28 agosto 2021

Alabama di Alessandro Barbero

 


«Se me lo ricordo? Eh, direi che me lo ricordo. Non mi sono mica bevuto il cervello in tutti questi anni, nossignora, non io. Me lo ricordo benissimo. Stavo leggendo il giornale e mi rammento anche quale, l'Araldo di Richmond, proprio così; non ho mai visto tante bugie stampate su un foglio di carta, da allora...»

Ci sono tanti modi per raccontare un evento del passato, un passato che ha ancora tanti riflessi sul nostro presente. La scelta del professor Barbero è stata molto originale: raccontare una strage avvenuta nel corso della guerra di Secessione americana nella foresta di Winderness facendo parlare uno dei protagonisti di quell'eccidio, un soldato sudista, che viene intervistato da una giovane studentessa che sta facendo un lavoro di ricerca, partendo da delle lettere che uno dei testimoni ha scritto ad un giornale.

Questo reduce di una guerra che ha causato migliaia di morti, ha voglia di raccontare e, capitolo dopo capitolo, ci racconta la sua vita, di uno dei tanti agricoltori in uno stato del sud, il reclutamento dei soldati per formare l'esercito confederato, la guerra contro l'esercito del nord, perché nessuno deve permettersi, nemmeno il presidente Lincoln, di venire qui a dirci come dobbiamo comportarci.

Il suo racconto è ricco di aneddoti, perché il signor Dick Stanton, dalla contea di Magnolia, si ricorda ancora tutto, nonostante siano passati quasi ottant'anni e nel presente dove si svolge la storia siamo nel mezzo di una nuova guerra, contro il Giappone che ha dichiarato guerra agli Stati Uniti.

L'arruolamento fatto da padron Jones, uno dei più grandi proprietari terrieri della zona, per chiamare tutti i bianchi alla guerra, la marcia dei soldati dal campo verso la battaglia, un esercito fatto di soldati con scarpe sfondate, vestiti alla bell'é meglio, con pantaloni pieni di toppe, persone che fino all'altro giorno lavoravano la terra, si scambiavano favori o torti e che ora si ritrovano assieme contro gli odiati yankees, che li chiamano ribelli.

E man mano emergono i contorni di questa società, quella degli stati del sud, che si basava sostanzialmente sullo sfruttamento dei neri (o negri, come li chiamano questi gentiluomini del sud) da usare come schiavi nei campi. Da far lottare tra di loro per il divertimento delle brave persone la domenica sera.

Da trasformare in fattrici, per sfornare forza lavoro, come fossero bestie da monta. Da marchiare col fuoco, per evitare che qualcuno possa prendere possesso dei loro schiavi. Non persone, ma cose di loro proprietà.

E' questa la società del sud dove sono cresciuti i protagonisti di questo racconto, che vede con disprezzo le fabbriche che stanno sorgendo al nord dove le persone di coloro possono lavorare pretendendo pure una paga.

Perché senza i negri, dicono, nessuno avrà voglia di lavorare la terra nelle contee del sud. Si intende nessun avrà voglia di lavorare la terra essendo trattato come uno schiavo.

Sogghignano, i bravi agricoltori del sud che vivono in una società patriarcale, dove chi ha più terra comanda, alla vista di donne che lavorano in una industria che pure fabbrica proiettili per i loro fucili.

Sono tutti bravi soldati di Cristo, questi uomini, anzi il loro reverendo lo sprona a lottare in nome di una fede distorta, come fossimo in una crociata del secolo diciannovesimo: Dio vuole lo schiavismo perché la Bibbia (l'antico testamento si intende) è piena di riferimenti a re e a schiavi, perché tutti avevano degli schiavi, da Abramo a Isacco a Giacobbe.

Sam Martin andò lì e gli chiese se lui non era mica per caso un lurido abolizionista, e Phil White gli chiese se non si vergognava di portar via i negri ad una povera donna, che erano tutta la sua ricchezza, e se la coscienza non gli rimordeva, e che per una roba del genere doveva bruciare all'inferno; e quello alzò le spalle e disse che Dio lo aveva incaricato di liberare i negli, e che non credeva di bruciare all'inferno; e Phil White gli fa, perché, tu non crederai mica che la schiavitù è sbagliata?, e Sam Martin gli fa, lascia perdere, non lo vedi che è un miserabile abolizionista, e che sugo c'è a stare a discutere con un disgraziato così, ma Phil White, lui era un uomo ostinato, e gli fa, ehi uomo, non lo sai che la Bibbia è piena di schiavitù?

[..] sei un ministro, e ti pare di far bene, sotto gli occhi di Dio, a venire qui a casa nostra e rubare i nostri schiavi? Che sono come denaro, né più né meno, e questi qui poi appartengono a una povera donna, e sono tutto il suo pane, e che cosa farà senza di loro eh? E quello appoggiandosi al recinto e masticando un filo d'erba gli fa, ha solo da richiamare a casa suo figlio, che sarà di sicuro qui con voialtri ribelli, ad ammazzare la brava gente.

Questo insegnavano i predicatori delle chiese dell'epoca, settarie e identitarie, a loro volta proprietari di schiavi.

E l'episodio di sangue, quello che la studentessa voleva ricostruire per la sua ricerca?

Dopo un lungo ricordare, il vecchio reduce arriva alla strage dei soldati neri, alla fine di un assalto nella foresta di Wilderness, colpevoli solo di aver puntato il fucile contro i confederati, per difendere la loro libertà.

Ma come si permettevano, questi negri, di sparare su padron Jones e sulle altre brave persone che combattevano per tenere in piedi un mondo destinato a sparire?

O forse no. Forse quel mondo non è sparito affatto alla fine della guerra di Secessione. La schiavitù è stata abolita, ma per decenni ancora essere una persona di colore al sud era molto pericoloso. Perché non eri una persona come le altre, con gli stessi diritti.

Per esempio il diritto di un giusto processo e non un linciaggio. Per esempio il diritto di voto. Ecco allora che questo racconto, così strano, fatto con un linguaggio semplice, ci parla anche del nostro presente.

Dei tanti bravi americani (ma non è necessario andare tanto lontano con lo sguardo) strenui difensori del loro modo di vivere, maschilisti e razzisti, armati e intolleranti, chiusi ad ogni idea di cambiamento, mutazione, che vedono negli estranei, nei diversi, una minaccia per la loro esistenza e la causa di tutti i loro problemi:

.. voglio proprio vedere se verranno qui a casa nostra a insegnarci come dobbiamo vivere..

Unica pecca, lo stile del racconto può diventare per molti un ostacolo, perché troppo dispersivo, non sempre i ricordi del vecchio soldato seguono un filo logico preciso, col rischio che si tenda a saltare le pagine per vedere come va a finire.

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