50 sfumature di sale
Negli ultimi anni vanno di moda diversi
tipi di sale che, secondo le etichette, farebbero pure bene alla
salute: ma è davvero così?
Sono sali con delle impurezze e questo
non giustifica un costo che arriva a cento volte tanto.
Sarebbe pure vietata la pubblicità del
sale, ma invece, per una questione di marketing, c'è il far west nel
mondo dei sali.
Si sceglie il sale in base al colore,
in base a consigli dei commessi (che dovrebbero solo fare il loro
mestiere): ma analizzando i campioni di sale colorato, non si trovano
prove dei benefici declamati.
E ci sono anche questioni di
correttezza come provenienza: il sale rosa dell'Himalaya, per
esempio, viene estratto in Pakistan.
C'è poi il sale grigio di Bretagna,
che viene definito iposodico, dal produttore Compagnia italiana sali:
ma la dicitura iposodico è scorretta e pericolosa, perché tende a
far aumentare il consumo di sale nel consumatore.
E il ministero della salute? Non ci
sono controlli su ciò che si mette nelle etichette, dove si dice
“ricchissimo di minerali” per tipologie di sali che in effetti
non ne contengono molte quantità in più rispetto al sale normale.
La corte tedesca ha definito nel 2016
come “ingannevole” quelle etichette che contengono informazioni
sbagliate o ingannevoli.
Dove sono prodotti i farmaci che
prendiamo? Che controlli devono passare queste industrie?
Rispettano l'ambiente oppure, come
racconta il servizio di Giulio Valesini, sono vere e proprie bombe
ecologiche?
Nel distretto in India ad Hyderabad
sono prodotti alcuni farmaci che arrivano in Italia: qui sono stati
trovati gli stessi batteri che in Italia è arrivato a settembre e
che si chiama Nuova Delphi.
E' tutto legato: aziende che devastano
l'ambiente, fiumi in cui proliferano batteri resistenti agli
antibiotici, persone che si ammalano e che al momento non hanno cure.
Colpa della globalizzazione? No colpa
dell'avidità delle aziende farmaceutiche che producono in paesi
lontani per spendere di meno, dei controlli falsi e pilotati, del
fatto che l'Ema (che è finanziata poi dalle stesse aziende che
dovrebbe controllare) non ha obbligato le aziende di indicare dove
sono prodotti i farmaci venduti o da dove arrivano i principi attivi.
Oggi non è facile tracciare la
provenienza di un farmaco, nemmeno per Ema, che poi, in fretta e
furia, decide di ritirare dal mercato alcuni farmaci presi da
pazienti per anni.
Uno di questi farmaci è la Raniditina,
un altro è il Valsartam: sono stati ritirati dal commercio, per la
paura che siano contaminati da sostanze potenzialmente cancerogene.
Al momento, dal report di Ema, non si
può conoscere l'esposizione totale del rischio: come è possibile
che in tempi moderni non si possa garantire la qualità nemmeno sui
prodotti farmaceutici?
In Italia le ispezioni, annunciate, le
fa Aifa.
Ispezioni, non annunciate, e un report
indipendente, è stato fatto da un gruppo indipendente di ricercatori
tedeschi.
Scoprendo che il farmaco Valsartam
potrebbe essere stato contaminato con le nitrosalmine sin
dall'inizio, da quando è cambiata la produzione (al risparmio per il
produttore) spostata in Cina.
La Ranipidina è invece un farmaco per il reflusso, prodotto in India in un polo farmaceutico che rifornisce (coi suoi principi attivi) anche aziende italiane come la Menarini.
Ci si aspetta un posto pulito e super controllato e invece, nei report delle ispezioni si parla di strumenti arrugginiti, di topi negli impianti..
E di aziende che hanno creato una bomba ecologica, coi residui chimici rilasciati nell'acqua, dove proliferano batteri antibiotico resistenti, come quelli scoperti in Toscana.
Forse stiamo scoprendo solo la punta di
un iceberg.
L'incontro al
Metropol (di cui si è occupata la scorsa puntata di Report) è solo il punto di partenza di un racconto sulla Lega di
Salvini, dei suoi legami con gli oligarchi russi, delle infiltrazioni
da parte dell'estrema destra (perché culturalmente arretrata), della
fabbrica della paura alimentata da notizie false per abbattere
l'Europa e il papato di Bergoglio.
Si parte dal
massacro di Christchurch, dove il neonazista Brenton Tarrant ha ucciso
50 fedeli che stavano pregando nella moschea.
Perché quella
strage? Per colpa della sostituzione etnica, da parte dei musulmani,
che vogliono cacciar fuori i cristiani dai loro luoghi.
Le stesse parole
usate in Italia da Salvini e da Meloni: il piano Kalergi, il
complotto ordito dal conte Kalergi.
Il tema della
sostituzione etnica è stato negli anni 70 cavallo di battaglia
dell'estrema destra ma oggi è uscita da questa sfera: Jared Taylor,
direttore di Reinassance, è una delle persone che più di altre hanno contribuito
alla propagazione di questa teoria.
I bianchi sono
superiori ai neri, i neri tendono ad essere criminali, non dobbiamo
farci sottomettere dagli islamici.
Per queste idee,
che Taylor considera giuste, ci sono terroristi che uccidono in
America e nel mondo: “oggi la gente ha google, youtube e la gente
si fa attrarre da queste idee”.
Si dice entusiasta
da Salvini, Taylor: si usano dati falsi per portare avanti teorie
complottistiche (il nome Mohamed non è il nome più diffuso ..).
Salvini oggi, per
opportunismo elettorale, non ha respinto le amicizie nell'estrema
destra, anzi: esiste una macchina della paura che veicola bugie che
servono ad alimentare il razzismo nelle persone.
Il video dove si
vedono persone di colore bastonare una macchina dei carabinieri?
Falso, è un pezzo di un film. Il video è stato condiviso da gruppi
vicini alla Lega, che inizialmente avevano nomi lontani dalla
politica.
Esiste una rete di
disinformazione che usa facebook e che il gigante della rete non
controlla più, nemmeno censurando le pagine più estremiste.
Ma non è solo la
Lega che paga Facebook per mostrare le sue pagine: Salvini spende
140mila euro in inserzioni (la sua propaganda deve arrivare anche ai
minorenni, tra 13 e 17 anni), ma anche Renzi e Di Maio.
Salvini paga
Facebook per mettere in evidenza episodi di cronaca che riguardano i
migranti, veicolati anche ai minorenni.
Ci sono poi metodo
non ortodossi anche: Raffaele Ariano ha ricevuto migliaia di minacce
da parte di sostenitori della Lega. LA sua colpa, aver denunciato la
capotreno che aveva detto sul treno “zingari scendete dal treno”.
Alex Orlowsky
(esperto di propaganda online) ha analizzato come si sono mosse le
persone che hanno minacciato Ariano: dietro le minacce ci sono sempre
le stesse persone, come Francesca Totolo.
Ma dietro lei ci
sono account marionetta, finti account gestiti da una stessa persona,
che ritwittano lo stesso tweet più volte, per far sembrare che una
certa notizia sia virale.
“Io non
organizzo campagne, io rispondo quello che scrivo” ha risposto la
giornalista, ma lo stesso meccanismo è avvenuto per la campagna
“parlateci di Bibbiano”.
Giorgio Mottola è
andato alla ricerca di Morisi, il social manager di Salvini: nato a
Mantova, ha comprato casa da un imprenditore che ha relazioni con la
Russia (un caso).
Morisi ha risposto
che non conosce quell'imprenditore russo, non vuole essere
immischiato in queste storie.
La sua macchina
per la propaganda si chiama la “bestia”: ci sono decine di
coordinatori che seguono la vita di Salvini, si infilano nei discorsi
della gente, seguono i sondaggi per capire cosa dire e come, quali
messaggi lanciare (la pacchia è finita).
Anche i selfie
fanno parte di una strategia ben precisa: il selfie è poi pubblicato
sui social e così si contribuisce alla propaganda.
Quanto costa la
macchina? Morisi ha incassato 1ml di euro dalla Asl a guida leghista
(Mantova e Cremona), forse senza gara; andando a seguire gli affari
del commercialista della Lega De Rubba si scopre un finanziamento
fatto, coi soldi della Camera, che finisce ad una società in mano ad
una commessa di un bar, parente del commercialista della Lega.
Una parte dei
soldi (di quel contratto da 400mila euro) sono poi girati ad alcuni
membri dello staff di Salvini, che avrebbero dovuto avere già avere
un contratto.
87 mila euro sono
tornati poi nella disponibilità di Morisi e Paganella: ma alla
bestia servono altri soldi e Report ha messo le mani su alcune mail,
in cui Centemero spiega a Siri della necessità di avere a
disposizione soldi, che non devono finire nei bilanci.
C'è poi un costo
nascosto della bestia: Report è stata sotto attacco in questa
settimana, tirando in ballo la par condicio, mentre i politici
possono far pascolare le proprie idee senza alcun controllo.
Tra questi
messaggi, anche quello che la tassa sulle merendine è un furto,
inculcando ai ragazzini l'idea che forse non pagare le tasse è
giusto.
Come ti frego
l'algoritmo.
I bot sono uno
strumento per fregare l'algoritmo dei social, per far sembrare che
una certa notizia virale quando non lo era.
Mottola ha
intervistato un esperto informatico, Andrea Bruno, che ha aiutato il
m5s per condizionare la rete: un uomo in calzamaglia fatto passare
per un uomo di Soros.
E vale lo stesso
anche per la Meloni che condivide con la pagina Trash italiano buona
parte dei follower, con meno di 10 follower e tutti nati nello stesso
momento.
“Mai comprato
follower in vita mia” ha risposto alla Meloni: sono account che
ritwittano i tweet della Meloni, però.
Da qualche tempo,
le citazioni e gli slogan di Meloni e Salvini tendono a convergere:
Orwell e Chesterton sono stati citati entrambi dai due politici al
congresso per le famiglie di Verona.
Chesterton va di
moda negli ambienti ultra cristiani e in quelli che stanno attaccando
papa Bergoglio: le associazioni della destra cattolica sono state
alimentate con un flusso di denaro stimato in 1 miliardo di dollari,
compresa quella di Bannon.
Bannon che ha
preso, con Cambridge Analytica, i dati di utenti facebook.
Il leadership
institute, la scuola dei politici estremisti americana, ha portato la
sua sede a Roma. Ai suoi corsi si sono iscritti anche politici
italiani e a leader di associazioni della destra cattolica, come
quella di Pillon e Volontè.
Secondo Bannon è
possibile profilare i cattolici che vanno messa, andando a chiedere i
dati alle società dei telefoni, e mandare a questi messaggi mirati
per condizionarne il voto.
Per questo sono
importanti i follower, veri o falsi, per veicolare certi messaggi,
per ingannare l'algoritmo di facebook e far si che sia lui stesso che
proponga quel messaggio in vetrina.
E' un gioco che
conviene a tutti, conviene a Facebook che può andare sul mercato
dicendo di avere due miliardi di account, conviene ai politici, che
fanno pesare i propri followers.
Ma chi ci rimette
è la democrazia.