In questi giorni è in corso la trattativa tra sindacati e governo sul tema del DPEF, su come investire il tesoretto e sull'abolizione dello "scalone" Maroni.
Quello che si sente dire è che i soldi non bastano: serve la riforma delle pensioni, in senso peggiorativo dei lavoratori.
Ma sarà vero?
Facciamo un pò di conti, analizzando alcuni dati.
A partire dallo scandalo Easy credit:
"La scandalosa vicenda, scovata dall’indagine effettuata dalla Procura della Repubblica di Pescara nell’ambito dell’operazione “Easy Credit”, ha evidenziato una vergognosa frode fiscale ai danni dello Stato di oltre 600 milioni di euro (1200 miliardi delle vecchie lire!) posta in essere dalle banche sopra menzionate, sotto l’ala protettiva dell’attuale governo e con la compiacenza del governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, il quale, giova ricordarlo, è stato alle dipendenze della Goldman Sachs e proprio nel periodo incriminato in cui si è sviluppata la grande truffa (2002-2005)."
Passiamo poi alla pandemia dell'evasione:
«L'evasione fiscale, ogni anno, genera un mancato introito per le casse dell'erario «di oltre 100 miliardi l'anno, cioè il 15-20% di tutte le entrate fiscali raccolte».
Le frodi fiscali penalmente rilevanti, perpretate attraverso l'emissione di fatture false hanno portato alla luce un'evasione Iva pari a 1,1 miliardi.
Quanto costa abolire lo scalone?
"Abolire lo scalone costa 10 miliardi in 10 anni"
Dieci miliardi di euro in dieci anni. È la cifra che manca per l'accordo sulle pensioni.
Evasione: 100 miliardi
Easy credit: 600 milioni euro
Scalone: 1 miliardo all'anno.
Siamo sicuri che i soldi si prelevano solo dalle pensioni?
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