Gli scarti come gli elettrodomestici che non usiamo più perché rotti e che finiscono gettati nelle campagne. Ma anche gli scarti sociali, i giovani che oggi sono costretti ad emigrare (al nord o anche fuori dall’Italia) nella speranza di trovare fuori quello che in questo paese è loro precluso. Un futuro, un lavoro con un salario dignitoso.
Si torna a parlare del sud, dopo la puntata di domenica scorsa sulla sanità negata in Calabria e sugli effetti devastanti che avrebbe l’autonomia differenziata. Come mai negli ultimi venti anni più di un milione di giovani se ne sono andati via dal sud e continuano ancora oggi ad emigrare? Quali sono le conseguenze per il meridione che sta perdendo i suoi ragazzi migliori? Purtroppo queste conseguenze sono evidenti sotto i nostri occhi: lo spopolamento progressivo, il declino delle comunità locali e una economia dipendente da trasferimenti esterni.
Queste
le domande di
Riccardo Iacona
nell’anticipazione del servizio: le grandi fabbriche del sud ora
sono chiuse o sono in forte difficoltà, compresa l’Ilva a Taranto
dopo l’ultima sciagurata gestione di Arcelor Mittal.
Non
è solo un problema di posti di lavoro persi, ma è anche un tema
ambientale:
quelle aziende che diventeranno reperti archeologici di un miraggio
industriale, sono anche bombe ecologiche, perché piene di veleni.
Oltre al danno dell’occupazione c’è anche la beffa perché la
gente si ammala perché
esposta a sostanze cancerogene. Succede a Crotone
dove le telecamere di Presadiretta racconterà di uno scandalo poco
noto.
L’ex
zona industriale tra Crotone, Cerchiara
e Cassano dello Ionio 22 anni è stata inserita nella lista dei
“siti di interesse nazionale”, SIN, ovvero la lista delle aree
più inquinate d’Italia, zone compromessi da inquinanti e che
avrebbero bisogno di interventi complessi di bonifica per poterli
restituire alla popolazione. Dagli anni ‘20 del secolo scorso fino
agli anni ‘90 qui era insediata una zona industriale (legata al
settore chimico e all’alimentare) che avrebbe dovuto creare
benessere e che invece ha inquinato i terreni e il mare antistante
coi rifiuti nocivi da metalli pesanti cadmio,
zinco, piombo e arsenico
e, nella zona del porto, anche di mercurio.
Gli scarti
industriali sono stati usati negli anni 90 per costruire case e
strade in varie zone di Crotone, negli alloggi popolari, in una
scuola e perfino nel parcheggio della Questura.
Il processo,
partito dalle indagini nel 2008, è finito in nulla: tutti i
responsabili delle aziende coinvolte sono stati assolti dal reato di
disastro ambientale, mentre il reato di discarica illegale è finito
in prescrizione.
Ma gli effetti di questa bomba ecologica di cui
nessuno risponderà sono ancora vivi sulla pelle della popolazione,
come dimostrano i dati sull’incidente dei tumori.
Poi,
come si è detto, c’è il servizio sui rifiuti tecnologici,
cellulari, frigoriferi, lavatrici che oggi finiscono abbandonati
nelle discariche illegali nei campi, persino in Africa. Infine la
domanda che ci facciamo tutti sull’obsolescenza programmata: perché
un elettrodomestico dura così poco ed è difficile da
riparare?
Questi rifiuti, se non trattati correttamente possono
rilasciare sostanze nocive nell’ambiente contaminando il suolo e le
falde acquifere causando ulteriori disastri ambientali: quando
vediamo una discarica illegale, in Lombardia, nel Lazio o in
Calabria, dobbiamo pensare ad una bomba ecologica che minaccia la
vita delle persone e della fauna.
I rifiuti elettronici
La
produzione mondiale dei rifiuti elettronici supera di cinque volte la
nostra capacità di riciclarli, per questo finiscono dappertutto,
persino in Africa.
Oppure nelle campagne di Tivoli come mostrerà
il servizio di Presadiretta di questa sera: in un’area privata a
pochi metri dall’autostrada del sole e del fiume Aniene sono state
abbandonate centinaia di carcasse di vecchi frigoriferi, in quella
che è stata chiamata “frigo valley”, in mezzo ad un parco col
prezioso lichene che cresce sullo strato superficiale del travertino.
Ora il lichene è coperto da questi frigoriferi smembrati.
SE
le grandi aziende vendono un grande elettrodomestico e chi lo
acquista paga anche lo smaltimento e poi lo smaltimento viene fatto
in maniera illecita significa che c’è qualcuno che sta trattenendo
quei soldi illecitamente – spiega a Presadiretta un volontario che
sta monitorando questa discarica illegale: si tratta di ecoreati.
Noi
consumatori dovremmo renderci conto di una cosa – racconta il
servizio: quando buttiamo un elettrodomestico nel cassonetto stiamo
buttando soldi, perché il contributo ambientale per riciclarli lo
stiamo pagando noi, stiamo pagando il riciclo, dovremmo invece
pretendere che il nostro rifiuto sia riciclato come si
deve.
Presadiretta
ha visitato uno dei siti dove si riciclano i materiali dagli
elettrodomestici: Ottone, Rame (vale tra gli otto e i nove euro al
kg), Argento (a seconda del valore il suo prezzo passa da 600 a 700
euro al kg).
Ci sono materiali ancora più preziosi: l’oro
(vale più di 70mila euro al kg), la polvere di Rodio (vale 150mila
euro al kg), la polvere di Litio, tutti materiali rari con proprietà
fisiche incredibili, frutto del riciclo dei rifiuti elettronici.
I
nostri rifiuti arrivano fino in Africa: il servizio mostrerà
un’enorme discarica illegale ad Accra, in Ghana che il governo
aveva smantellato già una volta tre anni fa, ma qui i rifiuti
continuano ad arrivare e ad essere bruciati, come se niente fosse. E’
un inferno di rifiuti dove pascola il bestiame e dove persone di
Mohamed recuperano il ferro e gli altri metalli da televisori e altri
piccoli elettrodomestici. Una
forma di riciclo rudimentale, un’economia
sommersa che da lavoro a migliaia di persone ma che porta dietro
anche malattie e degrado.
E tutto perché nella civile Europa e
in Italia non si riesce a mettere in pista un processo di riciclo
che coinvolga tutti, aziende e privati.
Completamente
diversa è la situazione in Austria
dove la cultura della riparazione è molto diffusa, anche attraverso
i Repair Cafè dove alcuni volontari si prestano a riparare
gratuitamente oggetti elettronici che non funzionano più, anche
vecchie radio che, come racconta il proprietario nel servizio, fanno
uno strano rumore e che spera possa tornare a funzionare per il resto
della sua vita. Perché questo non dovrebbe valere per tutti gli
elettrodomestici?
O anche una idropulitrice, normalmente si
rompe sempre lo stesso pezzo e la gente la butta via e ne compra una
nuova, ma basta sostituire il pezzo rotto – come mostra sempre il
servizio – ed è fatta : Sepp Eisenriegler è il fondatore della
Repair Network, nei suoi negozi si riparano ogni sorta di prodotti
elettronici. “La
mia prima lavatrice è durata sessant’anni, oggi non durano più di
sei anni, ma sono ottimista.”
Sul Fatto Quotidiano potete leggere una anticipazione dei servizi:
È dal 2002 che il ministero dell’Ambiente ha istituito il Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Crotone-Cassano-Cerchiara in Calabria, dando mandato a Eni Rewind di occuparsi della bonifica. Sono aree industriali dismesse dove, fino agli anni ’90, si produceva zinco, acido fosforico, fertilizzanti. Lavorazioni che hanno lasciato contaminanti e sostanze tossiche sul territorio. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità ci dicono che ci sono eccessi di mortalità per tutte le cause e per tutti i tumori.
La bonifica è stata promessa ai cittadini per anni, ma la seconda fase, che prevede lo smaltimento delle sostanze contenute nell’enorme discarica fronte mare, è in stallo. In Conferenza dei servizi nel 2019, tutte le istituzioni si erano messe d’accordo perché Eni Rewind portasse questi rifiuti fuori regione. Ma dopo 5 anni, ad agosto, c’è stato il colpo di scena: il ministero dell’Ambiente ha dato mandato a Eni Rewind di cominciare a smaltire i rifiuti pericolosi in una discarica di Crotone. Il Comune, la Provincia e la Regione hanno annunciato ricorso al Tar contro il decreto ministeriale. E i tempi si allungano, mentre i cittadini aspettano ancora.
La scheda del servizio:
Ad appena 40 km da Roma, la frigovalley, una distesa di frigoriferi smembrati e abbandonati. Alle porte di Accra, in Ghana, la più grande discarica del mondo di televisori, computer, telefonini. Dall’Italia all’Africa, un viaggio tra i rifiuti elettrici ed elettronici, una potenziale miniera di metalli e materiali preziosi. Intanto il sistema di recupero e l’economia circolare funzionano sempre meno, alimentando illegalità e inquinamento. In Austria invece, lo Stato paga il 50% della riparazione degli oggetti elettronici. Tutto questo a "PresaDiretta" in "Un mondo di scarti", in onda domenica 22 settembre, alle 20.35, su Rai 3.
Ad "Aspettando PresaDiretta", dalle 20.35 fino alle 21.25 circa, il Meridione che perde i suoi migliori cervelli. Reportage tra Piemonte e Basilicata: da un lato università all’avanguardia anche grazie agli iscritti del Sud, dall’altro centri sempre più desertificati. Aspettando Attenzione concentrata su chi, nel Meridione, non riesce a coniugare aspirazioni di vita e opportunità di lavoro. In un ventennio se ne sono andati più di 900 mila under 35. Riccardo Iacona è andato al Politecnico di Torino, dove i ragazzi del sud vanno a studiare e lì restano. Perché, grazie ad aziende e incubatori di start up, trovare lavoro è facile. E ha percorso le strade svuotate della Basilicata, i paesi con case disabitate e sempre meno scuole, perché insieme ai ragazzi ormai lasciano il sud anche i loro genitori. Ha incontrato professori e studenti dell’università di Potenza, che appena laureati se ne vanno, lasciando la Regione più povera economicamente e culturalmente. Ospiti in studio: il direttore generale della Svimez Luca Bianchi e Antonella Ricciardi, laureata alla Bocconi, testimone in prima persona dell’emigrazione lucana.
E poi la puntata "Un mondo di scarti", un viaggio che parte dalla Frigovalley, un’area del Comune di Tivoli diventata una distesa sterminata di carcasse di frigoriferi abbandonati da anni. E poi una straordinaria inchiesta tra negozianti, operatori, centri di recupero, ambientalisti che mette in evidenza i troppi buchi della filiera di raccolta e riciclo dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Così si buttano via metalli e materiali preziosi: rame, alluminio, argento, oro e terre rare e si favorisce l’aumento dell’illegalità. Un viaggio che prosegue in Africa ad Accra, la capitale del Ghana dove si trova la più grande discarica di Raee del mondo. PresaDiretta ha raccontato l’inferno delle vite di chi vive di rifiuti elettronici. Uomini che trascorrono le giornate a bruciare televisori, computer e pannelli solari per isolare i metalli preziosi. Donne che trasportano carichi pericolosi e velenosi. Bambini che frugano nelle montagne di rifiuti elettronici per guadagnare qualche soldo. Un’economia del riciclo sommersa e informale che dà lavoro a migliaia di persone, ma anche inquinamento, malattie, degrado, morte. Inquinamento e malattie con i quali sono costretti a convivere anche i cittadini del crotonese, in attesa da vent’anni della bonifica dell’area ex Pertusola e dell’intero sito ex industriale, una delle zone più inquinate d’Italia. Dove si producevano zinco, acido fosforico, fertilizzanti, oggi c’è una discarica con un milione di tonnellate di rifiuti interrati. E promesse mai mantenute. Ultima tappa del viaggio, Vienna, dove la cultura della riparazione è sostenuta da voucher statali e comunali. Contro le strategie di obsolescenza programmata che ci costringono a buttare i prodotti elettronici al primo guasto, la politica ha scelto di finanziare al 50% il costo della riparazione e così di allungare la vita dei nostri apparati.
"Un mondo di scarti" è un racconto di Riccardo Iacona con Chiara Avesani, Teresa Paoli, Paola Vecchia, Emilia Zazza, Eugenio Catalani, Fabio Colazzo, Matteo Delbò, Massimiliano Torchia.
Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.
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