03 aprile 2020

La lotta al virus e la trasparenza dello Stato

“Il terrorismo è solo una scusa. Quello che conta è il controllo economico e sociale. La supremazia del tuo governo”. 
Ed Snowden, nel film di Oliver Stone.

Non bastava la comunicazione ossessiva su morti e infettati, le immagini delle bare, dei medici sotto stress, delle infermiere che si accasciano su scrivanie, dopo ore di lavoro.
Per combattere l'infezione da coronavirus, per contenerne i contagi, serve il controllo telematico delle persone, usando i dati provenienti dai loro cellulari.

Il fine è nobile, evitare che si creino nuovi focolai come quelli di Codogno o Vo Euganeo.
Ma l'esperienza del passato, ci deve rendere scettivi: guardatevi il film di Oliver Stone sulla storia di Ed Snowden: lo spionaggio di massa della popolazione americana e dei paesi ostili, partito sull'onda della lotta al terrorismo e diventato poi uno strumento per la raccolta di informazioni.

Gli USA, attraverso Cia e NSA, hanno spiato i loro stessi cittadini, i governanti dei paesi loro alleati, banchieri, uomini d'affari con la scusa del terrorismo.

Ora potremmo nuovamente trovarci nella stessa situazione: prima di dare l'ok alla tracciatura dei nostri spostamenti, vogliamo essere certi di chi riceverà queste informazioni, del loro utilizzo e del fatto che questa tracciatura è a termine.
Alla fine della pandemia tutti i dati devono essere cancellati.
Ci dobbiamo fidare nello Stato, ma per questo lo Stato deve trattare le persone come cittadini, essere trasparente.

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