Quattro racconti brevi con al centro quattro donne di cui conosceremo
le loro storie, le vite, le sofferenze, le ambizioni, i sogni. Un
romanzo al femminile perché, come racconta l’autore “sono
convinto che un autore abbia il dovere di esplorare l’universo
femminile.”
Dopo tanti libri in cui Massimo ha
“stanato” quel sommerso maschile poco conosciuto, ora tocca alle
donne: un’amante che ha perso il suo amore e che ora deve
nascondersi dalla vedova.
Poi una madre che cerca solo il bene per la figlia. Una signora che deve difendere l’immagine della sua “bella” famiglia, infine una ex croupier che, stanca dalla vita, ha deciso che “il mondo non le deve nulla”.
Dimentichiamoci per un momento Massimo Buratti, l’alligatore, Giorgio Pellegrini o il Francese: i personaggi che incontreremo nei racconti sapranno sorprenderci, anche in negativo se vogliamo, per il loro cinismo, per la determinazione, per la capacità di sognare pur di sopravvivere ad una realtà che assomiglia più ad un carcere che ad una vita vera.
Danzate su di me
Da quando il mio amore segreto è morto in uno stupido incidente stradale, ho l’impressione che il tempo mi scivoli addosso e di non essere padrona di nulla. Frase già letta e sentita troppe volte, però non saprei in che altro modo esprimere il concetto.
Un musicista famoso
e una cassiera di un supermercato, due mondi così lontani che però
si sono incontrati una sera dopo un concerto. Così è nata la
relazione tra la protagonista del primo racconto e questo jazzista
famoso e, purtroppo per lei, sposato.
Ora a lei non rimangono
che i ricordi, per sfuggire a quella vita di fatiche e di privazione,
un marito, l’amore una volta alla settimana, i piccoli soprusi al
lavoro..
Mio marito è un brav’uomo. L’ho amato
tanto. Da diversi anni provo per lui una specie di “affetto maturo”
A volte i ricordi, le storie che ci facciamo in mente, sono l’unico modo per salvarci dal presente dentro cui viviamo.
Niente, più niente al mondo
Devo mettere a posto la spesa. Tra poco arriveranno e non voglio che trovino la casa in disordine. Ne troveranno solo nella sua camera ma lì niente più niente al mondo potrà mettere ordine.
Quale madre non desidererebbe il meglio per la figlia? Specie se vive in un quartiere ex operaio di Torino, con un padre cassintegrato, con poche speranze per il futuro?
Soltanto che, in questo mondo dove l’ascensore sociale è fermo al piano terra, l’unico modo è sperare nella botta di fortuna, farsi notare dalla televisione, perché avete visto che carriera ha fatto Costantino (un ex tronista se non lo sapete)?
Ho cominciato cinque anni fa a ritagliare da “Novella 2000” articoli e fotografie di matrimoni e a incollarli sulle pagine di un quaderno per preparare quello della bambina
Peccato che questi giovani non ne vogliano sapere di metter su una famiglia normale, una madre, un padre che lavora e porta a casa tanti soldi, dei bambini felici. Bambini belli e bianchi, mica vorrete mischiarvi con quelli li?
Dunque… Una vita normale. Padre, madre e figlia. Sì, dirò così. Padre, madre e figlia. Famiglia piemontese. Madre. Figlia. La mia bambina.
Il giardino
di Gaia
Gaia si aggiustò il grembiule immacolato e iniziò a servire la pasta a figlio e marito. “E allora, cosa mi raccontano i miei due ometti?” cinguettò.
Una madre, un padre e un figlio, la classica immagine della famiglia felice. Soltanto che, per la famiglia di Gaia, è solo apparenza. In questo racconto scopriremo un intero mondo di intrecci, corna, gelosie, invidia e bramosia. Al centro questa figura femminile quasi luciferina e attorno solo maschi inetti, incapaci di prendere una decisione.
“Spero ti sia chiaro che questa è una famiglia, che noi siamo una coppia benedetta in chiesa e così sarà fino alla fine dei nostri giorni. Noi ci siamo scelti e ogni giorno rinnoviamo il nostro impegno e bla bla bla e bla bla bla. Giusto?”
Il mondo non mi deve nulla
Il ladro si sedette sulla panchina e sospirò di sollievo. Era stanco, viale Principe Amedeo sembrava più lungo del solito, quella sera. Intendeva percorrerlo fino alla fine, infilarsi nel sottopasso e raggiungere la stazione, dove aveva lasciato la bicicletta.
Questo racconto era già stato pubblicato da E/O nel 2014: c’è un ladro improvvisato, uno dei tanti ex operai bruciati dalla crisi costretti a trovarsi un altro lavoro che si trova e una finestra aperta, in una bella casa lungo una bella via in quel di Rimini. Un colpo di fortuna, finalmente, per portare qualcosa a casa. Ma dentro quella casa, Adelmo, il ladro, incontrerà nella casa una signora di origine tedesca, Lise, una ex croupier stanca di vivere. Il mondo, non le deve nulla.
«Ho avuto a che fare con gli uomini con tutta la vita» attaccò in tono gelido.
«E proprio perché li conosco le dico che lei è solo un poveraccio. Come maschio sta al gradino più basso della scala. Perfino i suoi ceffoni non hanno qualità. sono degli di un subalterno. di un dipendente di infimo ordine. Per osare schiaffeggiare una donna è necessaria un'autorevolezza che inviti immediatamente al perdono. Lei non sa nemmeno di cosa sto parlando, vero?»
Due persone che più diverse non si potrebbe, distanti per censo, cultura, per la vita che hanno vissuta. Ma due persone sole, che si incontrano e, a modo loro, si amano in quella notte.
Un incontro che cambierà per sempre le loro esistenze.
La scheda del libro sul sito di Sem
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