Per l'ingresso della Turchia nell'Unione Europea ci sono state discussioni politiche, opposizioni.
La stessa UE ha posto dei vincoli da rispettare, sulla democrazia del paese, sulla politica economica.
Inceve ci ritroviamo con la cattolicissima Polonia, governata dai fratelli Kaczynski omofoba, razzista, antisemita.
Un paese che mette all'indice nelle scuole i libri di Goethe, Dostoevskij, Kafka, Gombrowicz e inserisce nei programmi “Memoria e identità” di Giovanni Paolo II.
Siete contenti?
Sicuramente contenti i fascisti di Forza Nuova, che (assieme ai legaioli) si sono opposti all'ingresso della Turchia in Europa.
E invece sono felici del corso della nuova Polonia. Onore ai camerati.
Sicuramente meno felice la Mekel, che si è beccata un copertina (osè? sbeffegiante?) sul quotidiano conservatore Wprost.
Che la chiama «La matrigna d'Europa».
Cosa è successo per arrivare a questa (quasi) crisi diplomatica? La settimana scorsa, dopo il no polacco al sistema di voto a doppia maggioranza, il cancelliere Angela Merkel, presidente del Consiglio di turno, è arrivata a proporre ai leader europei di convocare una Conferenza intergovernativa senza la Polonia.
I Kaczynski, che vogliono avere maggiore voce in capitolo, dal canto loro si sono spinti a dire che se la Polonia non avesse subito le decimazioni naziste potrebbe contare su una popolazione di gran lunga più numerosa degli attuali 38 milioni.
Siamo passati da un regime comunista, ad un altro.
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