24 novembre 2005

Don Luigi Sturzo

Il premier: la riforma federale voluta dalla Cdl e coincide «perfettamente» con il pensiero del fondatore del Ppi (dal corriere).
Il premier può confidare sul fatto che oggi ben pochi in Italia hanno un'idea su chi sia stato Don Sturzo.


Allora può servire una piccola biografia (da cronologia.it e romacivica.net):
Nel 1923 era esponente della corrente del partito popolare ostile ad appoggiare Mussolini; questi sfruttando l'ambiguità del partito li costringe a chiarire la posizione o a dimettersi.19 MAGGIO - Mussolini incontra anche Alcide De Gasperi, e il trentino (tanto odiato da M. quand'era a Trento) non oppone rifiuto a priori ai progetti mussoliniani di riforma elettorale. E' il colpo di grazia che mette alle corde e isola del tutto Don Sturzo.
Il 6 APRILE, in un clima di violenze (Matteotti dirà poi anche in un clima di brogli e palese illegalità) si svolgono le elezioni con la "Legge Acerbo".

Molti cattolici confluiscono nel famoso "listone". I Popolari da 100 seggi scendono a 39.Osteggiato dal fascismo, invitato a "mollare", "per non creare imbarazzi" a Roma, Don Sturzo emigra a Londra e quindi a New York dove si stabilisce, fino al suo rientro in Italia dopo la guerra.

Gaetano Salvemini, laico e rigoroso intransigente, strinse amicizia con Don Sturzo, e nelle sue memorie, di lui scrisse "Don Sturzo non è clericale. Ha fede nel metodo della libertà per tutti e per sempre. E' convinto che, attraverso il metodo della libertà, la sua fede prevarrà sull'errore delle altre opionioni per forza propria, senza imposizioni più o meno oblique".
Questo perchè Don Sturzo aveva nella sostanza del suo pensiero due componenti fondamentali e interdipendenti. Una era la superiorità dello spirituale sul temporale. L'altra riteneva che la Chiesa come istituzione dovesse tenersi libera e distante dalle questioni politiche. Per lui era la Provvidenza divina a intervenire e a regolare le cose del mondo.


1945 - Finita la guerra Don Sturzo rientra in Italia, riprendendo la vita politica attiva.
Difensore di Roma cristiana contro il comunismo ateo, caldeggiò un'alleanza con il Movimento sociale e i monarchici, nel 1952, per contrastare alle elezioni comunali il "Blocco del popolo". Fu sconfessato da parte del mondo cattolico e da De Gasperi. I partiti di centro vinsero egualmente. Il presidente della Repubblica Luigi Einaudi nel 1952 lo nominò senatore a vita.

Morì a Roma l'8 agosto 1959.

Per Mussolini, Don Sturzo, fu un "sinistro prete", un pericoloso concorrente, da esiliare.
Per la DC del dopoguerra un "rompiscatole" un "catto-comunista", da isolare per poter aprire - con la partitocrazia- quella strada dello statalismo endemico, figlio dell'assenza di un concreto ricambio di potere.
Più che semplici interventi (che potete leggere qui) quelle di Don Sturzo sono delle "profezie" di ciò - dopo che il "rompiscatole" era sceso nella tomba- accadrà in seguito in Italia, con le allegre "Partecipazioni Statali", e gli allegri "aiuti" con soldi pubblici anche alle grandi industrie private. Un assistenzialismo che dagli anni Settanta in poi creeranno lo spaventoso "buco nero" del debito pubblico, che non riusciranno a eliminare i figli e neppure i nipoti di quella irresponsabile generazione.
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo pone Berlusconi nell'alveo del centrosinistra. Quindi il terrore, morte e miseria si applica anche a lui, giusto?

alduccio ha detto...

No significa solo che Don Sturzo è stato tirato per la giacchetta. Come anche per De Gasperi ...