26 maggio 2018

Uccidete il Camaleonte, Carlo F. De Filippis



Una nuova indagine del commissario Vivacqua

Incipit

.. sfilò il coltello, lo fece scattare. Si girò di un quarto .. 
Domenica 8 agosto. Ore 4.20 
L'uomo dietro le tende masticava saliva, al buio. Si asciugò le fronte col dorso della mano, prese un lungo respiro e guardò fuori. I lampioni spandevano un bagliore colloso sul viale alberato.Poi nulla fino alla campagna, dove il colpo d'occhio non offriva che oscurità e silenzio. Spinse lo sguardo in fondo alla strada. Nessuno in giro. Assaporò la discrezione della solitudine. Riusciva appena a distinguere le palazzine del circondario affogate nell'ombra della notte: una selva di torri diffidenti prive di luce. Sulla statale, macchine solitarie sfrecciavano indifferenti a tutto il resto. Alle quattro del mattino di domenica, quel flusso di chiarori lontani non aveva nulla di minaccioso, era perfino rassicurante.Con la mano destra pizzicò il guanto e lo lasciò schioccare sul palmo della mano. 
Stlack!

Ma quanto mi piace il commissario Vivacqua! Siciliano come il più noto commissario Montalbano, ma nella borghese Torino e non nella provincia (inventata, ma molto reale di Vigata).
E non è l'unica differenza, Salvatore Vivacqua detto Totò, è pure sposato con tanto di figli: tanto comanda i suoi uomini in commissariato, tanto si trova sotto bacchetta dentro le mura domestiche, perché pure Assunta, la moglie, con cui condivide gioie e dolori, ha un bel caratterino.

Siamo in pieno agosto, a Torino: la polizia è alle prese con una serie di omicidi in cui le vittime sono tutte donne, giovani e belle ragazze trovate morte in casa, con la gola tagliata.
Un serial killer, dunque: quel genere di omicidi che tanto appassionano gli spettatori dei talk (e i lettori dei gialli), quanto rappresentano invece una piaga per gli investigatori, per la pressione che sono costretti a subire. Sono otto le ragazze uccise fino a quel momento, e altre ragazze sono a rischio di fare la stessa fine, se non viene arrestato l'assassino: per questo la squadra omicidi viene affiancata da altri investigatori venuti da Roma:
Per beccare il mostro, era salita dalla Direzione Centrale Anticrimine di Roma la squadra di cacciatori più cazzuta che si fosse mai vista a Torino: quindici elementi più il capo, la dottoressa Gardenia, responsabile del settore crimini seriali, un profiler, un cervellone di matematica statistica, un vittimologo, un esperto di linkage, ovvero lo specialista che sa tutto degli altri crimini ..

E la squadra antimostro, usando tutti i suoi strumenti, informatici e psicologici, arriva a catturare un presunto mostro, il cui volto viene sbattuto in prima pagina affinché il buon cittadino a casa possa fare il suo lombrosiano commento:
Vivacqua stirò il giornale e cacciò un gran sospiro. Ancora cinque giorni di lavoro e sarebbe partito per le vacanze con il cuore in pace. La cattura di Fabbricatore era una mano santa anche per il suo reparto ..

Ma a quelle vacanze assieme alla famiglie e al cane Tommy, Totò dovrà rinunciare: il mostro, il serial killer ha ucciso ancora.
Si tratta di una parrucchiera con un suo negozio, che ogni tanto, per tenere alto il suo tenore di vita, arrotondava con qualche marchetta.
Anche lei, come le altre vittime, uccisa con un taglio alla gola.
Come negli altri casi, l'assassino non ha lasciato impronte, non ha lasciato alcuna traccia, nemmeno biologica: è entrato in casa della vittima, ha ucciso e ha ripulito tutto.
Un maniaco. In tutti i sensi.
Così, il Questore Renier, detto il Doge (per una antica discendenza), chiede a Vivacqua e al suo vice di affiancare la squadra antimostro: un sacrificio doppio per il nostro commissario, prima di tutto perché dovrà lavorare con un team che non conosce, seguendo delle procedure che non lo interessano. A che serve sapere che è stato adottato, che ha avuto una madre ossessiva, se non sai come sceglie le vittime, come si muove, come fa a nascondersi.
Nascondersi e mimetizzarsi in mezzo alla gente: come un Camaleonte, appunto.
"In greco il suo nome significa Leone di terra, noi moderni lo chiamiamo camaleonte. E un rettile, un sauro più precisamente, piuttosto lento, capace di attendere la preda in totale immobilità per delle ore. Non è un animale sociale, vive per i fatti suoi, anzi disdegna i propri simili con i quali spesso ingaggia lotte mortali. Sa mimetizzarsi, si adatta perfettamente all'ambiente; alcune tribù ritengono che porti in sé lo spirito maligno dei morti. Noi invece parliamo di un essere umano che uccide, per follia, per rabbia, per comunicare la propria malattia."

C'è un altro motivo che preoccupa Vivacqua: non è l prima volta che ha anche fare con un pazzo, già anni prima, quando lavorava a Bergamo, la sua strada si era incrociata con un serial killer che lo stava per colpire molto da vicino.

Mentre osserviamo gli investigatori battere tutte le piste e ascoltare le colleghe di Lilly (l'ultima vittima) per cercare di capire come fosse stata avvicinata dall'assassino, vediamo quest'ultimo muoversi per prepararsi ad una nuova ragazza da colpire.
Anzi, per una nuova ragazza da sposare, secondo un suo rito:
Chiuse gli occhi, distese la mano sinistra e immaginò la sposa infilare l'anello. Percepì la sensazione del metallo che accarezzava la pelle, incespicava, saliva sull'anulare e si posizionava per restare lì: un gesto sensuale, quasi erotico.«Vi dichiaro marito e moglie» disse rapito.Premette un comando e gli altoparlanti attaccarono la marcia nuziale.Un mondo lontano tornò presente in un carosello di figure: il volto della madre, la stanza del pianterreno, affacciata sul porto, il mare che sciabordava monotono, lui bambino seduto coi pantaloncini corti ..

L'uomo, così viene chiamato per gran parte del romanzo, è un uomo che vive con la mente bloccata ai tanti ricordi del passato, al dolore che che si è impossessato della sua anima, da costringerlo ogni volta a dover cercare una nuova ragazza, da corteggiare e sposare.
Fino alla morte:

Guardò scorrere la raccolta, come faceva tutti i giorni. Ammirò Mina, Deborah, Patty, Clivia .. Otto magnifiche spose; era un uomo fortunato a ricevere tanto amore.

La caccia al Camaleonte metterà a dura prova il fisico e lo spirito di Vivacqua e della sua squadra: il vice Santandrea e gli ispettori Migliorino e Gargiulo.
Perché il Camaleonte arriverà a sfidarli, andando a colpire le persone che stanno loro attorno, come se volesse lanciare loro una sfida.
E perché non si può osservare un fenomeno, toccarlo, senza che si creino delle modifiche o delle conseguenze imprevedibili: è il principio di Heisenberg, modificato secondo i principi di Totò Vivacqua
Il primo risultato del principio di Heisenberg lo pagava di persona: non puoi mettere le mani su una serie di omicidi senza sentire il sangue impregnarti i vestiti; se nono lo catturi, finisci per far parte del crimine, quasi come un complice.

Riuscirà anche questa volta a vincere la gara contro il tempo, Vivacqua, per fermare la scia di sangue di questo assassino che sembra invincibile?
Chi è veramente il Camaleonte, da dove arriva tutto quel bisogno di una sposa, di mettere l'anello al dito di una donna? Che desiderio morboso e che fa paura, c'è dietro?
Si arriverà ad un secondo colpevole, uno dei protagonisti della storia parallela in cui si divide il libro: ma tutto si risolverà nelle ultime due ore: le due ore che vengono concesse a Vivacqua per risolvere tutti i suoi dubbi, tutte le cose che non tornano, con la sua tenacia e la sua testardaggine ..

La scheda del libro sul sito dell'editore Mondadori
Il blog dell'autore
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