Si chiamava Fabio Senatore; aveva 24 anni ed era nato a Napoli. Era in attesa del terzo trapianto, a Pavia, per combattere la malattia contratta in Kosovo dall'uranio impoverito. E' morto ieri, per un linfoma di Hodgkin, un tumore maligno del sistema linfatico ormai tristemente noto come «sindrome dei Balcani».
Fabio aveva fatto tre missioni nei Balcani ed era rientrato dal Kosovo un anno fa quando «è rientrato con la malattia ormai conclamata, e accertata, nel suo caso come in tutti gli altri casi di linfoma di Hodgkin tra i soldati, da medici civili e mai dai medici militari».
Anche Giorgio Malabarba, capogruppo del Prc in Senato e segretario della Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito ha commentato la vicenda: «Che cosa dovrà ancora succedere per cominciare ad avere sul serio una collaborazione delle autorità militari e del ministro della difesa, Antonio Martino, per avere la verità sulle contaminazioni che provocano leucemie tra i militari in missione?»
Ricordiamo i numeri: fino ad ora sono 40 le vittime da "sindrome dei balcani" e 300 i militari ammalati.
E Fabio, per le autorità politiche e i vertici militari, è solo un'altra vittima da dimenticare.
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