02 luglio 2017

Alleanze e astensionismo

S'ode a destra uno squillo di tromba
Fuori del Pd c'è la sinistra della sconfittaSono pronto a ragionare con tutti, ma sui temi del futuro dell'Italia non ci fermiamo davanti a nessunoIl centro sinistra senza PD è da Nobel della fantasia

... a sinistra risponde uno squillo
Da soli non si va da nessuna parte. Non c'è altra strada che quella che stiamo percorrendo, insieme.Basta arroganza e basta gigli magici, non se ne può più

Si continua a parlare di alleanze, nonostante gli attacchi e le punzecchiature da una parte e dall'altra.
Come Scalfari si augura nel suo articolo domenicale: "Come vorrei che Matteo e Giuliano fossero presi da incantamento".
E tanto più si parla di alleanze e tattiche per le elezioni (a settembre parte la campagna elettorale, e per le leggi da approvare chi s'è visto s'è visto), tanto più non si parla d'altro.
L'astensione, per esempio (ne parla Salvatore Settis oggi sul Fatto Quotidiano).
Quanto è rappresentativa una maggioranza parlamentare se a a votare va solo il 50% degli elettori.
Qui si continua a giocare sui numeri: l'astensione non è un problema solo di oggi, ma anche di quando il PD prendeva il 40% alle Europee. Con un affluenza al 50% ..

Cresce l'astensione e diminuisce la rappresentanza degli eletti, aumenta la protesta, lo scontro, il cinismo.
Forse tutto questo è voluto: la nuova forma di Democrazia 2.0 è una forma di governo per soli eletti.
Non per tutti.
Spariti i partiti e i luoghi sul territorio dove incontrarsi e discutere.
Sparite le ideologie, che hanno lasciato il posto agli slogan: prima gli italiani, tutti ladri, noi il futuro gli altri la palude, e così via.

Spariti anche i contenuti, ovvero la sostanza della politica: cosa mettiamo nelle riforme della scuola e del lavoro, della giustizia e della pubblica amministrazione?
Più tutele, più diritti, una redistribuzione della ricchezza, una giustizia (e una scuola e una sanità) uguale per tutti?

Servirebbero partiti e non taxi al servizio del leader di turno, che non è nemmeno capaci di un minimo di autocritica.
Così, come in ogni elezioni in Italia da sempre, alla fine vincono tutti.
La destra estrema avanza e in pochi ne colgono i presagi di una disgregazione del sistema esistente.

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