Ah, se quei soldi potessero essere utilizzati meglio .. Se l'aspettativa di vita cresce, bisogna andare in pensione più tardi ..
Come risolvere il problema?
Boeri (presidente Inps), in audizione alla Camera, ha spiegato che servirebbero più immigrati (regolari), disposti a lavorare (anche a bassi salari), che versano allo Stato più di quanto prenderanno un giorno.
Di questi giorni la polemica sui pensionati che se ne vanno a godere la vecchiaia all'estero. Ingrati a cui qualcuno ha pure augurato una cattiva sorte.
Sorprende come, qualche anno fa, proprio partendo dalla questione pensioni, uno scrittore italiano, Antonio Manzini, avesse già trovato una soluzione.
Grottesca, che gronda di houmor nero, ma sempre una soluzione.
Ci troviamo in un ristorante di quelli nemmeno di lusso, esclusivi.
Attorno ad un tavolo il ministro del Tesoro, un dirigente e il il direttore generale dell'Inps, un generale dell'esercito. E un uomo, chiamato l'Innominato.
Come i gerarchi nazisti riuniti a Wansee, anche loro sono pronti a mettere nero su bianco la "soluzione finale" al problema dei pensionati.
- La popolazione sta invecchiando. I pensionati di questo paese superano i lavoratori. Lo Stato non riesce più a colmare questa disparità. Quindi non rimane che una soluzione. Diminuire i pensionati.Toti non aveva capito. Non si poteva diminuire il numero dei pensionati. La pensione era un diritto.- Come facciamo a diminuirli? I sindacati ci saranno a pezzi.- Prego, dottor Rispoli, faccia proseguire il nostro amico. L'Innominato prosegui. - I sindacati, le commissioni parlamentari e sottocommissioni, i Tribunali, i datori di lavoro, la Confindustria, le parti sociali .. sono finiti. Via! - e con un gesto della mano spazzò l'aria. - Fanno parte di una politica che non deve più esistere. Sono freni inibitori dell'economia. Sono cancri avviluppati intorno al corpo dello Stato e lo succhiano quotidianamente senza restituire nulla. Tutto questo va aggirato. Aggirato! Il silenzio nella sala era rotto solo dal leggero ronzio del condizionatore. L'uomo girava i suoi occhietti freddi passandoli sui volti dei presenti. Erano fissi, non batteva le palpebre, come uno squalo che guarda la preda, il suo prossimo pasto, la cosa che gli avrebbe garantito la sopravvivenza. [..]
Rispoli aveva la fronte imperlata di sudore. Solo il generale Mochi se ne stava tranquillo. La sapeva più lunga degli altri. Toti guardo di nuovo il ministro che aveva ripreso la parola.- E' inutile che vi dica che se l'esperimento riuscirà noi tutti passeremo alla storia. Prima ci daranno addosso, ci diranno che siamo dei pazzi. Poi capiranno. Quando il benessere entrerà dritto dritto nelle tasche della popolazione attiva, allora capiranno. E ci faranno santi, eroi, e i nostri busti li metteranno nella Promototeca del Campidoglio. Protomoteca, c****!, lo corresse mentalmente Toti. - Noi siamo il secondo Risorgimento! Iacobazzi aveva gli occhi iniettati. Si capiva che il progetto era suo. E man mano che si eccitava la cadenza dialettale stava prendendo il sopravvento. - Abbiamo fin troppi pinsionati. Gente che grazie alle passate amministrazioni se ne andava a casa a 48 anni nel pieno delle forze, a vivere sulle spalle dello Stato. Finti invalidi, finti malati. E che Madonna! Basta tutto questo deve finì. Volete che i vostri figli arrivino all'età della pinsione senza percepire quello che gli è dovuto? Todi era frastornato. Si sentiva nel mezzo di una riunione di una loggia massonica deviata. Roba da galera. Aspettava la soluzione del problema come una bomba lanciata dall'Enola Gay. - La soluzione del problema non è economica, non è finanziaria. E' strutturale! - sentenziò l'Innominato.Poi continuò: - Daremo il via all'esperimento che chiameremo «Annozero». E' semplice. Niente cartelle, fogli, ricorsi. Ci serve solo gente motivata che vada fino in fondo. E questa gente per la ricollocata nell'esercito, nelle Forze Speciali. Di qui la presenza del generale. Questa è gente che lei recluterà.
Mocchi annuì, con uno strano sorriso sulle labbra. Impercettibile a un occhio poco attento, ma sorrideva.Poi l'Innominato di scatto indicò Toti e Rispoli che se ne stavano accucciati sulle poltrone uno accanto all'altro. Appena tolti vide l'indice dell'Innominato puntato verso di lui, sobbalzò.- Signori! Da voi abbiamo bisogno di impiegati giovani, volenterosi e pronti a tutto. Davanti a loro si aprirà una carriera sfolgorante- Ma che devono fare? - disse Toti con una voce fessa è rotta.- I vostri impiegati dovranno scegliere fisicamente gli individui più adatti ai nostri pensionati.- Mi scusi, - intervenne timidamente Rispoli, - adatti a fare cosa?- Ad essere eliminati. Fisicamente.Cadde un silenzio astrale. La giostra dei criceti, Antonio Manzini (Sellerio Editore)
Antonio Manzini è uno scrittore italiano capace di coniugare nei suoi libri houmor nero e thriller. Capace di raccontare il mondo degli outsider, del popolo delle periferie, del mondo criminale. Anche quello degli alti burocrati dello stato che portano avanti questo complotto inverosimile.
Portando il lettore in una sorta di terra di mezzo, dove osservare il mondo che sta sotto e quello che sta sopra.
Questo libro era uscito nel 2007 per Einaudi, ora è stato ripubblicato per Sellerio.
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