03 aprile 2025

L'innocenza dell'iguana, di Paolo Roversi


La moto è nera, lucida. Come il casco integrale e la tuta di pelle. Arriva da piazza della Repubblica, sobbalzando sul pavé di via Turati, e accosta al marciapiede dove camminano due uomini. Uno, sulla quarantina, avanza a passo deciso.

Undicesimo romanzo della serie con protagonista l’hacker-investigatore Enrico Radeschi, “L’innocenza dell’iguana” chiude, forse, un ciclo, quello che riguarda Il Danese, questo enigmatico ex contrabbandiere che Radeschi aveva incontrato a Cipro nel corso della sua fuga dal mondo (una storia raccontata nel romanzo Cartoline dalla fine del mondo), per sfuggire da un killer che gli aveva dichiarato guerra.
L’azione di questo romanzo si svolge su due piani, infatti: da una parte una nuova indagine in cui Radeschi, assieme alla sua nuova aiutante, Liz (incontrata nel corso della precedente indagine L’ombra della solitudine), un’altra hacker forse ancora più abile di lui, devono aiutare il vicequestore Loris Sebastiano a risolvere un caso di cronaca. Usando tecniche più o meno illegali.
Dall’altra Radeschi deve aiutare l’amico, il Danese, a risolvere il suo enigma, ritrovare la figlia scomparsa che credeva morta in un attentato anni prima.

Indossa un cappello di feltro a tesa larga, occhiali da sole con lenti azzurrate, giacca a vento scura e ha un Iphone tra le dita.
L’altro, più anziano, ha i capelli grigi, guanti, un cappotto color cammello e porta una ventiquattrore di marca.

Due uomini, il giovane con l’Iphone e l’anziano con la ventiquattrore, sono stati colpiti da un killer in via Turati che dopo aver sparato i tre colpi, si dilegua in moto.
Sono un conduttore di una trasmissione radiofonica famosa che si occupa anche di indagini di cronaca e che ha suscitato diverse polemiche per lo stile in cui vengono condotte le inchieste e per lo stile sopra le righe del conduttore, Michele Carras.
L’altra persona è il proprietario di una concessionaria famosa, Giovanni Fontana: per lui, il colpo che l’ha colpito alla nuca, è stato fatale, tanto da condurlo alla morte.
Cosa possono aver in comune uno speaker della radio tanto amato e odiato per lo stile volutamente polemico delle sue trasmissioni e un imprenditore milanese?
Le telecamere di sorveglianza non sono di aiuto, il killer ha occultato la targa.
Sebastiani, il poliziotto che conduce le indagini assieme all’agente Rivolta (“l’elemento migliore in forza alla squadra Mobile ed è anche l’unica donna”) avrebbe bisogno delle intuizioni e del supporto informatico di Radeschi, che già lo ha aiutato nel passato.

«Sul motoscafo ci tornerai col tuo fidanzato.»
«Chi ti dice che mi piacciano i maschi?»
«Non ti piacciono?»
«Non è questo il punto, Enrico.» Sospiro e lascio cadere la conversazione: ne uscirei a pezzi, come sempre.

Ma purtroppo adesso Radeschi si trova a Venezia assieme a Liz, la giovane aiutante figlia di origini filippine, a metà tra Lisbeth Salander e Mercoledì della famiglia Addams: non sono lì per una vacanza, ma per incontrare il Danese, questo strano personaggio che ha attraversato molte vite e anche la morte, simulando un incidente.

Per gli amici è solo il Danese, in virtù del fatto che, per un certo periodo, ha gestito un chiosco di pizze a Christiania, il quartiere hippy delle droghe libere di Copenaghen.

Ora Il Danese ha una missione, ritrovare la figlia, Iris, seguendo una flebile pista che forse è solo un’illusione, ufficialmente Iris, assieme alla moglie, è saltata in aria a Belgrado tanti anni prima, in un attentato che dietro avrebbe un altro criminale-contrabbandiere di cui conosce solo il soprannome, Trgovac, il Mercante.
Deve trovare questo “Mercante” per capire se la figlia sia viva o meno e per fare questo l’amico Radeschi è l’unica persona al mondo che può aiutarlo, con le due doti magiche.

Il racconto scorre così sui due binari: da una parte le indagini sulle due vittime, l’imprenditore (morto per il colpo alla nuca) e lo speaker della radio. Il primo aveva appena licenziato un socio per delle divergenze: che possa essere questa la causa dell’agguato? E cosa c’entra allora il conduttore radiofonico? In alcuni servizi, più di stampo giustizialista che da cronaca giudiziaria, si era occupato anche di mafia

« … Quello che ha raccontato sul maxisequestro al mercato comunale dell’Isola ai danni della cosca dei Rinaldi è esemplare in questo.»

«Cosa vuole dire?» «Che non è giornalismo, ma giustizialismo»

La mafia allora? E cosa c’entra la mafia con l’imprenditore che vendeva auto di lusso ai vip?

Sull’altro binario, questo strano “team” molto eterogeneo, il cronista Radeschi, l’hacker anticonformista (e cresciuta troppo in fretta) Liz e il Danese, grazie ad una intuizione di Liz, si mettono sulle tracce delle persone che potrebbero essere “il mercante”.
In questa indagine non autorizzata incontreranno persone in fuga dal mondo, come il Broker che, dopo essersi arricchito sulle disgrazie degli altri, ha deciso di ritirarsi sui monti in compagnia di due lupi. Per sentirsi libero.

Chrestos esita un attimo. «Sono un sopravvissuto che non vuole più vivere.»

«Lo siamo tutti in qualche modo.»

La soluzione sul doppio agguato in via Turati, arriverà da Liz grazie ad una intuizione che, una volta, sarebbe arrivata anche al nostro Radeschi se non fosse che la mente del cronista di Milanonera è ora occupata da troppi pensieri: la preoccupazione per l’ossessione del suo amico Chrestos nel voler ritrovare la figlia prima di tutto e per la cattiva influenza che potrebbe lasciare su Liz. Poi è il dolore ancora forte per la perdita di Amanda, la sua fidanzata e del suo adorato Buk, il golden retriever che tanto amore gli aveva regalato.
Ma la giustizia trionferà ancora una volta, regalandoci una soluzione del caso dentro cui troveremo tanti ingredienti, mixati tra loro dal caso, perché a volte le coincidenze esistono.

E che ne sarà de Il Danese, alla fine di questa storia? Un ciclo della sua storia si chiude qui, ma sono certo che tornerà ancora a trovarci, prima o poi.

Regalandoci altre pillole di saggezza, come questa:

«Ma certo! La quinta è anche la mia preferita, perché funziona in ogni lingua e situazione. Ed è molto semplice: quando non capisci una sola parola di quello che ti stanno dicendo, annuisci e sorridi. E poi fa’ come ti pare.»

La scheda del libro sul sito di Marsilio

Il blog di Paolo Roversi
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