Per cosa si uccide, nella Milano di
oggi (si, il libro è del 2004, ma ci siamo capiti)? Per proteggere
un piccolo spaccio di droga, per un odio personale e per il potere,
per paura (o per incoscienza) durante una rapina e infine per rabbia,
per qualcosa che ti è stato tolto nell'infanzia.
Per cosa si uccide, allora?
Non lo so, è lei l'esperto, me lo dica lei per cosa si uccide ..Si uccide per i soldi e per il sesso, in buona sostanza, si uccide per il potere.E chi uccide per la patria, per gli ideali?
La solfa è sempre quella. La prevaricazione, il potere.[..]
Si uccide perchè qualcuno non ti ha permesso di godere del più puro di ogni amore. Anche per questo si uccide. Si uccide per odio, e anche per amore.Pagina 87
I quattro racconti in cui si divide
l'esordio felice di Gianni Biondillo , uno per ogni stagione
dell'anno (come nella quattro stagioni di Vivaldo in chiave noir),
sono qualcosa di più che racconti gialli.
Sono un modo per raccontare la città
di Milano, i suoi quartieri i suoi abitanti.
Come quelli di Quarto Oggiaro, che
vivono nei cortili dei palazzi, dove ci si conosce (e ci si odia) un
po' tutti:
A Quarto Oggiaro tutti hanno almeno tre televisori. Uno per stanza, uno anche nel cesso. Ma quando arriva l'estate lo spettacolo si sposta nei cortili. La gente semplicemente impazzisce. Il caldo a Milano sconvolge, l'umidità fonde la polvere sulla pelle soffocando tutti i pori, inizi a grattarti,a soffiare, boccheggi .. pensi al figlio del tuo vicino che ti ha rotto un vetro giocando a pallone e quel bastardo non te l'ha voluto ripagare... pensi a quella stronza che lascia sempre aperto l'ascensore e blocca otto piani .. spesso non pensi, subisci, sbandi, strippi: inizia un urlaurla da balcone a balcone, per una cazzata qualsiasi: è il via. Tutti piazzano la sedia fuori, qualcuno fuma, altri ciucciano il ghiacciolo , l'urlaurla si fa minaccia, insulto pesante, sull'altro e su tutte le generazioni precedenti, senza dimenticarsi di rimarcare le attività illecite e immorali delle rispettive compagne e le corna sicure dei loro maschi.
Pagina 8
Stagione che svuota Milano, per l'esodo
al sud dei suoi cittadini, rendendola più triste.
La città era in piena evacuazione. In stazione centrale la calca non aveva fine, sembrava che il servizio prenotazione dei posti fosse roba da Scandinavi. La massa meridionale faceva ritorno alle terre d'origine, così come ogni anno, con un certo gusto per la transumanza. L'esodo doveva portarti fisicamente, a ricordo del primo passaggio del Mar Rosso, dalla Terronia all'Altitalia, di modo che gli abbracci parentali fossero più caldi all'arrivo e i resoconti del viaggio sempre epici da narrare attorno alla tavola.
Quarto Oggiaro metteva tristezza. Non date retta a chi decanta le gioie di una estate in città. Milano, senza i suoi abitanti, semplicemente, non ha senso. Senza il viavai, senza le incazzature, i furgoncini degli artigiani in seconda fila e le macchine delle sciure che portano i figli in terza, senza le polvere sottili, la metropolitana nelle ore di punta, senza gli impiegati e i mendicanti, senza tutto ciò, è come se perdesse la terza dimensione.
Pagina 15
All'estate segue l'autunno:
L'autunno è la stagione eterna di Milano. Il cielo si fa grigio e pare restare così per sempre. Una carrettata di foglie arrugginite invade i marciapiedi, residuo di un'antica abitudine al ciclo delle stagioni senza più senso.
Pagina 41
All'autunno l'inverno:
La neve in città non ha niente di poetico. Dopo il primo candore diventa un piciopacio più pericoloso delle sabbie mobili. Nulla a che vedere con i monti innevati sorgenti dalle acque e elevati al cielo a cui diede l'addio anni addietro, alle cime ineguali, che gli erano note quasi fosse cresciuto tra esse e che erano rimaste impresse nella sua mente non meno che l'aspetto di sua figlia ..
pagina 92
Per finire con la primavera, la
stagione del risveglio:
Tutto in giro era un fiorire di seni. A primavera, senza nessun preavviso, le ragazze di Milano si spogilano determinando una improvvisa iperattività delle cornee dell'altra metà del cielo meneghino.
C'è da chiedersi dove stiano d'inverno tutte quelle braccia, quei seni, quelle gambe; dove si rifugiano, dove vanno in letargo .. perchè non è possibile che all'improvviso sbuchino fuori in quel modo lasciandoti completamente interdetto, incapace di reagire in un modo minimamente sensato. Forse guardano le previsioni in tivù e poi si telefonano alla sera, o si mandano messaggi via internet, o al telefonino, non si sa. Sta di fatto che di botto, dalla sera alla mattina, Milano diventa un'immensa passerella dove le ragazze sfilano, una più bella dell'altra.Pagina 195.
Nei racconti c'è spazio per raccontare
i vari luoghi di Milano, forse ai molti poco noti: i giardini
nascosti all'interno dei palazzi dove vivono i ricchi (come Luisa
Donnavica, la figlia del costruttore milanese nel racconto autunnale.
Il museo archeologico milanese (dove si curano le vestigia imperiali
: lo sapevate che Milano pur per un breve periodo, è stata capitale
dell'impero romano?), la chiesa di San Maurizio al Monasteromaggiore....
E anche, purtroppo, la Milano della
periferia cementata (la dove c'era l'erba ora c'è ..):
Con l'allontanarsi dalla città, la chioma cementizia si sfoltiva di qualche piano. Mai però prati a vista d'occhio, quello è un ricordo dei secoli perduti, quando ancora la Brianza iniziava a Precotto ed era luogo ameno dove villeggiare. Si sa, Milano ormai è un'unica città fino a Como e oltre. Ma fra i due poli, tranne alcuni condomini popolari costruiti negli anni sessanta e settanta che ogni tanto sbucano a cadenza infracomunale, il resto è una selva indistinta di villette, villucce, villacce, rustici, casette, box, tavernette, mansarde, templi dorici, Bianchenevi, sette nani, leoni rampanti, acquile di cemento, centri commerciali, parcheggi, asfalto, bitume, rovi, cartacce. Il paradiso del geometra, il delirio dell'ingegnere, il trionfo del postmoderno, del premoderno, del post postmoderno, del supermoderno, dell'ipermoderno, del neogotico, del neoromantico, del new romantic, dello pseudocascinale, dell'uforobot, del, in una parola sola, Brianza style.
Pagina 223.
Si capisce da queste poche righe, che
Biondillo, prima che scrittore, è anche architetto?
Oltre ai luoghi di Milano (il libro è
anche un invito a girarla), ci sono poi i personaggi delle storie,
che le rendono estremamente reali, grottesche, ironiche, originali :
a cominciare dal quell'antieroe che è Michele Ferraro, ispettore di
polizia in forza al commissariato di Quarto Oggiaro, quartiere dove è
cresciuto assieme a persone come Mimmo 'o animalo e Don Ciccio
Paternò, fruttivendolo (e non solo) del quartiere.
Ferraro, non è un amante della cucina
come Montalbano, non è felicemente sposato come Maigret, e non ha
nemmeno tutto il coraggio del Duca Lamberti di Scerbanenco. No, Ferraro è separato, con un figlia che gli regala gli unici momenti di gioia della vità; vive nella confusione della sua casa, alle prese con cibi surgelati e una sveglia che riesce a spegnere solo con l'ausilio della sua ciabatta.
Se Milano è la protagonista del libro
(e il libro è anche un tributo dell'autore alla sua città), Ferraro
e i suoi colleghi (l'incredibile ispettore Lanza, rambo De Matteis,
la spalla Comaschi) ne sono degni coprotagonisti.
E poi carabinieri gentiluomini, venditori di case con abiti da killer, imprenditori rampanti, contrabbandieri, informatori, pendolari, "sciure" e manifestanti.
Assieme a loro conosceremo le ragioni per cui si uccide: il caldo che ti fa strippare il cervello, il desiderio dei soldi, l'amore (anche quello che non hai avuto) e per il potere.
E poi carabinieri gentiluomini, venditori di case con abiti da killer, imprenditori rampanti, contrabbandieri, informatori, pendolari, "sciure" e manifestanti.
Assieme a loro conosceremo le ragioni per cui si uccide: il caldo che ti fa strippare il cervello, il desiderio dei soldi, l'amore (anche quello che non hai avuto) e per il potere.
Il link per ordinare il libro su ibs,
l'intervista su infinitestorie per la presentazione di questo libro.
Technorati: Gianni Biondillo