18 giugno 2007

Nelle mani giuste di Giancarlo De Cataldo

Nelle mani giuste è la continuazione logica di "Romanzo criminale", sebbene in realtà ne viene fuori un fratello minore del primo romanzo, poichè abbraccia un solo anno della storia italiana.
Quell'anno "Nero e convulso", come scrive Curzio Maltese su Repubblica: il 1992.

L'anno delle stragi ai magistrati Falcone e Borsellino; dell'inchiesta Mani Pulite che mise in crisi i partiti della Prima Repubblica.
Repubblica che viveva momenti di mancanza di riferimenti: dal crollo del muro di Berlino che sdoganava i partiti comunisti.
Al crollo della DC che toglieva alla mafia il partito di riferimento in Sicilia (e nel resto d'Italia).
Chi consegnerà l'Italia nelle mani giuste?


La storia di questo anno è raccontata attraverso tante microstorie che si intrecciano: ad iniziare da Scialoja, designato erede dal Vecchio, depositario delle sue carte. Dei suoi segreti inconfessabili. Per questo temuto per il potere ricattatorio.
L'Italia è un paese fondato sul ricatto: perchè tramite il ricatto costringi politici, uomini della finanza, giornalisti a stare al suo gioco.
E Scialoja porta avanti un gioco difficile e pericoloso: trovare un accordo con la mafia, perchè con questa strategia delle bombe non si pùò andare avanti.
Altri personaggi si muovono nella storia: alcuni nel sottobosco, residuo dei servizi prima del crollo del muro: gente come Stalin Rossetti. Ex Gladio, ex Catena.
Altri alla luce del sole, come il senatore ex PCI, ora PDS Argenti, che una persona ambigua come Scialoja lo vorrebbe mandare in carcere.
Il giornalista Carù, ripudiato dalla sinistra e riciclato a destra. Che diventerà l'ideologo del nuovo corso politico dell'Italia che verrà. Del nuovo che avanza.

L'industriale Ilio Donatoni e sua moglie Maya (che ricorda la figura di Raul Gardini morto suicida nel 1992), figlia del Fondatore: rappresentante di quel ceto industriale che si ritrovò invischiato nella buffera di Mani Pulite, per le tangenti pagate ai partiti, alla mafia per aprire i cantieri in Sicilia (e non vederseli distrutti), per i bilanci truccati.

Una storia a metà tra misteri, ricatti e passione: perchè collante di tutte le storie è l'affascinante Patrizia, la donna del Dandi, ora moglie di Rossetti, di cui Scialoja è sempre innamorato.
Da una parte le bombe della mafia (Firenze, Roma, Milano, il blackout a Palazzo Chigi), gli omicidi, gli intrighi e i ricatti.
Dall'altra la storia d'amore: "Nel deserto di sentimenti, il desiderio di vita e di amore dei personaggi femminili, Patrizia, Valeria, Maya, produce echi potenti e distorti."

Mentre tutti sono in attesa del nuovo padrone, ecco l'evento inatteso: la discesa in campo di Berlusconi, la creazione del partito azienda Forza Italia.
Ed ecco che, magicamente, tutte le tensioni, la voglia di rinnovamento, le speranze e le illusioni, trovano uno sbocco.
Che soddisfi l'italiano medio, contro cui De Cataldo lancia l'unica invettiva del libro:

«Il buon, vecchio coglione che tutti conosciamo…vive di paure, si alimenta del sogno impossibile di un miracolo, ha bisogno di una madre protettiva e di un padre autorevole e severo… adora essere strigliato e allo stesso tempo compiaciuto, non gli dispiace essere garbatamente truffato ma detesta passare per fesso, e soprattutto non tollera che lo si sappia in giro».

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Technorati:

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Io ho letto un romanzo molto stile De Cataldo che mi è piaciuto assai, forse di più. Si chiama Confine di Stato, di tal Simone Sarasso.

Ciao,

Pullo

Anonimo ha detto...

Questo libro è orrendo...io adoro i libri di mafia...ma questo è un insulto alla Mafia, al capomafia Riina e, a Falcone e, a Borsellino che hanno perso la vita per arrestarlo..ma non ci sono riusciti... comunque io questo libro dovevo leggerlo per le vacanze e a dire la verità mi è piaciuto solo il prologo e il primo capitolo...tutto il resto zero...a mio parere con questo libro De Cataldo ha un pò toppato...so di altri suoi libri belli..ma questo...lo ODIOOOOO!!!come Confine di stato che è un bel libro ma...nelle mani giuste...bleaaa!!!!comunque...ciaoooo

Anonimo ha detto...

(anche se confini di stato nn è di De Cataldo) era un riferimento al genere...

alduccio ha detto...

Niente di paragonabile a Romanzo criminale. In ogni caso un libro che tratta della mafia quasi di traverso ...
Lo spunto è interessante, però: come e da chi sono stati cambiati gli equilibri di potere dopo di Tangentopoli e il crollo del muro.
Poteva venir fuori un romanzo migliore.

Mauro Bartoletti ha detto...

Ho appena finito di leggerlo. Non mi è dispiaciuto, nonostante non lo consideri un capolavoro. Mi piace lo stile di romanzare attorno ad una realta ben definita. Inoltre le riflessioni portate avanti sono attuali ed inquietanti