Puntata extra large per i contenuti e
per la durata, che si è estesa fino a mezzanotte: tra i temi
toccati, i dossier illegittimi del Sismi, un servizio sull'app
Signal, come si lavora dentro Amazon, gli incontri tra Mancini e
diversi politici da Salvini a Renzi.
Far west tamponi di Antonella Cignarale
Oggi i test sierologici che una volta
erano difficili da trovare oggi si vendono anche nei supermercati,
servono per partecipare ad un banchetto, per viaggiare: sono molto
diffusi ma c'è un far west sui costi, perché è sono le regioni che
decidono il tetto (alcune regioni non lo hanno messo).
Così in Lombardia, dove non c'è tetto
e vige il libero mercato (al rialzo), si è arrivati al tampone
sospeso, per aiutare chi non ha mezzi per pagarselo.
In alcune regione il farmacista può
fare il tampone, in altre no; in alcune regioni come il Piemonte la
farmacia deve pagare una tassa per farlo nei gazebo esterni. C'è
anche la questione della percentuale di sensibilità dei test, che
varia a seconda della tecnologia usata, di prima seconda e terza
generazione.
Anche su questo, ogni regione comunica
i positivi basandosi su criteri diversi, per l'utilizzo dei tamponi:
la Liguria ad esempio si basa sempre sui tamponi molecolari.
Gli incontri di Mancini di Giorgio Mottola
Tutto è nato dal video con l'incontro
tra Mancini e Renzi, nel dicembre scorso: il punto non è l'incontro
in sé, ma il fatto che fosse fatto in un luogo così poco usuale e
se fosse autorizzato o meno. Il servizio su questo incontro andato in
questa primavera ha causati diversi effetti: il direttore del DIS
Vecchione è stato sostituito forse perché non era a conoscenza
dell'incontro e il governo ha poi emanato una direttiva che regola
gli incontri tra agenti e politici (che dovranno adesso essere
autorizzati).
Anche Salvini ha incontrato Mancini in
un autogrill nei pressi di Cervia, così sostiene una fonte di
Report. Man mano che la storia dell'incontro andava avanti, è
saltato il presidente del Copasir della Lega, poi sostituito da
D'Urso di FDI, legato ad una azienda che ha interessi con l'Iran. Le
audizioni al Copasir sono rimandate dallo stallo al Copasir, finché
non arriva la notizia del pensionamento di Mancini.
Il partito di Savini non ha votato per
l'elezione al Copasir: forse perché tra i dossier che questo ente
deve guardare c'è anche quello sugli incontri al Metropolitan a
Mosca.
In studio era presente l'insegnante che
ha filmato l'incontro all'autogrill, primo caso di ospite in studio
nella storia di Report: l'insegnante ha raccontato dell'incontro e di
cosa l'aveva incuriosita, tanto da usare lo smartphone.
Dietro l'insegnante non c'è nulla,
nessun complotto, i due filmati durano 24 e 28 secondi, senza audio:
Renzi potrebbe star tranquillo, nessuno lo pedinava.
Un cittadino qualunque che ha suscitato
tutta questa slavina e che è stata attaccata anche duramente: questa
signora è disponibile sia a fare un incontro col senatore Renzi che
portare tutto il materiale alla magistratura.
Grazie a questo materiale Report ha
approfondito la storia di Mancini: la rendition contro Abu Omar, il
dossieraggio del Sismi ai tempi di Pollari, il dossieraggio della
security di Telecom a cui ha contribuito una agenzia di un ex agente
della Cia.
A questi dossier aveva lavorato un
agente dei nostri servizi interni, Marco Bernardini (che per questa
vicenda fu condannato): secondo Bernardini, gli incontri in autogrill
sono un fatto comune per Mancini.
L'ex agente del Sisde ha lavorato su
dossier su politici, sui garanty della privacy e dell'antitrust, sui
firmatari del patto Bossi e Berlusconi, su Della Valle.
Dopo il dossier su Della Valle,
Berlusconi ad una riunione di Confindustria del 2006 se ne uscì con
una allusione contro l'imprenditore marchigiano, alludendo a
scheletri nell'armadio: come se quel dossier fosse arrivato all'ex
cavaliere.
Anche il Sismi ha commissionato dossier
alla security di Telecom Pirelli: Mancini da questa accusa si è
salvato per il segreto di stato apposto da tutti i governi, da
Berlusconi a Renzi.
Questi poi finivano all'agenzia privata
di Spinelli, ex agente Cia a Roma: forse anche la Cia avrebbe potuto
conoscere questi dossier.
A cosa servivano? Alcuni per strategie
di mercato, ma altri per fini non proprio legati all'imprenditoria:
sono gli anni della gestione di Pollari, dove a Roma c'era la
centrale di dossier contro giornalisti e politici ostili a Berlusconi
e affidata a Pio Pompa.
Sono gli anni in cui una bomba viene
ritrovata a Reggio Calabria, negli anni in cui era sindaco
Scopelliti, in quel momento in difficoltà. Una bomba, che non
esplose ma che cambiò la storia della Calabria.
Bombe e spie di Giorgio Mottola
Sui fondali dello Jonio giace la Laura
Cosulich, piroscafo affondato durante la guerra, finita al centro di
storie di ndrangheta e terroristi.
Era carica di 1200 tonnellate di
tritolo e altro materiale esplosivo: secondo alcune informative del
Sismi degli anni duemila, la ndrangheta avrebbe usato l'esplosivo
della Laura C. per confezionare delle bombe, sarebbe stato usato
anche per Capaci e per altri attentati di Al Qaeda.
Ma un sommozzatore che quasi
quotidianamente visitava il relitto esclude queste ricostruzioni:
nessuno è masi stato visto raccogliere materiale da questa nave.
Ma secondo un'informativa dei servizi,
la bomba ritrovata ad ottobre 2004 nei bagni del comune di Reggio
Calabria sarebbe stata realizzata proprio con l'esplosivo della Laura
C.
Scopelliti, che aveva appena avuto una
scorta su segnalazione di possibili attentati segnalati da Marco
Mancini, allora al Sismi, diventa così un simbolo della lotta alla
ndrangheta.
Un caso? Mancini è autore di entrambe
le informative, quella sull'incolumità del sindaco Scopelliti e
quella successiva che rivela la bomba in comune, indicando la
posizione esatta dove verrà trovata.
Ed è sempre lui a firmarne una terza,
che tira in ballo la nave Laura C. e la 'ndrangheta, parlando
esplicitamente di attentato mafioso nei confronti di Scopelliti: una
bomba che suonava strana a molti politici dell'opposizione, si era
nel momento del decreto Reggio, quando cento milioni di euro furono
stanziati dal governo Berlusconi per la ricostruzione della città.
Quella bomba servì a rinsaldare la
giunta comunale, che era scossa dalle liti le due correnti di
Alleanza Nazionale.
C'è una telefonata tra Gasparri,
allora ministro An, e un consigliere regionale della giunta calabra,
Basile: Gasparri invita il consigliere a ritirare le dimissioni, per
l'attentato di cui ha avuto informazioni direttamente dal Sismi e da
Pollari.
Ma Pollari nega di averne mai parlato
con Gasparri, di quell'attentato: colpa delle regole di riservatezza,
si giustifica l'ex ministro.
Dopo quella bomba cambia la carriera di
Scopelliti: diventa un sindaco che lotta contro il malaffare e la
ndrangheta, per poi essere eletto alla regione.
Nel 2010, diversi collaboratori di
giustizia iniziano a raccontare di quell'attentato e così anche nel
processo Gotha contro la ndrangheta dei colletti bianchi: Sebastiano
Vecchio, ex poliziotto ed ex ndranghetista, racconta la verità su
quella bomba, stando alla sua testimonianza Scopelliti era un uomo
della famiglia De Stefano, la bomba è stata una bufala, un qualcosa
di preparato anche con l'aiuto dei servizi segreti di Pollari.
Mancini lavorava con Pollari: è lui
l'agente che ha scritto quelle relazioni, che servirono a fortificare
e costruire un personaggio politico, nell'interesse delle consorterie
criminali.
Quella bomba, quell'attentato, è
costato 300mila euro, organizzato da servizi e ndrangheta per una
convergenza di interessi. E l'abbiamo pagato noi.
L'ex sindaco ha scritto a Report
negando la ricostruzione fatta nel corso del processo Gotha, racconta
di aver subito intimidazioni, lui e la sua famiglia e di non
conoscere la famiglia De Stefano.
L'interrogazione parlamentare di
Italia Viva - di Danilo Procaccianti
Il deputato di IV Luciano Nobili ha
presentato una interrogazione parlamentare dove chiedeva contro alla
Rai di una fattura emessa ad una società lussemburghese, per avere
informazioni e costruire un servizio contro Renzi. Ma
quell'interrogazione è finita nel nulla.
Certo, secondo il deputato il servizio
era un po' deboluccio, “accerterà la magistratura” se ci sono
reati, ma la storia delle mail con Casalino era falsa e non esiste
nessuna fattura pagata dalla Rai.
Il pacco di Amazon di Emanuele Bellano
Amazon.com faceva l'ingresso nella
borsa nel 1997, la società era nata tre anni prima con sede in un
garage: oggi Jeff Bezos è l'uomo più ricco ed è uno tra gli uomini
più potenti della terra, ha interessi nel settore farmaceutico, nel
settore spaziale, nell'informazione col W. Post, nei web service con
Amazon Web Service e nel commercio online chiaramente.
Amazon ha 1 milione di dipendenti, che
però si sentono come robot, controllati da robot e registrati da
robot. Dicono di lui che Bezos sfrutta le persone che hanno bisogno
di lavoro, non è il demonio, ma paga le tasse per lo 0,15%, come
nessun altro imprenditore al mondo.
Amazon è diventato uno stato,
spalmato su tutti i paesi del mondo: chi lo controlla ora? –
racconta il consulente di Report Bellavia.
Con la pandemia, Bezos si è
arricchito: un 44% in più di fatturato nei primi mesi del lockdown.
Ma un imprenditore che ha uno sguardo
poco indulgente nei confronti dei suoi dipendenti o persone che
lavorano per lui.
Report è andata a vedere il grande
centro di Amazon vicino a San Bernardino: qui Amazon entra nelle
università, per creare consumatori a vita fin dai banchi delle
scuole superiori.
Amazon organizza lezioni per gli
studenti, per farli diventare futuri lavoratori manager.
Amazon da lavoro a tante persone,
attira persone in questa zona della California: in questo polo
logistico arrivano merci dal lontano oriente e poi camion e aerei
consegnano le merci lungo tutta l'America.
E' come se Amazon fosse uno stato
dentro uno stato, con un suo aeroporto, con una flotta di 66 aerei
che inquinano l'aria, con una flotta di camion che generano traffico
lungo le strade di Eastvale. Per mantenere Amazon sul territorio si
deve accettare un po' di inquinamento nell'aria: ma sono posti di
lavoro poco stabili, nei magazzini c'è un forte turn over perché
qui dentro si registrano molti infortuni e le persone vengono
incentivate ad andarsene.
Quello che Amazon restituisce al
territorio è pari a quello che prende?
I centri commerciali sono strangolati
dall'e-commerce (come prima avevano ucciso i negozi di quartiere): il
tasso di occupazione non è aumentato nell'Inland Empire da Amazon,
la quale produce inquinamento pari a 13 centrali a carbone. E
nell'ultimo anno Amazon ha pure incrementato il suo inquinamento.
Inquinamento che nasce anche da AWS, il
suo servizio in cloud che ospita i servizi di Netflix.
Lo scorso marzo, in Alabama, i
lavoratori di Amazon hanno votato per avere un sindacato indipendente
dentro l'azienda: alla fine la proposta non è passata, il referendum
è stato vinto a maggioranza dai contrari al sindacato. Su questa
votazione c'è stato il condizionamento di Amazon, che ha promesso ai
dipendenti migliori condizioni, ha contrastato l'azione dei
sindacalisti che volevano informare i lavoratori, ha usato l'arma del
ricatto dicendo che se fosse passato il referendum si perdevano posti
di lavoro. Ai dipendenti più riottosi, ha dato 2000 dollari per
andarsene.
Le urne del referendum erano
all'interno dello stabilimento, sotto il controllo delle telecamere,
come un grande fratello che controlla la tua scelta, ti fa sentire
osservato.
Nelle settimane successive nel mondo
sono stati organizzati diversi scioperi negli stabilimenti Amazon:
anche in Italia, quando hanno protestato i magazzinieri, i terzisti,
persone che prendono un salario ad un passo dalla soglia di povertà.
Dietro l'efficienza di Amazon ci sono
comportamenti antisindacali: l'azienda ha assunto del personale per
monitorare il personale che poteva avere atteggiamenti ostili, ex
militari ed ex agenti, che dovevano fare spionaggio.
Ci sono persone che sono state chiamate
dal proprio dirigente che chiedeva loro perché si erano iscritti al
sindacato.
Serve una norma europea che contrasti
questo andazzo, questo atteggiamento da forte che fa quello che vuole
perché le leggi glielo consentono.
Ci sono poi i politici che sono
interessati ad Amazon: Report parte dallo stabilimento di Piacenza,
che è stato realizzato lì perché erano presenti lavoratori
stagionali, dipendenti a basso costo bisognosi di un lavoro.
Anche a Colleferro c'è uno
stabilimento, costruito su un terreno vicino alla discarica: il
terreno è di proprietà di una società di cui non si conosce nulla,
la SPL, schermata da una fiduciaria, dentro questa società ci sono
ex parlamentari di destra.
All'amministrazione pubblica tutto
questo non interessa, perché al politico quello che interessa sono i
500 posti di lavoro, da usare per propaganda.
Ma che lavori sono quelli di
magazzinieri a Colleferro?
Sono lavoratori a tempo determinato,
nessun limite del 30% perché lavoratori “svantaggiati” che
arrivano da Adecco che sono impiegati in lavori anche usuranti, dove
c'è un grande turn over.
Dentro lo stabilimento si lavora ad un
ritmo scandito dalla macchina, se hai un rate basso non avrai il
rinnovo del contratto: in Italia ha 9500 dipendenti, come dice lei
stessa, contribuisce alle spese di questi.
Ma quanti posti di lavoro ha fatto
perdere? Amazon ha sfruttato quelle anomalie, quelle mancanze di
controlli nel mondo del lavoro.
In un mondo dove si lavora a nero, dove
le persone non vedono una busta paga oppure dove nella busta paga non
c'è scritto il numero reale di ore lavorate, anche Amazon può
sembrare un miraggio.
Quel deserto, di diritti e di
tutele, l'ha creato quella politica che oggi plaude ad Amazon perché
crea posti di lavoro.
I furbetti della Cassa Covid di Giulia Presutti
Non ci sono solo i giovani che non
hanno voglia di lavorare perché tanto c'è il reddito di
cittadinanza. Ci sono anche le imprese furbette per aver preso la
cassa covid senza averne bisogno. Il gestore della rete gas “2i
Rete Gas” ha messo i propri dipendenti in cassa integrazione, pur
avendo tenuto aperta l'attività, essendo un settore strategico:
eppure questo l'ha fatto la 2i reti e gas, avendo anche un beneficio
in termini di bilancio e facendo pure una donazione alla regione
Lombardia per 1 milione.
L'azienda ha preso soldi dallo stato,
dall'altra chiedeva soldi ai dipendenti per fare beneficenza.
Non solo, 2i Rete Gas ha iniziato a
fare acquisizioni, per espandersi: la cassa integrazione è stata
fatta solo per opportunismo, spiegava il consulente finanziario
ascoltato da Report.
La cassa covid è pagata da noi, forse
lo stato, il governo (Conte) doveva controllare meglio queste
aziende: certo anche la legge poteva essere fatta meglio, visto che
consente di accedere alla cassa anche senza avere una vera
diminuzione del fatturato.
Anche il gruppo Conad ha goduto della
cassa covid, come anche i dipendenti di Glovo, nonostante nei mesi
della pandemia il lavoro non si era fermato. Inps coi suoi mille ispettori è
riuscita a fare i controlli su queste aziende?
Non aveva personale a sufficienza e in
ogni caso la legge del governo Conte era spuntata.
Anche la Treofan, azienda che produce
imballaggi in plastica, aveva chiesto la cassa: ma questa è stata
bloccata dalla procura, perché l'azienda stava lavorando, la sua
strategia era spostare la produzione verso altri stabilimenti.
Sarebbe una truffa, secondo la procura,
una liquidazione nascosta.
In fuga dalle App di messaggistica di Alessia Marzi
Qual è l'app più sicura per la
messaggistica, tra Signal, Telegram e Whatsapp?
Report è andata in California, per
intervistare mr Signal Moxie Marlinspike, un hacker etico: nessuna
pubblicità, niente investitori per Signal.
Signal diventa strumento di
comunicazione di massa durante le proteste di Black Lives Matter, non
comunica alle autorità i dati dei loro utenti perché non li hanno.
Vogliono creare un ecosistema dove gli
utenti sono protetti, nella loro privacy.
In California è stata approvata una
norma su questo ambito, paragonabile alla legge europea: a questa
hanno contribuito i lavoratori della Silicon Valley quando si sono
resi conto a loro spese.
Report ha fatto un esperimento: tra le
tre, solo Signal è la app più sicura, perché effettua una
cifratura anche del database dei messaggi.
Il finale della puntata Report lo ha
dedicato alla cultura, la grande sacrificata di questa pandemia, con una performance in centro Roma di Paolo Fresu