31 luglio 2025

Il gioco della Storia di Philip Kerr

 

«Quell’inglese con Ernestina», disse, guardandola lussuosa sala comune al pianterreno.

«Mi ricorda lei, senor Hausner».

Dona Marina mi conosceva bene come chiunque altro a Cuba, o forse ancora meglio, visto che la nostra frequentazione si basava su qualcosa di più forte della semplice amicizia: Dona Marina era la proprietaria del migliore e più importante bordello di l’Avana.

La Storia, quella con la S maiuscola: questo libro è come uno scrigno, una cassaforte in cui sono custoditi pezzi della storia del secolo passato che non troveremo nei libri di storia. O, quantomeno, che non troveremo raccontati per come lo farà in questo romanzo il poliziotto investigatore Bernie Gunther.

Nei precedenti capitoli della serie ci aveva portato attraverso la nascita del nazismo con la conversione di industriali, politici liberali, al nazismo, le famose violette di marzo.

Poi il racconto di come il nazismo ha innestato nella società tedesca il virus dell'antisemitismo, culminato poi con la notte dei cristalli.

Poi la guerra, la sconfitta dell'impero del reich millenario, sprofondato nell'orrore dei campi di sterminio, i milioni di morti in tutta Europa, facondo sprofondare con esso tutta la popolazione tedesca.

E' la Germania anno zero occupata dalla potenze vincitrici dove per sopravvivere dovevi saperti vendere, stando attento a sfuggire alla giustizia.

Bernie Gunther è stato un poliziotto della Kripo, la polizia criminale poi assorbita dentro l'SD, il servizio di sicurezza delle SS sotto il controllo del generale Heydrich.

E' facile in quella Germania caotica piena di spie e di delatori (e di veri nazisti in fuga) essere scambiato per un nazista anche per uno come Bernie, che nazista non lo è mai stato.

Da qui la fuga lungo la ratline per arrivare nell'Argentina di Peron (assieme ad altri nazisti come Eichmann) che nel dopoguerra aveva accolto tanti tedeschi desiderosi di cambiare identità e far dimenticare al mondo quello che avevano fatto.

Le brutalità, i massacri, il furto dei beni di cui venivano spogliati gli ebrei, gli zingari e tutte le vite indegne di essere vissute

Questo nuovo capitolo, lungo e intenso (mettetevi comodi) parte da dove lo avevamo lasciato nel precedente "Se i morti non risorgono", da Cuba, dove Bernie ha trovato casa con un altro nome, dopo aver stretto un patto col diavolo, ovvero il tenente Quevedo, pur di non essere arrestato.

Siamo nel 1954 e l'isola è in tensione per i gruppi rivoluzionari guidati da Fidel Castro che intendono rovesciare il regime di Batista.

Fu così che circa una settimana dopo mi ritrovai ad avere una ragazza sul sedile del passeggero della mia Chevy

Bernie è costretto ad accettare l'incarico di accompagnare una ragazza, ricercata dalla polizia, a Santiago, usando la sua barca: bloccato dalla marina americana, si ritrova in carcere, prima in una cella “tra il primo e il secondo cerchio dell’inferno” a Guantanamo per poi essere trasferito in America.

.. la marina doveva aver parlato di me con la polizia di L’Avana; che la polizia doveva aver interpellato il tenente Quevedo del SIM, i servizi segreti militari cubani; e che il tenente del SIM doveva aver rivelato agli americani il mio vero nome e curriculum.

Il passato torna a bussare alla porta dell’ex poliziotto della Kripo: gli americani, “la nuova razza padrona” del pianeta, sono intenti ad esportare i valori della loro democrazia nel mondo combattendo una nuova guerra, forse più fredda di quella conclusa nemmeno dieci anni prima per sconfiggere un’altra razza che si riteneva padrona del mondo.

E Bernie Gunther una vita fa faceva parte proprio di questa razza, aveva indossato una divisa delle SS, sebbene non sia mai stato un nazista.

Dall’America viene infine rispedito in Germania, nel carcere di Landsberg

Ero già stato a Landsberg, ma solo di passaggio. Prima della guerra erano stati in molti a visitare il carcere di Landsberg e la cella numero 7, dove Adolf Hitler era stato imprigionato nel 1923 in seguito al fallito putsch di Monaco

Gli americani che lo interrogano non dimostrano grande stima di lui: sia per l’essere un tedesco, sia per l’essere stato nelle SS. Ed è proprio questo l’oggetto delle domande a cui Bernie viene sottoposto: il suo passato come ufficiale SD in Russia nel 1940.

Quando, dietro i reparti della Wehrmacht, i battaglioni SS degli Einsatzgruppn avevano il compito di sterminare gli ebrei, i commissari politici e tutti i nemici del terzo reich.

Reparti che non erano comandati da sadici ma da persone perfino laureate, avvocati come Otto Ohlendorf o anche il futuro capo della polizia Arthur Nebe, che verrà giustiziato poi dopo il fallito attentato a Hitler a Rastemburg.

Tutti ufficiali che si riparavano dietro la scusa dell’ordine ricevuto, senza porsi scrupoli di coscienza.

Più che altro ero preoccupato per la reputazione della Germania e dell’esercito tedesco. Dove ci avrebbe condotto tutto questo?, mi chiedevo.

Il racconto va avanti facendo un continuo avanti e indietro tra il 1954 e gli anni passati: il 1940 in Russia e prima ancora il 1931 a Berlino, quando Bernie era ancora un poliziotto della repubblica di Weimar.

Gli americani gli fanno un nome di una persona che aveva incontrato, per caso, a Berlino anni prima, Erich Mielke.

Germania, 1931
Era un martedì, il 23 maggio. Me lo ricordo perché era il mio compleanno. Tendi a ricordarlo, il tuo compleanno, quando sei costretto a passarlo nella prigione di Tegel

Mielke è un nome che ritroveremo più volte in questo racconto: non si tratta di un tedesco qualunque, nel 1931 era uno dei tanti comunisti che rischiavano la vita negli scontri con i nazisti, con le SA, per una serie di coincidenze Bernie si trova a salvargli la vita da un gruppo di SA che voleva fargli la pelle.

Non esiste un solo poliziotto, nella Berlino weimariana, che non ricordi il 9 agosto 1931. Allo stesso modo in cui gli americani ricordano l’affondamento della Maine.

Considerato responsabile della morte di due poliziotti, scappa dalla Germania per trovare rifugio prima in Spagna poi in Francia.

Ma non si tratta di un comunista esule dal suo paese: oggi, nel tempo moderno, Erich Mielke è il vice capo della nuova polizia segreta della Germania dell’Est, la STASI.

Ecco perché la CIA ha così tanto interesse a capire chi sia questo Mielke, quali i suoi segreti nel passato, i suoi punti deboli.

Ed ecco perché Bernie è così importante per la CIA: forse è l’arma per vincere questa guerra fredda, almeno in Europa, almeno nella Germania.

Ma Bernie Gunther, uno che ha preso botte da tutta una vita, un perdente nato, ha capito una cosa: deve stare attento a cosa dire agli americani, sia per salvarsi la pelle, sia per giocare una sua partita a scacchi.

In questo racconto Bernie ci porta dritti nei campi dell’Ucraina, dove gli Einsatzgruppen sterminarono, anche con l’aiuto della popolazione, migliaia di ebrei.

Poi viaggeremo in Francia, alla scoperta dei campi di prigionia francesi dove erano detenuti i soldati tedeschi e anche i civili accusati di crimini politici, campi dove le condizioni di vita non erano meno dure dei campi di prigionia nazisti.

Poi il ritorno al fronte russo, negli ultimi mesi del 1944, quando ormai la disfatta dell’esercito tedesco era chiara a tutti da Hitler in giù: da una parte l’assurdità di una guerra già persa, dall’altra l’orrore dei crimini di guerra compiuti dai soldati russi contro la popolazione civile tedesca:

Avevo visto cose orribili in Ucraina, ovviamente. Ma questo rivaleggiava con ciò che avevamo fatto noi. Donne violentate e mutilate. Bambini uccisi a mazzate. Tutti e settecento gli abitanti del villaggio assassinati.[..]
Alcuni di noi dicevano che era solo giustizia, che ce lo meritavamo per quello che gli avevamo fatto, ed era vero, anche se è dura pensare alla giustizia quando vedi una donna nuda crocifissa sulla porta di un granaio.

E poi la prigionia in Russia, dopo la sua cattura da parte dell’esercito sovietico: un inferno pensato per uccidere quanti più soldati tedeschi, i pleny. A meno che non si convertissero alla causa dell’antifascismo, sottoponendosi ad un corso di rieducazione comunista. Magari per essere impiegati nella nuova polizia segreta nella Germania dell’Est

.. in questo campo l’MVD impiega un certo numero di tedeschi allo scopo di reclutare uomini per una nuova polizia del popolo che intendono formare nella zona della Germania occupata

Ex nazisti reclutati in chiave anticomunista dalla Cia (come l'ex generale Gehlen, a capo della prima agenzia di sicurezza della Germania Federale). Ed ex nazisti reclutati dal blocco sovietico in chiave antifascista, come Mielke.. il gioco della storia.

Non fa sconti a nessuno in questo racconto, Bernie: la storia che racconta non la troverete sui libri, la violenza nazista da una parte, il ladrocinio degli occupanti tedeschi nelle zone occupate. Come in Francia, che subì una occupazione di poco meno dura di quella imposta nell’Algeria occupata (che consideravano una loro colonia) o in Vietnam.

Gli stessi francesi che si erano dimostrati così zelanti nella deportazione degli ebrei mettendoli sui treni in partenza per est.

Che dire poi della violenza dei russi, non diversa da quella dei nuovi padroni del mondo, gli americani, che nei confronti dei loro sudditi tedeschi in Europa non si comportavano in modo diverso dalla polizia segreta nazista?

«Ci ha feriti, paragonandoci alla Gestapo».

«Ritiro quello che ho detto. Siete molto peggio della Gestapo. Loro non fingevano di difendere il mondo libero. È la vostra ipocrisia a essere offensiva, non la vostra brutalità. Siete il peggior genere di fascisti. Quelli che si credono dei liberali».

Come finirà questa partita a scacchi tra Bernie Gunther e i servizi segreti americani, francesi (e russi) dove si sta giocando sia una partita con la Storia, dove la posta non è la libertà dei popoli o la democrazia ma solo il potere?

Non troveremo eroi alla fine di questo racconto, intenso e duro, dove personaggi veri della storia, come Erich Mielke (dal 1957 al 1989 ministro della sicurezza di Stato nella DDR), si mescolano a personaggi inventati, ma molto reali, come Georges Boudarel o lo stesso Bernie Gunther.

Gli altri libri di Philip Kerr della serie con Bernie Gunther

Violette di marzo

Il criminale pallido

Un requiem tedesco

L’uno dall’altro

A fuoco lento
Se i morti non risorgono

La scheda del libro sul sito di Fazi e le prime pagine da sfogliare

I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon


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