato dei dirigenti per un giro di false operazioni da 1 Ml di euro.
Lombardia che è stata la regione di Poggi Longostrevi, di cui Abelli era consulente: lo scandalo delle ricette d'oro in un centro convenzionato con la regione. Una truffa da 700 ML di lire al mese. Abelli prendeva 70 milioni di lire in nero per le sue consulenze.
Viene rinviato a giudizio: Poggi Longostrevi si suicida, 75 medici vengono condannati, Abelli si salva grazie alla legge che non prevede il reato se la truffa non ha fini fiscali.Ma viene assunto in regione da Formigoni.

Regione dove i controllori delle Asl, sono nominati dalla regione stessa che nomina i direttori delle Asl. Come Paola N., indagata per lo scandalo al S. Carlo, che intimava ai suoi collaboratori di non collaborare con i carabinieri.
La sanità in Lombardia è un affare da 17 miliardi di euro all'anno.
Dove spesso gli appalti finiscono a cooperative create appositamente per l'occasione.
Così la scelta politica dei manager delle Asl, indirizza la sanità secondo i voleri degli stessi politici: così in Lombardia si fanno leggi contro un'altra legge dello stato.
Il consigliere regionale dei verdi Monguzzi chiedeva le quote rosa: almeno il 20% dei nominati non provenienti da Cl.
Siamo sicuri che il fascismo è oggi solo Ciarrapico?
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20 marzo 2008

Berlusconi air ..

Piacerebbe veramente che vincesse le elezioni, il Partito della Libertà (provvisoria) di Berlusconi, per vedere in che modo risolve l'emergenza rifiuti in Campania e la crisi dell'Alitalia e di Malpensa.
Come si risolve la crisi, secondo il sistema liberal-berlusconiano?
- con una cordata di industriali italiani, tra i cui i suoi figli, che ci mette la faccia

- con un mega prestito da parte dello stato italiano, cioè noi

Tra i liberali figurano l'amico dei dazi Tremonti, i leghisti di Bossi (Giuseppe Bonomi presidente Sea in quota Lega, è stato nel 2003 presidente Alitalia e oggi ne chiede i danni), che con la bandiera italiana ci si puliscono il c.., ma oggi difendono l'italianità della compagnia di bandiera, il centrodestra che sulla questione televisioni non mi sembra tanto liberale.

Eccoli qua, gli imprenditori all'italiana:
La proposta di Air France "E' una svendita che ricorda la vicenda Sme." vicenda per cui Previti e Berlusconi sono finiti sotto processo.

"Serve un prestito ponte": tutti bravi coi soldi degli altri. Sono capace anch'io allora di tirar su una cordata all'italiana, con questa nuova cassa del mezzogiorno per il nord.
Se esiste veramente questa cordata, come è che non è uscita fuori prima?

Ora ti riconosco cavaliere!

Aboliremo la par condicio!
L'urgenza del cavaliere, che solleverà le sorti di questa Italia in crisi, affossata da mesi di malgoverno della sinistra sciagurata.
Ora lo riconosciamo, il cavaliere.
Il difensore a spada tratta dei suoi interessi.
Che accusa: "vogliamo tornare a parlare dei comunisti" facendo intendere che se non lo lasciamo in pace, ritira fuori una nuova commissione Telekom o Mitrockhin?

Che, sempre tramite i suoi giornali, spara a zero su Veltroni (baby pensionato), Di Pietro (la cui indagine archiviata non è stata riportata sui giornali del cavaliere)...

19 marzo 2008

Don Florestano Pizzarro

Ci chiedevamo: che fine ha fatto Corrado Guzzanti?
Eccolo, a Parla con me (purtroppo in seconda serata), con Don Florestano Pizzarro.



Sotto il giudizio Di Pietro

Verrete sottoposti al giudizio mio e Di Pietro ..
Cazzo anche qui Di Pietro.
[Dallo spettacolo Tutto Benigni 96]

Per fortuna abbiamo imbarcato Di Pietro nel Pd: l'unico che ricorda l'esistenza del Conflitto di Interessi e del caso Europa 7 (che non è una sentenza di Di Pietro, ma della Corte di Giustizia Europea); del tema della giustizia, della sicurezza.

Non è un caso che i suoi passaggi televisivi siano rari come un film d'autore sulla Rai.

La modista di Andrea Vitali

Un romanzo con guardia e ladri.
Vitali ha la capacità di raccontare e portare il lettore dentro il "piccolo mondo antico" del paese.

Un piccolo mondo con i suoi personaggi: il maresciallo dei carabinieri, il prevosto, la perpetua, il sindaco, i bottegai ...
Questo libro ruota attorno ad una donna, Anna Montani, la modista del titolo: una bella vedova (il marito è disperso in Russia) cui tanti maschi del paese fanno la corte.
Come il maresciallo Accadi, o il giornalista Pochezza, che la Montani sfrutta facendo leva sul suo fascino, per poter riprendere lo status di donna nubile e libera.Un libro che scivola via, senza grosse soprese: oltre alle schermaglie amorose della modista, i carabinieri del paese sono coinvolti nei piccoli casi dei furti in paese.Che diventano una sfida personale tra l'appuntato Marinara e la guardia Bicicli da una parte e un gruppetto di giovinastri del paese.
Chi riuscirà a cogliere le grazie della modista?
Cosa si nasconde dietro i furti a Bellano, per cui si smododa anche il prefetto e il comandante provinviale, superiore di Accadi?

Gradevole lettura, buona compagnia di un viaggio o di una vacanza.
Il link per ordinare il libro su internetbookshop.
Il sito di Andrea Vitali.

Technorati:

18 marzo 2008

Casa e lavoro, salari e pensioni

Casa e lavoro, salari e pensioni: i temi della puntata di Ballarò.
Tutti bravi a parole.
Poi, come la vicenda Malpensa (e quella dei rifiuti a Napoli) insegna, i nostri politici usano queste crisi solo in funzione elettorale, per attacare l'avversario, non per risolvere i problemi.
Roma contro Milano, centrodestra (come il comune e la regione Lombardia) contro centrosinistra (ora al governo).
E altri lavoratori stanno perdendo il posto.

In ricordo di Fausto e Iaio

“Radio Popolare, sono le 21.17, interrompiamo le trasmissioni per una notizia che c’è appena arrivata. Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, due giovani di 19 anni sono stati uccisi...”

Quell'anno maledetto (o che noi ricordiamo come maledetto) non ci ha portato via solo Aldo Moro, la sua scorta.
Anche giovani ragazzi impegnati contro la mafia come Peppino Impastato.

E quei due ragazzi, uno schivo e timido, l'altro ridente e solare, uccisi non si sa bene ancora perchè e da chi.
Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, uccisi in via Mancinelli, mentre si accingevano a scrivere un libro bianco sullo spaccio della droga a Milano.
Una storia che potrebbe essere la storia dei misteri d'Italia: depistaggi, eversione, indagini a sinnghiozzo, un giornalista che indagava sulla loro morte ucciso a sua volta in modo oscuro.

Stasera Radio Popolare ricorda Fausto e Iaio, quegli anni, dove due ragazzi nemmeno vent'enni volevano cambiare il mondo.
"Fausto e Iaio trent'anni dopo" è il libro che Daniele Biacchessi ha dedicato alla loro memoria.