Si può tranquillamente sbattere il loro nome in prima pagina, ma quando si tratta di un politico allora lo scoop diventa linciaggio, e il diritto di cronaca un’arma impropria al servizio della faziosità dell’una o dell’altra parte. Naturalmente, a me non interessa nulla di ciò che Silvio Sircana fa nel suo privato, così come delle sue inclinazioni sessuali. Al massimo, essendo uomo pubblico e al servizo di un’istituzione, mi periterei di usare la massima cautela nei comportamenti. Ma l’intoccabilità del potere, quello proprio no.
Pansa (il revisionista) parlava addirittura di dimissioni, sempre dalle colonne del giornale.
Dimettersi. Questo dovrebbe fare Silvio Sircana, il portavoce del premier Romano Prodi. Prima lo farà e meglio sarà per lui e per il presidente del Consiglio.
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Poi l'esistenza degli scatti affiora dall'inchiesta di Potenza su Vallettopoli. E il 14 marzo viene rivelata con precisione da un solo quotidiano: il Giornale, diretto da Maurizio Belpietro, l'unico a pubblicare il nome di Sircana. Dico subito che anch'io avrei fatto come lui. Sircana non è un signore qualunque: è un deputato, è il portavoce del premier, è un politico importante. Potrebbe tagliare la testa al toro e raccontare l'imprudenza di quella sera romana. Ma non lo fa. Rimane in un limbo: non ammette e non nega. Poi dirà: «Il mio commento a questa vicenda è il mio silenzio».A prendere le difese del Portavoce Incauto si alzano dei pessimi difensori. Prima di tutto, un fronte trasversale di politici che strillano indignati. Insieme a loro, si scatenano contro il Giornale due quotidiani legati al centrosinistra. Europa, il foglio della Margherita, titola: «Belpietro, che schifo». L'Unità s'aggrappa all'illusione che le foto non esistano. Infine scende in campo il difensore peggiore di tutti. È il Garante per la privacy, Francesco Pizzetti. Lui emette un divieto di stampa, fatto apposta per Vallettopoli e che prevede il carcere. L'editto censorio passerà alla storia come «la normativa Sircana».
Non si capisce allora, se l'ex direttore del Giorale ha fatto bene allora o ha fatto bene oggi, quando dice di aver sventato un complotto.
Dopodiché...
«Qualche giorno fa torna Amadori e mi dice: guarda che questo qui sta cercando di piazzare ancora quel servizio, l’ho risentito, ci siamo incontrati, pare stia trattando per un milione e mezzo di euro, sembrerebbero interessati Gente e un tabloid inglese che pubblicherebbe il servizio a ridosso del G8. Monica Mosca (direttrice di Gente, ndr) è andata a Parigi per discuterne con il suo editore Hachette».
Questo riferisce Amadori.
«Ovviamente continuo a non essere interessato perché non è affare mio. L’unica cosa che mi limito a fare, siccome la richiesta è enorme, è segnalare agli avvocati di Berlusconi che qualcuno dice di avere fotografie che riguardano Villa Certosa».
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Quindi tu le foto non le hai viste.
«No».
E non sai dire quante sono.
«Non ne ho idea».
Più o meno sai che cosa si vede.
«Da quanto mi hanno raccontato, in alcune Berlusconi che scende dall’aereo presumibilmente a Olbia, poi molti scatti dell’interno della villa con il premier ceco e il suo seguito, accompagnatori e accompagnatrici».
Gente in costume, in topless?
«In una proprietà privata magari prendono il sole».