Pedigree
falsi, doping, giudizi poco limpidi nelle competizioni canine: cosa
succede alle eccellenze
delle razze italiane?
Il
primo servizio del 2025 sarà dedicato al mondo delle competizioni
canine: cosa succede dentro quel mondo.
Poi
a seguire un servizio sui cantieri aperti sull’altopiano di Asiago
e sulle rive del lago di Garda.
La
repubblica senza memoria (che non si cura dei beni comuni)
Sta
scritto nell’articolo 9 della nostra Costituzione: “La Repubblica
promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e
tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico
della Nazione”.
Eppure, in questo paese, sembra che i beni
artistici siano più un peso che non un valore da conservare.
Ad
Asiago è stato costruito un sacrario alla memoria dei soldati morti
nella prima guerra mondiale, evento che abbiamo celebrato pochi
anni fa in occasione dei cento anni dalla fine di questa strage di
uomini morti per conquistare un pezzo di terra.
Nessuna opera di
manutenzione è stata fatta sul sacrario che ora è chiuso, dunque
inaccessibile ai visitatori: spiega il sindaco Rigoni Stern di Asiago
che “ci sono delle priorità a livello ministeriale che pongono in
secondo piano la cura della memoria, diversamente da quello che
accade in altre nazioni. Per dirle quello che accade sulle nostre
montagne, con la manutenzione dei cimiteri inglesi, ove c’è una
cura assoluta del prato inglese, dei singoli cimiteri, delle
lapidi..”
Sull’altopiano dei Sette Comuni ci sono cinque
cimiteri militari inglesi: qui sono sepolti circa 700 soldati caduti
sul fronte italiano, questi cimiteri sono a tutti gli effetti
territorio inglese perché – come racconta lo storico Romeo Covolo
– viene gestito direttamente dalla corona inglese, dal ministero
della difesa, con una manutenzione quasi ordinaria. Ogni due o tre
giorni vengono sistemate le aiuole, “mentre gli inglesi hanno
ancora la capacità di mantenimento [della memoria] pur essendo al di
fuori della patria, noi molte volte pur essendo nel nostro territorio
non abbiamo questa coscienza di mantenimento dei valori della storia
dell’Altopiano e della storia di Italia. ”
LAB
REPORT: GLI
SMEMORATI
di
Chiara De Luca
Collaborazione
Evanthia Georganopoulou, Greta Orsi
In
provincia di Vicenza c’è l’altopiano dei Sette Comuni, è un
luogo unico per storia e bellezza.
Enego
è il comune più orientale che ha solo 1500 abitanti ed è finito al
centro di uno scandalo a causa della gestione del fondo concesso per
gli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali.
Sull’Altopiano c’è anche uno dei monumenti simbolo della Prima
guerra mondiale, il Sacrario di Asiago che da giugno 2023 è chiuso
al pubblico. Report ha ricostruito a quale ministero appartengono le
competenze dei lavori di restauro conservativo di questo monumento.
Che
vita da cani!
Giulia
Innocenzi questa volta ci porterà nel mondo dei cani di razza,
quelli con tanto di pedigree ad assicurarne l’autenticità della
razza.
Sono
i cani che vediamo sfilare alle esposizioni canine, come l’Insubria
Winner: cani spazzolati, col pelo bello lucido che poi sfilano
davanti i giurati.
Questa
manifestazione è organizzata dall’Enci, l’associazione nazionale
di cinofilia italiana: qui vengono decretati i migliori cani di razza
e per questo i cani vengono tirati a lucido, passando per ore di
toelettatura dove si va a tagliare il loro pelo per valorizzarne le
loro caratteristiche.
Si
paga – racconta la signora che esegue il “taglio” ai modelli a
quattro zampe, da 40 ad 80 euro per un taglio da fare ogni due
settimane.
Strippatura
è invece il trattamento fatto con la pietra pomice sul pelo di
alcuni tipi di cani, per strappar via il pelo morto, ma si possono
anche usare dei coltellini da stripping: “per fare un cane da show
ci metti almeno due giorni, se non lo fai costantemente, però almeno
sei ore di lavoro le richiede”.
Come
racconta nell’anticipazione del servizio la giornalista
“Dietro
lo scintillio della toelettatura, però, ci sono le ombre di una
genetica che spinge alcune caratteristiche delle razze in maniera
estrema
come
per il bulldog francese [come aveva raccontato Presadiretta nella
puntata Amore
bestiale]”.
Queste
modificazioni, il muso schiacciato per quanto riguarda i bulldog,
possono tradursi col tempo in problemi di salute per l’animale,
problemi respiratori dovuti alla canna nasale corta, si è
selezionato questo carattere per una questione esclusivamente
morfologica, estetica.
Un’importante
alleata politica dell’Enci è la deputata Michela Brambilla,
autrice anche di una trasmissione in onda su Rete 4, “dalla parte
degli animali”: il rapporto tra la deputata e l’ente si sarebbe
consolidato proprio grazie alla trasmissione. Dai bilanci di Enci
Report ha scoperto che nel 2021 e nel 2024 vengono dati 240
mila e 220 mila euro alla trasmissione della Brambilla per la
divulgazione della cultura degli animali di razza, quasi 5000 euro al
minuto.
Giulia Innocenzi ha provato a chiedere un riscontro e un
chiarimento alla deputata su una potenziale situazione di conflitto
di interesse (Brambilla è presidente della commissione sui diritti
degli animali in Parlamento): nella sua trasmissione si spinge
all’adozione di animali dai canili rispetto all’acquisto di
animali di razza, come ribadito anche sul sito della sua associazione
Leida
(la Lega italiana in difesa degli animali).
Alla giornalista di
Report la deputata ha spiegato che è ben lieta di collaborare con
Enci perché sono persone serie, lavorano bene, sui soldi presi da
Enzi per la sua trasmissione ha aggiunto “la trasmissione è di
Mediaset che io ho l’onore di condurre e i rapporti di Mediaset con
gli sponsor, partner e inserzionisti non sono una cosa che conosco e
controllo..”
Ma il presidente di Enci, Dino Muto racconta una
versione diversa: sostiene cioè che la collaborazione sia nata
proprio grazie ad un incontro tra i due, “noi
riteniamo che sia per noi una trasmissione fondamentale..”. L’idea
della trasmissione nasce da un incontro da cui poi è scaturito
l’accordo con Mediaset.
Report
ha visitato un allevamento gestito da Enci dove
si trovano i cani di razza Weimaraner: le
volontarie di un rifugio hanno trovati i cani in condizioni critiche,
sottopeso, con dermatiti, funghi, piaghe da decubito perché
probabilmente non uscivano mai dai box. Alcuni sono oggi in cura
contro la filaria e i parassiti intestinali, “perché sono
cucciolate che non sono mai state vendute” spiega una volontaria a
Giulia Innocenzi, come fossero un fondo di magazzino, oggetti
inutili.
Manca un organo di controllo su questi allevamenti, non
basta l’Enci perché, sempre secondo le volontarie, “non assolve
il suo compito” di vigilanza.
I Weimaraner, con le loro
caratteristiche peculiari, sono diventati in questi anni star delle
pubblicità e delle trasmissioni TV, quando una razza canina è di
moda chi li ha può sfruttare le mamme all’inverosimile, come
“macchine da cuccioli”, cucciolate “fatte in stecca”, femmine
ingravidate ogni sei mesi, per chi si occupa del benessere
dell’animale dovrebbe essere una cosa aberrante.
“Per
rispondere alla domanda di mercato spesso si arriva a mettere in
riproduzione anche cani con patologie genetiche, col rischio di
trasmetterle all’intera cucciolata” il commento della giornalista
di Report: tra i maschi in questo allevamento Enci c’era anche un
maschio monorchide, con un testicolo ritenuto, un maschio che non
doveva essere messo in riproduzione e invece è stato tenuto a
montare, come riportato dal registro Enci. E queste patologie non
sono monitorate dall’ente: “gli allevatori seri sanno che prima
di mettere in riproduzione devono fare test genetici, lastre perché
sono casi che possono avere la displasia, il problema è che uno può
anche richiedere il pedigree, senza aver depositato niente.”
A
Maserada nel 2022, in provincia di Treviso, è stata realizzata una
pista per far correre i levrieri: quelle che si vedono sembrano in
tutto delle corse per cani, con gli animali rinchiusi nelle gabbie e
con la museruola, poi lasciati liberi per inseguire uno zimbello
meccanico che simula una preda.
Enci sostiene che qui non
vengono fatte corse per cani ma solo prove zootecniche per la
selezione degli esemplari. Ma se fosse vero, come mai i cani devono
correre insieme – si chiede Michele Pezone della Lega per la difesa
dei cani? Come mai una pista ovale, col rischio che gli animali si
feriscano a seguito di queste attività?
“Io faccio anche
denunce laddove vedo maltrattamenti” assicura la deputata
Brambilla, sottolineando la sua indipendenza nel giudizio verso Enci,
su cui al momento mantiene il suo giudizio positivo.
Forse la
deputata non ha visto di persona i maltrattamenti, ma ha ricevuto
delle denunce, inviate anche alla sua mail di deputata, relative ad
un campionato tenuto a Perugia nel 2023. Nel video che si può
trovare sui canali social di Report si vede una simulazione di
aggressione e dove il figurante avrebbe percosso il cane con un
bastone, pratica vietata anche dalla federazione
cinologica internazionale. La proprietaria di un dobermann che ha
partecipato alla gara ha deciso di denunciare il fatto anche a
Michela Vittoria Brambilla.
“Ha me non mi ha contattato
nessuno” racconta oggi l’allevatrice a Giulia Innocenzi “il mio
avvocato ha depositato la denuncia ma io non ho saputo più niente,
cioè nessun organo mi ha mai più contattato”.
La
scheda del servizio: CANI
BANCOMAT
di
Giulia Innocenzi
Collaborazione
Greta Orsi, Giulia Sabella
Ombre
di doping, pedigree sospettati di essere falsi, cani ibridati
potenzialmente pericolosi. È quello che sembra nascondersi dietro lo
scintillio dei cani di razza di Enci, l’ente nazionale della
cinofilia italiana, unico ente che può rilasciare i pedigree in
Italia. Sotto la lente di ingrandimento di Report anche i rapporti
con la politica.
Oggi
l'alleata politica principale dell'ente è Michela Vittoria
Brambilla, impegnata, nella sua attività da parlamentare animalista,
a fare adottare i cani dai canili, ma che, nelle vesti di conduttrice
della trasmissione Mediaset “Dalla parte degli animali”, promuove
i cani di razza. Grazie alla partnership sponsorizzata con Enci:
l'ente per la cinofilia dal 2021 a oggi ha sborsato quasi mezzo
milione di euro alla trasmissione della Brambilla.
I
cantieri vista lago di Garda
Torri
del Benaco, provincia di Verona: lungo il lago di Garda si inerpica
una salita molto amata dai biker: da qualche anno il panorama del
lago è cambiato per il crescere dei cantieri spuntati sulle colline.
È
in corso una cementificazione del lago spinta dal turismo, sempre più
di massa, che arriva proprio qui e richiede nuove residenze, ma è un
processo che se da una parte porta ricchezza, sta anche distruggendo
il territorio. In cima alla collina di Albisano c’è un’immensa
costruzione che si chiama
“Cape of senses”, una struttura a 5 stelle con un meraviglioso
affaccio sul lago.
Alessando
è una delle guide in mountain bike con cui ha parlato la giornalista
di Report: “ti cementificano tutto, tagliando anche pezzi della
strada: nel momento in cui ci fossero forti precipitazioni, come si
comporta questa montagna, cosa rilascia giù nella zona costiera..”
E’ un problema ambientale ma anche paesaggistico “diciamo
che quello che è capitato lassù ad Albisano non corrisponde ad un
miglioramento” spiega Fabrizio Magani, soprintendente delle
province di Verona, Rovigo e Vicenza.
A Punta San Virgilio
è sorto nel 2023 un nuovo cantiere gestito dalla Soledad Srl che sta
ristrutturando una dimora storica: dietro c’è l’imprenditore
Giovanni Rana che qui ha intenzione di costruire delle suite di
lusso.
“Io il progetto l’ho visto,è una roba da villette a
schiera” racconta alla giornalista di report il conte Guariente
Guarienti di Brenzone “non capisco quasi cosa centri qua, se vuoi
fare delle suite super care non puoi fare la pietrina di pruna..”,
per poi continuare “quando uno per mettere piede in una storia
anziché entrare direttamente bussando, compra una eredità, lo
spirito non è quello amichevole..”
Si tratta di una eredita
sub iudice, ovvero la Cassazione deve ancora stabilire, avendo i
fratelli un contenzioso in corso, di chi sia la reale proprietà. Ma
al comune di Garda, 4000 abitanti, non lo sapevano: “il comune non
deve fare una indagine approfondita su chi appartenga un compendio
immobiliare, a noi interessa che in base all’atto di proprietà, i
proprietari a loro rischio e pericolo abbiano deciso di fare un
intervento di ristrutturazione e riqualificazione..” commenta il
sindaco.
A
loro rischio e pericolo perché l’area interessata potrebbe tornare
ai conti Guarienti: questa porzione di San Virgilio appartiene ad una
fiduciaria (dietro alla Soledad SRL), come è possibile che un
monumento nazionale possa essere di proprietà di una società
schermata.
Se il sindaco non è preoccupato, lo sono i conti
Guarienti e anche pezzi della società civile, come Federica Panizzo
attivista di Verona Polis “si tratta di un sito unico perché
sottoposto ad un triplice vincolo, paesaggistico, architettonico e
archeologico, ci chiediamo se questi vincoli siano stati
adeguatamente rispettati e se non si possano rilevare dei reati di
tipo ambientale”.
Questo
monumento nazionale, oggetto della ristrutturazione da parte della
Soledad, è sottoposto ad un vincolo della soprintendenza, tuttavia
la società riferibile ai Rana si è mossa con una certa disinvoltura
– racconta Report: è stata fatta una breccia in un muro del 1700
con l’autorizzazione del comune, mentre il conte Guarienti per
avere una autorizzazione sulla sua parte ha dovuto aspettare
mesi.
“Quando siamo entrati nell’area ci siamo trovati
davanti ad una situazione di degrado” spiega a Report il direttore
dei lavori “c’erano tende, auto e baracche abbandonate..”.
La
scheda del servizio: LA
RANA CHE CONQUISTÒ IL LAGO
di
Rosamaria Aquino
Collaborazione
Enrica Riera
Punta
San Vigilio sul Lago di Garda è considerato un sito di interesse
artistico, storico e architettonico. Un gioiello paesaggistico dove
il tempo sembra essersi fermato. Finché una società che sarebbe
riconducibile a Giovanni Rana, il re dei tortellini, ha acquistato
una porzione di territorio per farne una splendida spiaggia privata,
un ristorante stellato, una terrazza sul lago, con previsione di
costruire una serie di lussuose suites. Chi vigila sui vincoli che
hanno mantenuto quel luogo intatto nei secoli? Report allarga lo
sguardo anche agli altri cantieri di strutture turistiche che hanno
modificato questo "luogo dell'anima", rendendo difficile
agli stessi operatori del turismo di vivere vicino al proprio posto
di lavoro.
L’eredità
di Gianni Agnelli
Manuele
Bonaccorsi questa sera continuerà ad occuparsi dell’eredità di
Gianni Agnelli, non sulla questione delle quote di Dicembre (oggetto
del servizio
di domenica scorsa), ma dei beni collezionati dall’avvocato in vita
che fanno parte della sua eredità.
Quadri che sono spariti, tra
cui un importante De Chirico, “Mistero e malinconia di una strada”,
di cui ne esiste un rifacimento al museo
Villa Bilotti di Roma: il valore di questa opera è difficile da
stimare, sopra i 30 ml di euro.
“Nel
2000 ero il giovane collaboratore alla mostra
scientifica 900 – arte e storia in Italia che si organizzò
alle scuderie del Quirinale e il mio maestro, con cui lavoravo,
Maurizio Calvesi, uno dei massimi esperti dell’opera di De Chirico,
era il curatore della mostra. Calvesi in quell’occasione vide
Malinconia di una strada, nella collezione personale di Gianni
Agnelli ..” sono i ricordi del professor Canova, collaboratore di
Calvesi che prosegue poi spiegando come quest’ultimo chiese ad
Agnelli di poter esporre il quadro alla mostra prendendolo in
prestito.
“Lo presterei volentieri ma non voglio che venga
notificato” fu la risposta dell’avvocato “perché i quadri a
volte ho voglia di scambiarli”.
A
fine intervista il professor Canova svela a Report un dettaglio
rilevante: “io so da un’altra persona, però questa cosa non la
posso riportare integralmente che il quadro fu portato via dalla casa
di Roma nel 2018”, probabilmente il quadro fu portato via in
Svizzera dove gli Agnelli avevano portato via altre opere della loro
collezione privata.
Tra le opere finite nella villa di San
Moritz di proprietà di John Elkann ci sono anche due Klee: secondo
quanto risulta a Report anche queste si trovavano in Italia a Torino,
dove erano state acquistate nel 1966 alla Galleria Galatea.
All’Università La Sapienza di Roma si trova ancora il catalogo di
quella mostra. Questa galleria era diventata famosa a Torino per le
sue esposizioni di autori del 900, qui lavorava Gian Enzo Sperone un
noto collezionista, che a Report racconta della visita di Gianni
Agnelli che di fronte al quadro di Klee disse “mi piace”, senza
chiedere il costo. Come hanno fatto a finire in Svizzera? “Molti se
ne fregavano, li caricavano in macchina, in barca, non era penale, lo
è diventato dopo [l’esportazione delle opere artistiche]”.
Le
opere acquistate da Gianni Agnelli in possesso poi della moglie
Marella alla sua morte, sono poi finite nelle disponibilità dei
nipoti Elkann che, secondo la procura, avrebbero inscenato dei finti
regali, per evitare che le opere sparite finissero nell’inventario
dei suoi beni, redatto dall’esecutore testamentario dei beni di
Marella Agnelli.
La somma di questi regalini per il compleanno
ammontava a oltre 170 ml di euro: un Bacon a Ginevra e degli
orecchini dal valore di 78 ml di euro, Lapo un Monet da 17,5 ml, John
un altro Warhol da 10 ml.. Per rendere il regalo più credibile la
segretaria di John Elkann redige tre finte lettere della nonna
indirizzate al nipote ma sono datate 2024, cinque anni dopo la sua
morte.
La
scheda del servizio: CAPOLAVORI
CLANDESTINI
di
Manuele Bonaccorsi
Collaborazione
Madi Ferrucci
Alcuni
capolavori d’arte posseduti da Gianni Agnelli potrebbero aver
lasciato il territorio nazionale senza autorizzazione. Dell’ipotesi
sono stati informati anche i carabinieri del nucleo di tutela del
patrimonio culturale, come ha riferito alle telecamere di Report
Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia, Belle Arti e
Paesaggio del ministero della Cultura. Report, dopo un lungo lavoro
di indagine, ha consegnato al dirigente l’elenco completo delle
oltre seicento opere della collezione Agnelli. In particolare,
potrebbero essere finiti all’estero senza autorizzazione tre
capolavori: “Mistero e malinconia di una strada” di Giorgio De
Chirico, la “Scala degli Addii” del futurista Giacomo Balla e il
prezioso “Glaçons, effet blanc” di Claude Monet, oltre a due
acquerelli di Klee. Ha lasciato il territorio nazionale - con una
regolare autorizzazione, invece - uno dei più importanti capolavori
della seconda metà del ‘900, il Pope III di Francis Bacon, valore
tra i 20 e i 30 milioni di euro. La preziosissima collezione di
Agnelli perde dunque pezzi molto preziosi, dato che appena 9 opere su
oltre 600 risultano attualmente sottoposte a tutela. I capolavori
della collezione Agnelli sono ora al centro di uno scontro
giudiziario tra la figlia dell’Avvocato Margherita Agnelli e i suoi
tre figli John, Lapo e Ginevra Elkann. I fratelli – secondo le
indagini della Procura di Torino - avrebbero inscenato dei finti
regali di opere d’arte e gioielli di proprietà della nonna Marella
Caracciolo per oltre 170 milioni di euro, in modo da evitare che le
opere finissero nell'inventario dei beni della madre e fossero dunque
“attaccate” da Margherita. Report è entrato in possesso delle
tre versioni di una lettera di Marella ai nipoti che avrebbe
accompagnato uno dei presunti regali. Peccato siano state scritte
cinque anni dopo la sua morte.
I
beni della curia di Napoli – la saga
Report
torna ad occuparsi dei beni della curia di Napoli dati in
concessione: tra questi anche l’antica chiesa dei Taffettanari,
che era occupato abusivamente.
Il 2 luglio scorso, con una
operazione congiunta di polizia e carabinieri, con la presenza di
autorità varie, è avvenuto lo sgombero di queste famiglie, “una
bella giornata di legalità per Napoli” è stato il commento del
prefetto.
Una
giornata di legalità a cui si è arrivati dopo quasi due anni dalla
prima inchiesta di Report che aveva scoperto come questa chiesa del
‘500 nel centro storico di Napoli era chiusa e abbandonata da anni,
mentre la canonica (un palazzo di 4 piani) era occupato dalla
famiglia Macor. Tra questi anche una persona che qui scontava la pena
per usura ed estorsione aggravata, assieme al marito ai domiciliari
per vari reati, tra cui rapine.
Giuseppe
Macor era affiliato al clan di Giuliano – racconta il giornalista
Arnaldo Capezzuto – tutte le zone a ridosso del centro storico sono
state per anni sotto il controllo della famiglia Macor: la gestione
dei parcheggi abusivi, piazze in cui le forze dell’ordine non
potevano entrare, che consentivano un gettito da 10-12mila euro al
mese. Macor si caratterizza anche per rapine, estorsioni. Il loro
spessore criminale emerge quando, entrati nel palazzo, sfrattano con
la forza i legittimi inquilini e occupano gli appartamenti. Tutto
avviene nell’inerzia di padre Emanuele Casole, che aveva gestito
la chiesa per anni.
La chiesa – sostiene il prete – non
sarebbe della curia e nemmeno il palazzo a fianco, occupato da
persone con precedenti penali, “io non lo so..”
La
scheda del servizio: LA
CANONICA LIBERATA
di
Danilo Procaccianti
Collaborazione
Goffredo De Pascale
Due
anni dopo che Report aveva scoperto l'occupazione abusiva da parte di
una famiglia malavitosa della canonica dell'antica chiesa di San
Biagio ai Taffettanari, a due passi dal Duomo di Napoli,
quell'immobile è stato liberato e restituito al patrimonio
cittadino. È un primo passo nel ripristino della legalità nella
delicata gestione del patrimonio della Curia napoletana,
numericamente e artisticamente uno dei più ricchi d'Italia.
Le
anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate
sulla pagina FB o
sull'account Twitter
della trasmissione.