La copertina originale di Einaudi (2007) |
La copertina della riedizione Sellerio (2017) |
René guardò l'orologio.Cinque minuti era il tempo prestabilito, e ne mancavano cinque.Il sudore gli colava lungo la colonna vertebrale appoggiata al palo della luce. La strada era vuota e grigia.Dalla curva in fondo, spuntavano i banchi di un mercatino rionale. Intravedeva grembiuli colorati, stoviglie, pezzi di baccalà secco che penzolavano da corde sfilacciate. Dall'altra parte della via, dietro un autosalone plurimarche coi vetri appannati dalla sporcizia, doveva esserci la macchina truccata da Cencio, motore acceso, in attesa.
Una rapina ad una Cassa Rurale che
doveva essere una passeggiata di salute e che invece finisce male,
con l'arrivo dei carabinieri e due morti per terra, tra i rapinatori.
Il palo arrestato da uno strano
carabiniere, un maresciallo coi baffi alla Zapata.
Un impiegato dell'Inps alle prese con
l'insonnia, con un lavoro che non gli dice nulla, con una vita che
non gli dice nulla. Alla ricerca di quella botta di fortuna che gli
consenta di scappare da quel bilocale vicino all'Ostiense, dalle
telefonate di nonna Ida, dalla tigre che ogni tanto gli artiglia le
budella e che deve sfogare la sua rabbia.
Un dirigente dell'Inps, il classico
dirigente pubblico come tutti gli stereotipi ci hanno raccontato.
Carriera ottenuta grazie ad amicizie e buone relazioni, una bella
casa, una moglie con cui non non parla e tanta ambizione per volere
ancora di più.
Una banda di rapinatori, piccola
criminalità romana, che bazzica sempre gli stessi bar, gli stessi
posti, la stessa vita fatta di piccole truffe, rapine, stando attenti
a non pestare i piedi ai pesci grossi, in cerca del colpo grosso per
finirla con tutto questo.
Come Alessia, che vorrebbe scappare da
quel bar schifoso dove tutti ti guardano il culo.
La giostra dei criceti è il primo noir
di Antonio Manzini, tra Le iene di Tarantino, perché anche qui tutti
tradiscono tutti, e il primo Ammaniti, per la capacità di saper
mescolare houmor e cattiveria: i protagonisti di questo romanzo,
veloce, feroce, vivono i sette giorni della storia cercando di
arrivare al colpo grosso, a quello che ti fa cambiare la vita.
E che invece, in gioco di tradimenti,
di ambizione personale, di paura e di sospetto, finiranno per farsi
la pelle l'uno con l'altro: come i criceti della giostra, che corrono
tutto il giorno pensando forse di andare lontano.
In questa libro ci sono più storie che
partono distanti, ma che alla fine sono tutte legate.
La banda di Franco, che doveva
fare il colpo alla cassa rurale e prendersi quei 500mila euro facili
facili, e che forse è stata fregata da un infame e venduta alla
Camorra.
Renè, uno della banda, finito nelle
mani di strani carabinieri che deve ora capire chi lo ha fregato e di
chi può fidarsi.
Alessia, che lavora al bar Il
balilla (nostalgie fasciste del proprietario) assieme al padre che
non è mai stato un padre, con un fidanzato che è un armadio e che
non ama. Sperando che arrivi un treno per andare via. Anche un treno
merci, come il bello e dannato Renè.
L'ingegner Toti, dirigente di
una sede Inps all'Eur, che si trova dentro un complotto così
surreale da essere quasi credibile (siamo d'altronde nell'epoca delle
fake news, dove l'incredibile diventa quasi più credibile della
realtà): un piano per ridurre il numero dei pensionati ..
“Noi colpiremo solo per pirsone a cui l'opinione pubblica non bada. Quelli che troviamo morti putrifatti dopo giorni e giorni. Che riempiono i giardini e danno da mangià ai piccioni..”
Diego, l'impiegato dell'Inps,
senza genitori, che dalla vita vuole solo una donna, una bella
macchina, una vita tranquilla. E che si sente frustrato da quanti
campano sulle spalle degli altri, come i baby pensionati o anche i
pensionati che prendono quella pensione che lui forse non vedrà mai.
Ma ora anche lui ha la sua possibilità.
E non si farà prendere da alcun
scrupolo.
Come non si faranno prendere da
scrupoli nemmeno gli alti burocrati dello stato, come il ministro che
ha proposto il piano diabolico
“.. uno che aveva basato la sua campagna alle amministrative sui valori sacri della famiglia, contor l'eutanasia, l'aborto, per il probizionismo medioevale, contro i matrimoni dei gay e che adesso parlava con la freddezza di un Mengele ..”
Come il nostro
ingegner Toti, casa e famiglia anche lui, certo, che invece nel suo
subconscio ha già accettato tutto (anche se dovrà poi fare i conti
la coscienza tardiva, che si farà viva nelle sue notti):
- Allora parliamo di Cortés. Terribile quello che hanno fatto gli spagnoli laggiù, no?- Terrificante.- Ma hanno portato un livello di civiltà superiore. Oggi se un Indio vive come un essere umano lo deve a Cortés..
Sono più colpevoli i balordi della rapina alla Cassa rurale o questi uomini dello Stato senza scrupoli, senza remore, senza valori che non siano ricchezza, potere, ambizione?
In
questo romanzo, l'intreccio narrativo diventa anche mescolamento
degli strati sociali: l'assenza di qualsiasi scrupolo morale, di
qualsiasi pietà, li accomuna a tutti quanti.
E
tutti quanti si ritroveranno soli, a finire soli, nonostante
l'inutile corsa del criceto dentro la giostra.
Era vissuto come un granello di sabbia. Niente da ricordare. Niente da dire in sua memoria. Nel momento in cui avesse chiuso gli occhi, nessuno se lo sarebbe più ricordato. Sentiva freddo. Parecchio. Cominciò a tremare. Non era giusto, ma la giustizia non esiste in natura. A lui era toccata quella vita, e gli era toccata finirla così. Siamo carne da cannone, aveva detto René. Era vero. Carne da cannone. Gente che muore senza un senso, senza un'utilità. Che ha vissuto senza sapere, e senza sapere se ne va. [..]Il cielo stava diventando una massa di azzurro e di rosso. Sentì una grande mano prendergli il cuore. Fu un attimo e tutto si fermò. Né caldo, né freddo. Solo basta così. E il sangue, insieme ai suoi pensieri, smise di correre come un criceto idiota lungo le sue vene.
Rocco
Schiavone è cresciuto in
questo ambiente, da queste periferie, tra questi balordi, tra piccoli
reati e la grande criminalità sullo sfondo (a proposito, la mafia a
Roma esiste).
Solo
che lui, Rocco, ha scelto di non correre dentro la gabbietta.
La scheda del libro sul sito di
Sellerio
(la prima edizione era stata pubblicata nel 2007 da Einaudi)
Nessun commento:
Posta un commento